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Chiesta attività ispettiva nei confronti del dirigente del Servizio infermieristico di Enna. Raccolta firme a favore della dottoressa Rosa Schillirò

Chiesta attività ispettiva nei confronti del dirigente del Servizio infermieristico di Enna. Raccolta firme a favore della dottoressa Rosa Schillirò

Chiesta attività ispettiva nei confronti del dirigente del Servizio infermieristico di Enna: infermieri, operatori socio sanitari e ausiliari del comparto sanità esprimono solidarietà alla dottoressa Rosa Schillirò. La protesta è contenuta in una lettera/petizione che ha superato le 150 firme e che è stata inoltrata ai sindacati.

Questo il contenuto della petizione. 

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“Abbiamo avuto notizia – dicono i lavoratori – che speriamo infondata, che un deputato della politica ennese abbia chiesto una attività ispettiva nei confronti della dottoressa Rosa Schilliró, dirigente del Servizio infermieristico di Enna. Non riusciamo a comprendere quali siano le reali motivazioni di un’istanza di verifica sulla modalità di reclutamento ad persona, dato che medesima richiesta non è stata avanzata per altri medici dell’area dipartimentale di Piazza Armerina. Tutto il corpo infermieristico e sanitario dell’ospedale ‘Umberto I’ di Enna ha avuto modo di apprezzare le grandi doti umane, la correttezza e lo spirito di abnegazione della dottoressa Schilliró che, sin dal suo insediamento, ha posto in essere regole certe e regolamenti che hanno portato trasparenza e dignità di ogni singolo lavoratore alle sue dipendenze. Regolamenti certi che garantiscono la mobilità del personale infermieristico fra vari reparti e servizi in stretta osservanza alle normative di riferimento, senza alcun favoritismo. è stato dato un approccio più che umano quasi da mamma attenta e silenziosa ad ogni singola figura”.

Nella petizione i lavoratori evidenziano anche “l’elevato spessore umano, la grande professionalità e la correttezza della dottoressa Rosa Schilliró, che non ha mai lesinato la sua presenza, giorno e notte. Qualunque sia stata la modalità di reclutamento noi ringraziamo tutto il management dell’Asp di Enna per avere riposto, in un ruolo strategico così delicato da anni non curato – continuano – una grande professionista super partes che ha coniugato dovere, cuore e anima al servizio di tutti senza condizionamenti di sorta. Non vorremmo mai pensare – concludono – che sia proprio questa la sua unica colpa: l’aver agito nell’interesse di tutti gli operatori, nell’interesse del malato con grande dignità e sacrificio. Riteniamo preoccupante la condotta del deputato del territorio ennese che dovrebbe occuparsi di tutto il territorio ennese, visti i voti ricevuti, e non abusare del proprio ruolo per interessi che non siano quelli della tutela della salute pubblica della intera collettività”.

“Adesso dopo i recenti fatti di cronaca e di pessima sanità – continua la lettera/petizione – riteniamo doveroso dare il merito a chi si prodiga in silenzio, senza sponsor e che ha fatto si che la più piccola Asp della Sicilia potesse, a testa alta, riuscire dove altri grandi e meglio strutturate aziende non sono riuscite. Non vorremmo mai pensare che un ruolo politico possa condizionare, per motivi poco chiari, le politiche gestionali messe in atto a garanzia di tutti. Esprimiamo assoluta solidarietà alla dottoressa Schilliró, la ringraziamo accoratamente per l’impegno profuso giorno e notte senza alcun timore nella tutela della salute di chiunque e rivolgiamo un appello al presidente Musumeci all’Assessore alla salute Ruggero Razza, al direttore generale Francesco Iudica e ad ogni sindacato di essere uniti con carte e risultati oggettivi alla mano sul buon operato indiscutibile della dottoressa Schilliró ad essere presenti in ogni sede a difesa della mera verità e del merito di una persona per bene. Vorremmo che la politica si occupasse di politica cioè di interessi generali e non di altro. Questa è una lettera aperta che tutti noi rivolgiamo ai sindacati e alla politica tutta affinché venga tutelato chi correttamente e mestamente non fa altro che svolgere il proprio dovere donando anche il cuore sebbene non vi sia alcuna norma che lo impone. manifestiamo sin da ora la totale disponibilità ad essere anche noi auditi e vorremmo capire quale siano le reali motivazioni. Chi fa del bene va difeso perché è giusto ed è nell’interesse di ognuno di noi sia come operatori impiegati in prima linea che come utenti fruitori di servizi e cure sanitarie”.

 

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