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La dottoressa Fabiana Cristina ci porta all’interno di un mondo ricco di grandi contrasti: l’adolescenza

La dottoressa Fabiana Cristina ci porta all’interno di un mondo ricco di grandi contrasti: l’adolescenza

Tutti i giorni non solo per ovvi motivi lavorativi vivo la quotidianità accanto ai giovanissimi, il cui viaggio in questa vita è diventato un percorso troppo tortuoso. Siamo ormai spettatori di un dramma esistenziale, che è quasi diventato lo stigma di questo importante periodo di grandi cambiamenti. Le transizioni a volte sono repentine e i giovanissimi sono investiti d’improvviso da turbolente sensazioni e stati emotivi, che divengono quasi ingestibili.

Il salvagente potrebbe essere rappresentato dall’uso della parola e quindi della comunicazione, di cui molti adolescenti sembra siano privi. L’incomunicabilità, il silenzio, l’apatia e la solitudine sembrano essere il segno distintivo di questa generazione insoddisfatta, infelice e tormentata e come loro affermano, con i mostri nella testa. Dietro all’ormai onnipresente utilizzo di sostanze alcoliche o stupefacenti, si nasconde la ricerca della bellezza e del successo sociale, che di contro nella realtà invece danneggiano le capacità cognitive, emotive ed intellettive di ogni giovane che ne fa uso.

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Molte le cause silenziose che innescano certi comportamenti nocivi, a partire dalle trasformazioni corporee (dismorfofobia) che innescano crisi identitarie di auto-svalutazione, ad eventuali conflitti con il gruppo dei pari o con la famiglia, processi di separazione dalle figure genitoriali, divorzi, mancata corrispondenza di sentimenti, disturbi dell’identità di genere e tendenze sessuali, insuccessi scolastici, isolamento sociale, atti di bullismo o cyberbullismo, disturbi alimentari ecc.

Tanti i rischi e le conseguenze in cui l’adolescente diviene vittima di meccanismi psichici, fra cui il ricorso a gesti estremi e senza ritorno, che spezzano le tante vite coinvolte. D’improvviso poi ci si chiede : ma perché è accaduto l’irreparabile? Non bisogna giungere a tali livelli, perché siamo in possesso di uno strumento infallibile che è l’uso della parola, che troppo spesso per la cattiva gestione della quotidianità omettiamo di utilizzare, dimentichi del potere in esso presente.

Il luogo mentale nel quale trova casa la disperazione giovanile, oggi è annidato nel futuro, lo stesso futuro che dovrebbe dare una progettualità e una percezione della propria persona in positivo, ma fin troppo spesso questa visione del dopo è una visione solitaria, poiché i giovani d’oggi, sono troppo spesso privi di figure base di riferimento “famiglie assenti e genitori privi di valori, ingabbiati nella ricerca spasmodica e narcisistica del proprio sé “ oppure di “ famiglie pressanti che fomentano aspettative che gratifichino loro piuttosto che l’adolescente”.

I giovani adolescenti sono soggetti ad una fragilità e ad una suscettibilità a volte segreta, sempre alla ricerca silente di attenzioni, di sguardi, e gesti discreti, capaci di riallineare eventuali squilibri emotivi ed esistenziali. Una caratteristica adolescenziale è il senso di inadeguatezza che il giovane nutre di fronte alla società odierna, comandata dall’uniformità di ciascuno, fuori dalla quale divieni l’invisibile di turno, motivo per il quale l’adolescente costruisce una facciata sociale di sopravvivenza, che ovviamente non corrisponde all’identità psicologica personale autentica, che tende a snaturarlo e a demotivarlo .

La demotivazione può presentarsi come un oscuro presagio a forme depressive di vario genere , i cui sintomi li riconosciamo in :

  • irritabilità;
  • perdita o aumento di peso;
  • insonnia o ipersonnia;
  • indecisione o scarsa concentrazione;
  • bassa autostima;
  • mancanza di interesse alle attività quotidiane;
  • umore depresso o altalenante;
  • pensieri di morte;
  • agitazione psicomotoria;
  • mancanza di energia;
  • scarsa speranza rivolta al futuro ecc.

L’adolescente necessita di un sano sviluppo psichico ed emotivo, nel quale è fondamentale imparare a parlare del proprio vissuto e delle proprie emozioni senza remore e paure, soprattutto di essere giudicati malamente. L’adolescenza è quel periodo di transizione piuttosto repentino che precede l’età adulta, che di norma va dagli 11 anni di età fino ai 23 anni circa (cosiddetta tarda adolescenza). Rappresenta un arco di tempo particolarmente delicato, in cui sappiamo essere presenti una serie di cambiamenti che possono indurre a disturbi d’ansia generalizzati e disturbi depressiviì, nonché all’uso, abuso e dipendenza di sostanze, invece più tipici nelle ragazze adolescenti sono i disturbi dell’alimentazione (anoressia , bulimia). In tutto ciò è di vitale importanza la ricerca di un dialogo aperto, che non lasci spazio alcuno a pregiudizi di sorta, affinchè in un terreno così lastricato di profonde difficoltà, possano costruirsi delle solide certezze e dei rapporti piuttosto saldi che restituiscano fiducia nella vita e nel futuro.

Bisogna poter gestire l’emotività esasperata dell’adolescente , che ingigantisce senza disciplina ogni circostanza,  trasformandola in tempesta, è importante mantenere un atteggiamento comprensivo e morbido, affinchè l’adolescente impari a canalizzare positivamente tutte le sue energie e le emozioni.

La parolina magica per una strategia vincente è “empatia” ovvero non dimenticare di essere stati anche noi adolescenti e sebbene adolescenti di altre generazioni è importantissimo stabilire una complicità empatica che consenta nella relazione di abbassare al minimo gli eventuali conflitti .

L’equilibrio da stabilire è quello fra autorevolezza e complicità, in cui è necessario poter fare prevenzione e rendersi conto in anticipo di eventuali problemi. Sfatare il mito che i genitori debbano sempre essere considerati dei nemici ed è di vitale importanza rafforzare i contatti anche fisici in cui un abbraccio , una carezza o un bacio rappresentino la vera ancora di salvezza in quel mare burrascoso del periodo adolescenziale .

maggioinfesta3

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