“IO COMPRO SICILIANO”: Fase 2. Il primo social che promuove il Made in Sicily

La più grande piattaforma di vendita online della Sicilia, un programma di “sharingfactory” per poter aggredire i grandi mercati internazionali, un portale unico del turismo e una card per l’accesso acentinaia di siti di interesse in tutta l’Isola. Sono questi i progetti più significativi che gli ideatori di “Io Compro Siciliano” hanno presentato agli oltre 188mila membri iscritti al gruppo Facebook nato con l’obbiettivo dicreare connessione tra domanda e offerta nel promuovere le eccellenze siciliane.

Unanimamente considerato un vero e proprio fenomeno social che nel giro di pochi giorni ha messo in rete centinaia di aziende dell’agroalimentare e dell’artigianato di qualità siciliane, tantissime strutture ricettive e turistiche, food & wine lovers, chef, imprenditori e giornalisti specializzati, oggi “Io Compro Siciliano” si avvia a diventare un vero e proprio propulsore dell’economia siciliana. Lo fa attraverso l’avvio di iniziative più incisive di sostegno alle imprese, soprattutto a quelle più piccole e meno strutturate, al fine di renderle pronte e competitive, non solo nei mercati locali, ma anche inquelli nazionale ed internazionale. La “fase 2” annunciata da Davide Morici, Giuseppe Giorgianni e Francesco Caravello, i tre manager creatori di “Io Compro Siciliano”, prevede l’avvio in tempi brevissimi di quello che si configura come il più grande marketplacededicato alla Sicilia, ovvero una piattaforma di vendita online che permetterà alle aziende aderenti di avere ilproprio negozio virtuale, dovendosi preoccupare esclusivamente di reintegrare il magazzino di “Io Compro Sicililano”.

«Sappiamo, per esperienza personale, quanto sia complicato per un’azienda creare e gestire un’attività di e-commerce in maniera autonoma – aggiunge Giuseppe Giorgianni, ceo di Innova, startup siciliana di digital transformation e Temporary Export Manager per una serie di importanti aziende siciliane – ed è per questo motivo che abbiamo creato un sistema semplice con procedure che andranno a supportare le aziende meno strutturate e nello stessio tempo saranno avviate azioni mirate di marketing e l’uso di nuove tecnologie innovative. Naturalmente – continua Giorgianni – stiamo lavorando anche per creare dei corner all’interno di vari punti vendita tradizionali nella grande distribuzione e nel canale HORECA, presentando i prodotti delle varie aziende aderenti al progetto “Io Compro Siciliano”, con una visione rivolta sia al mercato regionale ma anche a quello nazionale ed internazionale».

Per migliorare quest’ultimo punto è stata creata una piattaforma di “sharing factory” dove la produzione necessaria per poter aggredire il mercato della grande distribuzione e di alcuni mercati internazionali, quali ad esempio Cina e Stati Uniti, sarà garantita da tante piccole produzioni artigianali sparse in tutta l’isola che, naturalmente, andranno a rispettare un unico disciplinare condiviso. Questo strumento consentirà di superare una volta per tutte le problematiche emerse nel corso degli anni che hanno impedito ai produttori di grandi eccellenzesiciliane, di essere presenti nei mercati mondiali. Le aziende che si riconoscono nei valori di “Io Compro Siciliano” possono registrare i propri dati sul sito www.iocomprosiciliano.com e nel format presente sia nel gruppo che nella pagina Facebook e nei prossimi giorni riceveranno una e-mail in cui verranno spiegate le modalità per essere inserite nella piattaforma

ilSiRacusano.it

Pubblicato il Aprile 20, 2020 di wp_295466 — 1 commentoHello world! Welcome to WordPress. This is your first post. Edit or delete it, then start writing! Categoria: Uncategorized

Bando per la concessione di contributi economici a studenti universitari fuori regione

BANDO PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI ECONOMICI A STUDENTI UNIVERSITARI FUORI REGIONE PER L’A.A 2019/2020 a seguito di emergenza COVID-19
SCADENZA: 15 MAGGIO 2020 h 14

Il bando è finalizzato alla concessione di contributi economici straordinari, riservati a studenti siciliani iscritti a corsi di laurea che si svolgono fuori dalla Regione Siciliana in sedi nazionali od estere per l’A.A. 2019/2020, da erogare in relazione della situazione di disagio che si sta verificando per l’emergenza epidemiologica dovuta al COVID19

Destinatari
Possono presentare domanda per l’attribuzione del contributo economico gli studenti residenti in Sicilia da almeno un anno dalla data di pubblicazione del presente bando, frequentanti corsi universitari fuori dalla Regione Siciliana, che:

1. siano iscritti regolarmente per l’anno accademico 2019/2020 a:
a) corsi di laurea, laurea magistrale, laurea magistrale a ciclo unico;
b) corsi di laurea attivati prima dell’entrata in vigore del D.M. 3 novembre 1999, n.509;
c) corsi di alta formazione artistica e musicale;
d) corsi di dottorato di ricerca purché non retribuiti;
e) corsi di specializzazione purché non retribuiti.

2. siano in possesso dei requisiti economici, ossia di un ISEE non superiore a € 23.508,78

3. abbiano ii seguenti requisiti di domicilio:
a) Categoria 1: studenti/studentesse che hanno mantenuto dopo il 31 gennaio 2020, data di indizione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e fino alla data di pubblicazione del presente bando, la propria presenza fisica nel domicilio fuori Regione;
b) Categoria 2: studenti/studentesse che sono rientrati presso la loro residenza in Sicilia, nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e la data di pubblicazione del presente bando. Tale requisito sarà verificato attraverso la consultazione degli elenchi riportanti i nominativi dei flussi in ingresso nel territorio siciliano, resi disponibili dalla Protezione Civile. Gli studenti/le studentesse non dovranno essere beneficiari del servizio abitativo erogato dalle Università o dagli Enti per il diritto allo studio universitario (posto letto presso le residenze universitarie gestite direttamente o indirettamente) o dell’alternativa quota monetaria relativa al servizio abitativo (cosiddetto “contributo alloggio” o similare).

4. I benefici non possono essere concessi agli studenti che si trovino in una delle seguenti condizioni:
a) siano iscritti a corsi tenuti in Sicilia da Università aventi sede fuori dalla Regione;
b) siano già in possesso di un altro titolo di studio di pari livello conseguito in Italia o conseguito all’estero e avente valore legale in Italia, inclusi la laurea dei corsi pre- riforma e il diploma universitario (equiparato alla laurea triennale).

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE E SCADENZE
Per partecipare al concorso, i richiedenti dovranno eseguire la seguente procedura:

1. Per gli studenti frequentanti corsi al di fuori della Regione Siciliana e ricadenti nel territorio nazionale:

accedere all’applicazione internet appositamente predisposta e raggiungibile nel sito istituzionale www.ersupalermo.it;

CONTATTI dell’Ente di riferimento per gli iscritti a corsi di laurea che si svolgono fuori dalla Regione Siciliana in sedi nazionali:

ERSU di Palermo | Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario Sito web www.ersupalermo.it Viale delle Scienze, ed. 1 – 90128 Palermo Tel. 091.6541111 email protocollo@ersupalermo.it pec protocollo@pec.ersupalermo.it
Ufficio Concorsi e Benefici Viale delle Scienze ed. 1, piano ammezzato – 90128 Palermo Tel. 091.6545940 email borse@ersupalermo.it Orari di apertura al pubblico: lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00 mercoledì dalle ore 15:00 alle ore 17:00.
URP – Ufficio Relazioni con il Pubblico Viale delle Scienze ed. 1, piano ammezzato – 90128 Palermo Tel.091.6546050/6056/2104/9003 email urp@ersupalermo.it Orari di apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00 mercoledì dalle ore 15:00 alle ore 17:00

STEP PER PRESENTARE LA DOMANDA
– Compilare online la richiesta di partecipazione al beneficio a partire dalle ore 9:00 del 30/04/2020 ed entro le ore 14:00 del 15/05/2020;
– Stampare e firmare la richiesta di partecipazione al beneficio (autocertificazione);
– Scannerizzare in un unico file pdf e della dimensione massima di 2 MB, l’autocertificazione firmata, la copia del documento d’identità e la documentazione aggiuntiva prevista dal bando (es. certificazione che attesti invalidità, ecc…);
Caricare (upload) il suddetto file entro le ore 15:00 del 16/05/2020.

Un libro su Angiolo Alerci che da anni collabora con StartNews curando la rubrica Spunti e Appunti

Angiolo Alerci ha iniziato la sua attività di opinionista proprio con la nostra testata giornalistica, pubblicando la sua prima nota il 20 agosto 2011 “ La soppressione delle province” e l’ultima in ordine di tempo il 2 maggio 2020 “ Un referendum costituzionale per l’abolizione delle regioni” inserite nella nostra rubrica “ Spunti e appunti di Angiolo Alerci”. Questa sua nuova attività gli ha consentito la pubblicazione di ben cinque volumi di “Cronaca e riflessioni sulla politica Italiana” oltre al il libro “Il Lions International compie cento anni. Contributi e considerazioni di un charter member dopo cinquantaquattro anni di appartenenza” e al libro “ Giuseppe Panvini Vulturo Ingegnere capo del Comune do Enna”.

Il Libro appena pubblicato dal curatore della rubrica “Spunti e Appunti”  ha per titolo Angiolo Alerci un uomo del 900, un intellettuale di oggi”. L’introduzione è curata dal Prof . Andrea Piraino.

 

 

Sicilia: inizio settimana molto mite, mercoledì prima incursione africana con punte superiori a 30 gradi

Nei prossimi giorni si assisterà ad un’ulteriore stabilizzazione delle condizioni atmosferiche ad opera di una graduale rimonta, lungo il Mediterraneo centro occidentale, di un promontorio anticiclonico di matrice nord-africana, alimentato da una circolazione depressionaria presente in aperto Atlantico, a largo delle coste occidentali europee.
Il tutto sarà accompagnato da un graduale rialzo termico, con le temperature che si porteranno al di sopra delle medie stagionali, con valori di inizio estate.
Scendiamo quindi nel dettaglio, e diamo uno sguardo a quello che ci riserverà il tempo nei prossimi giorni.

PREVISIONI METEO PIAZZA ARMERINA

LUNEDI 4 MAGGIO

Sarà una giornata prevalentemente soleggiata
Con una temperatura massima di 22 gradi la minima di 8 gradi.

MARTEDÌ 5 MAGGIO
Sarà una giornata nuvolosa con una temperatura massima di 22 gradi la minima di 10 gradi.

MERCOLEDÌ 6 MAGGIO
Sarà una giornata prevalentemente soleggiata con una temperatura massima di 27 gradi la minima di 10 gradi

A cura di 
David Cartarrasa
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Un referendum costituzionale per l’abolizione delle regioni

C’è voluto il “coronavirus” per mettere a nudo tutte le contraddizioni che governano i nostro paese. Contraddizioni e confusione nell’applicazione delle nome “urgenti” disposte con decreti del Presidente del Consiglio, criticati tra gli altri anche dall’ex Presidente Renzi che, con un suo dotto intervento ha erroneamente definito incostituzionali, mentre regolarmente previsti dalla Costituzione in caso di gravi emergenze. Ma i problemi più gravi sono quelli che stanno creando le regioni le quali sono convinte di potere applicare loro  provvedimenti, in contrasto con quelli approvati dallo Stato. Atteggiamenti sollecitati dall’opposizione che hanno contagiato anche regioni non governate dalla destra.

Un quadro squallido che, purtroppo, va gestito al meglio perché riguarda la salute di tutti noi. Ma quello che sta accadendo oggi è figlio degli errori volontariamente commessi dalla nostra classe politica e non riguarda quella attuale.. Dal lontano 1970 mi sono spesso soffermato sul peccato d’origine che portò all’approvazione della legge sulla creazione delle regioni a statuto ordinario, per differirsi dalle regioni a statuto speciale create in un particolare difficile momento, da molto tempo superato. Se  non si trattasse di un problema costituzionale la legge potrebbe essere annullata dal giudice ordinario, perché condizionata alla contestuale soppressione delle province.

Più volte ho richiamato nelle mie note il resoconto stenografico della seduta della Camera del 14 gennaio 1970 ,dove l’on.Mammi, espressione diretta dell’On.La Malfa fautore della legge, così si espresse: “ Che le province siano enti artificiosi, che siano enti senza razionalità lo possiamo dire confortati dal parre di illustri  studiosi di diritto amministrativo”inoltre “L’unico paese delle nostre dimensioni, con quattro livelli elettivi, sarebbe appunto l’Italia: Altri non ve ne sono”.

Ma la dichiarazione più solenne venne fatta dall’On.Ugo La  Malfa:  “ Con l’approvazione della legge si poneva fine alla sovrastruttura della  provincia ed i comuni avrebbero avuto come interlocutore solo la regione”. Oggi sorvoliamo sul fatto che quelle province non solo non sono state soppresse ma da 94 hanno superato il numero di 110 ed i livelli elettivi da 4 sono diventati 5, con la elezione dei consigli di Quartiere. Oggi ho voluto fare una considerazione diversa: la creazione delle regioni era condizionata alla prevista abolizione delle province. Nel diritto privato un contratto , vincolato con una condizione, è nullo se la condizione non si verifica.

Purtroppo poiché anche l’attuale classe politica,  così come è strutturata, non sarà in grado di porne rimedio , un tentativo estremo per rivedere anche la pesante burocrazia che condiziona tutto e tutti, ricorrere a un referendum abrogativo delle regioni. In subordinata, per tentare un po di chiarezza, trasformare la nostra Repubblica in una confederazione di regioni  e dare ad ogni regione il governo che si merita.  

Angiolo Alerci

Meteo: tempo soleggiato ma fresco per questo fine settimana

Sul Mediterraneo centro-occidentale, avremo un graduale aumento della pressione atmosferica a causa dell’avanzata, da ovest, dell’anticiclone delle Azzorre, ma che via via si avvarrà di un maggior contributo africano, andando a costituire un vero e proprio promontorio anticiclonico, con asse lungo il Mediterraneo occidentale e la penisola Iberica interessando inizialmente in maniera marginale anche l’Italia. La Sicilia quindi sarà quindi interessata da un flusso di correnti relativamente più fresche, in discesa dalle regioni settentrionali europee, con target l’Europa orientale, mantenendo temperature tutto sommato in linea con le medie stagionali.

OGGI
Cielo prevalentemente soleggiato con una temperatura massima di 23°C, mentre la minima sarà registrata di 11°C

DOMENICA 3 MAGGIO
Sarà una giornata soleggiata con una temperatura massima di 23°C, mentre la minima sarà registrata di 10°C

A cura di 
David Cartarrasa
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Il lockdown genera desiderio di cambiamento per 7 italiani su 10

L’87,6% è preoccupato per il futuro economico dell’Italia e il 67,9% per la propria situazione personale ma la speranza di cambiamento resta comunque alta. Questi alcuni dei dati più significativi emersi dal sondaggio realizzato da Associazione Isnet su un campione nazionale rappresentativo le cui risultanze sono messe a disposizione delle imprese sociali in questa delicata fase di riprogettazione post-Covid.

Il 18,7% afferma “cha cambi qualcosa , ma non influisca troppo sulle mie abitudini”; il 37,5% desidera aumentare il tempo dedicato allo sport e alla salute, il 37,1% prevede di ridurre lo shopping, il 36,6% di ridurre viaggi e spostamenti, Il 49,5% avrà più cura per la famiglia, il 31,7% più attenzione alla povertà, il 51,9% alla salute e al benessere, il 42% al modello di sviluppo economico e il 31% alla qualità della vita delle città. Il distanziamento forzato all’insegna dello slogan “io resto a casa” ha creato un senso di vicinanza, comunità e la riscoperta di una responsabilità civile concreta con la sperimentazione della potenza di un’azione collettiva dal basso, che sta vedendo ogni individuo più coinvolto e ispirato da un orizzonte comune.

Un’esperienza che, per la maggior parte degli intervistati, può esser ancora utilizzata e re-indirizzata in una prospettiva di cambiamento ispirata ad un principio di sostenibilità diventando pragmaticamente possibile. “Dati importanti per le imprese sociali – afferma Laura Bongiovanni Presidente di Associazione Isnet – che per statuto sono imprese a valore aggiunto sociale e che lavorano interconnesse con le comunità e l’ascolto dei bisogni continuamente mutevoli e in trasformazione. La capacità di re-agire di fronte al rischio e a processi inaspettati è una caratteristica tipica delle imprese sociali così come di tutti gli enti del terzo settore. Una caratteristica che abbiamo più volte raccontato e documentato con i nostri lavori di ricerca. In questa fase di lockdown abbiamo ritenuto importante ascoltare i cittadini per aiutare le imprese sociali a progettare al meglio i propri sforzi nella direzione di un riposizionamento delle proprie attività e modalità di intervento”.

“Sarà importante – conclude Bongiovanni – continuare a condividere i risultati dello studio che verrà ripetuto tra 6 mesi, in modo da verificare la stabilizzazione delle tendenze e le novità che emergeranno.” Associazione Isnet mette a disposizione tutti gli indicatori raccolti che trovate seguendo questo link   dove sono disponibili tutte le informazioni relative all’indagine che è stata realizzata attraverso un sondaggio con questionario strutturato nel periodo 2-19 aprile con tecnica CAWI.

Associazione Isnet dialoga con una rete di 1284 imprese sociali in tutta Italia, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dell’economia sociale in Italia, realizza durante l’anno vari focus di indagine dedicati all’economia sociale, con obiettivi conoscitivi caratterizzati da una elevata spendibilità delle informazioni raccolte, con l’avvio di progettualità e percorsi condivisi tra imprese in tutta Italia. Tra gli strumenti di indagine realizzati da Associazione Isnet si segnala L’Osservatorio Isnet, giunto alla sua XIII edizione, realizzato con il contributo di Banca Etica, rappresenta un appuntamento consolidato per aggiornare gli indicatori economici dell’impresa sociale e restituire una fotografia delle principali dinamiche e direzioni di sviluppo del Panel composto da 400 imprese sociali rappresentative della popolazione statistica nazionale (cooperative sociali di tipo A e B, loro Consorzi e imprese sociali ex Lege). Una porzione integrativa del Panel è costituita da società benefit b-corp e SIAVS, le start up innovative a vocazione sociale.

