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Invalidi civili totali: va riconosciuto l’«incremento al milione» dell’indennità. Soddisfatto il presidente Gianluca Vece

Invalidi civili totali: va riconosciuto l’«incremento al milione» dell’indennità. Soddisfatto il presidente Gianluca Vece

Grande soddisfazione dell’ing Gianluca Vece (nella foto) , presidente provinciale dell’Anmic . – Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili – che per legge ha la rappresentanza e la tutela di tutta la categoria, con riferimento alla sentenza emessa, dalla Corte Costituzionale. “ il 23 giugno 2020 – dichiara soddisfatto Vece- ha costituito una data storica per gli invalidi civili dopo che la Consulta,  nella camera di consiglio, esaminando una questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte di appello di Torino, ha stabilito, che le persone con grave disabilità, riconosciute invalidi civili al 100%, dalle commissione mediche, non possono soddisfare i primari bisogni della vita, in violazione al diritto al mantenimento che la Costituzione con l’art. 38 garantisce agli inabili” “Per essere più precisi – aggiunge l’ingegner Vece-La Consulta ha sentenziato: i 285,66 euro mensili previsti dalla legge per le persone totalmente inabili al lavoro per effetto di gravi disabilità, non sono sufficienti garantire i «mezzi necessari per vivere». Il cosiddetto «incremento al milione» (pari a 516,46 euro) da tempo riconosciuto, per vari trattamenti pensionistici, dall’articolo 38 della legge n. 448 del 2011, deve essere quindi assicurato agli invalidi civili totali, di cui parla l’articolo 12, primo comma, della legge 118 del 1971, senza attendere il raggiungimento del sessantesimo anno di età, attualmente previsto dalla normativa”.

Sentenza storica che, tuttavia, non avrà effetto retroattivo ma dovrà applicarsi, proprio, a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza con le relative motivazioni. Quindi non più € 285,66 euro mensili previsti dalla legge 118 del 1971, ma oggi i disabili gravi potranno avere l’incremento ad € 516,46 sin dal 18esimo anno di età senza aspettare il raggiungimento dell’età di sessantasei e sette mesi. L’unica condizione sarà che gli invalidi non debbano godere di altri redditi su base annua pari o superiori ad € 6.713,98 e che da tale somma non viene computata l’indennità di accompagnamento.Se Maometto non va alla montagna… È proprio il caso di dirlo, poiché dove non sono arrivati i politici, disinteressandosi del problema, è arrivata la Corte Costituzionale.

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E così, dopo la decisione assunta dalla Consulta, nei giorni scorsi, i disabili potranno urlare al mondo la loro vittoria verso un sistema statale che non si fa carico delle loro problematiche, esasperando a bella posta, ignorandoli. Va ricordato che le innumerevoli battaglie che hanno portato a questa vittoria, sono iniziate nel 2008, quando fu organizzata una petizione nazionale, tramite la quale si raccolsero trecentomila firme e Gianluca Vece, si impegnó in prima persona, insieme ai suoi collaboratori, raccogliendo centinaia di firme in provincia di Enna. Ma la battaglia è appena iniziata, poiché gli invalidi che percepiscono assegno, almeno quelli che posseggono il 74 % di invalidità, quindi più dei due terzi, non possono senz’altro vivere con un assegno di appena 285 € mensili. L’Anmic, quindi continuerà ad impegnarsi in questa battaglia, come ha sempre fatto. La sede ANMIC di ENNA è ubicata, ad Enna, in via Aidone 43 – tel 0935 25267 – ed è sempre a disposizione di tutti gli invalidi per tutte le esigenze.
Mario Antonio Pagaria

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