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Piazza Armerina – Il mistero della morte di Larimar Annaloro: la famiglia ha dubbi sul suicidio della giovane

Piazza Armerina – Il mistero della morte di Larimar Annaloro: la famiglia ha dubbi sul suicidio della giovane

Larimar Annaloro, 15 anni, trovata senza vita vicino a casa sua, nelle campagne di Piazza Armerina, è un episodio che ha scosso profondamente la comunità locale. Secondo quanto riportato, i genitori si erano assentati per soli quarantacinque minuti per una breve commissione e al loro ritorno hanno fatto la drammatica scoperta. La procura di Caltanissetta ha avviato un’inchiesta, con l’ipotesi di istigazione al suicidio contro ignoti, un’inchiesta che lascia spazio a numerose domande e dubbi. La famiglia, infatti, non accetta l’idea che Larimar possa essersi tolta la vita e si oppone fermamente alla possibilità del suicidio.

i sospetti di bullismo e la lite scolastica

Poco prima della tragedia, Larimar era stata coinvolta in una discussione a scuola, con una compagna di classe. A quanto pare, le due adolescenti avrebbero avuto uno scontro verbale. Inoltre la procura di Caltanissetta indaga  sulla presunta diffusione di immagini intime di Larimar in alcune chat scolastiche, un atto di possibile revenge porn. La preside, Lidia Di Gangi,  ha smentito che vi siano stati episodi di violenza fisica, resta il fatto che Larimar aveva confidato alla madre che “era successa una cosa molto grave”. Per i familiari, questo commento potrebbe contenere indizi cruciali.

Il fidanzato e il post su Instagram

Un altro elemento che ha destato l’attenzione degli inquirenti è il messaggio pubblicato dal fidanzato di Larimar su Instagram, in cui il giovane allude al fenomeno del bullismo, auspicando che la tragica fine della ragazza serva da lezione per chi “si sente superiore alle altre ragazzine più deboli”. Il ragazzo aggiunge, inoltre, come prendere in giro gli altri fosse divenuta una “moda” e un “vanto” tra i giovani. Gli inquirenti sospettano che il giovane sia a conoscenza di dettagli chiave che potrebbero chiarire meglio la situazione.

L’autopsia e il fascicolo per istigazione al suicidio

Sul corpo della ragazza sono stati trovati segni sospetti, incluso un laccio intorno ai piedi, che hanno contribuito ad aumentare l’incertezza sulle reali cause della sua morte. La procura dei minori di Caltanissetta ha disposto l’autopsia, fissata per mercoledì, per cercare di fare luce su cosa sia realmente accaduto. Il procuratore Rocco Cosentino ha invitato chiunque abbia informazioni a farsi avanti, rassicurando che saranno tutelati tutti coloro che potrebbero essere coinvolti nelle indagini come testimoni.

Il dolore di una comunità e il tributo dei compagni

A testimoniare il dolore suscitato dalla morte di Larimar, la sua ex squadra di pallavolo di Besozzo, in provincia di Varese,  ha voluto ricordarla in un modo speciale, lanciando palloncini bianchi verso il cielo. La giovane era molto amata e rispettata nella sua squadra per la determinazione e il talento che mostrava. Questo tributo, organizzato dalla Volley Academy di Besozzo, ha reso omaggio a una ragazza solare e promettente, ricordando i suoi successi e la passione per lo sport che l’aveva sempre accompagnata.

Aggressione ai giornalisti sul luogo della tragedia

Come riportato dal Giornale di Sicilia, l’intensità emotiva attorno al caso si è manifestata anche in un episodio di violenza che sarebbe avvenuto ai danni di alcuni giornalisti, che erano giunti a Piazza Armerina per raccogliere testimonianze. Durante un’intervista con la madre di Larimar, i reporter Lucia Basso e Francesco Caudullo della Tgr Sicilia sarebbero stati aggrediti da una persona vicina alla famiglia, che avrebbe preso a calci la telecamera distruggendola. Un comunicato stampa dell’Usigrai ha condannato l’episodio, ricordando l’importanza di documentare fatti di cronaca come questo con la dovuta sensibilità verso le famiglie delle vittime. Si legge in una nota del Cdr. «Un’aggressione violenta e immotivata che lascia turbati. Rivendichiamo il diritto e il dovere di tutti i colleghi, sia giornalisti che operatori, di documentare casi di cronaca così eclatanti e di farlo, come stava accadendo a Piazza Armerina, con la massima sensibilità per le famiglie delle vittime», conclude il comunicato. La famiglia successivamente si sarebbe scusata per l’episodio.

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