L’Osservatorio sulle Societa’ di Mutuo Soccorso giunto alla sua terza edizione (Panel 200 SMS in Italia rappresentativo della popolazione statistica nazionale) realizzato in partnership con Fimiv, Confcooperative Sanità, Ansi, e l’Osservatorio sulla iniziative di prossimità in Italia realizzate dagli ETS in collaborazione con i cittadini realizzato nell’ambito della Biennale della Prossimità, primo evento nazionale dedicato al tema, in collaborazione con l’area ricerca dell’evento di cui Isnet fa parte (sono oltre 400 le iniziative oggetto dell’indagine alla sua seconda edizione)

Il tempo a Piazza Armerina: instabilità ma da giovedì un miglioramento

Fino a domani , si assisterà, da ovest, ad una parziale espansione dell’anticiclone delle Azzorre, ma tuttavia, il Mediterraneo centrale e la nostra isola si troveranno esposte ad un flusso di correnti umide e debolmente instabili di origine atlantica, in seno alle quali transiterà un moderato sistema frontale che interesserà anche la nostra regione apportando un generale peggioramento. Da giovedì 30 Aprile le condizioni climatiche andranno a migliorare con clima mite. Le temperature oscillano tra i 21 – 24 °C. Saranno giornate soleggiate o poco nuvoloso. Seguite le news

A cura di 
David Cartarrasa
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Alitalia: giù la maschera

Mi sono soffermato più volte sul problema Alitalia e come da me previsto il Governo ha deciso, dopo una lunga e costosa agonia,di interrompere l’erroneo accanimento terapeutico e di procedere alla nazionalizzare di questa compagnia. Il 3 dicembre 2019, una delle mie note al riguardo pubblicata su diversi giornali on line, riportata alle pagine 91 e 92 del mio V volume di Cronaca e riflessioni sulla politica italiana. scrivevo tra l’altro: “ Da un ente che era tra i più gettonati del mondo, ad una società che a causa di una disinvolta gestione, si trova sull’orlo del fallimento”.

Fallimento  scongiurato nel 2017 con un prestito (?) di 900/milioni di euro concesso dal nostro governo, aggirando le nome europee che non ne consentivano l’erogazione. Prestito che alla sua scadenza non solo non venne rimborsato, ma incrementato con altri prestiti per circa 500/milioni. Mentre il governo, nell’illusione di riuscire a salvare la società con la ricerca di nuovi soci, continuava nella sua malsana opera e veniva ringraziato dal personale che effettuava scioperi, con la cancellazione di centinaia di voli e un comportamento che allontanava sempre più i possibili “soci salvatori”, messi in fuga da una società ingovernabile. Questo governo a volte vede, a volte stravede e a volte fa finta di non vedere.

Nella situazione difficile di oggi ,la comunicazione che il governo ha deciso la nazionalizzazione dell’Alitalia, suona come una grande  contraddizione rispetto agli attuali gravi problemi. Nei giorni scorsi mi sono soffermato a criticare la situazione delle società partecipate che producono miliardi di perdite, sistematicamente coperti dallo Stato.

L’ Alitalia, che per la sua storia recente non meritava una particolare attenzione, da sola contribuirà a raddoppiare le perdite che annualmente producono una cinquantina di società cosiddette partecipate. Un errore madornale che non mi sarei aspettato da parte del Presidente Conte. Questa decisione per me non è stata una sorpresa, perché prevista. Infatti la mia nota sopra indicata così concludeva: Una storia senza fine che io so come finirà.

 

Angiolo Alerci

Il Dna di Angela Merkel

La decisione di diversi deputati tedeschi di assumere atteggiamenti in favore delle richieste del nostro Paese, in contrapposizione agli atteggiamenti i della Merkel, mi ha spinto a fare qualche personale considerazione sulla Merkel. E’ nata il 17 luglio 1954 ad Amburgo, città situata quasi sulla linea di demarcazione delle due Germanie, ma subito si trasferì a Templin, un paese dell’est, governato dalla Repubblica  Democratica Tedesca, legata a Stalin. Il padre divenne Pastore della chiesa di  Quitzov nel Brandeburgo e in questa qualità gli era stata consentita la possibilità di varcare spesso il  confine delimitato dal famoso muro.

L’avere consentito  da parte del RDT questa possibilità ad un Pastore Cristiano, sollevò seri dubbi sulla vera attività svolta in favore della RDT. Dubbi che diventarono certezza quando la figlia Angela Merkel divenne segretaria  dell’”AGIPPROP”, sigla ben conosciuta nell’ Italia degli anni del dopoguerra, perchè indicava  una organizzazione paramilitare  di diretta espressione della corrente rivoluzionaria  del Partito Comunista.

Da allora Angela di strada ne ha fatta molto:Leader cdell’Unione Cristiana Democratica,  Cancelliera della Germania unificata dal  2005 e continua,   Presidente del gruppo dei “ Popolari europei”costituito all’interno del Parlamento Europeo, al quale  aderiscono anche   i deputati eletti di Forza Italia e pochi rappresentanti non catalogabili. Oggi, se le notizie verranno confermate, la sua immagine già sfiorita in Germania con l’ultimo risultato elettorale ,potrebbe segnare un ulteriore arretramento anche nell’Europa, come ben volentieri si spera. Ma i deputati tedeschi che hanno espresso la loro volontà di essere oggi diversi dalla Merkel, devono stare attenti: il DNA della Merkel è stato coniato negli anni della sua appartenenza  all’AGITPROP”. La vendetta potrebbe essere vicina.

Angiolo Alerci

Non si ferma l’azione di contrasto al gioco illegale

In 14 anni di azione l’ADM ha fermato oltre 1 miliardo di accessi a siti pirata. Numeri che parlano di passato, ma un passato incredibilmente vicino e soprattutto ricco. I dati relativi al 2019 parlano di una spesa italiana sul gioco d’azzardo di 19.5 miliardi di euro per il 2019, con una raccolta complessiva che tocca quota 110.5 miliardi. Un totale che deve essere diviso tra la percentuale proveniente dal gioco fisico (quasi 74,1 miliardi) e dal segmento online (36,4 miliardi).

Numeri positivi che ovviamente si rispecchiano nelle vincite, che raggiungono quota 91 miliardi di euro. Tra le regioni a essere traino di questa trend c’è ovviamente la Sicilia, protagonista di crescita costante negli ultimi anni: nel 2016 nella regione sono stati spesi 4,26 miliardi di euro nel gioco, cresciuti a 4,48 miliardi nel 2017 e a 4,55 nel 2018.

Entrando nel dettaglio del bilancio del gioco terrestre e dei casinò online nel 2019 si osserva che la spesa degli italiani per il gioco d’azzardo online è di 1.853.332.084 euro e a farla da padrone sono le slot machine e casinò games, seguite a ruota dalle scommesse sportive che hanno fatto registrare 7,7 miliardi in totale. Ed è questo il settore che sta soffrendo di più per la crisi Coronavirus: nessun campionato attivo, stagione finita in molti sport, rinvii a raffica ed ecco che le puntate crollano.

Ma più le cifre salgono, più questi ambienti diventano terreno ambito da attività criminali e mercati illeciti. Per questo l’attività di controllo è fondamentale, al pari dell’azione di censimento dei siti legali. Dal 2006 a oggi, stando ai numeri ufficiali riportati da ADM, sono stati inibiti più di 8 mila (precisamente 8.707) siti illegali. Un’azione di contrasto duratura e continua, che ha messo un grande argine alle truffe online. 14 anni di monitoraggio e controllo che hanno fatto registrare un altro dato inquietante, quello dei tentativi di accesso ai siti pirata. Sono oltre dieci miliardi gli accessi provati e quindi respinti a piattaforme non appartenenti al circuito legale.

La nostra attività di contrasto a questo fenomeno molto diffuso continua senza sosta”, ha reso noto l’Agenzia, monitorata da Marcello Minenna. Il futuro adesso è una migliore comunicazione con l’utente, dove per comunicazione si deve leggere sensibilizzazione e informazione. Sempre più appassionati infatti sanno che per verificare la legalità di un sito basta controllare il bollino di qualità e di controllo di ADM e il dominio in .it.

Piccoli gesti, piccoli sguardi su piattaforme e applicazioni che fanno tutta la differenza del mondo.

Caro Presidente del Consiglio prima le vedove e i figli del personale medico deceduto

CARO PRESIDENTE

Ho seguito sempre con particolare interesse quasi tutte le sue conferenze stampa e mi sono sempre più convinto che, quello che poteva apparire a molti un neofito, si è dimostrato l’uomo giusto al momento giusto che non si è fatto condizionare da suggerimenti “interessati” , né dalle minacce di politici di lungo corso.
Questa mia considerazione è confermata dal sondaggio con circa il 70% di consensi, cosa che penso sia avvenuta per la prima volta in questa seconda Repubblica.
Oggi, alla mia veneranda età di circa 91 anni, oltre 70 anni di impegno politico diretto, mi permetto di darle un suggerimento.
Parlando della seconda fase di questo storico periodo, che certamente resterà alla storia con il nome di “coronavirus”, un pensiero particolare dovrebbe essere riservato alle vedove ed ai figli del personale medico, sanitario e dei volontari che hanno dato la loto vita, nel tentativo di salvare quella degli altri.
Alle loro famiglie, qualunque sia stata la durata del rapporto di lavoro delle vittime, dovrebbe essere riconosciuta la pensione di reversibilità come se le vittime avessero raggiunto il massimo previsto dalle norme contrattuali.
Un minimo il costo per lo Stato ,massima la valutazione della gente.
Sono certo che la sua sensibilità dimostrata, valuterà con interesse e senso di responsabilità questo mio suggerimento.

Con gli auguri di buon lavoro
Angiolo Alerci

Riforma della burocrazia, parte IV: le Province e le Regioni

Con questa nota , dopo quelle relative al Senato, alle Società partecipate e alle municipalizzate già pubblicate considero chiuse, almeno per il momento, le mie considerazioni sulla riforma della burocrazia. Un capitolo difficile questo, dal momento che riguarda le due più importanti strutture del nostro Stato. Argomento che ho voluto trattare  assieme perchè molti problemi ,che hanno reso e rendono più pesante molti aspetti, si intrecciano o sono comuni.

Il titolo del primo articolo pubblicato il 20 agosto 2011 su diversi giornali on line, inserito alle pagine 7/9 del mio primo volume di Cronaca e riflessioni sulla politica italiana, era infatti “La soppressione delle province” che ricordava l’impegno assunto dal nostro Parlamento al momento della discussione della   legge sulla creazione delle regioni.

Dal testo stenografico della seduta della Camera del 14 gennaio 1970 risulta che  il deputato Mammì del PRI, molto vicino all’on. La Malfa fautore della legge, così si espresse:  “ che le province siano enti artificiosi, che siano enti senza razionalità lo possiamo dire confortati dal parere di illustri studiosi di diritto amministrativo” ,inoltre “ L’unico paese delle nostre dimensioni, con quattro livelli elettivi, sarebbe appunto l’Italia. Altri paesi non ve ne sono.”.

L’on. Ugo La Malfa a quanti si preoccupavano che l’economia italiana  non era  nelle condizioni di sopportare il relativo onere, rispondeva che “con l’approvazione della legge si poneva fine alla sovrastruttura della provincia ed i comuni avrebbero avuto come interlocutore solo la regione”. Allora le province italiane erano 94 ed oggi sono più di 110 ed anche i  livelli elettivi sono aumentati con la creazione dei consigli di quartiere.       Purtroppo è  quello che normalmente accade nel nostro paese che, per ottenere un risultato non condiviso, bisogna fare alla controparte tante promesse pur sapendo di non doverle rispettare.

Questa situazione tollerata per cinquant’anni dall’intera classe politica, oggi si è  molto aggravata con nuove proposte per dare alle regioni, la cui presenza viene dai più ricordata per avere creato costosi carrozzini e negative gestioni, maggiore autonomia, mentre non è stato realizzato quello snellimento  promesso di una nuova organizzazione politico-amministrativa, con l’abolizione delle province.

Su questi problemi mi sono soffermato molte volte con articoli, sempre pubblicati su diversi giornali on line e riversati nei miei libri, trattando alcuni aspetti di un altro grosso problema: la riduzione del debito pubblico..

Il 16 febbraio 2019 con la nota “Nuovi problemi: le  regioni” scrivevo:

“ E’ all’esame del governo la richiesta sostenuta da Salvini di maggiore autonomia per le regioni del nord. Richiesta che comincia a interessare altre regioni, come risulta da quella analoga fatta dal Presidente della Regione Campania.” (pagina 27/28 del V volume). Nella stessa nota, richiamando altro articolo del 18 aprile 2014,( di cui proprio oggi voglio festeggiare il sesto compleanno, pagine 172/173 del I° volume), scrivevo: “ Le regioni si sono dimostrate la causa prima del disastro finanziario del Paese, luoghi di malcostume e di connivenza con gli ambienti della malavita organizzata la quale è riuscita ad esportare in tutta l’Italia i sistemi tradizionalmente usati dalla mafia, dalla ndrangheta, dalla camorra e dalla corona unita. Al momento in cui il Parlamento sarà chiamato a modificare il titolo V della Costituzione, sarebbe opportuno valutare seriamente la possibilità di riconsiderare l’intero problema, mantenere in vita  l’Ente provincia ancora non abolito, e abolire la fallita organizzazione regionale dello Stato.” 

Mentre più volte mi sono soffermato sull’opportunità dell’abrogazione dello Statuto mal gestito, riconosciuto alla Regione Siciliana in un momento particolare da molto tempo superato, oggi non si può accettare che la situazione delle regioni del nord sia diversa, come  conferma il fatto che oltre un centinaio di Consiglieri regionali, di Assessori e di Governatori sono stati coinvolti in gravi fatti collegati  a rapporti con ambienti della criminalità organizzata.

Con queste mie quattro note penso di avere dato un piccolo contributo alla conoscenza di molte situazioni che continuano giornalmente ad aggravare quel peso negativo, con il quale la burocrazia condiziona la vita di tutti.

Angiolo Alerci

Aidone – Serena Schilirò: ” il mio impegno proseguirà con rinnovato spirito di servizio verso la comunità locale”

“In questo momento di emergenza sanitaria, con importanti riflessi economico-sociali, ho intenzione di confrontarmi con chi si dice disponibile a stare sul campo per supportare la cittadinanza ad affrontare le difficoltà che stanno investendo la nostra società a tutti i livelli. Sarebbe opportuno impiegare il proprio tempo su come affrontare la “Fase 2” post pandemia Covid-19 piuttosto che dedicarsi a metter su teatrini che nulla hanno a che vedere con la compostezza e la sobrietà della comunità aidonese”. A dichiararlo l’ex vice sindaco di Aidone Serene Schillirò, che conntinua: “L’unico obiettivo delle mie comunicazioni è informare la cittadinanza che, a prescindere dai singoli eventi e dai ruoli istituzionali, il mio impegno proseguirà con rinnovato spirito di servizio verso la comunità locale, approfondendo gli strumenti normativi e dispositivi previsti dal nostro ordinamento per suggerire percorsi e strumenti utili alle imprese e ai cittadini che devono riprendere un cammino interrotto bruscamente o, nella migliore delle ipotesi, limitato dall’emergenza in atto”.
” Rivolgo pertanto l’invito – conclude Serebna Schillirò – , a chi fa riferimento a “teatri” nel tentativo di tornarne di protagonista, a concentrare la propria attenzione sulla delicata fase che la nostra comunità e l’Italia tutta si trova ad affrontare, mettendosi al lavoro con azioni concrete: con un po’ d’impegno, chiunque può apportare un utile contributo”.

Riforma della burocrazia: le municipalizzate

Dopo l’abolizione del Senato e la revisione delle società a partecipazione statale, oggi vorrei esporre la situazione delle cosiddette “Municipalizzate” sulle quali avevo scritto una mia nota  l’8 novembre 2013, pubblicata da diversi giornali on line e inserita alla pagina 107 del mio primo volume di Cronaca e riflessioni sulla politica italiana. Le valutazioni da me fatte allora si collegavano non tanto al problema “burocrazia”,ma sulla necessità della riduzione del nostro debito pubblico.

Le municipalizzare, come previsto dalla legge, sono enti all’interno della pubblica amministrazione prive di personalità giuridica autonoma, per alleggerire i Comuni nella gestione  dei principali servizi di pubblica utilità. Ottimo lo spirito della legge, pessima nella maggior parte dei casi, la sua applicazione.. Ma la possibilità di potere utilizzare questo strumento per fini poco corretti venne immediatamente percepita  se, come risulta dagli ultimi dati in possesso sono oltre ottomila i comuni  che l’hanno utilizzata, parecchi dei quali ne hanno creato più di una.  Nel corso degli anni comuni, province e regioni hanno creato una serie di società giustificate dal mancato interesse  degli imprenditori ad investire nella erogazione di determinati servizi pubblici. Col passare degli anni gli amministratori si sono sbizzarriti aumentando il numero delle municipalizzate che oggi superano le ottomila unità, della quali molte sono di piccola dimensione con pochi dipendenti , ma con ricche poltrone per  ottomila consigli di amministrazione.

A seguito di uno studio sollecitato da Renzi ed effettuato dal prof. Cottarelli  Renzi, Presidente del Consiglio, aveva formalmente dichiarato lo sfoltimento da 8000 a 1000 delle municipalizzate, sfoltimento purtroppo non realizzato. Dalla relazione del prof..Cottarelli risulta che il’97% degli 8058 comuni italiani hanno 118/mila partecipazioni dirette o indirette in 6469 società che occupano 285/mila dipendenti, ma che non si conosce ancora il numero esatto delle partecipate perché non tutte le amministrazioni locali hanno fornito le informazioni richieste.

 

 

 

 

 

 

 

 

Le molte proroghe al riordino del settore confermano  l’ incapacità dei nostri parlamentari e la grande interferenza dell’alta burocrazia che ne osteggia la privatizzazione con il rischio di un boomerang per i comuni, in un contesto economico sempre più depresso, specialmente in questo momento, ed aggravarne il già notevole costo.

Un esempio: le privatizzate che gestiscono la raccolta dei rifiuti, in Sicilia gli ATO, e gli spettacoli dell’immondizia  che  molto spesso fa bella  mostra di se anche nelle grandi città, fotografata dai turisti di passaggio.

Il costo: ogni anno  miliardi di debiti che indirettamente saranno sempre pagati da noi..

Speriamo bene.

La riforma della burocrazia (parte II): le partecipazioni statali

Come promesso con la nota riguardante la mia proposta di abolire il Senato, oggi ho preso in considerazione il gravissimo danno che giornalmente provocano allo Stato  le società a partecipazione statale. Si tratta di uno dei tanti problemi riguardanti la nostra burocrazia, su cui mi sono soffermato più volte, che trovano le mie prime considerazioni fin dal novembre 2013 con articoli pubblicati su diversi giornali on line. Quelli relativi alle società a partecipazione statale sono stati inseriti   l’11 novembre 2013 alle pagine 107/110 del primo volume di Cronaca e riflessioni sulla politica italiana e il 14 aprile 2016 alle pagine  46 e 47 del secondo volume.

Si tratta nel complesso di una cinquantina di società con propri Presidenti, direttori generali, corpose dirigenze, consigli di amministrazione e sindacali con particolari prebende che, oltre a fornire nella maggior parte dei casi pessimi servizi, provocano quasi tutte grosse perdite che sistematicamente vengono coperte dallo Stato.
Questo è quello che scrivevo allora::

Da un accertamento è risultato che su trenta società partecipate da parte del Ministero dell’Economia, ben venti società risultano a totale partecipazione  del suddetto Ministero  e solo dieci a partecipazione parziale. E’ risultato, inoltre, che la maggior parte delle trenta società attenzionate gestiscono attività improprie per lo Stato il quale, invece, interviene sempre a coprire le relative grandi perdite di gestione”.

