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Piazza Armerina, già risuonano i tamburi della competizione elettorale.

Piazza Armerina, già risuonano i tamburi della competizione elettorale.

È iniziato questo nuovo anno che per la vita sociale è politica di Piazza Armerina é di particolare importanza perché nella prossima primavera si svolgeranno le lezioni amministrative. E’ probabile che il sindaco Cammarata decida di difendere la poltrona di Primo Cittadino dagli assalti de pretendenti alcuni dei quali, già da mesi, affilano le armi per un confronto che si preannuncia avvincente come al solito.

La situazione a destra

Nel centrodestra le candidature per il momento fanno riferimento alle figure di due politici navigati che, più o meno in maniera evidente, sono al lavoro da tempo. Si tratta di Giuseppe Mattia, militare dell’Aeronautica e di Fabrizio Tudisco, insegnante di educazione fisica in pensione. Ambedue sono conosciuti in città per il loro impegno politico e hanno lavorato sodo in questi anni per costruire e gestire un minimo di consenso in grado di garantirgli una partecipazione dignitosa alla competizione politica per la poltrona di sindaco. Nell’area del centrodestra, oltre al sindaco Nino Cammarata, manca una quarta candidatura, quella espressa dall’area politica occupata da Forza Italia, uscita rafforzata dall’elezione dellOn. Luisa Lantieri. E’ naturale che ci sarà all’interno dello schieramento un tentativo di ricomporre un quadro unico da offrire all’elettorato ma già sappiamo dell’esistenza di veti incrociati che potrebbero finire per proporre un centrodestra diviso e a rischio sconfitta.

La situazione a sinistra

Nel centrosinistra le candidature che si profilano sono per il momento due: quella dell’ex sindaco Filippo Miroddi, approdato al PD al termine del suo mandato, ma bocciato nel 2018 dall’elettorato, e quella di un’altra area del PD per la quale si fa il nome di Mauro Di Carlo, sconfitto al ballottaggio nel 2018 proprio da sindaco Cammarata.

E’ bene precisare che ancora non esistono candidature ufficiali e quelle riportate sono solo indiscrezioni. Fin qui la cronaca di questa marcia di avvicinamento alle amministrative del 2023.

Il mio punto di vista

Dal punto di vista del commento politico c’é invece da segnalare la totale mancanza di novità sui nomi, ma sospetto  anche  nei programmi, che presto verranno resi noti e che ripeteranno un noto mantra costruito su parole come  sviluppo turistico, centro storico, verde pubblico, pulizia, edilizia pubblica, che abbiamo ascoltato da anni. Anche le strategie, elaborate in molti casi dagli stessi candidati o da improvvisati esperti della comunicazione, si baseranno per lo piú sulla denigrazione degli avversari  e su mirabolanti obiettivi inseriti nei loro “libri dei sogni”. Alla fine é possibile che assisteremo ad una campagna elettorale combattuta e avvincente ma incapace di fornire un’idea sul futuro della città.

Cosa ci serve

A Piazza Armerina serve una nuova mentalità, un cambio di passo che una classe politica vecchia, a cui é mancata una fase di ricambio generazionale, non riesce ad esprimere. Purtroppo molti dei giovani approdati in consiglio comunale, mancando di un background politico,  si sono presto convertiti alla politica delle trame, dei giochi di palazzo e delle contingenze. Poi va comunque precisato che questi ultimi cinque anni sono poi stati segnati in gran parte dalla pandemia e dal default economico della città e questo non ha favorito la risoluzione di tanti problemi.

Oggi la città non ha bisogno dei libri dei sogni e di obiettivi mirabolanti da presentare alle elezioni ma soprattutto necessita di cambiare i termini  della discussione politica, una discussione che non deve restare ostaggio delle bramosie o delle vendette di questo o quel candidato. La collettività piazzese ha necessità di riflettere e di trovare le condizioni per lo sviluppo non nella mediocrità della politica utilitarista ma in una nuova dimensione che possa in qualche maniera porre freno alla corsa alla poltrona, intesa quest’ultima come simbolo di riscatto personale e di opportunità politica.

Servono poi, nel rispetto delle proprie idee e posizioni politiche, la creazione di sinergie che producono progetti credibili, duraturi e soprattutto sinceramente condivisi nel nome della collettività. Fin tanto che si faranno alleanze non sinceramente costruite sull’interesse comune saranno solo giochi di palazzo che creeranno ostacoli allo sviluppo della città e come effetto secondario continueranno ad allontanare la gente dalla politica, quella vera.

Nicola Lo Iacono

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