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Usura, è uscito “Vite Strozzate” di Josè Trovato: un “libro verità”

Usura, è uscito “Vite Strozzate” di Josè Trovato: un “libro verità”

“Nel cuore della provincia di Enna, in un piccolo centro come Leonforte, il mese scorso è stato scoperto un inquietante giro di usura: due persone sono state arrestate, ai domiciliari, e altre 17 sono indagate a piede libero. Le storie emerse parlano di tanta gente comune, finita nella tela del ragno per un momento di particolare fragilità, per bisogno o per crisi finanziarie. E raccontano perfettamente cosa è l’usura oggi”. Così il giornalista Josè Trovato annuncia il suo “Vite Strozzate”, l’e-book che ha realizzato e che è già in distribuzione a 4.99 euro su Amazon. Il testo racconta gli atti dell’operazione “Full control”, condotta il mese scorso dalla Guardia di Finanza della Tenenza di Nicosia e del Comando provinciale di Enna.

“Ho scelto questo titolo, “Vite Strozzate”, perché parliamo di uno dei reati più crudeli che esistano, che negli ultimi anni ha assunto una dimensione spaventosa, considerato che nel 2020 si stimava che in Sicilia 150 mila famiglie erano indebitate con uno strozzino. Bene, in un piccolo centro come Leonforte, questa ordinanza ne racconta diversi, di episodi di usura, anche se poi spetterà alla magistratura la valutazione caso per caso – prosegue Trovato -. Sui contenuti vi rimando al testo, dove ovviamente faccio nomi e cognomi e racconto le storie che vengono fuori dal provvedimento del gip di Enna Giuseppe Noto, chiesto dall’ufficio requirente ennese, diretto dal procuratore Massimo Palmeri”.

Trovato annuncia anche una versione cartacea, che sarà pubblicata forse a gennaio. “Per il momento ho deciso di uscire così per non aspettare i tempi necessari, dato che ho scelto il modello dell’instant book – sottolinea il giornalista –. L’importanza di questo lavoro sta proprio nel fatto di raccontare, pur nella sua immediatezza, storie reali sotto forma di approfondimento giornalistico. Il compito di attribuire o meno delle responsabilità penali appartiene ai magistrati, a me interessa riferire le storie che vengono fuori. Indipendentemente da quella che è l’accusa contestata, infatti, io ho un grande rispetto nei confronti delle persone indagate e quando si parla di presunzione di non colpevolezza sono il primo a inchinarmi e a rispettarla. Ciò che non è tollerabile, almeno secondo me, è che in nome della presunzione di non colpevolezza qualcuno pensi ancora oggi di sacrificare la cronaca”.

“Per me la gente ha tutto il diritto di sapere chi hanno arrestato e perché – conclude -. Poi se domani gli arrestati fossero assolti allora io sarò il primo a raccontarlo e a scriverlo. Ad oggi però c’è un provvedimento, che si chiama ordinanza, il quale è già a conoscenza delle parti e va raccontato: non farei bene il mio lavoro di cronista se non mi adoperassi per divulgare una storia di cronaca a mia conoscenza e se non lo facessi per come è previsto dalla legge: in maniera essenziale e senza indugio”.

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