Da decenni si parla di uno studio per realizzare le tanto decantate dismissioni che sistematicamente vengono  ostacolate da  quell’ alta burocrazia che da  sempre cerca di coprire tutte le magagne fatte dai politici: “do ut des”. Allora erano oltre duecento gli alti dirigenti pubblici, in gran parte ricollegabili al ministero del Tesoro, che occupavano  con laute extra prebende gli organismi di controllo e di gestione delle società partecipate.

Con quelle note cercai di sottolineare un caso molto particolare denunziato dal Ministro Passera, Governo Monti, che aveva proposto la liquidazione  della società ARCUS  partecipata al 100% definita “un carrozzone, inutile cassaforte dei beni culturali che fin dalla sua  costituzione è stata alla ribalta delle cronache negative, per avere distribuito finanziamenti  a pioggia  in maniera clientelare

 

La società, con dieci dipendenti e  con la sede in affitto a Roma in Via Barberini con un canone di diciottomila euro al mese, rimase in vita fino al febbraio 2016, ma non venne liquidata bensì  incorporata  nella società Ales, sempre una partecipata al 100%, società che negli ultimi anni aveva  presentato sempre bilanci in rosso. Avendo approfondito lo studio delle diverse attività gestite, dei risultati conseguiti e dei relativi bilanci, non posso non affermare che gran parte del nostro debito pubblico è da addebitarsi a questo modo disinvolto di operare. Nel 2013 scrivevo che solo la Consip, nata con lo scopo di canalizzare ed armonizzare tutti gli acquisti delle pubbliche amministrazioni poteva svolgere, se bene amministrata, un ruolo di una certa importanza.  Il 6 marzo 2017 (pag 72 del 3° volume), ventilata una certa crisi all’interno di questa società scrivevo che trattandosi di una società che era nata con scopi ben precisi la “società necessitava di essere potenziata e suggeriamo oggi di rivedere la sua governance”.

Ma soltanto quattro mesi dopo anche la Consip fu travolta da scandali. La politica dovrebbe recuperare un po’ della perduta dignità, far rivedere a persone serie la reale situazione di tutte le società cosiddette partecipate e  cercare di riportare la burocrazia del nostro paese ad un livello di normale serietà, tenendo conto che le società, di cui lo Stato detiene il 100%, del capitale, non possono essere considerate partecipate. Oggi  questa seconda puntata: Le partecipazioni statali.

Angiolo Alerci

 

La riforma della burocrazia

Ascoltando tutte le discussioni che commentano gli effetti e i gravissimi danni che questa grave epidemia causata dal coronavirus sta provocando, da parte tutti gli scienziati ed anche da pseudo scienziati ,si sottolinea che ci costringerà a cambiare totalmente in nostro modo di vita.

Se costringerà noi a cambiare modo di vita, sarà indispensabile che questo cambiamento venga aiutato da coloro i quali con i loro provvedimenti e le loro decisioni, hanno contribuito a creare certe situazioni che oggi dovrebbero essere modificate.

Secondo me nel nostro Paese sarebbe indispensabile allentare tutte le gravi tensioni che scaturiscono dalla nostra burocrazia. Spesse volte un semplice provvedimento per diventare esecutivo dovrà ottenere il visto di tre o più diversi controlli realizzati anche in diversi anni. In pausa virus mi sono soffermato a fare alcune considerazioni:

– E’ in corso di definizione il provvedimento relativo alla riduzione del numero dei parlamentari. Provvedimento proposto, non tanto per snellire l’aspetto “burocratico” dei servizi resi, ma per ottenere una minima riduzione del loro costo. Questo provvedimento potrebbe essere integrato con l’abolizione dell’inutile, dannoso e costoso sistema bicamerale, creato dalla nostra Costituzione in un momento particolare che oggi non esiste più, determinando soltanto una grande perdita di tempo con la doppia lettura dei provvedimenti in esame. Doppia lettura che rarissime volte è intervenuta a modificare leggi di scarso interesse.

Inoltre il costo del Senato, con la sua enorme struttura burocratica, è di gran lunga superiore rispetto al risparmio che sarà realizzato con la riduzione dei parlamentari e potrebbe dare finalmente un serio indirizzo per una seria riforma della burocrazia.

– Contestualmente all’abolizione del Senato si dovrebbero azzerare tutte quelle inutili commissioni extra parlamentari, appositamente ideate per consentire ai governanti di turno di creare costosissimi posti di sottogoverno . Per continuare a parlare in modo serio della riforma della nostra burocrazia, bisogna iniziare dall’alto. Essendo un problema che mi ha appassionato da tempo, continuerò a rappresentarlo a puntate, oggi la prima: l’abolizione del Senato.

Angiolo Alerci

Coronavirus ancora truffe online. Falso sito della Birra Heineken sta girando sui social network ed in particolare su Whatsapp.

Non si ferma l’offensiva di hacker e truffatori telematici che sembra si siano scatenati a seguito dell’emergenza “Coronavirus” nell’ottica di approfittare dell’altissimo numero di utenti connessi sui social, così come già segnalato noi dello “Sportello dei Diritti” con numerosi comunicati nei giorni scorsi. Proprio nelle scorse ore la Polizia Postale ha rilanciato una nuova allerta con un post sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia”: “Dopo i falsi buoni spesa sta circolando sempre sui social (WhatsApp in particolare) un messaggio che promette 4 barili di birra Heineken a chiunque completi un sondaggio al riguardo Gli specialisti della Polizia Postale di Venezia, nel corso delle attività di monitoraggio della rete, rinvenivano una massiva campagna di spamming mediante la diffusione di messaggi pubblicitari inerenti un presunto concorso a premi indetto dal noto marchio di birra Heineken. Il concorso, citando lo slogan “Resta a Casa e bevi 4 barili di birra gratis”, riportava i loghi della nota casa produttrice di birra.

Nel messaggio veniva inoltre indicato un link che reindirizzava a un portale contenente un sondaggio caratterizzato da domande a risposta multipla. Alla fine del sondaggio l’utente veniva avvertito di aver vinto 4 barili di birra Heineken. Per completare la vincita doveva cliccare sulla finestra che reindirizzava a una pagina contenente un falso messaggio di errore del sistema operativo con la proposta di download per correggerlo con fantomatici aggiornamenti. Dall’analisi della pagina è emerso che si tratta di un FAKE e che la stessa non è in alcun modo collegata al famoso marchio. Inoltre il download proposto per correggere gli errori di sistema potrebbe inoculare malware e ransomware per sottrarre dati personali o infettare il dispositivo elettronico. Ricordiamo di non fare aggiornamenti o aprire il link, se non attraverso la digitazione dalla barra delle URL del sito ufficiale della società titolare del marchio. Non compilare moduli online con i propri dati personali. RICORDA CHE QUANDO UNA COSA E’ TROPPO BELLA PER ESSERE VERA, FORSE NON LO E’ PERCHE’ NESSUNO REGALA NIENTE Approfondisci su www.commissariatodips.it”. Un’altra allerta che per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, conferma il fervido momento per questi criminali. Come negli scorsi giorni, ripetiamo che il modo migliore per difendersi, è quello di seguire le indicazioni della Polizia Postale e di cestinare questi messaggi. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Meteo: tempo moderatamente instabile sulla Sicilia

Su gran parte del vecchio continente e sul Mediterraneo centrale, la pressione atmosferica è in ulteriore consolidamento, specie sull’Europa centro-orientale ove si registreranno valori pressori davvero elevati. Questa poderosa spinta anticiclonica verrà alimentata da una saccatura, presente in aperto Atlantico, legata alla depressione d’Islanda.

ANALISI SINOTTICA
Tuttavia le regioni centro-meridionali e la Sicilia, si troveranno esposte ad un flusso di correnti in quota relativamente fredde ed instabili di origine balcanica, richiamate da una circolazione depressionaria presente sul Mediterraneo orientale, dando luogo, nel corso dei giorni a venire, a condizioni di tempo moderatamente instabile, specie durante le ore centrali del giorno lungo le aree interne della Sicilia, ma senza escludere la possibilità di locali sconfinamenti lungo le aree costiere dell’isola.
Il tutto sarà accompagnato da un contesto termico in linea o di poco al di sotto delle medie stagionali.

A cura di 
David Cartarrasa
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Weekend in Sicilia: ancora variabilità fino a sabato, poi avanza l’alta pressione

Il Mediterraneo centro-occidentale ed il nord-Africa, sono sede di una circolazione depressionaria, che interessa anche la nostra regione, apportando condizione di diffusa nuvolosità associata a fenomeni sparsi e di moderata intensità.

ANALISI SINOTTICA
Nel corso del fine settimana, l’area depressionaria, tenderà a transitare a sud della Sicilia, tra le coste libiche ed il basso Mediterraneo, influenzando le condizioni atmosferiche anche sulla nostra isola, specie nella giornata di Venerdì ed in parte in quella disabato.
Successivamente, a partire dal pomeriggio di sabato, si assisterà ad un gradualemiglioramento delle condizioni atmosferiche, che si concretizzerà nella giornata di domenica, per il definitivo allontanamento verso levante della circolazione depressionaria afro-mediterranea e, al contempo, dall’arrivo da ovest dell’alta pressione.
A cura di 
David Cartarrasa
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La sindrome da cattiva notizia

Tutti i giorni siamo sempre tempestati da funeste notizie, ed oggi più che mai in pieno corona virus il ruolo dei media assume un carattere prettamente catastrofico. La drammaticità delle notizie rimbalza da una rete o da una testata all’altra senza via di scampo per il lettore o il telespettatore. Il “contagio” ( lasciatemi passare il termine ) emotivo diviene qualcosa al quale è impossibile sfuggire e il deturpamento psichico inevitabile. Cambiare canale o spegnere la tv impatterebbe positivamente con ogni individuo, ma nell’era della civiltà interconnessa e super informata ciò appare come una pura utopia. A questo punto il sistema d’allarme biologico del nostro cervello scatta e anche in assenza di stimoli scatenanti  ( arousal stato di attivazione, iper-arousal  stato di iper-vigilanza, ipo-arousal stato di accasciamento ) è presente e nella norma ci consente di soddisfare le nostre esigenze e fronteggiare situazioni emergenziali.

In questo preciso frangente molti soggetti sono in preda ad un costante iper-arousal ovvero uno stato di iper-vigilanza che può dar luogo ai “disturbi attacco di panico”; “disturbi d’ansia generalizzata”;  “disturbi depressivi”; “disturbi dell’alimentazione”; “disturbi del sonno”; “disturbi comportamentali” ecc. che nascono anche a causa di un’esposizione costante a forme di stress che distinguiamo in “Eustress”ovvero quello stress positivo e fisiologico, che risulta fondamentale per raggiungere obiettivi e traguardi e risulta essere piuttosto stimolante e il  “Distress” ovvero quello negativo che ci espone a diverse difficoltà, ansie, preoccupazioni e stati emotivi spiacevoli.

Il lungo momento che stiamo vivendo dovrebbe consentirci di mettere in atto una serie di strategie di adattamento (coping) che variano a seconda della vulnerabilità e della personalità  del soggetto. La martellante parata di notizie nere alle quali siamo sottoposti costantemente, ingigantisce ogni nostra preoccupazione pre-esistente e affonda la lama su paure inconfessate, che divengono quasi ossessioni, che possono turbare il nostro equilibrio psico-fisico molto pesantemente.

Le informazioni che ci giungono a causa di questa nuova “guerra invisibile” accrescono l’ansia e scoraggiano all’apertura di pensieri positivi. Ricercare notizie o le ultime news per conoscere gli aggiornamenti è un sacrosanto diritto e dovere,  ma interagire empaticamente soprattutto con le brutte notizie diviene un passaggio quasi indistricabile per il nostro quotidiano, che travolgerà la nostra serenità interiore. Il malumore diverrà l’onnipresente compagno del nostro quotidiano diurno e notturno, generando immagini che evocheranno emozioni tutt’altro che positive. A questo punto per evitare di precipitare in stati emotivi e psichici negativi senza ritorno, è necessario mantenere la propria lucidità,la calma e la fiducia, cautelando se stessi da eventuali overdose di notizie e defondersi da esse.

Dott.ssa Fabiana Cristina

Notizie false, denunce vere. In rete migliaia di fake news. Festa grande per complottisti e ballottisti

Non ho ben capito da dove viene il senso di altruismo che in questi giorni  anima la mano di molti utenti internet. E’ probabile ,  visto il tempo a loro disposizione, che si stiano riscoprendo salvatori del popolo con un unico scopo: proteggere con il loro intervento la maggior parte delle persone dai pericoli di una società popolata da mostri,  alieni e cospiratori.  Dalle scie chimiche alle balle sui vaccini , dagli ufo alla teoria del Grande Vecchio, la storia ci ha insegnato che in realtà questo tipo di idiozie, senza alcun fondamento, riescono spesso ad attrarre chi cerca soluzioni semplici a problemi complessi, per dirla così… senza offendere nessuno.

LE TESI DI COMPLOTTI MONDIALI SI VENDONO SEMPRE BENE

Quello che sta accadendo in questi giorni con il coronavirus ovvero l’enorme quantità di false informazioni divulgate, la maggior parte delle quali cozza contro la realtà dei fatti ma soprattutto contro il buonsenso, sta contribuendo a costruire tutta una letteratura sull’imbecillità umana. I primi a sbizzarrirsi sono stati i “complottisti” che spesso sulle balle hanno costruito un’intera carriera lavorativa con la pubblicazione di libri e partecipazioni a congressi. Con le notizie false si possono fare infatti una barca di soldi e molti tentano questa strada fidando nel fatto che tanta gente non ha conoscenze adeguate  per smentire le loro tesi e soprattutto che un pubblico per acquistare dvd o libri bene o male lo si trova sempre.  Per il marketing  bastano una webcam, Facebook e naturalmente fare un bel lavoro di ricerca, prendere qualche verità provata anche scientificamente, citare uno studio pubblicato su una rivista scientifica e poi condire il tutto con una serie di falsità: la poltiglia mediatica è pronta e può essere servita alle menti più facili da suggestionare.  Lo stesso si fa con i complotti, basta in questo caso citare una innocua associazione esistente che magari rappresenta i farmacisti di New York e anche qui il gioco è fatto.  Poi ci sono L’ONU e l’organizzazione Mondiale della Sanità che si prestano facilmente ad essere individuati come i gestori di grandi interessi, manovrati senza scrupoli in perfetto stile Spectra che tanto lavoro procura a James Bond.

Così il Coronavirus sarebbe stato creato dagli americani per distruggere l’economia cinese o dai cinesi per distruggere gli americani e tutto quello che sta succedendo in tutto il mondo sarebbe stato pianificato a tavolino. “Non sarà vero ma ci credo” dirà qualcuno. Sempre meglio che accettare la tesi in base alla quale in realtà la poca cultura, la scarsa informazione o l’imbecillità ci impediscono di capire qualcosa di situazioni molto complesse e articolate. Insomma meglio credere all’inverosimile che sentirsi dei frustrati, anche perché in questa maniera hai sempre qualcosa da dire su Facebook e puoi fare bella figura nelle conversazioni da bar.

BALLOTISTI A LAVORO

Poi ci sono i “ballotisti” che inventano falsità per il puro piacere di farle girare in rete. Così si scopre che  una coppia di truffatori che viaggia su una  Opel Mokka bianca agirebbe contemporaneamente e indisturbata in tutta Italia. Da Trento a Licata, negli stessi giorni, sarebbe stata vista con a bordo una bionda con i capelli a caschetto, pronta a intrufolarsi con il suo complice nelle case degli anziani. O la notizia è falsa o anche i truffatori hanno scoperto la forza del brend e la necessità di fornire un’immagine quanto più identificativa dei loro operatori. Magari hanno anche lo slogan: “se non hai niente da fare… lasciati truffare”

Balle, balle che ogni giorno ricevo sul mio telefonino a volte, come nel caso in cui si citano medicinali, in grado di produrre danni irrimediabili e che spesso mi costringono ad agire contro gli untori dell’imbecillità facendo riferimento a potenziali denunce penali. Mi auguro che in futuro, riferito alle fake news, valga il principio “notizie false, denunce vere”.

COME SI FA A CAPIRE CHE SI TRATTA DI UNA BUFALA

Ma come si fa a capire che si tratta di una bufala? Ci sono due elementi essenziali per rendersi conto che sono stupidaggini: il primo è rappresentato dal fatto che quasi sempre vi chiedono “di far girare” il messaggio; il secondo è che l’argomento vi colpisce particolarmente o vi allarma.  NON FATE GIRARE STUPIDAGGINI, non prestatevi al gioco di questi imbecilli mediatici, non ne siate complici.

Come ho già raccomandato altre volte usate questo semplice sistema per smascherare le bufale: copiate un pezzettino del messaggio che vie è arrivato, bastano sei o sette parole, e incollatele nella ricerca di Google. Se è una bufala è molto probabile che il motore di ricerca ve lo faccia scoprire. In ogni caso, nel dubbio, non girate nulla anche perché in certe situazioni potreste rischiare una denuncia penale per aver partecipato ad una “catena” che ha prodotto danni. Non dite poi che io non ve lo avevo detto!!

Nicola Lo Iacono.

NB
L’articolo è stato scritto prima della diffusione in queste ore del servizio registrato dalla  RAI nel 2015 in cui si parlava di un virus corona di fabbricazione cinese. Il video è stato utilizzato come prova del complotto cinese. In realtà a quel virus lavorarono insieme anche gli americani. Inoltre è stato abbondantemente provato dalla scienza che l’attuale coronavirus ha origini naturali. Il servizio dimostra solo la tesi di questo articolo: le “buone” balle si costruiscono con pezzi di verità per essere più credibili.

Meteo: brusco colpo di coda invernale.

In questo fine settimana, ha fatto ufficialmente il suo ingresso, anche dal punto di vista astronomico, la stagione primaverile, tuttavia, l’inverno è pronto ad infliggere un vero e proprio colpo di coda con tanta pioggia, vento, freddo e neve.

Attualmente sul Mediterraneo centrale è presente una circolazione depressionaria che ha arrecato specie nella giornata di ieri, piogge sparse e nuvolosità compatta. Volgendo il nostro sguardo sul nord-Europa, tenderà ad affermarsi una robusta area di alta pressione sul cui bordo meridionale, affluiranno, con moto retrogrado, masse di aria molto fredda, per la stagione, di origine continentale che veicoleranno un nucleo di aria fredda che punterà il Mediterraneo. Al contempo, sul nord-Africa, si andrà a scavare un profondo vortice di bassa pressione che, tra la giornata di mercoledì e quella di giovedì, risalirà lungo il Canale di Sicilia, ove tenderà ulteriormente ad approfondirsi. Il tutto si tradurrà in una forte ondata di maltempo che colpirà la nostra isola con precipitazioni diffuse e abbondanti, forti venti insieme ad un consistente calo termico ed al ritorno della neve lungo le aree montuose dell’isola a quote medie o medio-alte.

