Il Pd di Enna scende in piazza: «No alla guerra, la Sicilia non sia complice»

Il Pd di Enna scende in piazza: «No alla guerra, la Sicilia non sia complice»

La Federazione provinciale del Partito Democratico di Enna ha annunciato la propria adesione e partecipazione al presidio pacifista previsto per sabato 28 giugno davanti ai cancelli della base militare di Sigonella. L’iniziativa, promossa da una vasta rete di associazioni, sindacati e forze politiche, si colloca in un momento di forte tensione internazionale – con venti di guerra che soffiano in Medio Oriente e timori crescenti di un possibile coinvolgimento del territorio siciliano in scenari bellici.

Sicilia terra di pace, non di conflitto

«Parteciperemo al presidio – afferma Katya Rapè, segretaria provinciale del Pd ennese – per dire con forza no alla guerra e che la Sicilia non sia complice di nuovi conflitti». Le parole di Rapè riecheggiano come un monito e un appello – forte e chiaro – che richiama alla memoria le grandi mobilitazioni pacifiste dell’isola, come quella storica del 1981 contro i missili a Comiso. Un passato che torna attuale, oggi più che mai.

Nessun coinvolgimento militare

Secondo la segretaria, l’attuale escalation militare rischia di travolgere intere popolazioni e di trascinare anche la Sicilia in una spirale pericolosa. «Ribadiamo con chiarezza – continua Rapè – che la Sicilia deve essere terra di pace, non piattaforma di guerra. Rifiutiamo qualsiasi coinvolgimento, diretto o indiretto, nelle operazioni militari in Medio Oriente». Un messaggio inequivocabile che si oppone all’utilizzo delle basi militari dell’isola – come Sigonella – per sostenere missioni armate; missioni che, secondo la posizione del Pd locale, seminano solo morte e distruzione.

Un atto politico e civile

La partecipazione al presidio viene definita «un atto politico e civile» volto a riaffermare valori fondamentali come il dialogo, la diplomazia e la convivenza tra i popoli. «L’uso delle basi militari presenti nella nostra isola – conclude Rapè – non può e non deve servire a sostenere atti di aggressione. La nostra presenza è una dichiarazione netta di contrarietà alla guerra e di impegno per un mondo più giusto».

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