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Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo: un anno di successi nella difesa dell’identità siciliana

Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo: un anno di successi nella difesa dell’identità siciliana

Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha tracciato un quadro dettagliato dell’intensa attività operativa dispiegata nel corso del 2024 in Sicilia, focalizzando l’attenzione sull’operato del Nucleo di Palermo e della Sezione distaccata di Siracusa. L’impegno profuso dai militari, agendo in stretta sinergia con i Reparti dell’Arma territoriale siciliana, i Nuclei Elicotteri e Subacquei, e in costante collaborazione con le competenti Soprintendenze, ha avuto come obiettivo primario il contrasto al traffico illecito di beni archeologici e ai furti di beni culturali – un’azione incessante a salvaguardia della memoria storica e artistica dell’isola.

Trecentotrentanove tesori recuperati per un valore di quasi un milione di euro

I risultati conseguiti nel corso del 2024 testimoniano un impegno straordinario: sono stati recuperati complessivamente ben 339 reperti di inestimabile valore storico, culturale e archeologico. Nel dettaglio, questo prezioso bottino include 124 reperti archeologici che narrano storie millenarie, 13 beni paleontologici che ci riportano alle origini della vita, e 105 beni antiquariali testimoni di epoche passate. Il valore economico stimato dei beni restituiti ai legittimi proprietari e di quelli sottoposti a sequestro ha superato la ragguardevole cifra di ottocentomila euro, attestandosi precisamente a € 875.500 – una cifra che non rende appieno il valore intrinseco di questi tesori.

Sessantacinque persone denunciate e ventisei perquisizioni per contrastare i crimini contro la cultura

L’efficace attività investigativa e di controllo condotta dai Carabinieri ha portato alla denuncia in stato di libertà di 65 persone deferite all’Autorità Giudiziaria per una variegata gamma di reati. Le tipologie di illeciti perseguiti spaziano dai delitti in danno del paesaggio, una ferita al volto della Sicilia, al danneggiamento di beni culturali, al furto di opere d’arte, alla ricettazione e persino alla contraffazione di opere d’arte – un mercato sommerso che depaupera il patrimonio autentico. Nel corso delle indagini, sono state eseguite anche 26 perquisizioni, nel tentativo di scovare i responsabili e recuperare ulteriori beni illecitamente sottratti.

Prevenzione e contrasto: le due direttrici strategiche per la tutela del patrimonio

La strategia operativa adottata dal Nucleo di Palermo e dalla Sezione di Siracusa si è articolata lungo due direttrici fondamentali e complementari: un’incisiva attività di prevenzione e una decisa azione di contrasto. L’attività preventiva si è concretizzata nell’esecuzione di circa 500 controlli mirati, focalizzati sulla sicurezza dei luoghi della cultura, come musei, archivi e biblioteche (con 49 verifiche accurate), sul monitoraggio delle aree archeologiche (149 controlli per preservare le vestigia del passato) e sulla vigilanza delle aree tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali (189 controlli per salvaguardare la bellezza del territorio). Un’attenzione particolare è stata rivolta anche al controllo amministrativo degli esercizi commerciali del settore (113 controlli presso mercatini, fiere e antiquari), al fine di arginare il fenomeno della ricettazione. Un elemento cruciale di questa attività di prevenzione è rappresentato dall’incrocio meticoloso dei dati acquisiti sul territorio con le informazioni contenute nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita con efficacia dal Comando Carabinieri TPC e riconosciuta come la più vasta banca dati di opere d’arte rubate a livello mondiale – uno strumento potente per dare un nome e un volto ai beni scomparsi.

Aumento dei furti denunciati, ma la vigilanza porta al ritrovamento di tesori nascosti

L’azione di contrasto, sviluppata attraverso complesse indagini di polizia giudiziaria, si è rivelata altrettanto incisiva, con l’obiettivo primario di recuperare i beni culturali trafugati e smantellare le organizzazioni criminali che operano in questo settore. Nel corso del 2024 si è registrato un aumento delle denunce di furti di beni culturali (18) rispetto all’anno precedente (13); tuttavia, è importante sottolineare che una parte significativa dei furti emersi all’interno di musei e biblioteche è stata scoperta a seguito di meticolosi controlli inventariali e risulta risalente ad anni precedenti – un campanello d’allarme che sottolinea l’importanza di una vigilanza costante. I luoghi di culto (5), i luoghi espositivi pubblici e privati (4) e i musei, le pinacoteche e gli antiquarium (3) sono risultati i siti più frequentemente colpiti dai furti denunciati – un’ombra che si allunga sul patrimonio culturale.

Dal recupero di incunaboli online ai Gagini restituiti alla Chiesa Madre: storie di tesori ritrovati

Tra le operazioni di maggior rilievo condotte nel 2024 spiccano il recupero di preziosi volumi antichi illecitamente messi in vendita online, tra cui un rarissimo incunabolo proveniente dalla biblioteca di Carini e volumi sottratti alla biblioteca Arcivescovile di Siracusa, spesso individuati grazie a un attento monitoraggio dei siti web dedicati all’e-commerce – una nuova frontiera per il traffico illecito, ma anche per il suo contrasto. Di particolare importanza anche il ritrovamento di 69 volumi antichi rubati da una biblioteca di Milano e localizzati a Randazzo, e la restituzione alla biblioteca di Monreale di 9 preziose “cinquecentine”, individuate presso una università di Los Angeles (USA) grazie a sofisticate attività di monitoraggio online e recuperate attraverso una complessa Rogatoria Internazionale – un esempio di come la collaborazione internazionale possa dare frutti importanti. Altre operazioni significative includono il recupero di dipinti di notevole valore artistico, come la “Santa Lucia” risalente al XVIII secolo trafugata da una chiesa di Noto, opere d’arte recuperate dopo essere state messe in vendita online e risultate rubate anche da collezioni private, e il ritrovamento di tre importanti dipinti sottratti nel lontano 2013 dal museo civico di Militello Val di Catania, rinvenuti durante una perquisizione e identificati grazie all’efficacia della Banca Dati dei beni culturali rubati. Non sono mancate le azioni di contrasto ai danni paesaggistici e archeologici, con il sequestro di vaste aree a Floridia e Siracusa deturpate da lavori abusivi e a Noto per la realizzazione illecita di aree di sosta – ferite inferte al territorio e alla sua storia. Infine, un risultato di grande valore simbolico è stata la restituzione di 4 colonne in pregiato marmo con bassorilievi del Gagini, trafugate dalla Chiesa Madre di Pietraperzia e individuate in vendita online – un simbolo della tenacia nella difesa dell’identità culturale siciliana.

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