 

Tempo previsto per lunedì 23 marzo

Al mattino avremo condizioni di cielo nuvoloso o molto nuvoloso su gran parte della Sicilia con precipitazioni a carattere di moderata intensità lungo il versante tirrenico, in successiva estensione a buona parte della Sicilia orientale. Altrove avremo condizioni di tempo più asciutto.
Nel pomeriggio ed in serata, ulteriore intensificazione dei fenomeni, lungo il settore orientale siculo, ove i fenomeni localmente diverranno di forte intensità, specie lungo la fascia costiera che si affaccia lungo settore ionico fino al siracusano ed est del ragusano, mentre sul settore occidentale avremo condizioni di cielo irregolarmente nuvolso.
In tarda serata tendenza ad una generale e parziale attenuazione dell’intensità ed estensione dei fenomeni.
Venti da deboli a moderati dai quadranti nord orientali.
Mari generalmente mossi ovunque. Temperature in lieve ed ulteriore calo.

A cura di 
David Cartarrasa
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Meteo – La tendenza per le prossime ore

Dopo la fase di stabilità dei giorni scorsi  da sabato cambia tutto con piogge ,cieli molto nuvolosi per diversi giorni ,la giornata più fredda dovrebbe essere mercoledì 25 marzo con una temperatura massima di 8°C . La minima di 0°C( prevista pioggia a 0°C chissà qualche piccola sorpresa nella notte). Seguite le prossime news

A cura di 
David Cartarrasa
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La psicologa Fabiana Cristina: “della vicenda Coronavirus proviamo a sperimentare anche i lati positivi”

Un sorriso al “Corona virus”

Aiuto e adesso che facciamo!

La vita a causa del “Corona virus” per un dato periodo di tempo si svolgerà confinando i nostri spazi e il nostro tempo limitatamente a ciò che le disposizioni restrittive ci impongono. Imposizioni che cozzano col fisiologico bisogno di muoversi e approcciarsi socialmente all’altro. E’ il tempo del sacrificio vissuto con razionale responsabilità da parte di ciascuno,è un tempo sacro come sacra è la vita e come tale deve essere rispettato e difeso. Questo tempo possiamo definirlo “sospeso” fra paure e speranze che fra loro si intrecciano in un clima praticamente surreale, quasi fosse la trama di un film distopico.

Adesso anche se appare piuttosto noioso, stiamo imparando quanto più velocemente possibile ad attenerci alle regole (anche quelle del buon senso) proprio per fronteggiare diligentemente e responsabilmente questa inconsueta emergenza. Emergenza che soprattutto nei primissimi giorni, tra gli effetti collaterali, psicologicamente, ha dato luogo a pseudo-psicosi di massa e razzismo, le reazioni sono svariate ma cullano forti preoccupazioni per il futuro e la salute.

Ci troviamo a dover affrontare un nuovo concetto di tempo impastato di paure, dubbi, e noia che va superato senza alimentare eccessive preoccupazioni ma senza neanche minimizzare. La paura è una fra le emozioni primarie, lecite e fondamentali che funge da strumento necessario per salvaguardare la nostra stessa sopravvivenza e in questo momento sebbene sia dilagante, ci consente di affiancarci a quei comportamenti di protezione mentale e fisica, purchè non si tramuti in vero e proprio panico o isteria.

La chiusura di ogni attività pubblica che predilige nella norma assembramenti di più persone (pub, bar, ristoranti, palestre, cinema, teatri, musei, discoteche ecc.), la chiusura di molte attività lavorative e l’eclatante sospensione delle attività scolastiche ed universitarie in presenza , ha fornito una misura dell’emergenza che stiamo vivendo, accompagnata dall’imposizione ad un isolamento preventivo, che crea diffidenza in questo oggi e in quel domani ignoto che appunto sconosciamo.

Ci approvvigioniamo di tutte le direttive che ci giungono per superare questo tragico momento, anche nell’ambito lavorativo, come ad esempio per ciò che concerne la scuola, facciamo incetta di lezioni tecnologiche per avviare velocemente  la didattica digitale o a distanza, che non è guarnita di sguardi, risate o emozioni, e non potrà mai rimpiazzare la magia della relazione, ma bisogna vivere il tutto come una vera opportunità per imparare e per superare il momento storico che stiamo vivendo in prima persona.

Ma se oltre alle misure contenitive, ai disagi, al terrore vedessimo al di là del brutto, potremmo sperimentare i lati positivi di questa brutta bestia, che riporta a glorificare l’amore per i propri affetti e per la famiglia, luogo di  conforto per ogni timore. Questo nuovo tempo tutto nuovo! possiamo renderlo buono e utile focalizzandoci anche nella ricerca di quella consapevolezza che non siamo eterni e che la spasmodica ricerca di quel qualcosa che probabilmente non possiede neanche definizione, sposta negativamente ed inevitabilmente la nostra attenzione del vivere qui ed ora, il tempo presente è l’unica cosa che possediamo realmente.

Troppo spesso siamo assorbiti e rapiti dalla velocità della nostra routine quotidiana, dimentichi della ormai scontata presenza di coloro che amiamo, e rimandiamo tutto al dopo. In questo momento pare non esista neanche una vera e propria bandiera politica differente, in quanto ciascuno di noi, nel mondo è stato travolto dalla “Pandemia” che umanamente come non mai, ci affianca come veri fratelli e unisce i nostri ignoti destini, e questo ci fa dono della tanto agognata uguaglianza. Ebbene oggi il “ cattivissimo Corona virus” ci ha fatto dono di tempo prezioso e di priorità, grazie al quale possiamo fermarci e dedicare attenzione a ciò che conta davvero, e dedicare dolcemente le nostre energie ai ritmi diversi.

Più spazio funzionale per le relazioni affettive e  nella dilatazione del tempo, anche l’amore assume altre forme, e ancor più in questo frangente l’amore possiamo viverlo come antidoto alla paura, vivendo la nostra presenza come una fisicità che può abbracciare quei momenti che troppo spesso la fretta ci ha rubato. Adesso abbiamo tanto tempo che amorevolmente possiamo impiegare in svariate attività e affiancati da chi amiamo, occasione più unica che rara che dobbiamo spendere costruttivamente.

Guardare film o serie tv: sono tanti i film che magari non abbiamo visto perché distratti da altro o dal poco tempo a nostra disposizione, e del resto i servizi streaming a nostra disposizione sono parecchi;

Scrivere: è un buon momento per riprendere la vostra biro preferita o piazzarvi di fronte al pc e scrivere un articolo o magari riprendere a scrivere quel libro che avevate iniziato tanto tempo fa, che vi permetterà di riflettere;

Riguardare e rispolverare: quel vecchio album di foto che non avevate fra le mani da troppo tempo;

Pulire a fondo casa: ancor meglio delle classiche pulizie di primavera, approntate una bella pulizia generale di casa e del giardino;

Cucinare: darsi alla cucina alla cosiddetta coking-therapy è davvero catartico, permette di migliorare le proprie capacità culinarie, di inventare nuove ricette, di cimentarsi in quelle più difficoltose e ovviamente di sbollentare i brutti pensieri;

Allenarsi: oggi più che mai diveniamo consapevoli che si può restare in forma anche fra le proprie mura domestiche, utlizzando vari attrezzi quali il tapis-roulant, la cyclette, i pesi ed anche i video di aerobica e simili;

Comunicare: attraverso l’utilizzo delle varie tecnologie (al fine di accorciare le distanze,non solo quelle sanitarie d’obbligo in questo momento) possiamo chattare e magari riallacciare i rapporti sopiti con parenti e amici;

Divertirsi con i videogiochi: ne esistono di vario genere e con varie tecnologie;

Studiare: approfondire argomenti e contenuti che avremmo voluto fare da tempo;

Leggere: quel bellissimo libro che avete acquistato tempo addietro o rispolverare la collezione di topolino;

Dott.ssa Fabiana Cristina

 

Meteo: tempo instabile sino a mercoledì poi arriva l’anticiclone delle Azzorre

LA SITUAZIONE.

Nel corso dell’inizio della settimana, si assisterà ad un nuovo peggioramento, specie tra la giornata di lunedì e quella di martedì, per il passaggio di un nuovo impulso perturbato di origine nord-atlantica, che investirà buona parte della Sicilia, specie quella centro occidentale, per poi abbandonare, entro la giornata di mercoledì, l’isola anche grazie ad una nuova espansione, da ovest, dell’anticiclone delle Azzorre ad opera di una nuova ripresa dell’attività della depressione d’Islanda, favorendo il ritorno a condizioni di tempo più stabile a cui sarà associato un graduale rialzo termico.

Tempo previsto per lunedì 9 marzo
Al mattino condizioni di cielo nuvoloso lungo il settore tirrenico con possibilità precipitazioni da deboli a moderate, con possibili locali rovesci specie nelle aree del messinese tirrenico, ove i fenomeni assumeranno carattere nevoso al di sopra dei 1100-1200 metri, mentre altrove avremo condizioni di cieli irregolarmente nuvoloso con basso rischio di fenomeni.
Nel corso della giornata, temporanea attenuazione di nubi e fenomeni su gran parte della Sicilia eccetto l’area del messinese ove, seppur di debole intensità, vi sarà la possibilità di isolati fenomeni.
In serata tendenza ad una nuova intensificazione della nuvolosità a partire dal settore occidentale con la possibilità, in tarda serata, di fenomeni da moderati a localmente forte intensità.
Venti da deboli a moderati dai quadranti nord occidentali con locali rinforzi sulla Sicilia occidentali.
Mari generalmente mossi o localmente molto mossi, specie il Canale di Sicilia ed il Mar Tirreno.
Temperature generalmente stazionarie.


Tempo previsto per martedì 10
Al mattino cielo nuvolo o molto nuvoloso su gran parte del territorio regionale, a cuu saranno associati fenomeni da moderati a localmente forte lungo il settore centro occidentale della Sicilia, mentre altrove avremo condizioni di tempo più asciutto.
Nel corso della giornata, tendenza a graduale attenuazione della nuvolosità, a partire dalla Sicilia settentrionale, in estensione entro il pomeriggio e la serata gran parte del territorio regionale, eccetto il settore tirrenico centro occidentale, ove insisterà della nuvolosità con possibili precipitazioni di debole intensità.
Venti da deboli a moderati dai quadranti nord orientali, con locali rinforzi lungo il settore occidentale siculo.
Mari attorno l’isola mossi o localmente molto mossi, con tendenza, dalla serata a graduale attenuazione del moto ondoso.
Temperature stazionarie o in lieve locale aumento.
Tempo previsto per Mercoledì 11 marzo
Al mattino avremo residui addensamenti nuvolosi lungo il settore tirrenico che renderanno il cielo da nuvoloso a temporaneamente molto nuvoloso con possibili fenomeni da deboli a localmente moderati, con tendenza, nel corso della giornata, ad attenuazione della nuvolosità e dei fenomeni che lasceranno il posto a schiarite sempre più ampie.
Nel resto dell’isola avremo, per gran parte della giornata, condizioni di cielo parzialmente nuvoloso con ampie schiarite.
In serata ed in nottata si assisterà ad un ulteriore e definitivo miglioramento, con della residua escarsa nuvolosità lungo le aree settentrionali dell’isola.
Venti deboli o al più moderati dai quadranti nord orientali.
Mari generalmente mossi, con moto ondoso in ulteriore attenuazione.
Temperature in generale aumento.
A cura di 
David Cartarrasa
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Weekend in compagnia del maltempo: nuova perturbazione in arrivo con piogge e rovesci sparsi

In questi giorni l’eccezionale siccità che ha letteralmente annientato la stagione invernale è stata interrotta dall’ingresso di una perturbazione atlantica che ha riportato le piogge, seppur moderate, su gran parte del nostro territorio; fenomeni che tuttavia non sono riusciti a colmare il deficit pluviometrico accumulato in questi mesi.
ANALISI SINOTTICA
La perturbazione sopra elencata è riuscita a rompere di fatto il dominio anticiclonico di questi mesi aprendo di fatto un “canale perturbato” agevolato dall’arretramento dell’alta pressione in Atlantico.
Tale nuovo assetto favorirà nel weekend un nuovo ingresso di una saccatura proveniente dal nord-Atlantico, saccatura che approfitterà della temporanea risalita verso nord dell’alta pressione delle Azzore.

Entrando nel Mediterraneo, nella giornata disabato prenderà forma la perturbazione che sarà all’origine di un nuovo peggioramento che ci terrà compagnia per tutto il weekend.
L’avanguardia di tale perturbazione già davenerdì farà sentire i suoi effetti con un aumento generale della nuvolosità veicolata dal richiamo di natura prefrontale che farà in un primo momento aumentare le temperature. Successivamente il calo sarà repentino con valori termici prettamente invernali che accompagneranno questo fine settimana.
EVOLUZIONE PER IL WEEKEND

Sabato 7 marzo
Peggiora rapidamente nella notte a partire dalle province occidentali con piogge e rovesci sparsi; i fenomeni si estenderanno a tutta la regione durante la mattina risultando più insistenti su trapanese, agrigentino e costa meridionale in genere; più al riparo il settore ionico con piogge più sporadiche.
Fra il pomeriggio e la sera ancora instabile con i fenomeni che tenderanno a concentrarsi in serata sul settore tirrenico. Neve in serata a partire dai 1200/1300 metri.
Le temperature saranno in calo ovunque, localmente anche di 4/6 gradi.
Venti sostenuti o forti da ovest/nord-ovest molto forti sul Canale di Sicilia.
Mari: molto mossi, agitato il Canale di Sicilia.

Domenica 8 marzo
Tempo molto instabile specie al mattino su tutto il settore tirrenico con piogge e rovesci sparsi, localmente grandinigeni e a sfondo temporalesco. Altrove nuvolosità irregolare ma senza fenomeni di rilievo. Neve sopra i 1200/1300, localmente a quote inferiori sotto rovesci intensi.
Le temperature saranno stazionarie e su valori tipicamente invernali.
Venti sostenuti da nord-ovest.
Mari: molto mossi o localmente agitati.

A cura di 
David Cartarrasa
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Come muoversi nei mercati finanziari per la prossima decade

Per i mercati finanziari, il 2019 è stato un anno di grande successo, a chiudere un decennio in cui le risorse dei mercati si sono raddoppiate in tutto il globo. E il rallentamento, che pure si è registrato a fine anno scorso, non sembra spaventare più di tanto gli investitori. Il 2020, da parte sua, è cominciato con le migliori premesse: inflazione bassa, crescita moderata, politica economica accomodante, insomma tutti parametri che hanno reso possibile un nuovo boom economico negli anni 2010. 

Ma la storia, quella finanziaria soprattutto, è sempre piena di moniti. I rendimenti attesi dalle asset class indicano che mantenere una componente azionaria nel proprio portafoglio è la migliore soluzione per generare un rendimento a lungo termine: si sa che i titoli a rendimento fisso, ovvero quegli strumenti di investimento che permettono di ricevere un flusso “predeterminato” di versamenti futuri, godono di livelli di redditività molto bassi e tassi di interesse a minimo, che vanno a penalizzare liquidità e depositi. Nel prossimo decennio, dunque, individuare l’asset allocation ideale per le proprie aspettative è fondamentale, in termini di rendimento e di rischio. Investire, anche per la prossima decade, resta il modo migliore per proteggere i propri capitali.  Ma quali sono i rendimenti attesi, in vista del prossimo decennio?

Va preventivamente aggiunto che, per quasi la totalità delle asset class, i rendimenti attesi sono quasi del tutto positivi: il livello dei tassi di interesse continua ad essere piuttosto basso, le asset class obbligazionarie sono svantaggiate ma gli investimenti volatili sono in grado di fornire rendimenti reali positivi, correndo il minimo dei rischi. I tassi governativi scontano una politica monetaria ancora espansiva, offrendo quindi rendimenti non particolarmente allettanti. Uno scenario che impone una accurata selezione di asset class, con l’intento di sfruttare al meglio le opportunità di rendimento presenti sui mercati globali.

A emergere su tutte sono le obbligazioni governative dei Paesi Emergenti che, con cedole più elevate, potranno offrire rendimenti positivi anche contro i tassi di interesse in crescita. In Europa, invece, tra i bond governativi sono consigliati quelli indicizzati all’inflazione: da un lato offrono valutazioni più appetibili, dall’altro offrono protezione da spinte inflazionistiche impreviste e sempre dietro l’angolo. Infatti, i tassi negativi già pesano sulle tasche di quanti hanno scelto strumenti di deposito per i propri risparmi: anche con l’inflazione positiva la situazione di sofferenza ha la sua incidenza. E rende sempre più necessario investire il proprio patrimonio in asset in grado di generare rendimenti reali positivi, correndo un rischio ma costruendo un asset in grado di generare rendimenti adeguati.

Per quel che riguarda la crescita, nel medio-lungo termine, lo scenario base rimane quello di una normalizzazione della crescita economica: ciò significa che Paesi come quelli del Sudamerica, saranno i nuovi traini dell’economia globale, mentre Paesi che negli anni hanno dominato, avranno crescite moderate. E per l’inflazione? Il termine indica l’aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi di beni e di servizi in un determinato periodo di tempo, che genera una diminuzione sul potere di acquisto della moneta. Lo scenario base, per il prossimo futuro, è quello di una normalizzazione moderata e graduale. Capire il livello di inflazione è fondamentale perché da essa dipende il livello di supporto della politica monetaria, e perché essa stessa determina il livello di correlazione tra azionario e obbligazionario. Per quel che riguarda invece volatilità e correlazioni, dato anche l’andamento dell’ultimo ventennio, è prevedibile un aumento, in linea con le previsioni dello scorso anno, così come per le correlazioni, ovverosia la base stessa delle asset class.

Quali strategie, dunque, per il 2020? Per ottenere risultati ottimali bisogna coniugare e considerare, contemporaneamente, la componente reddituale, la componente di rischio e le interdipendenze tra le asset class. Il tutto con strumenti quantitativi, per evitare ogni rischio. La combinazione di rischio, rendimento e diversificazione va a premiare tutti quei bond indicizzati all’inflazione sui livelli di rischio medio-basso. Il rischio di tale asset class va a posizionarsi tra i bond governativi e quelli corporate, offrendo però un profilo rischio-rendimento molto maggiore dei primi. In quasi tutti i portafogli si può notare una persistenza della componente corporate sia ad alto rendimento che ad alto rating e delle obbligazioni governative emergenti: il massimo raggiunto dalla esposizione di questi è del 12%. L’esposizione verso l’azionario sviluppato, invece, resta soluzione preponderante: si tratta dell’asset class che offre il miglior e maggior rendimento. Il profilo di rischio, al contrario, deludente nei paesi emergenti, va a penalizzare il peso anche nei portafogli più rischiosi.

La dottoressa Fabiana Cristina ci porta all’interno di un mondo ricco di grandi contrasti: l’adolescenza

Tutti i giorni non solo per ovvi motivi lavorativi vivo la quotidianità accanto ai giovanissimi, il cui viaggio in questa vita è diventato un percorso troppo tortuoso. Siamo ormai spettatori di un dramma esistenziale, che è quasi diventato lo stigma di questo importante periodo di grandi cambiamenti. Le transizioni a volte sono repentine e i giovanissimi sono investiti d’improvviso da turbolente sensazioni e stati emotivi, che divengono quasi ingestibili.

