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Barock – Piazza Armerina celebra la musica in un festival dalle mille sfumature

Barock – Piazza Armerina celebra la musica in un festival dalle mille sfumature

La città dei mosaici si è trasformata in un vibrante palcoscenico per la prima parte del BaRock Festival, un ambizioso progetto musicale che, con i suoi quattordici giorni di programmazione e venticinque artisti di calibro internazionale, si è affermato come uno dei più grandi laboratori sonori del Mediterraneo. Sei suggestive location hanno fatto da sfondo a un’eclettica kermesse che ha saputo spaziare dalla classicità al rock, incantando il pubblico con violini, chitarre, organi e pianoforti.

Emozioni inaugurali tra Scala e nuove sonorità

Il sipario si è alzato il 25 aprile al teatro Garibaldi con un concerto denso di significato, dedicato alla memoria di Papa Francesco. Protagonisti d’eccezione sono stati I musici del Teatro alla Scala, accompagnati dal virtuosismo del violinista Davide Alogna e dalla prima viola solista del prestigioso ensemble milanese, Simonide Braconi. La serata ha riservato una sorpresa con la prima esecuzione assoluta di “Rock Island”, suite dal respiro mediterraneo firmata dal chitarrista e compositore Daniele Fabio, che ha descritto la sua opera come un vero e proprio viaggio attraverso «una visione nella quale sono confluite influenze diverse, una commistione di generi, destrutturati e ricomposti in quattro movimenti».

L’apertura a nuovi pubblici e la fusione dei generi

«Vogliamo che la musica di qualità arrivi a tutti e non solo in teatro – ha sottolineato Davide Alogna, direttore artistico della sezione classica del Barock Festival – desideriamo far sentire al pubblico il profumo del rock e il calore del suono antico, degli strumenti del ‘700 che suonano la musica contemporanea». Un’eco a queste parole è giunta da Simonide Braconi, che ha posto l’accento sull’obiettivo di «rinnovare il senso della musica classica, renderla fruibile a tutte le età e in tutti i luoghi».

Suggestioni museali e sogni di libertà in musica

Il giorno seguente, le magnifiche sale del Museo Trigona hanno ispirato il trio d’archi composto da Davide Alogna, Simonide Braconi e Sandro Laffranchini, primo violoncello solista del Teatro alla Scala. La serata si è aperta con la prima esecuzione assoluta di “Sogno di terra nuova” di Laffranchini: «Un pezzo di quattro minuti ispirato ad una scena del film “C’era una volta il west”, al momento in cui la protagonista scende dalla locomotiva a vapore e approda in una terra nuova. È un sogno di libertà, molto lontano dalla nostra realtà – ha dichiarato il noto violoncellista – ma i sogni non costano nulla e a noi piace coltivarli».

Un dialogo alchemico tra chitarre attraverso i secoli

Il 27 aprile, i chitarristi Giulio Tampalini e Daniele Fabio hanno incantato il pubblico con un dialogo musicale «come un filo sottile che ha attraversato i secoli senza mai spezzarsi», secondo la suggestiva definizione di Fabio. «La meraviglia di questo festival è data dall’aver messo in luce la grande cultura siciliana e la modernità – ha raccontato Giulio Tampalini – abbiamo voluto restituire un’immagine della musica antica con il suono moderno della chitarra elettrica e viceversa, il rock con la chitarra classica».

La violinista d’oro e le contaminazioni sonore

Il 28 aprile, la violinista Aiman Mussakhajayeva, artista Unesco per la Pace, ha ammaliato la platea con il suono del suo Stradivari, in un repertorio eclettico affiancata dall’Orchestra del Teatro Cilea e dal direttore Michele Patuzzi. «Sono a mio agio nella fusion. La musica non ha età e può avere tutti i pubblici del mondo – ha sostenuto il maestro Patuzzi – c’è molto pop nella musica di Paganini e la Mussakhajayeva ne tira fuori tutta la grinta e l’underground, così come c’è tanto classicismo e romanticismo nei Beatles».

Intensi dialoghi tra violoncello e pianoforte

Indimenticabili le emozioni del 29 aprile con l’esibizione di Anton Niculescu e Bruno Canino in un intenso dialogo tra le corde del violoncello e i tasti del pianoforte. Il maestro Canino ha parlato di una musica «senza steccati». «La cosa importante poi è servire il pubblico – ha affermato il leggendario pianista – senza pregiudizi, né in bene, né in male».

