Piazza Armerina – Scontro tra Bar Duomo e Collettivo Mosaico: gli organizzatori del festival replicano alle accuse

Piazza Armerina – Scontro tra Bar Duomo e Collettivo Mosaico: gli organizzatori del festival replicano alle accuse

Le recenti dichiarazioni del titolare del Bar Duomo che ha denunciato presunte pressioni da parte del Collettivo Mosaico durante uno spettacolo per costringerlo a limitare le vendite di bibite e alcolici per evitare così la concorrenza ad un chiosco temporaneo dell’organizzazione hanno suscitato una reazione da parte degli stessi organizzatori che in un comunicato respingono con fermezza le accuse.

La versione del Collettivo

Il Collettivo Mosaico ha negato ogni richiesta di aumento dei prezzi, sostenendo che l’ipotesi sia stata invece una controproposta del locale. Gli organizzatori hanno spiegato che la proposta di accordo prevedeva la vendita esclusiva di cibo, per rispettare le politiche “zero plastica e zero vetro” adottate dal festival e garantire la sicurezza dell’evento Un criterio – hanno sottolineato – applicato in molte manifestazioni nazionali e internazionali.

I fatti contestati

Il Collettivo ha ricordato che, già nell’edizione 2024, l’afflusso imprevisto di clienti al Bar Duomo aveva spinto a cercare un’intesa per gestire meglio i flussi. Quest’anno, nella fase di trattativa, il locale avrebbe perfino proposto una somma per rimanere chiuso durante una serata, proposta non accettata. La sera del 10 agosto – concerto di Marco Castello – per motivi di ordine pubblico l’accesso da Via Floresta sarebbe stato temporaneamente chiuso per circa venti minuti, con percorsi obbligati verso il palco, in quel frangente, secondo gli organizzatori, il Bar Duomo avrebbe venduto bevande in vetro e plastica tramite le grate di separazione, in contrasto con le regole del festival.

L’episodio con la Polizia e le azioni legali

Una volta riaperto il varco, il pubblico poteva uscire per consumare nei locali, ma non rientrare con bevande in vetro o plastica. Secondo il Collettivo, in quel momento il gestore del Bar Duomo avrebbe inveito e minacciato volontari e addetti alla sicurezza, episodio sedato dall’intervento della Polizia. L’associazione annuncia infine azioni legali in tutte le sedi opportune contro quelle che definisce accuse false e diffamatorie, ribadendo di operare gratuitamente per promuovere la città e attrarre visitatori.

 