Il salvagente potrebbe essere rappresentato dall’uso della parola e quindi della comunicazione, di cui molti adolescenti sembra siano privi. L’incomunicabilità, il silenzio, l’apatia e la solitudine sembrano essere il segno distintivo di questa generazione insoddisfatta, infelice e tormentata e come loro affermano, con i mostri nella testa. Dietro all’ormai onnipresente utilizzo di sostanze alcoliche o stupefacenti, si nasconde la ricerca della bellezza e del successo sociale, che di contro nella realtà invece danneggiano le capacità cognitive, emotive ed intellettive di ogni giovane che ne fa uso.

Molte le cause silenziose che innescano certi comportamenti nocivi, a partire dalle trasformazioni corporee (dismorfofobia) che innescano crisi identitarie di auto-svalutazione, ad eventuali conflitti con il gruppo dei pari o con la famiglia, processi di separazione dalle figure genitoriali, divorzi, mancata corrispondenza di sentimenti, disturbi dell’identità di genere e tendenze sessuali, insuccessi scolastici, isolamento sociale, atti di bullismo o cyberbullismo, disturbi alimentari ecc.

Tanti i rischi e le conseguenze in cui l’adolescente diviene vittima di meccanismi psichici, fra cui il ricorso a gesti estremi e senza ritorno, che spezzano le tante vite coinvolte. D’improvviso poi ci si chiede : ma perché è accaduto l’irreparabile? Non bisogna giungere a tali livelli, perché siamo in possesso di uno strumento infallibile che è l’uso della parola, che troppo spesso per la cattiva gestione della quotidianità omettiamo di utilizzare, dimentichi del potere in esso presente.

Il luogo mentale nel quale trova casa la disperazione giovanile, oggi è annidato nel futuro, lo stesso futuro che dovrebbe dare una progettualità e una percezione della propria persona in positivo, ma fin troppo spesso questa visione del dopo è una visione solitaria, poiché i giovani d’oggi, sono troppo spesso privi di figure base di riferimento “famiglie assenti e genitori privi di valori, ingabbiati nella ricerca spasmodica e narcisistica del proprio sé “ oppure di “ famiglie pressanti che fomentano aspettative che gratifichino loro piuttosto che l’adolescente”.

I giovani adolescenti sono soggetti ad una fragilità e ad una suscettibilità a volte segreta, sempre alla ricerca silente di attenzioni, di sguardi, e gesti discreti, capaci di riallineare eventuali squilibri emotivi ed esistenziali. Una caratteristica adolescenziale è il senso di inadeguatezza che il giovane nutre di fronte alla società odierna, comandata dall’uniformità di ciascuno, fuori dalla quale divieni l’invisibile di turno, motivo per il quale l’adolescente costruisce una facciata sociale di sopravvivenza, che ovviamente non corrisponde all’identità psicologica personale autentica, che tende a snaturarlo e a demotivarlo .

La demotivazione può presentarsi come un oscuro presagio a forme depressive di vario genere , i cui sintomi li riconosciamo in :

  • irritabilità;
  • perdita o aumento di peso;
  • insonnia o ipersonnia;
  • indecisione o scarsa concentrazione;
  • bassa autostima;
  • mancanza di interesse alle attività quotidiane;
  • umore depresso o altalenante;
  • pensieri di morte;
  • agitazione psicomotoria;
  • mancanza di energia;
  • scarsa speranza rivolta al futuro ecc.

L’adolescente necessita di un sano sviluppo psichico ed emotivo, nel quale è fondamentale imparare a parlare del proprio vissuto e delle proprie emozioni senza remore e paure, soprattutto di essere giudicati malamente. L’adolescenza è quel periodo di transizione piuttosto repentino che precede l’età adulta, che di norma va dagli 11 anni di età fino ai 23 anni circa (cosiddetta tarda adolescenza). Rappresenta un arco di tempo particolarmente delicato, in cui sappiamo essere presenti una serie di cambiamenti che possono indurre a disturbi d’ansia generalizzati e disturbi depressiviì, nonché all’uso, abuso e dipendenza di sostanze, invece più tipici nelle ragazze adolescenti sono i disturbi dell’alimentazione (anoressia , bulimia). In tutto ciò è di vitale importanza la ricerca di un dialogo aperto, che non lasci spazio alcuno a pregiudizi di sorta, affinchè in un terreno così lastricato di profonde difficoltà, possano costruirsi delle solide certezze e dei rapporti piuttosto saldi che restituiscano fiducia nella vita e nel futuro.

Bisogna poter gestire l’emotività esasperata dell’adolescente , che ingigantisce senza disciplina ogni circostanza,  trasformandola in tempesta, è importante mantenere un atteggiamento comprensivo e morbido, affinchè l’adolescente impari a canalizzare positivamente tutte le sue energie e le emozioni.

La parolina magica per una strategia vincente è “empatia” ovvero non dimenticare di essere stati anche noi adolescenti e sebbene adolescenti di altre generazioni è importantissimo stabilire una complicità empatica che consenta nella relazione di abbassare al minimo gli eventuali conflitti .

L’equilibrio da stabilire è quello fra autorevolezza e complicità, in cui è necessario poter fare prevenzione e rendersi conto in anticipo di eventuali problemi. Sfatare il mito che i genitori debbano sempre essere considerati dei nemici ed è di vitale importanza rafforzare i contatti anche fisici in cui un abbraccio , una carezza o un bacio rappresentino la vera ancora di salvezza in quel mare burrascoso del periodo adolescenziale .

Meteo: anticipo di primavera in Sicilia

CLIMA PRIMAVERILE IN SICILIA
Stagione invernale ai box in questi ultimi giorni, dopo la breve fase di tempo instabile di metà settimana, seguita da una moderata irruzione di aria fredda in arrivo dai Balcani.

ANALISI SINOTTICA

Nei prossimi giorni si assisterà, fra il nord Atlantico e l’Europa settentrionale, ad un’ulteriore intensificazione della semi-permanente depressione d’Islanda con conseguente “infittimento” del gradiente barico orizzontale, che sarà alla base di un’intensa attività eolica che sferzerà le nazioni centro-settentrionali europee e nord-atlantiche. A tale intensa attività depressionaria nord-atlantica, corrisponderà, alle medie e basse latitudini, un’espansione, lungo i paralleli, dell’anticiclone delle Azzorre, che dall’omonimo arcipelago si distenderà, da ovest, verso gran parte del Mediterraneo centro-occidentale, consentendo, tuttavia, infiltrazioni di aria umida e debolmente instabile di origine atlantica, dando vita a condizioni di cielo da irregolarmente nuvoloso a nuvoloso, ma con scarso rischio di fenomeni, che saranno localizzati e di debole intensità.
Il tutto accompagnato da temperature che tenderanno a portarsi, nei prossimi giorni, nuovamente al di sopra delle medie stagionali
A cura di 
David Cartarrasa
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Meteo: Torna il freddo. Possibili nevicate anche a Piazza Armerina

Un fronte freddo di origine artica raggiungerà l’Italia martedì 4, e scivolerà verso il sud e Sicilia nella giornata di mercoledì e giovedì 6 Febbraio , accompagnato da forti venti di tramontana e da una repentina diminuzione delle temperature. Le precipitazioni saranno concentrate sulle regioni del medio e basso versante Adriatico e al Sud , dove saranno possibili nevicate a bassa quota, soprattutto nei versanti Adriatici, puglia e Calabria, quote collinari invece in Sicilia (500/700 metri), precipitazioni nevose anche sulle Alpi.
A cura di 
David Cartarrasa
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Meteo: ancora temperature miti per l’inizio della prossima settimana

Si chiude un GENNAIO record: annientati anche i GIORNI DELLA MERLA con temperature miti e variabilità
Un saluto a tutti i nostri lettori
La stagione invernale, considerando che siamo entrati nei giorni della Merla, statisticamente i più freddi dell’anno, continua a latitare, non solo per la mancanza del freddo, ma cosa ancor più grave, per la continua latitanza di piogge in uno dei periodi dell’anno statisticamente più piovosi.
Nel corso dei prossimi giorni continueremo ad essere interessati, seppur marginalmente da un campo di alta pressione sufficientemente livellato, ma che tuttavia consentirà, nel corso del fine settimana, il passaggio di un flusso di correnti umide e debolmente instabili dai quadranti occidentali, in seno alle quali transiterà un debole sistema frontale di origine atlantica che renderà spesso il cielo nuvoloso, ma con scarsi fenomeni di rilievo in un contesto termico relativamente mite, mentre in tendenza, per l’inizio della prossima settimana, potremmo assistere ad un ulteriore stabilizzazione delle condizioni atmosferiche dovuto alla rimonta, sul Mediterraneo centrale, di un anticiclone di matrice sub-tropicale associato ad un ulteriore aumento termico.

A cura di 
David Cartarrasa
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Apple durissima nei confronti dell’azzardo: in Russia e Cina vietate più di 300 app

La Apple, società di base a Cupertino, ha avviato una serie di azioni di contrasto al gioco d’azzardo, in particolare a quello illegale, spingendo molto su Apple Store per la rimozione di giochi, o simulatori, ai minori di 17 anni. Un modo per mettere in sicurezza la tutela e la salute di tanti milioni di utenti che ogni giorno utilizzano il celebre store della “Mela”, come avviene già in Italia grazie al lavoro svolto da ADM sulle piattaforme di casinò online.

Una decisione maturata nel 2018 e perseguita con forza negli ultimi mesi, a maggior ragione nel 2019. Una normativa che ha avuto effetto immediato nell’estate di due anni fa, nonostante i pericoli non siano mai mancati: anzitutto perché le società hanno trovato il modo di raggirare la normativa voluta dai vertici dell’azienda che fu di Steve Jobs, ma anche perché il controllo sull’App Store non sempre è stato efficace. Nonostante le mail e le sollecitazioni rivolte spesso da Apple agli sviluppatori. Contemporaneamente, l’operazione ha riguardato anche Google Play.

Ma tutto ciò non è bastato: nello scorso mese di settembre, infatti, dopo attente verifiche, i vertici di Apple hanno riscontrato altre irregolarità in app fintamente “legali” dietro cui si celavano in realtà società o comunque gruppi che sponsorizzavano il gioco d’azzardo. Il tutto tramite una sapiente manipolazione degli sviluppatori che, caricata la app sullo store, inviano un aggiornamento alterante che svela la vera identità della app. Un allarme in tutto il mondo per il gruppo di Cupertino, immediatamente risolto. Le richieste, negli ultimi mesi dell’anno da poco conclusosi, sono vieppiù andate scemando: secondo l’ultimo report sulle richieste arrivate ad Apple dagli enti governativi, i problemi sono perdurati, anche nel corso del 2019, perlopiù in Russia ed in Cina.

Dai due Paesi è infatti arrivata la maggior richiesta di supporto nella rimozione di app per il gambling, ricollegabili, tutte, a società terze non autorizzate. Ad esempio, in Cina le app rimosse sono state in totale, nel corso dell’anno, circa 25.000, tutte perché non rispondenti alla normativa vigente. Ma non solo: tra gennaio e giugno dello scorso anno le richieste ricevute sono state in totale 658, e tutte hanno portato alla rimozione di circa 314 app dallo Store Apple. La Russia, nella sua interezza, ha presentato cinque richieste, nei confronti di 16 app che, nella stragrande maggioranza dei casi, violavano la normativa nazionale per l’assenza della licenza che regola il mercato dell’azzardo russo. Tra queste, solo una è stata “salvata”, mentre le altre 15 sono state bloccate, bannate e cancellate.  In Cina, come abbiamo già sottolineato, la mano è stata ancor più pesante e si trattava di app relative esclusivamente al gioco d’azzardo.

Proprio per questo, nell’ultimo semestre, Apple ha aumentato l’azione inibitoria nei confronti di quanti non rispettano la normativa voluta dalla società, aggiornando i metodi di classificazione delle App sia escludendo la possibilità alla nuovissima Apple Card di poter in qualche modo essere spesa a favore del gioco d’azzardo. Misure dure ma giudicate necessarie dall’azienda, a tutela dell’utenza e dei minori, tra tutti i Millenials, sempre più coinvolti nelle dinamiche del progresso tecnologico e soggetti “vergini” per certi campi del reale.

Inverno in profonda crisi: dopo la siccità in arrivo aria mite dal nord-Africa. Previste punte di +20 °C

La Sicilia negli ultimi giorni ha visto il ritorno delle piogge ma solo sul settore centro-orientale; si è trattato comunque di piogge da stau e veicolate da un flusso umido sciroccale in fase di attenuazione.
ANALISI SINOTTICA
La situazione legata alle grandi piogge invernali e al freddo non vede cambiamenti all’orizzonte, infatti la vasta circolazione depressionaria che ha apportato forti venti e diffuso maltempo sulla Penisola iberica continuerà ad essere alimentata da un canale freddo proveniente dal nord-Europa.
Essa virando verso il Portogallo, per poi essere successivamente agganciata dal flusso zonale, fornirà nuova linfa vitale all’alta pressione già presente sul Mediterraneo, richiamando correnti più miti provenienti dal nord-Africa che favoriranno un generale rialzo delle temperature, più sensibile sul settore tirrenico.
Tali correnti umide, transitando dapprima sul Mediterraneo, si caricheranno di umidità e giungeranno sulle coste meridionali della nostra isola sotto forma di nuvolosità per lo più sterile, mentre, come detto, sul settore tirrenico, tali masse d’aria giungeranno più secche e, complici gli alti livelli di geopotenziale, apporteranno un diffuso aumento delle temperature.
Isoterme a quota 850 hPa prossime ai +10/+11 °C sul settore tirrenico, faranno registrare picchi termici vicini ai +20 °C specie sul palermitano nella giornata di venerdì.
In questo frangente le località montane risentiranno maggiormente di tale incremento termico e la poca neve rimasta sulle Madonie, complice uno zero termico intorno ai 2700-2800 metri, sarà messa a dura prova.

A cura di 
David Cartarrasa
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Aeroporto di Catania: i dati del 2019. Passeggeri da fuori l’Unione +30%

Passeggeri internazionali aumentati di oltre il 9% e, di questi, quelli di provenienza extra Ue di oltre il 30%. È stato decisamente un anno ricco di soddisfazioni per l’Aeroporto di Catania il 2019 appena concluso in cui, il superamento dei 10 milioni di passeggeri è stato solo uno dei grandi obiettivi raggiunti. Secondo i calcoli dell’Ufficio dati di SAC, lo scalo etneo per l’anno scorso ha registrato percentuali di crescita sia per quanto riguarda i movimenti complessivi, che relativamente ai passeggeri internazionali. Resta praticamente invariato il dato dei passeggeri nazionali.

Nel dettaglio, i movimenti complessivi sono stati 75.070, +2,14% rispetto ai 73.494 del 2018, crescita analoga per quanto riguarda i passeggeri complessivi che sono 10.223.113, contro 9.933.318 del 2018 (+2,92%).

Straordinaria la crescita del mercato internazionale che, nel 2019, ha visto transitare 3.767.279 passeggeri contro i 3.449.695 del 2018, con un aumento pari a +9,21%. Di questi, quelli in arrivo con relativa partenza per destinazioni UE sono stati 3.406.671, +7,16% rispetto al 2018 quando erano stati 3.179.070, mentre quelli provenienti o diretti verso destinazioni extra UE sono stati ben il 33,25% in più rispetto all’anno precedente: 360.608 contro 270.625.

Roma Fiumicino si conferma la prima destinazione nazionale, con 1.828.150 passeggeri, seguita da Milano Malpensa, con 1.265.514, Bologna con 398.168, Milano Linate con 396.654 e Bergamo con 360.603. Per quanto riguarda le destinazioni internazionali, la più trafficata resta Malta con 308.267 passeggeri, seguita da London Gatwick, con 203.480, Amsterdam, con 170.853, Frankfurth, con 166.330 e Paris CDG con 158.417.

Qualche dato in più.  Cresce il mercato russo, soprattutto con i 3 aeroporti di Mosca (Domodedovo, Vnukovo e Sheremetyevo), che insieme registrano ben 77.874 passeggeri transitati nello scalo catanese, con una crescita del 36,66%. Aumentano anche i passeggeri in transito a Marrakech, con 33.297 presenze, a Tel Aviv con 39.560 passeggeri nel 2019, a Sharm con 11.525 passeggeri registrati nel 2019 e a Dubai, con 41.567 passeggeri registrati nel 2019.

Le nazioni più gettonate restano la Francia (con un aumento del 20% rispetto al 2018), la Spagna (+34%), la Polonia (+41%) e la Grecia (+64%).

“La crescita dei passeggeri in generale, e di quelli internazionali in particolar modo, evidenziano come l’Aeroporto di Catania rappresenti la porta di accesso alla nostra isola per i viaggiatori provenienti da altri Paesi – commentano il presidente e l’amministratore delegato di SAC, Sandro Gambuzza e Nico Torrisi. Questo ci riempie di orgoglio ma, nello stesso tempo, ci obbliga a mantenere alti gli standard, migliorandoci in termini di servizi ed efficienza. Per questo, l’anno che è appena iniziato, vedrà il concretizzarsi di alcuni importanti progetti e miglioramenti strutturali, a cominciare dall’apertura del P6 ormai prossima e alla modifica della viabilità esterna il sedime aeroportuale, per consentire di alleggerire il traffico in entrata e in uscita. Le sfide che abbiamo di fronte sono molteplici, ma la compattezza del consiglio di amministrazione, con la coesione tra soci e la sinergia con il territorio e le sue istituzioni, riusciremo a vincere questa importante sfida”.

Oltre le nebbie – Disagi e privilegi del tempo che scorre (la vecchiaia puo’ attendere)

Un giorno improvvisamente fa breccia fra i nostri pensieri una nuova preoccupazione : “ oh Dio sto invecchiando ! “  nessuno è in grado di accettare l’idea di poter essere eclissato dall’inclemenza del tempo che vola via senza il nostro consenso . La nostra è ormai riconosciuta come la “ società dell’immagine “ nella quale fra le proibizioni costanti vi è quella di non invecchiare , camuffando quanto più possibile una giovinezza che sconosce tempo. Ma proprio di quest’ultimo parliamo , il tempo che entra ovviamente di diritto a far parte del ciclo della vita di ciascuno , che rappresenta a volte una sfida evolutiva che può sfociare in sentimenti di equilibrio o diversamente di disperazione .

Negare o non accettare il tempo che scorre via dà luogo a ciò che patologicamente viene definita  in gergo psicologico   “gerascofobia” è chiaro che ciò rappresenta l’esacerbazione di fronte ad un evento prettamente naturale e fisiologico . L’aspetto gerascofobico si caratterizza per la presenza costante di rimpianti , timore dei cambiamenti fisici  , cognitivi , psichici , disturbi depressivi , turbamenti  e angosce di vario tipo legati al proprio  eventuale decadimento fisico , al quale si risponde ricorrendo sempre più spesso anche ad interventi di chirurgia estetica. Di norma i comportamenti divengono condizioni  patologiche  e irragionevoli  , quando certi pensieri occupano parecchio tempo e danno luogo alle cosiddette “ ruminazioni mentali “ nelle quali l’attenzione è sempre rivolta alla paura dell’invecchiamento .

