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Piazza Armerina – Operazione della polizia penitenziaria: tre mini cellulari trovati all’interno del carcere

Piazza Armerina – Operazione della polizia penitenziaria: tre mini cellulari trovati all’interno del carcere

Martedì sera al carcere di Piazza Armerina la polizia penitenziaria ha effettuato una serie di controlli all’interno delle celle dei detenuti per verificare la presenza di apparecchi cellulari. L’operazione ha consentito di rinvenire tre  mini smartphone che erano stati introdotti illegalmente all’interno del carcere. Il fenomeno del mini cellulari che finiscono nelle mani di detenuti è diffuso in molte carceri. Le ridotte dimensioni di questi telefonini, acquistabili per poche decine di euro su internet, permettono una facile introduzione all’interno degli istituti penitenziari, creando non pochi problemi di sicurezza. Il fenomeno, relativamente recente è stato il motivo dell’introduzione nel codice penale di un reato specifico normato dall’articolo 391 ter,  introdotto nel nostro ordinamento dal Decreto Sicurezza del 2020.

Sono stati necessari due mesi di indagini da parte della polizia penitenziaria  della casa circondariale di  Piazza Armerina, coordinata dal Commissario Capo , Salvatore Puglisi,  per trasformare in certezza degli indizi che facevano presumere l’esistenza di un collegamento con l’esterno da parte di alcuni carcerati. Il blitz è scattato a sorpresa nella tarda serata di martedì e ha impegnato 25 unità della polizia penitenziaria. Al momento dell’irruzione nella cella,  in cui si sospettava potessero essere celati dei cellulari, uno dei detenuti ha avuto il tempo di tentare di disfarsi degli apparecchi telefonici e di un caricabatterie costruito in maniera artigianale, gettandoli all’interno del wc e scaricando lo sciacquone.

Il tentativo non ha comunque impedito alla polizia penitenziaria di recuperare l’indomani mattina, dall’interno di un pozzo di acque reflue,  tre cellulari la cui grandezza varia dai i sei ai tre centimetri. Con i tre apparecchi telefonici sono state recuperate anche due sim che consentiranno  di ricostruire attraverso i tabulati telefonici la rete di contatti  dei detenuti e i soggetti operanti. Le indagini sono in corso.

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