Da Bach ai Led Zeppelin: un viaggio organistico-pianistico

Il 30 aprile, nella chiesa di San Pietro, Paolo Oreni all’organo e Alessandro Marangoni al piano hanno intrapreso un coinvolgente viaggio musicale da Bach ai Led Zeppelin. «Le commistioni sono un modo per stimolare la creatività, per avvicinare il pubblico alla musica» – ha sostenuto Marangoni – «io credo nell’unità delle arti, quindi credo al legame tra la musica classica e il rock, e tra la musica e la bellezza in generale: culturale, architettonica, artistica, pittorica».

Omaggio ai Queen e chiusura in grande stile

La sera del primo maggio al teatro Garibaldi, i musicisti dell’Orchestra da Camera Fiorentina, diretta da Giuseppe Lanzetta, con il pianista Giuseppe Andaloro, premio Busoni, hanno dato vita alla “Bohemian Fantasy”, un omaggio ai Queen che ha chiuso la sezione classica. L’elegante trascrizione del maestro Andaloro per orchestra è stata accolta con entusiasmo dal pubblico. Un esperimento che ha fuso passato e presente in un’esperienza coinvolgente: «È meraviglioso riuscire a fondere la bellezza – ha esclamato Andaloro – la storia di questi luoghi con un certo spirito progressista, che li fa rivivere grazie alla musica, riportando le persone a teatro o più in generale agli eventi culturali».

Il passaggio al pop e al rock siciliano

Le ultime tre giornate del “Lato A” hanno segnato una transizione, salutando la musica classica per accogliere il pop italiano e i talenti siciliani del rock. La sera del 2 maggio gli Zero Assoluto hanno conquistato una piazza gremita, dedicata a Falcone e Borsellino, con un live emozionante tra ricordi e nuove sonorità. La festa è stata preceduta dalle esibizioni dei giovani talenti locali Young Lele, Realnic, Silvio Vitali ed Empi Mira, e dalle danzatrici della scuola “Arte danza” di Federica Bardarè.

Le “Sicily Star” e gli Sugarfree infiammano la scena

Il 3 maggio è stata la volta delle “Sicily Star”, una vera e propria kermesse che ha visto alternarsi sul palco il meglio della musica isolana, dal cantautore Peppone Tomaselli al pop-rock mediterraneo dei Romano Bros, dai racconti di vita dei Taverna Umberto I al pop-rock e country dei Colorindaco e infine al soft-rock melodico dei Pineals. Special guest della serata gli attesissimi Sugarfree. «La fruizione della musica è cambiata – ha sostenuto Matteo Amantia – i social sono predominanti rispetto alla radio, la musica stessa è in continua evoluzione ma lo scenario musicale italiano, anche se a volte sommerso, è sempre molto vivo».

Swing e cantautorato per un finale frizzante

A chiudere in bellezza il “Lato A” della manifestazione, il 4 maggio nella biblioteca comunale, il groove frizzante degli Swingrowers, autentici «coltivatori di ritmo» secondo Roberto Costa, e il raffinato ed ironico pop d’autore della cantautrice e pianista Giulia Mei. «Amo le contaminazioni musicali – ha affermato la Mei – io sono la prima a mescolare musica classica, pop ed elettronica, adoro questa esplorazione ed è bellissimo riscontrare realtà come questa che portano avanti la buona musica, quindi lunga vita al Barock Festival e a coloro che credono nelle risorse della nostra terra straordinaria».

Un ponte sonoro verso il “Lato B” rock

«Questi tre giorni 2, 3 e 4 maggio – ha dichiarato Georgia Lo Faro, direttrice della sezione rock – hanno rappresentato una preziosa soglia di passaggio tra l’anima classica del Festival e l’energia del rock che esploderà nel Lato B a fine maggio. Sono profondamente grata per la risposta entusiasta del pubblico e per la qualità artistica degli eventi che abbiamo condiviso. È stata un’apertura simbolica, un ponte sonoro tra mondi diversi, ma uniti dalla stessa passione per la musica. L’emozione che ho respirato nelle diverse location del Festival mi conferma che stiamo percorrendo la strada giusta: un Festival che sa contaminare, evolversi e parlare a tutti». Il viaggio nel rock e nella varietà delle sue declinazioni proseguirà con il “Lato B” del Festival, pronto a infiammare Piazza Armerina a fine maggio.

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