Le caratteristiche corrispondenti di chi è affetto dalla paura di invecchiare ,sono spesso legate a sintomi ansiosi di vario genere , nonché a stati emotivi insicuri e mancanza di realizzazione personale . Già nella cultura greca antica esistevano opinioni discordanti circa il tema della vecchiaia : Solone sosteneva come la vecchiaia fosse degna di essere vissuta in pienezza, permettendo di apprezzare i propri familiari, il valore del tempo che passa e le conoscenze acquisite nel corso della vita.

Al contempo Mimnermo affermava “quando arriva la dolorosa vecchiaia, che rende turpe anche l’uomo bello, sempre dolorosi affanni lo sconvolgono nel cuore, né si rallegra a vedere i raggi del sole, ma nemico ai ragazzi, disprezzato dalle donne, così il dio rese la vecchiaia dolorosa…

Ma non appena sia passata questa fine della stagione primaverile meglio morire che vivere”.

 Appare  quindi chiaro  come Mimnermo esalti i piaceri della giovinezza enumerando i mali della vecchiaia, che questi individua nel decadimento del corpo e dell’anima. 

La cosiddetta “terza età”  rappresenta un calcolo , un bilancio di soddisfazioni o insoddisfazioni , in cui il tempo per ovviare a certi eventuali errori è una incognita breve , che nel proprio intimo può dar luogo alla disperazione di non aver fatto del proprio meglio . La prima ruga , il primo capello bianco , il primo affanno respiratorio ci prendono prepotentemente per mano inducendoci a sensazioni di profonda impotenza , paura , tristezza e non facilmente alla rassegnazione . Ogni declino ci allontana dall’utopia dell’eterna giovinezza e cancella  la progettualità a lungo termine ed il raggiungimento di sogni e obiettivi , per i quali non abbiamo probabilmente più abbastanza tempo . Ma invecchiando d’altra parte si raccolgono invece i frutti di ciò che si è seminato e ci si può lasciar cullare dal fluire leggero degli impegni meno gravosi , che lasciano ampio spazio ad una creatività assolutamente sconosciuta e della quale bisognerebbe far tesoro. Bisognerebbe spazzare via dall’immaginario collettivo l’idea dell’anziano solo, triste ,  passivo , senza salute. Chi ha invece  la fortuna di imbattersi in uno stato  psico-fisico ottimale dovrebbe coltivare dei precisi momenti costruttivi:

1) innanzitutto approcciarsi agli altri positivamente creando e coltivando legami;

2) prendersi cura del proprio stato di salute , attenzionando uno stile alimentare sano ;

3) dedicarsi alla programmazione di piccoli o grandi viaggi , coltivare i propri hobby e arricchire se stessi     anche attraverso la lettura ;

4) proporsi ed imporsi una positività che presupponga anche l’allontanamento da persone lamentose e che hanno una visione pessimistica della vita ;

5) pianificare questa parte della  vita in modo progettualmente sereno e piacevole ;

6) dedicarsi a sane attività fisiche che incrementino la gioia di vivere ed esserci ancora .

7) accettare nella  fase ciclica e naturale della vita i  svariati cambiamenti ;

8) imparare a riconoscere la giusta importanza delle piccole e semplici cose che non sempre corrispondono a beni materiali  , un bel tramonto ne è un esempio .

Cicerone diceva che “ nessuno è tanto vecchio da non sperare di vivere ancora un giorno né alcuno tanto giovane da essere sicuro di vivere ancora un giorno “ , ciò evidenzia il timore di invecchiare nonché la paura della morte stessa. Tutti abbiamo in noi la paura di morire , e naturalmente la vecchiaia ci affianca sempre più a tale timore che rappresenta la perdita del tutto e della nostra stessa  esistenza.

Il tempo non lo si può fermare per cui se si vive piuttosto lungamente non si può non invecchiare , e tutti desiderano poter invecchiare invece che morire , ma nessuno vuole essere vecchio. Non dimentichiamo però che   “ non onorare la vecchiaia , è demolire la casa nella quale ci si deve addormentare la sera” ( Alphonse Karr ).

Dobbiamo imparare ad amare e ad amarci , amando le nostre fragilità e confortando le nostre paure , questo ci condurrà ad uno stile di vita fiero della nostra persona , che invecchiando come il buon vino acquisirà maggior valore e sapore “ Il tempo è molto lento per coloro che aspettano ,  molto veloce per coloro che hanno paura ,molto lungo per chi si lamenta ,molto breve per quelli che festeggiano , ma , per tutti quelli che amano , il tempo è eternità … “

( William Shakespeare )

Dott.ssa Fabiana Cristina

Per la rubrica.

 

Il meteo nel fine settimana

Venerdì 17 gennaio
Avremo condizioni di cielo nuvoloso o molto nuvoloso sul settore tirrenico con possibili deboli ed isolate piogge, altrove prevarranno ampie schiarite con cielo poco o al più parzialmente nuvoloso.
Le temperature saranno in lieve calo dal pomeriggio mentre i venti soffieranno deboli o moderati dai quadranti settentrionali.
Mari: poco mosso il Tirreno, mossi o localmente molto mossi i restanti mari.Sabato 18 gennaio
Il cielo si presenterà nuvoloso o molto nuvoloso sul settore occidentale e centro-settentrionale dove, specie fra mattina e pomeriggio, saranno possibili deboli fenomeni distribuiti a macchia di leopardo, fenomeni che assumeranno carattere nevoso a partire dai 1400-1500 metri specie nel pomeriggio. Altrove avremo nuvolosità irregolare ma senza fenomeni di rilievo.
Le temperature saranno in generale diminuzione mentre la ventilazione sarà in rinforzo con i venti che si disporranno sostenuti da maestrale. Seguirà un aumento del moto ondoso coi mari che risulteranno mossi o molto mossi, tendente ad agitato in serata il Canale di Sicilia, poco mosso invece risulterà lo Ionio che si troverà sotto vento.Domenica 19 gennaio
Avremo condizioni di cielo nuvoloso o irregolarmente nuvoloso per gran parte della giornata con maggiori annuvolamenti lungo i principali comprensori montuosi dove non escludiamo deboli ed isolati fenomeni.
Le temperature saranno in ulteriore calo mentre i venti si disporranno a partire dal pomeriggio dai quadranti orientali.
Mari generalmente mossi o molto mossi ma con moto ondoso in attenuazione; poco mosso o localmente mosso lo Ionio.

A cura di 
David Cartarrasa
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Tendenza meteo per i prossimi giorni a Piazza Armerina

METEO PIAZZA ARMERINA  – AGGIORNAMENTO ORE 9.30 DEL 14 GENNAIO 2019

Dal punto di vista termico ci attendiamo un moderato aumento nei valori massimi. Dalla giornata odierna, martedì 14 Gennaio fino a sabato 18 Gennaio, temperature massime tra i 12° e 13°C. Nello stesso periodo probabile calo termico nei valori minimi con una temperatura che oscillerà tra i 0°C e -1°C.

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Dopo una lunga fase di tempo stabile, con  freddo secco e con l’assenza di precipitazioni, dai modelli matematici si intravede  la possibilità di formazione di un’area di bassa pressione sulla Sicilia che potrebbe portare pioggia su Piazza Armerina. La previsione dovrà essere verificata nelle prossime ore quando diverrà più chiaro il quadro di tendenza meteorologico. Sulle pagine di StartNews e sulla mia pagina personale gli aggiornamenti.

A cura di 
David Cartarrasa
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CARTE METEO 

 

Luci ed ombre sotto l’albero. Il decalogo della felicità

In  questo  magico  periodo ,  in cui Luci , colori  e  musica  accecano  e  ubriacano  i  nostri  sensi , il nostro     stato  emozionale  ed  emotivo è  attraversato da  una serie  di   reazioni  a tutti  gli  stimoli  ambientali  a  cui  siamo  volenti  o nolenti  sottoposti  ed  esposti .
Si  torna  ad  essere  bimbi  bombardati  dagli  spot  pubblicitari dei  profumi , dei pandori , dei  giocattoli , e tutte le  vetrine  sono addobbate  meravigliosamente ed  illuminate  da  abeti  decorati  che  anticipano  non  soltanto  la Nascita del buon Gesù  ma anche l’arrivo  dei  parenti  da ogni dove .
In  questo Santo  periodo  non è raro dal punto di  vista psicologico  incorrere in ciò  che  in  gergo  sul Manuale  diagnostico  e statistico  dei  disturbi  mentali  ( Dsm ) viene definito  “ Disordine  affettivo  stagionale “  che  appartiene  ad  un disturbo  molto comune  ed  è  caratterizzato da  un  moderato  ed  altalenante cambio  dell’umore , una  deflessione  ,  parallelamente al  naturale  cambio  delle  stagioni  che  accade  in prossimità  dell’inverno , ed in prossimità  dell’estate.

Detto  ciò   si  può  ben  comprendere   come  non  tutti  quindi  digeriscono il  clima  delle  festività  natalizie  che  viene  definito “  holiday  blues “   ovvero  depressione  da  feste  e  questo può  accadere  per  svariati  motivi .
Innanzitutto il  periodo  Natalizio  è  spalmato di  grandi sensazioni  di  rimpianto per  un’infanzia  che ormai  appare  perduta  e  per  questo  dovremmo  invece  sempre proteggere  quel  nostro  “bambino  interiore”   che  continua  a vivere  in  noi  e  che  dovremmo  sempre  rispettare  e  mai  soffocare.
A  volte  questo  disagio ,  questo mal vivere  il Natale  e quello  che  rappresenta , ha  molto  spesso  attinenza con delle  aspettative  che  a  suo  tempo  sono state  tradite  o hanno  rappresentato  delle  promesse mancate ( siano  esse  di tipo  materiale  o  affettivo ) .

Quindi primariamente  vivere  in modo  sereno   il Natale  dipende  anche  dalle  esperienze  vissute  nella  prima  infanzia , in  cui  i  ricordi  affettivi  possono  essere  ricollegati  alla  presenza  costante  nonché  amorevole  delle  figure  di  riferimento ,  capaci  di  soddisfare  e  accogliere  tutte  le  nostre  esigenze . Contrariamente,  altri  hanno  avuto modo di  vivere  figure di  riferimento  inaccessibili  , inadeguate , assenti o  una  rete  familiare poco  gioiosa  e  molto  ingombrante , caratterizzata  da  conflitti  mai affrontati  o  irrisolti , origine dei  sentimenti  oppositivi  o  negativi  verso  la  festività  in oggetto .

In  molte famiglie  avviene  una sorta  di  trasmissione  di  credenze  , abitudini  nonché  valori , che  possono  riconsegnare  una  sorta  di  indifferenza  o  fastidio  verso  il Natale , in cui  molto  spesso le  inevitabili  riunioni  familiari , vengono  vissute  come  imposizioni  formali. Queste  appartengono  a  dinamiche  soggettive  o  a  ricordi  emotivamente freddi  o vuoti  che  tenderanno  ad  essere  caratterizzanti    di  quella  data  persona   , ma  se  anche  un solo  attimo  di  felicità dettato dalla  tenerezza  di  un  abbraccio o di  un semplice  gesto , riuscirà  ad  invertire  tale atteggiamento  , allora  possiamo  affermare  che nulla  è andato  perduto. In ogni caso in qualunque  modo  si attenda  il Natale ,  che lo si faccia  trepidanti  o  noiosi ,    a  questa  Festa  Comandata è  difficile rimanere  indifferenti  ,  poiché  le  diverse   implicazioni   sociali , culturali  e  affettive , hanno   un impatto  psichico ed  emozionale molto  profondo .

L’approccio  psicologico  non si  concentrerà soltanto  sul  tentativo  di  cancellare le  esperienze  emotive  negative  , ma  volgerà  la propria  attenzione ad  un processo  di  miglioramento  clinico  ,  nel  quale  le  stesse  emozioni  negative  non   rappresenteranno  più  qualcosa  di  opprimente ,  ma  una  marcia  in più  per riscoprire le  potenzialità di  ciascuno di   noi. Per cui  l’allegria  forzata   ha  invece  dei  risvolti  molto  più  spiacevoli  di  quelli  affiancati  alla  presa  di  coscienza dei  momenti  malinconici  , così  come  alcuni  studi  hanno  evidenziato che  il  materialismo  (tipico  di  questo  periodo ) molto  spesso  ha  una  potente  correlazione  con un  benessere  psicofisico piuttosto  scarso.

I soldi  non   comprano  la felicità ,  gli  oggetti  materiali  illudono  e  finiscono  per  rimanere  qualcosa  di  fine a se  stesso , la felicità è  qualcosa  di molto  più  sottile  e pregiata , che  è  data  dalla  somma  di  eventi   caratterizzanti   la nostra  esistenza , ed  imparare  l’arte  di  essere  felici  diviene qualcosa di  prioritario , divenendo  anche  esperti nel  far  fronte alle difficoltà alle  quali  siamo esposti .

Se dovessimo esperire  un decalogo della felicità potremmo  racchiuderlo in questi  successivi punti :

1) Mantenersi quanto più attivi possibile ;

2) Trascorrere  del  tempo  a  fare ciò  che più  ci aggrada ;

3) Ridimensionare le aspettative ;

4) Orientarsi sul tempo presente ;

5) Stare quanto più a contatto  con la natura ;

6) Allontanarsi dalla  tipologia di persone lamentose e negative ;

7) Dedicarsi ad  attività  pratiche  “al fare” ;

8) Ascoltare buona musica ;

9) Condurre uno stile di vita sano ;

10) Lasciarsi incantare dalla magia di un bel tramonto.

A questo punto tornando al momento  fatidico del Natale , per essere felici  ,anche se non lo siamo in questo dato periodo  ,  possiamo condurre a consapevolezza  e   ironicamente  di  essere probabilmente  affetti  dalla  “ Sindrome del Grinch”  ovvero  una  forma di repulsione  per  la  festività Natalizia , cercando di modificare  e adattare  il  nostro MOI ( modello operativo interno) alle circostanze. Potremmo  disquisire  all’infinito sull’argomento , ma  resta  di  fatto  che  il  periodo  Natalizio pur essendo una  festa  gruppale-collettiva , è  pur  sempre caratterizzata dalla  soggettività  che la fa  da padrona. Non dimentichiamo  mai  anche nel periodo  dell’anno in cui bisogna essere più  buoni , che noi  siamo sempre  egoisticamente una  nostra  assoluta  priorità .

 Auguro a voi tutti ,  amanti e non del Natale  di trascorrere dei sereni giorni di relax.

 Dott.ssa Fabiana Cristina

La figura dello psicologo tra mito e realta’

La figura dello psicologo rappresenta  da sempre un mito da sfatare : “se mi rivolgo a questo professionista saro ritenuto pazzo” ; “lui potra’ leggere nella mia mente” ; “mi costera’ una fortuna” ! Innanzitutto dobbiamo operare un distinguo fra le figure professionali di :

Psicologo :  innanzitutto egli non e’ un medico , e’  piuttosto un professionista laureato in psicologia , abilitato all’esercizio della professione tramite un apposito esame di stato, che una volta superato gli consente   attraverso l’ iscrizione all’albo professionale di svolgere il proprio operato come professionista della salute focalizzando la propria attenzione sul miglioramento della qualita’ di vita dell’individuo  , nonche’ di gruppi o comunita’ promuovendone il benessere; egli inoltre puo’ svolgere la propria professione in ambito clinico , in ambito aziendale , in ambito scolastico ma anche sportivo .

Lo strumento per eccellenza dello psicologo e’ rappresentato dal colloquio che puo’ essere  affiancato alla somministrazione di test psico-diagnostici .

Psicoterapeuta : lo psicoterapeuta e’ il laureato in psicologia o medicina che consegue un percorso formativo post-lauream almeno quadriennale , presso delle scuole di specializzazione riconosciute  che possono avere svariati approcci e metodi , lo strumento clinico dello psicoterapeuta  riconosciuto e’ la psicoterapia che tende  a trattare gli eventuali disturbi psicopatologici senza l’utilizzo farmacologico  ( se la figura clinica e’ uno psicologo piuttosto che un medico ) , gli psicoterapeuti sono coloro i quali fanno riferimento alla componente cosciente del soggetto in questione , ovvero cio’ che risulta essere piu’ superficiale .

Psicoanalista : esso e’ rappresentato da uno psicoterapeuta che esercita la propria professione utilizzando un tipo di approccio freudiano ( diverso dalle varie terapie cognitive comportamentali  , sistemiche , comportamentiste ecc  …)  che attenziona l’aspetto affascinante dell’inconscio,  sul quale si puo’ intervenire riducendo o eliminando i sintomi, cancellando le cause dalle quali sono scaturiti , utilizzando tecniche ideate  proprio dal grande freud ed evolutesi negli anni .

Psichiatra : questa figura e’ il laureato in medicina e chirurgia che possiede una specializzazione in psichiatria , egli e’ quindi un medico ed ha facolta’ di prescrivere farmaci, nonche’ richiedere esami clinici di vario genere.

Questa figura si occupa della prevenzione , cura e riabilitazione e diagnosi  di eventuali e vari disturbi mentali e di comportamenti ritenuti patologici  , in qualita’ di medico puo’ avere una formazione psicoterapeutica  e quindi possedere il titolo aggiuntivo psichiatra e psicoterapeuta .

Operata  questa  distinzione  fra  le  suddette  figure  professionali ,  dobbiamo a malincuore ricordare che  ancora  oggi  alle  soglie  dell’anno  2020  molte  persone a  seguito degli  stereotipi   e dei pregiudizi  che  aleggiano  intorno  alla figura  dello psicologo  e  dello psicoterapeuta  non  accedano  a tali  servizi di  aiuto .

In  primis  il  principale  mito  da sfatare  e’  senza  alcun  dubbio  l’idea  che allo  psicologo  si  rivolgano soltanto  i  matti  ( i  fuori  di  testa ),  e  cio’  accade soprattutto  con  le persone  piu’  avanti  con gli anni  , mentre fra i  giovani  l’approccio  mentale  verso  tali figure  di aiuto  diventa sempre piu’ soft  .

Le  problematiche  del  quotidiano , eventuali difficolta’  relazionali   sentimentali  e  non , difficolta’  scolastiche  , lavorative  ,  problemi  di  salute  ,lutti  e  tutto  cio’  che  rientra  nella sfera  esistenziale   umana  , divengono il terreno  fertile  sul  quale  lo  psicologo  lavorera’  in reciproca  collaborazione  con  il  paziente , al fine  di  recuperare  un  buono  stato  di  salute  psichica , restituendo  alla  persona  le  migliori  risorse  per  fronteggiare  ogni  eventuale   disarmonia .

Una  terapia  psicologica  e’  un qualcosa  destinato  a chiunque  , in quanto  non  necessariamente  bisogna  avvertire  un  malessere  , ma  a  volte l’obiettivo e’   semplicemente    imparare  i giusti  meccanismi  che  consentano  all’individuo  o ad  una  data  comunita’  o  gruppo  di   interfacciarsi  con  gli  altri  in modo  assertivo  ed  empatico.

storicamente  nel  periodo   fascista  la  psicologia  era  assolutamente  bandita  da qualunque  istituzione  e  ogni  eventuale  pratica  veniva  censurata  e condannata , ma  i tempi  sono  cambiati  ed  il volto  della  psicologia non  ha  piu’  aloni  di  imbarazzo   o  segretezza , piuttosto   si  affianca  sempre  piu’  alle  svariate  realta’  europee  , nelle  quali  la  figura  dello  psicologo  e’  pari  a  qualsiasi  altro  specialista  della  salute   , egli  e’ un  “ professionista  della  salute “.

altro  luogo  comune  sullo  psicologo  e’  che  questo  possa  manipolare  e  leggere  la mente  delle  persone  , operando  dei  cambiamenti  all’insaputa  della  persona   stessa ,  ma  in  realta’  nessuno  possiede  il  dono della  lettura  del  pensiero ,  vi  e’  piu’  che  altro  insieme  alle  competenze  acquisite  una  concreta   ed  empatica   attenzione  ed  osservazione  dell’altro .