QUESTO IL COMUNICATO INTEGRALE 

In seguito alle recenti dichiarazioni dei gestori e proprietari del locale Bar Duomo insistente su Piazza Duomo (via Laura de Assoro), ci troviamo costretti ad una replica.
L’Associazione Collettivo Mosaico ormai da tre anni si spende gratuitamente, senza tregua e senza lesinare energie per un progetto ambizioso chiamato Mosaico Festival. Un progetto nato dal basso e dall’impegno di nove ragazzi e ragazze di Piazza Armerina, che si è posto fin da subito l’obiettivo di valorizzare una perla dell’entroterra siciliano e di far scoprire le sue bellezze a migliaia di persone, giovani per lo più, permettendo loro di conoscere e di vivere il nostro centro storico, i suoi edifici, i monumenti storici attraverso il complicato, ma riuscito, obiettivo di portare a Piazza Armerina artisti nazionali ed internazionali che hanno attratto negli ultimi due anni gente da tutta la Sicilia e da ogni parte d’Italia che ha soggiornato e portato economia alle attività ricettive e di ristorazione del centro storico e non solo.
A tal proposito, sono indubbi e innegabili i risultati economici che determinate attività possono riscontrare nei giorni del festival da tre anni a questa parte, frutto di un’attenta programmazione della rassegna che ha puntato sul trasformare il centro storico in una zona viva e piena notte e giorno, a partire dall’atrio della Biblioteca Comunale, passando per il Castello Aragonese, Piazza Garibaldi, Villa Ciancio e senza dubbio anche e soprattutto Piazza Cattedrale.
Nello specifico di Piazza Cattedrale e delle recenti dichiarazioni reticenti, omissive e incomplete dei gestori e proprietari del locale Bar Duomo, ricondivise e diffuse senza previa verifica dei fatti con tutte le parti coinvolte, è doveroso specificare che:
– Il Collettivo Mosaico da anni trova parla e collabora virtuosamente con una moltitudine di attività distribuite su tutto il territorio cittadino, nonostante ciò è legittimo che un’attività possa trovare un accordo di partnership non favorevole alla propria attività
– La suddetta attività, in occasione dei concerti di Ghemon e di Venerus risalenti all’edizione 2024 di Mosaico Festival, si è trovata a fronteggiare un numero di clienti inaspettato accorsi per i due eventi e, memori di ciò e vogliosi di offrire agli utenti del festival la migliore esperienza possibile ai nostri utenti, abbiamo cercato di trovare un accordo che potesse soddisfare entrambe le parti coinvolte. Legittimo è il rifiuto ad una proposta, meno la definizione di ricatto.
– La ricostruzione condivisa mezzo stampa omette il contesto e parti fondamentali per la comprensione di tutta la vicenda: l’accordo da noi proposto prevedeva una vendita da parte del Bar Duomo esclusivamente di cibo, così da non dover ricorrere ad un varco ulteriore per evitare che venissero introdotti all’interno dell’area evento vetro e plastica, come da politiche dell’organizzazione (plastica), oltre che per motivi di sicurezza (vetro). Mosaico Festival tra le tante, porta avanti una politica di zero plastica e zero vetro ai propri eventi, tramite l’introduzione di bicchieri in plastica rigida riutilizzabili più volte durante l’evento e che permettono di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e di rifiuti. Vien da sé che tutto ciò che di vetro e plastica è stato rinvenuto nella mattinata di venerdì (giorno seguente al concerto de La Nina, serata in cui non avevamo noi allestito nessun bar) e nelle ore successive all’evento di ieri sera, non è attribuibile all’organizzazione di Mosaico Festival.
– Ancora, una parte della dichiarazione è assolutamente falsa: nessuna richiesta di aumento prezzi è pervenuta da parte nostra, anzi ci è arrivata come controproposta alla nostra proposta di accordo. Fase di interlocuzione in cui nessun -citiamo testualmente- rifiuto categorico è arrivato a noi, bensì un’apertura e un invito a risentirci da lì a pochi giorni.
– La seconda interlocuzione ha visto una conversazione su una possibile soluzione per gestire la situazione di vendita durante la serata di ieri, domenica 10 agosto, dalla quale i gestori e proprietari del Bar Duomo non si sono sottratti, ma hanno cercato di trovare insieme a noi un accordo, proponendo e chiedendo perfino una somma per chiudere l’attività il giorno dell’evento. Non accordandosi le parti coinvolte, abbiamo lasciato le cose al loro stato naturale. Altro che ricatti, mafia e disonestà, definizioni irricevibili e calunniose nei confronti di un’associazione di giovani che da anni si spendono gratuitamente per la città, anzi rimettendoci solo di tasca.
– Venendo a ieri sera, sera del concerto di Marco Castello, in fase di ingresso all’evento di centinaia e centinaia di utenti, sono stati creati, per motivi di ordine pubblico e per i primi venti minuti dall’apertura del varco di Via Floresta, dei percorsi smista fila che guidavano le persone a dirigersi verso il palco per procedere all’inizio del concerto. Contestualmente è stata inibita, sempre per i primi minuti dall’apertura del varco e sempre per motivi di ordine pubblico, la fuoriuscita di persone dall’area evento. Questa non è di certo una invenzione dell’organizzazione di Mosaico Festival, ma una metodologia di ingresso che avviene per qualsiasi festival nazionale e internazionale di livello, status che ambiamo a raggiungere, anche tramite l’organizzazione di concerti ed eventi con centinaia e centinaia di utenti e la conseguente e sapiente gestione di un flusso così grande di utenti. Nel breve lasso di tempo in cui il varco è stato temporaneamente chiuso venivano vendute e somministrate bevande tramite le grate che separano Piazza Duomo da Via Laura de Assoro, introducendo di fatto vetro e plastica all’interno dell’area evento.
– Passata la prima concitata fase di ingresso degli utenti all’area evento, al varco di Via Floresta veniva specificato che sarebbe stato possibile fuoriuscire dall’area evento per consumare nei locali commerciali, ma che sarebbe stato vietato il rientro con in mano bevande in plastica e in vetro, così come da politica del festival e della stragrande maggioranza di festival ed eventi in giro per il mondo.
– In seguito a questa comunicazione, il proprietario e gestore del Bar Duomo ha iniziato a inveire e minacciare verbalmente gli organizzatori, i giovani volontari e la security che erano lì per gestire e controllare i varchi, il tutto sedato dall’arrivo degli agenti di Polizia (che ringraziamo, così come tutte le forze dell’ordine e la Protezione Civile) che hanno ristabilito ordine e tranquillità.
Al termine di una terza edizione di Mosaico segnata dall’entusiasmo di centinaia e centinaia e centinaia (!) di persone accorse in città per partecipare agli eventi e che hanno soggiornato in città per più giorni, rendendola viva e vibrante, portando incassi a molte attività, inclusa la sopracitata, ci dispiace dover rispondere ad accuse diffamanti, ricostruzioni mezzo stampa false ed omissive e riscontrare una parte della opinione pubblica che si scaglia con assoluta facilità e leggerezza senza una reale contezza dei fatti contro chi, da tre anni si spende notte e giorno, oltre le proprie professioni, sottraendo tempo a famiglia, amici e hobby, rimettendoci anche di tasca, per cercare di dare nuovo lustro alla nostra Città, per portare tanta nuova gente a scoprire le nostre bellezze e per cercare di immaginare un futuro diverso da scrivere insieme.
Ci teniamo altresì a ribadire, come già fatto sul palco negli scorsi giorni, che Mosaico Festival è un progetto nato, cresciuto e realizzato dallo sforzo esclusivo di nove giovani piazzesi, che hanno deciso di impegnarsi in prima persona alla realizzazione della manifestazione, l’amministrazione comunale di Piazza Armerina non è parte dell’organizzazione del festival, che rimane frutto del lavoro dell’Associazione di Promozione Sociale Collettivo Mosaico.
Aggiungiamo, infine, che contro tali ed infamanti accuse, che ledono l’immagine della nostra associazione e offendono l’impegno di un gruppo di giovani professionisti piazzesi, agiremo legalmente in tutte le sedi opportune.
Il Collettivo Mosaico

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