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Trentennale Sacerdozio Don Sebastiano Rossignolo

Trentennale Sacerdozio Don Sebastiano Rossignolo

Celebrati ieri, presso la parrocchia di San Bartolomeo in Enna, i trent’anni di sacerdozio del parroco don Sebastiano Rossignolo. Originario di Valguarnera, don Sebastiano, è ormai da circa sei anni a Enna, dove prima è stato cappellano del carcere e, successivamente, cinque anni fa, è stato nominato titolare della parrocchia di San Bartolomeo Apostolo. Il sacerdote, ha da pochi giorni arricchito il suo bagaglio culturale, conseguendo una laurea specialistica in Spiritualità. Una parrocchia che ha praticamente “rivoltato”, in positivo, ovviamente, come un calzino, coinvolgendo tutti, scendendo “ai crocicchi delle vie” e “invitando a nozze”, attuando le logiche dell’accoglienza e della misericordia dettate da Papa Francesco e dal vescovo Rosario Gisana, tutte quelle persone, che per un motivo o per l’ altro si erano allontanate dalla Chiesa. Rossignolo, dunque, è un prete di periferia, ovvero uno di quelli che si sbracciano e fanno poche chiacchiere. Noi lo abbiamo conosciuto, spesso davanti a una pizza, nella sua semplicità evangelica, nel suo essere acceso tifoso della Juventus, nel suo generoso donare ai poveri senza pensarci due volte e nel suo donare sé stesso a Cristo.

In questi cinque anni da pastore si è speso quotidianamente per far crescere la parrocchia e come ha detto un giovane che ha introdotto la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo, “Con coraggio e ottimismo non ha mai smesso di credere nelle potenzialità della comunità di san Bartolomeo”. “Ringraziamo il Signore – ha detto il vescovo – per il sacerdozio donato a don Sebastiano e per l’esperienza che questa comunità sta facendo con lui”. Rossignolo si è prodigato, e si prodiga, fino ad oggi con successo , per far sentire la comunità parrocchiale una famiglia. Ma alla base di tutto vi sono valori che spesso, sono dimenticati, in una società dominata da “Legioni di imbecillli”, tanto per utilizzare una frase del compianto Umberto Eco, dove la fanno da padrone i “Leoni da tastiera” del web: sono la tolleranza e l’indulgenza: “Dovremmo imparare ad essere indulgenti come lo è il Signore nei confronti del peccato di Zaccheo” – ha detto Gisana durante l’omelia – rifacendosi al Vangelo di ieri, dove il Signore non condanna il peccato di Zaccheo ma lo accoglie e lo perdona”. Già, perché, Gesù Cristo non punta l’indice su nessuno. Gesù Cristo non condanna ma perdona e assolve anche chi si macchia dei peccati più orribili.

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E’ chiaro, poi, che esiste una giustizia umana, alla quale, in ogni civile consorzio, ciascuno deve rendere conto, ma essa non ha nulla a che vedere con la Giustizia Divina. “Noi non distinguiamo, ha sottolineato il vescovo, perché giudichiamo, invece, imitando Gesù, dovremmo capire che il principio che deve regolare le nostre azioni è la Misericordia”. “Talvolta – ha proseguito – ci appelliamo a principi teologici, a regole, dimenticando che l’unico principio che deve regolare le nostre azioni è il perdono”. E tutto questo, don Sebastiano Rossignolo lo ha fatto suo. “Siamo inclini al peccato e siamo cattivi – ha ancora detto monsignor Gisana – ma il Signore non ci rimprovera la nostra cattiveria.

Il prete è uno che deve accompagnare prendendo per le mani la gente e portarla a Gesù . Il Signore ci ama così come siamo” E ancora il vescovo è ritornato sui giudizi: “Non giudicate per non essere giudicati. Tutte le volte che noi giudichiamo un uomo o una donna noi giudichiamo Dio. Noi vorremmo che il Signore fosse un giudice acerrimo ma egli percorre altre vie”. E ha concluso : “Dio vuole dimostrazioni d’amore e di accoglienza” Don Sebastiano, a margine della celebrazione ha ringraziato il vescovo, i sacerdoti presenti e i numerosi fedeli che hanno gremito la chiesa di san Bartolomeo: “Siamo qui per dire grazie al Signore.

Non mi stancherò mai di dirgli grazie. Solo in Gesù c’è questa forza che trasforma e ti permette di riappropriarti del tuo destino. Sono stati trent’anni vissuti nella totale dedizione al Signore. Trent’anni durante i quali ho pure camminato per sentieri tortuosi, ma lui solo poteva fare questa bella storia facendomi entrare nei pensieri dello Spirito Santo. Ho incrociato persone belle e disponibili. Infine ha ricordato i due vescovi che lo hanno accompagnato verso il sacerdozio; monsignor Sebastiano Rosso, e monsignor Vincenzo Cirrincione che lo ha ordinato.

Antonio Pagaria

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