A  volte  si  dice  anche  che  si  possa  star  meglio  chiacchierando e  sfogando i  propri malumori  con  gli  amici  , il  che  e’  fondamentale  per  il  benessere  dell’individuo  e  tra  l’altro   non  costano  nulla ,  ma  lo  psicologo  non  e’ un  amico  e’ un  professionista  nel settore  della  salute  che mette  a  disposizione  il  proprio  bagaglio  di esperienze  e competenze  al  fine  di  indurre il  soggetto  ad  attenzionare   aspetti  psichici  fino  a quel  momento  inesplorati  ,  facendo  proprie  risorse  personali .

Il  costo  di  uno  psicologo  puo’  variare  da  terapeuta  a  terapeuta  in base  anche  alle  proprie  specializzazioni   , il  minimo  riconosciuto  e’  di  euro  40  a seduta ,  ma   da certe   spese  si  puo’ solo trarre  giovamento  e  beneficio  per  la  propria  salute  psichica , inoltre  i  periodi  di cura  non hanno  una  durata  infinita  , sono   anzi  circoscritti  nel  tempo .

Troppo  spesso  si  ricorre  con  estrema  facilita’ agli  psicofarmaci  e  ansiolitici  di vario genere ,  pensando  che  essi  compiano  magie , ma  in  realta’  il  farmaco  agisce  soltanto  sul  sintomo che  rappresenta  un  grido  d’aiuto  per  informarci   di  possibili  disfunzioni,  ed  esula  dalla   comprensione  dell’origine  del  disagio  stesso.

Tanti  i    luoghi  comuni  da  sfatare  intorno  alla  psicologia  e  agli  psicologi   , ma  appartenere  alla  razza  umana  vuol  dire  anche  attraversare  momenti  di debolezza  caratterizzati  da    malesseri  interiori,  forieri  di senso  di  inadeguatezza  e  frustrazione,    soltanto  l’intervento   dello  psicologo  puo’  condurre  il  soggetto  a   scendere   a  patti  con  la  propria  unicita’  e   a   trasformare  le  proprie  fragilita’ in  una  marcia  in piu’.

  Psicologa  Dott.ssa  Fabiana  Cristina 

Il manifesto della comunicazione non ostile contro il far west della comunicazione

Sulla comunicazione si sono versati fiumi d’inchiostro e centinaia di trattati sono stati pubblicati su tale argomento, a maggiore ragione in anni come i nostri dove della comunicazione si è fatto fulcro centrale delle vite di ognuno di noi, non tanto per il contenuto quanto per il modo in cui lo si comunica, dal più semplice dei cittadini fino ad arrivare alle più alte cariche dello stato. I social poi, hanno fagocitato completamente i mezzi di comunicazione diventando i veri e propri megafoni dove dire, o troppo spesso urlare, tutto ciò che si ha da comunicare. Questo perché il virtuale viene visto come la prateria americana dei primi pionieri : vasta, libera ma soprattutto senza regole. Senza poi dimenticare uno dei vantaggi dei social ovvero l’immediatezza del messaggio che in pochissimi click raggiungerà centinaia, o milioni dipende colui/colei che posta, di utenti che da quello che leggeranno si faranno un’idea sul mondo che li circonda.

Un far west scrivevo poco righe sopra, un luogo di pistoleri pronti a tutto, specialmente sopraffare il più debole, che ahimè non ha risparmiato il dibattito politico, che anzi di questa rabbia e di questo mezzo si è fatta maggior interprete e, per i primi che ne hanno intuito il potenziale, vera e propria calamita di voti.Sotto gli occhi di tutti è la continua e martellante macchina comunicativa che i partiti, o per meglio dire dei leader che li impersonificano, che ha monopolizzato e monopolizza il dibattito pubblico sia esso in sede istituzionale o tra due signori che sorseggiano un caffè davanti il bancone di un bar.

Per di più questo stile comunicativo non ha alcun interesse nel portare alla luce la risoluzione di un problema o far scaturire un dibattito per risolverlo ma semplicemente darlo in pasto alla stampa, donarlo al pubblico ludibrio per calvare questa o quella onda di indignazione che dura giusto il tempo del nuovo tweet che tanto ci farà indignare. Urlare, gesticolare il più possibile, usare la felpa giusta, postare il più possibile ma soprattutto attaccare, attaccare sempre e se possibile per primo. In maniera feroce, senza risparmiare offese personali e perché mettere qualche scandalo familiare che nulla c’entra con il tema in questione e che tanto appaga quel desiderio di sentirsi un po’ Barba d’Urso e che tanto superiori ci fa sentire.

Ebbene io sono un giovane di 26 anni appassionato di politica e della cosa pubblica che di questa storia ne ha francamente le tasche piene, non voglio e non posso immaginare di dover affrontare anni di litigi tv, piccole ripicche da consumarsi nell’intimità dei propri due-tre mila amica su Facebook , offese personali, e chi più ne ha più ne metta solo per racimolare qualche voto in più o qualche articolo che tanto fa bene alla perpetua campagna elettorale che si consuma in tale paese. E badiamo bene, non è un tema così lontano dalle piccole comunità locale anzi ne è un esempio limpido Piazza Armerina come Roma, Milano, Enna, Valguarnera e non me ne vogliano i restanti comuni d’Italia se non li cito. Quindi, per distaccarmi un po’ da tutto ciò, propongo un gesto simbolico ma che potrebbe essere di grande effetto. Invito a sottoscrivere, ovviamente a chi se la sentisse, ma soprattutto a rispettare il manifesto della comunicazione non ostile di cui vi elenco i dieci punti fondamentali:

  1. Virtuale è reale: dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.
  2. Si è ciò che si comunica: le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.
  3. Le parole danno forma al pensiero: mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.
  4. Prima di parlare bisogna ascoltare: nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.
  5. Le parole sono un ponte: scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.
  6. Le parole hanno conseguenze: so che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.
  7. Condividere è una responsabilità: condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.
  8. Le idee si possono discutere: le persone si devono rispettare. Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare.
  1. Gli insulti non sono argomenti: non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.
  2. Anche il silenzio comunica: quando la scelta migliore è tacere, taccio.

Dostoevski diceva che: “ la bellezza salverà il mondo”, ora non so se possiamo esserne certi ma sicuramente male non farà

Matteo Libertino

 

AIDONE: al via la fase 2 del Reddito di Cittadinanza

Si è tenuto in Aula Consiliare l’incontro informativo organizzato dall’Amministrazione comunale di Aidone che ha dato ufficialmente il via alla fase 2 del Reddito di Cittadinanza.  L’incontro pubblico, organizzato dal Vice Sindaco Serena Schillirò, con delega all’innovazione e inclusione sociale e alle politiche del lavoro, che ha introdotto e coordinato l’incontro, con la collaborazione della Dott.ssa Alaimo, a capo dello sportello dedicato al Reddito di cittadinanza e della Dott.ssa Matrascia. Un centinaio di beneficiari,  ma anche referenti di Agenzie per il lavoro e Enti di formazione, hanno partecipato attivamente alla dettagliata relazione dell’esperto di politiche attive del lavoro e del welfare Francesco Costanzo. Oltre a numerosi Consiglieri comunali di Aidone,  hanno partecipato Consiglieri Comunali,  Amministratori e Dirigenti dei vicini Comuni di Piazza Armerina, Raddusa e Mirabella Imbaccari.

Il Vice Sindaco Schillirò e il relatore hanno informato i beneficiari di RdC degli obblighi di partecipazione alle politiche attive del lavoro come misure di formazione, tirocinio, progetti di utilità collettiva organizzati dal Comune derivanti dall’adesione al Reddito di cittadinanza,  pena la decurtazione o, nei casi più gravi,  la decadenza dal beneficio. Sono stati esaminati, inoltre, i casi di esonero o esclusione dagli obblighi in circostanze particolari e le misure che il Comune di Aidone,  in raccordo con il DS 24, sta programmando e attivando per i beneficiari di Reddito di cittadinanza.  Il Vice Sindaco ha ribadito che insieme agli uffici preposti si stanno ultimando i dettagli per l’avvio di misure formative, tirocini extracurriculari presso Imprese locali e associazioni e Progetti di utilità collettiva con il Comune in diversi  settori.

Il Sindaco Nuccio Chiarenza ha concluso l’incontro apprezzandone l’organizzazione e rivolgendo ai beneficiari RdC rassicurazioni sul lavoro che l’Amministrazione sta portando avanti per fare in modo che questa misura funzioni ed ha auspicato la massima partecipazione alle iniziative e alle attività previste. “Abbiamo sperimentato misure di politiche attive rivolte ai nuclei familiari che attraversano difficoltà economiche sin dal 2016 – ha dichiarato il Vice Sindaco Schillirò – con il Sostegno Inclusione Attiva, poi Reddito d’inclusione e oggi Reddito di cittadinanza e abbiamo ritenuto opportuno e doveroso informare i concittadini prima sulle modalità di adesione,  la cosiddetta Fase 1, con un incontro pubblico a ridosso della pubblicazione della legge istitutiva del RdC del 28 gennaio 2019, ed oggi con un incontro operativo sulla fase 2, quella che prevede l’obbligo dei beneficiari di partecipare a misure di politica attiva del lavoro che ne implementino l’occupabilità o l’accettazione di proposte di lavoro. Abbiamo inoltre presentato gli incentivi rivolte alle imprese che assumono questo target e gli incentivi all’avvio di un’attività autonoma o imprenditoriale”.

Skill4future: 100 studenti siciliani si sfideranno a Noto per le migliori idee imprenditoriali

Il progetto è proposto da EIT Food (European Institute of Technology Food) e organizzato da JA (Junior Achievement)  Italia

Cento studenti, cinque scuole e 20 squadre per trovare la migliore idea imprenditoriale sull’innovazione digitale e la lotta allo spreco alimentare.  Si chiama “Skill for future” ed è un progetto in ambito europeo, proposto da EIT Food (European Institute of Technology per il settore alimentare) e da JA Italia, che punta a influenzare ed innovare i sistemi di istruzione e accesso al mercato del lavoro.

L’Innovation Camp, ovvero il momento in cui gli studenti sveleranno le loro idee, si svolgerà martedì 29 ottobre al Centro per la conservazione del germoplasma vegetale agrario e forestale a Marianelli, nella riserva di Vendicari a Noto, messo a disposizione dall’ente regionale Demanio e Foreste di Siracusa. “L’intento è di avere gli studenti immersi nella natura – ha spiegato Mario Roccaro, responsabile del progetto per EIT Food – per stimolarli a riflettere su una produzione sostenibile che sia i grado di rispettare il nostro pianeta. Quale miglior posto di un’oasi naturale”.

E i 100 studenti siciliani provenienti dagli istituti superiori “Michelangelo Bartolo” di Pachino in provincia di Siracusa, “Galilei – Campailla” e “Grimaldi” di Modica in provincia di Ragusa, “Ettore Majorana” di Milazzo in provincia di Messina, e “Salvo D’ Acquisto” di Bagheria in provincia di Palermo lavoreranno in team per sviluppare e formalizzare un’idea imprenditoriale che poggi le basi sull’economia circolare e sul tentativo di rispondere ai cambiamenti globali, e che prepari i giovani al mercato del lavoro di domani.

I giovani si confronteranno sulle due sfide previste dal progetto: “Food waste”, la lotta allo spreco alimentare e “Agriculture 4.0”, ovvero le innovazioni tecnologiche in ambito agricolo. Dunque, dovranno sviluppare una idea che riguardi un prodotto o un servizio, fattibile e realistico, che possa contribuire alla riduzione dello spreco alimentare nel primo caso, e nella seconda challenge pensare ad un sistema di cooperazione e condivisione in termini di dati e informazioni, tra macchine diverse, tra operatori diversi, lungo tutta la filiera agricola.

Due tematiche molto importanti – ha continuato Mario Roccaro – per la prima challenge si stima che ogni anno, un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo dell’uomo vada sprecato. Si produce dunque molto di più di ciò che si consuma. In termini di impatto ambientale si tratta di un problema enorme, anche per lo spreco di risorse utilizzate per la produzione (energia, acqua, terra, fertilizzanti) e per l’aumento di emissioni che contribuiscono al cambiamento climatico. Riguardo alla seconda challange, sempre più aziende agroalimentari italiane (il 37% in Sicilia) investono in innovazione digitale. Un trend che continua a premiare l’introduzione di soluzioni digitali nel settore primario. Nei prossimi 30 anni la domanda di generi alimentari aumenterà del 70%. Bisognerà dunque aumentare e migliorare la produzione agricola, ma anche limitarne l’impatto sull’ambiente”.

Al termine del Camp ci sarà una prima valutazione delle idee emerse, per scegliere le migliori che parteciperanno alla fase europea dell’evento previsto a Bruxelles il 28 novembre, che unirà studenti (16 -19 anni) e idee vincitrici di altri due EITs, EIT Row Material and EIT Climate che in parallelo svolgeranno il loro Innovation Camp in Slovenia e in Ungheria.

EIT

European Institute of Technology è un organismo creato dall’Unione Europea nel 2008 che opera tramite le Comunità della Conoscenza e dell’Innovazione (CCI), partenariati pan-europei dinamici e di lungo periodo tra aziende leader, laboratori di ricerca e imprese, ognuna dedicata alla ricerca di soluzioni per una sfida globale specifica, al fine di rafforzare la capacità d’innovazione dell’Europa.

Junior Achievement Italia, partner italiano del progetto, collaborerà con EIT Food, il consorzio pan-Europeo che si occupa di imprenditorialità e innovazione del settore food, per incoraggiare la prossima generazione di innovatori e imprenditori in Europa a trovare modi per costruire una società europea più sostenibile nel settore alimentare.

Lo shopping online cresce anche al Sud: tutte le tendenze d’acquisto

Lo shopping online cresce anche al Sud: tutte le tendenze d’acquisto
Oggi lo shopping online rappresenta uno dei trend più importanti ed è un’abitudine che si sta radicando sempre più in tutto il mondo. Se fino a pochi anni fa si andava sul web per acquistare principalmente beni tecnologici, come nel caso dell’elettronica e degli elettrodomestici, oggi si acquistano su Internet perlopiù beni di prima necessità, come ad esempio il cibo e i capi d’abbigliamento. Quindi, analizzando questo trend in un’ottica futura, ci sono tutti i motivi per ritenere che nei prossimi anni ci sarà un vero e proprio boom, che porterà lo shopping online a livelli mai visti, con la consegna a domicilio grande protagonista del settore.

 

L’e-commerce cresce nel Sud Italia: gli ultimi dati
Pure il Sud si è fatto contagiare dalla febbre dell’e-commerce, con il settore dei negozi elettronici che sta conoscendo in questo periodo un interessante incremento. Soprattutto se si parla di regioni come la Sicilia, che promettono grandi numeri e trend di crescita destinati a salire ancora. Ne dà testimonianza la ricerca condotta da Infocamere e Unioncamere, secondo cui la Sicilia si classifica terza per tasso di crescita dell’e-commerce in Italia, dopo la Lombardia e la Campania. Si tratta di un incremento annuo che oscilla fra il +25% e il +35%, e che riguarda anche altre regioni del Sud, come la Calabria, la Basilicata, la Puglia e la già citata Campania. Il motivo alla base di questo successo? Una nuova generazione di professionisti del web, che è finalmente riuscita a emergere anche in regioni come la Sicilia, per definizione una terra ricca di menti brillanti e propositive. D’altra parte va anche detto, che oggi è sempre più facile fare compere online grazie alla possibilità di collegarsi da zone un tempo senza copertura. Il merito va soprattutto allo sviluppo di nuove tecnologie per la connessione a internet, sfruttate tra gli altri da Linkem ad esempio, che hanno portato la rete veloce dove un tempo mancava. Questi processi tecnologici, affiancati dalla digitalizzazione della società in atto, hanno indubbiamente giocato un ruolo di primo piano nel decretare l’ascesa dello shopping online e il futuro si preannuncia ancora più promettente da questo punto di vista.

Shopping online: quali sono i principali trend d’acquisto
Ma quali sono le abitudini d’acquisto odierne? Secondo gli ultimi dati di settore, il consumatore digitale si configura come un “animale notturno”. Molto frequenti sono, infatti, gli acquisti di notte o nelle prime ore del mattino, arrivando a riguardare addirittura un acquisto su 15.  Siamo in presenza di un vero e proprio boom notturno, che vede una crescita degli acquisti del +23% durante questa fascia oraria nel 2018. Per quanto riguarda le merci acquistate, una panoramica generale dei trend di ricerca attuali si può avere guardando lo studio condotto da Lyst sui marchi e prodotti più amati. Nella lista si trovano ad esempio brand noti come Balenciaga, Adidas e Off-White, che a livello europeo dimostrano di essere i più apprezzati in assoluto dai consumatori digitali. Non bisogna dimenticarsi poi di marchi come Gucci, sempre sulla cresta dell’onda, e dei modelli di scarpe sportivi, come le sneakers, “cliccatissime” in tutto il mondo sul search engine di Google. Non va trascurato, inoltre, l’affermarsi del fenomeno dello showrooming che fa sempre più proseliti tra i consumatori contemporanei e che incorona il digitale a canale d’acquisto preferito dai giovani, a discapito dei negozi tradizionali.

 

Showrooming, il nuovo fenomeno dello shopping online

Si moltiplicano le mode grazie ad internet e lo showrooming è l’ultimo fenomeno nato nello shopping online. Come funziona? Ecco un semplice esempio. Entriamo in un negozio, proviamo un indumento e, annotata la taglia, salutiamo il rivenditore. Una volta usciti, basta una breve ricerca sullo smartphone per trovare lo stesso prodotto ad un prezzo migliore ed ordinarlo online. Semplice, comodo e conveniente, almeno per il consumatore.

Sono gli stessi commercianti ad accorgersi subito di chi fa uso di questa più recente “tecnica d’acquisto”. Un cliente impegnato a scattare una foto sull’etichetta di un prodotto fa intuire all’istante al negoziante che molto probabilmente acquisterà altrove. Un fenomeno sempre più diffuso, soprattutto tra i giovani alla ricerca dell’ultimo prodotto griffato, l’unica condizione è rispettare i consigli di base per muoversi in sicurezza tra i negozi online.

D’altronde la tecnologia ha radicalmente cambiato il modo di approccio d’acquisto dei consumatori. La pubblicità orienta le scelte ma solo fino ad un certo punto, poi ci pensa il web, mettendo a disposizione degli utenti la possibilità di effettuare approfondite ricerche. C’è naturalmente il rovescio della medaglia: i negozianti, trasformati in una sorta di showroom dove recarsi a guardare e misurare la merce, per poi optare verso un più conveniente acquisto online. I negozi della piccola distribuzione fisica si trasformano pertanto in una sorta di vetrina a favore non soltanto di colossi dell’e-commerce ma di qualsiasi attività che lavora principalmente su internet, capace di offrire prodotti a prezzi concorrenziali. Non solo grandi catene multiprodotto come Amazon ma anche attività di nicchia, per chi ricerca una precisa categoria di articoli dopo averli visti e provati nel negozio sotto casa. È il caso del noto brand “Zalando”, piattaforma su cui scoprire le ultime tendenze e le novità di abbigliamento per donna, uomo e bambino. Per gli amanti del lusso, c’è il rinomato portale “YOOX”, specializzato nell’offerta di marchi quali Dolce e Gabbana, Chloé, Prada. Le sue peculiarità? Qualità e accattivanti offerte per risparmiare sul prezzo originale.

Esistono poi attività con punti vendita sul territorio ma presenti in rete con proprie piattaforme. Tipico esempio è “H&M”, celebre brand di moda che offre un’ampia varietà di prodotti e accessori al miglior prezzo. Un marchio attivo sia online con un completo portale, sia offline con grandi aree di vendita ubicate nei principali centri commerciali. In questa categoria rientra anche Calcio shop, ecommerce specializzato in abbigliamento da calcio. Non soltanto il sito è diventato un punto di riferimento per calciatori, ma anche i negozi fisici (in primis quello di Milano) sono riusciti a mantenere il proprio successo aiutando tutti i clienti non avvezzi alla rete o che semplicemente preferiscono provare i prodotti prima di acquistare. È dunque evidente perché la gente sceglie di provare nell’attività sotto casa e poi comprare online: toccare con mano la qualità del prodotto e risparmiare. Un connubio di successo, soprattutto in un’era in cui siamo sempre connessi, per una pratica diffusa tra i giovanissimi e seguita anche da chi è un po’ più avanti con l’età. Entrambi accomunati dal rispetto delle linee guida alle base dello showrooming: misurare in negozio e ordinare sul web, in pochi semplici click.

Ricordi del passato: Alcide De Gasperi

Il 19 agosto è stato il 65° anniversario della morte di Alcide De Gasperi che voglio ricordare con questo mio appunto. Il nostro sistema parlamentare  previsto dalla  Costituzione ne fissa in cinque anni la durata, al termine della quale il popolo ritorna alle urne per giudicare, con un nuovo voto, l’attività del governo. Il programma elettorale dovrebbe essere realizzato nel corso del quinquennio, e non nell’arco di pochi mesi, tenendo anche  conto che la rappresentanza parlamentare eletta non deve essere condizionata da altri dati elettorali non omogenei, né dai sondaggi. Un governo eletto con il sistema elettorale dovrà trovare la propria legittimazione con il voto della maggioranza dei  componenti del Parlamento,che valuterà gli accordi programmatici concordati.

Questa fase, con un linguaggio tutto italiano, da un po’ di tempo viene alternativamente chiamata “inciucio”, creando forti tensioni sia nel Parlamento  che nel Paese. Il sistema elettorale proporzionale  consente anche ad un solo partito che ottiene la maggioranza dei seggi, di eleggere un governo monocolore. Un caso che in circa 80 anni di democrazia si è verificato soltanto una volta: la vittoria della Democrazia Cristiana in occasione delle elezioni del 18 aprile 1948. La larga vittoria, sia alla Camera che al Senato, non venne usata dalla D.C.per dar vita a un Governo monocolore, ma ad un quadripartito formato dalla Democrazia Cristiana (9 Ministri), da Unità Socialista ( 3 Ministri e Vice Presidenza del Consiglio), Partito liberale ( 2 Ministri e Vice Presidenza dl Consiglio) , Partito Repubblicano ( 1 Ministro) e anche 2 Ministri indipendenti.

I seggi conquistati nei due rami del Parlamento erano stati 436 per la D.C.,43 per Unità socialista, 26, per il PLI e 15 per il PRI. Ai tre raggruppamenti, che nel loro insieme raggiungevano il 20%,  la D.C. con nove Ministeri, ne  attribuì agli altri partiti ben sei, riservandone anche altri due a personalità indipendenti. Ma a gestire questa operazione un personaggio che il nostro paese non dovrebbe mai dimenticare: Alcide De Gasperi, al quale si deve l’ottimo inizio della nostra democrazia, la sollecita ricostruzione del nostro Paese distrutto dalla guerra, il boom economico degli anni ‘50 ed essere stato l’artefice di quel sogno Europeo, tradito dai successori. Una lezione d’altri tempi.

Angiolo Alerci

Il teatrino della politica

Con una farsa era stata costruita la maggioranza che ha governato il nostro Paese per oltre un anno, con una nuova farsa è stata distrutta. La prima farsa una maggioranza costruita con un contratto che prevedeva due parti separate. Due programmi diamentralmente diversi che avrebbero avuto, come è avvenuto, problemi al momento della loro approvazione.

I due contraenti di taglie diverse:  uno molto esperto di strategie politiche mentre  il secondo, non solo ingenuo ma anche molto presuntuoso, avevano  concordato il modo come affrontare questo problema. “Io do una cosa a te e tu ne darai una a me” apportando delle piccole modifiche concordate ai provvedimenti da approvare, per dare a uno la possibilità di affermare che un loro punto programmatico era stato approvato  ed all’altro che al provveimento erano state approvate delle sostanziali modifiche migliorative.

Esempio lampante la sollecita approvazione della modifica della legge­ Fornero e la contestuale approvazione della legge sul reddito di cittadinanza. Così è avvenuto per i pochi provvedimenti approvati. Ma il comportamento di entrambi confermava che gli stessi erano ben convinti che il sistema non sarebbe durato a lungo. Le lunghe liste di provvedimenti da attuare subito elencati da entrambi, confermano tutti i sospetti, in quanto nessuno dei due teneva conto che i loro programmi elettorali avrebbero dovuto essere realizzati nell’arco della legislatura e non nell’arco di pochi mesi.

A turbare l’idillio il risultato delle elezioni europee che travolse i rapporti esistenti in seno al nostro Parlamento, con il raddoppio dei voti attribuiti alla Lega e la contestuale perdita del 50% dei voti conseguiti dal movimento 5 Stelle.

Da quel  momento il comportamento di Salvini è diventato sempre più incalzante ed i toni sempre più arroganti, nel tentativo di creare il casus che avrebbe potuto determinare una crisi di governo e beneficiare, così, delle ottime previsioni dei sondaggi nel caso di elezioni anticipate.Ma a togliere le castagne dal fuoco è stato il comportamento ingenuo di Di Maio, con la presentazione dell’inutile famosa mozione sulla TAV in contrasto, tra l’altro, con una comunicazione data  dal Presidente Conte, espressione del Movimento 5 Stelle. Una mozione che politicamente non aveva alcun significato e valore e

la cui votazione, per la prima volta nell’era repubblicana, ha visto le due forze della maggioranza dividersi con strascichi molto polemici.

Strascichi che hanno portato Salvini ad annunciare la fine di questa ibrida collaborazione e creare le condizioni di crisi, in un momento difficilissimo  per le numerose importanti scadenze vicine. Unica considerazione positiva è quella che questa difficile matassa da dipanare si troverà  nelle mani del nostro Presidente della Repubblica.

 

angiolo alerci

Considerazione sul “contratto di governo”

Il 6 maggio scorso, alla vigilia delle elezioni europee,in un mia nota pubblicata su diversi giorrnali on line con il titolo  “La vera strategia dei nostri governanti”  scrivevo:

“A complicare i rapporti  la contrapposizione continua su “certi” casi: oggi la posizione del sottosegretario Siri coinvolto in uno scandalo  tangenti, immediatamente equilibrata con le forti polemiche nei confronti  della Sindaca di Roma Raggi, con dichiarazioni pesanti sia da parte di Salvini che di Di Maio. La verità è nella strategia concordata, da uomini di parola, all’atto della sottoscrizione del famoso contratto. I punti programmatici presentati dai due leader  prevedevano  la necessità di essere tutti rivisti al ribasso in sede di proposizione, di discussione e di approvazione.

Questo ha  consentito ad ognuno criticare le proposte fatte  dall’altro e le modifiche realizzate sono state alternativamente, considerate come conquiste della controparte. Fino  quando questo giochetto funzionerà il contratto non terrà in alcun conto tutto quello che all’esterno appare e, anche un non positivo risultato elettorale da parte dei 5 Stelle, non influirà sulla vita del governo che, nel rispetto della strategia concordata, potrà continuare ad operare”.

Dal 6 maggio acqua ne è passata molto sotto i ponti, ma le situazioni che continuano ad apparire sempre più gravi saranno  superate, anche se Salvini ha fotrtemente criticato ed offeso Ministri espressioni del movimento 5 Stelle sottolineando, nel contempo, che lui si fida solo di Di Maio. Espressione questa che non so quanto sia piaciuta allo stesso Di Maio e come sarà stata valutata dallo staff, dai parlamentari e dal popolo Cinquestelle.

Angiolo Alerci

Poliztica nazionale: un possibile evento da evitare

La continua progressione di certi atteggiamenti di Salvini ci fanno intravedere in un periodo molto breve, con il consenso di una grande maggioranza di elettori, una vera involuzione  del nostro Paese. Il carattere di Salvini, i suoi atteggiamenti, certe sua affermazioni ed il largo credito che gli viene riconosciuto dai sondaggi, forse ci porteranno a rivivere quello che è successo il 28 ottobre 1922. Non la marcia su Roma che fu una manifestazione più coreografica che politica, dal momento che il Re aveva già il giorno prima dato incarico a Mussolini  di formare il Governo. Ma una ben studiata strategia oggi sottovalutata da molti.

I suoi atteggiamenti scimiottano molto quelli tenuti, nel corso del ventennio, da Benito Mussolini. Ma una riforma ormai si rende necessaria per non essere il suo progetto ostacolato: la riforma della Giustizia con un Pubblico Ministero assoggettato all’esecutivo. Salvini che solo un anno fa aveva intessuto lodi a quella magistratura che, forse unico caso nel mondo, aveva consentito alla Lega di dilazionare in mezzo secolo il pagamento di circa 50/milioni di euro, sottratti alle casse dello Stato e  disinvoltamente utilizzati.
E’ lo stesso Salvini che, commentando da Ministro la sentenza relativa al caso della Sea Watch, ha offeso e minacciato quella magistratura che  aveva deciso in modo completamente differente di quanto lo stesso indirettamente aveva suggerito: “subito le manette “. E’ lo stesso Salvini che in un’intervista televisiva aveva affermato che “ il Duce affascinante da studiare” ed alla domanda lei è antifascista ? rispondeva “ sono antirazzista”, giustificando i  comportamenti degli aderenti a Casapound.

Il nostro popolo e i nostri elettori, nella stragrande maggioranza ,non hanno vissuto quel ventennio di “ un uomo solo al comando” il quale, dopo avere fatto delle leggi che ancora oggi sono in vigore, travolto da una forma di pazzia e  ammaliato dal dittatore tedesco Hitler, condusse il nostro Paese in una guerra che causò centinaia di migliaia di morti e la distruzione di molte nostre città In politica gli elettori fanno le proprie scelte ed il popolo ha il governo che si merita. Meditiamo !

Angiolo Alerci

Convegno dell’ANCI – “La messa alla prova” e l’ente locale, opportunità e prospettive.

Nel Sud Italia si è registrato un incremento del 43% nel 2018, una evoluzione positiva che attesta un numero crescente di soggetti che chiedono di ricorrere alla “messa alla prova”. Nella nostra regione, nel primo semestre del 2019, l’istituto della “messa alla prova”, molto apprezzato dalla magistratura per la sua valenza sociale e rieducativa, ha coinvolto 148 comuni e 365 enti privati. Attualmente nell’Isola sono attive 1816 “messe alla prova” mentre 2376 sono le istanze pendenti.

Sono questi alcuni dei dati emersi, questa mattina a Villa Niscemi, durante il seminario dal titolo “La messa alla prova e l’ente locale, opportunità e prospettive”, organizzato da AnciSicilia in collaborazione con il Dipartimento di Giustizia minorile e di comunità del Ministero della Giustizia e con l’Ufficio interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna per la Sicilia.

Di cosa si tratta:

Con la  “messa alla prova”, viene offerta la possibilità a chi ha commesso un reato di estinguerlo completamente senza andare in carcere e mantenendo la fedina penale pulita. In prima battuta bisogna concordare un percorso di riabilitazione con il giudice, tramite studio o lavoro. Se al termine del periodo di prova il giudice sarà soddisfatto, il reato verrà estinto.

La “messa alla prova” esiste dal 1988 per i minorenni e nel 2014 è stata estesa ai maggiorenni, anche se con alcuni limiti. Il reato che hanno commesso, solo per fare un esempio, non deve prevedere una condanna superiore a 4 anni e possono farne richiesta una sola volta nella vita.

La normativa vigente prevede che, su richiesta dell’imputato, il giudice possa procedere, durante la fase decisoria di primo grado e per reati di minore allarme sociale, alla “sospensione del procedimento con messa alla prova”. La sospensione è subordinata all’espletamento di una prestazione non retribuita in favore della collettività, da svolgere sulla base di una convenzione e di un programma di trattamento predisposto dall’Ufficio di Esecuzione penale esterna, presso lo Stato, le Regioni, i Comuni e altri enti pubblici e privati che ne facciano richiesta.

Nello specifico, per ciò che attiene le amministrazioni locali, l’istituto consente, senza costi a carico dell’ente, di poter beneficiare del contributo lavorativo di cittadini che, in alcuni casi, possono avere alle spalle un percorso professionale di particolare interesse.

“L’incontro di oggi – ha spiegato Leoluca Orlando, presidente AnciSicilia – conferma la volontà di collaborazione tra il sistema delle autonomie locali e il Ministero della Giustizia e ci serve per smentire tutti coloro che, in maniera del tutto miope, pensano che un soggetto che ha sbagliato non possa recuperare e tornare indietro sui propri passi per fare meglio e bene. Dobbiamo tenere a mente che il soggetto destinatario di provvedimenti giudiziari è anche titolare di diritti umani e, in questo caso, avrà la possibilità di reinserirsi e recuperare attraverso il lavoro inteso non come atto finalizzato alla retribuzione ma come funzione sociale”.

“L’AnciSicilia – ha concluso Orlando – ha organizzato questo incontro con l’obiettivo di favorire un cambiamento culturale delle comunità e, nel caso degli enti locali, parlando a nome di tutti i sindaci dell’Isola, ritengo utile la definizione di un “ordinamento quadro” a cui attenersi tenendo conto anche delle diverse esigenze territoriali”.

“L’istituto della “messa alla prova”  – ha aggiunto il segretario generale dell’Associazione dei comuni siciliani, Mario Emanuele Alvano – per i maggiorenni esiste dal 2014 ed è sempre più utilizzato, tant’è che sono diverse migliaia i cittadini che in Sicilia ne stanno usufruendo e che sono utilizzati in prestazioni gratuite per attività di pubblico interesse. In questa prospettiva riteniamo che i comuni possano essere protagonisti richiedendo il contributo di questi soggetti i quali, spesso, sono portatori di significative competenze. Va sottolineato, infine, che anche gli obblighi assicurativi in capo ai comuni, e attivabili attraverso la piattaforma Inail, possono essere interamente finanziati dalle risorse previste da un apposito fondo nazionale ”.

Al convegno hanno partecipato: Lucia Castellano, Direttore Generale UEPE, Salvatore Di Vitale, presidente del Tribunale di Palermo, Giuseppe Graceffa, Presidente Ordine Professionale degli Assistenti Sociali della Regione Sicilia, Antonella Di Spena, Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità – Direzione Generale dell’Esecuzione Penale Esterna e di Messa alla Prova, Marina Altavilla, Ufficio Esecuzione Penale Esterna per la Sicilia, Andrea  Innocenti, giudice della IV sezione penale del Tribunale di Palermo, Angelina De Luca, Sindaco del Comune di Altofonte, e Diana Artuso,  Dirigente Inail – sede Territoriale Palermo-Trapani

L’autodromo di Pergusa

Giorni fa passando casualmente in macchina dalla Contrada Mugavero avevo notato un particolare movimento di auto verso il capannone Premium. La curiosità mi portò a verificare il motivo di tale movimento e rimasi stupito nel vedere molta gente. Più stupito dal fatto che l’organizzatore dell’evento era Giuseppe Telaro il quale da ragazzo, ne avevo perso le tracce, mi aveva collaborato con intelligenza, serietà e competenza nel periodo in cui, tra l’altro, ero il concessionario dell’Alfa Romeo di Caltanissetta. Mi sono complimentato con lui per questa sua iniziativa.

Un interesse particolare ho riservato per ascoltare la “lezione di guida e sul comportamento delle vetture” tenuta dal nostro concittadino, il giovanissimo Simone Patrinicola, pilota della Volkswagen. Di Simone voglio soltanto ricordare la sua vittoria nella gara di durata disputata sul circuito di Imola, il 2° posto nella gara per il campionato nazionale orotopiti disputata nel circuito del Mugello che gli consentì anche di conquistare il titolo di campione italiano under 25. Nonostante la sua giovane età la vita gli ha già riservato altri numerosi successi che fanno di Simone un vero enfant prodige dell’automobilismo italiano. A Giuseppe Telaro chiesi perché questa bella manifestazione non fosse stata organizzata all’interno del nostro autodromo ?

La sua risposta non è stata molto chiara al riguardo. Dal più vecchio consigliere dell’ Ente autodromo, per oltre venticinque anni diretto e attivo collaboratore di Rino Mingrino e di Nino Gagliano e amico di Mario Sgrò attuale Presidente dell’Ente autodromo un consiglio: dal momento che l’autodromo non è più nelle condizioni di potere svolgere quelle manifestazioni che lo portarono all’attenzione di tutto il mondo, manifestazioni del tipo di quella organizzata da Giuseppe Telaro, che prevedeva anche la guida di auto, doveva essere effettuata all’interno dell’autodromo e non in un’area ristretta non idonea, a distanza di pochi chilometri da Pergusa.

Se, come penso, c’è stato un “ difetto” di comunicazione, essendo amico sia di Telaro che di Sgrò, sono disponibile per un incontro e chiarire, se vi sono cose da chiarire, ed evitare per l’avvenire di creare analoghe imbarazzanti situazioni. 

Angiolo Alerci

La disunione europea

Manipoli di persone inutili ,provenienti da ventotto Stati che nel tempo si sono alternati nella guida dell’Europa, sono riusciti a realizzare il loro capolavoro: la disunione europea. Ho  voluto aspettare l’epilogo del dramma vissuto da circa cinquanta persone, per fare qualche considerazione. Senza volere entrare nel merito della legge Salvini sull’immigrazione, che in parte non condivido. E’ il  comportamento della comandante della Sea Watch che mi ha creato seri dubbi: quattordici giorni di navigazione e di sosta al limite delle acque territoriali di Lampedusa, pur conoscendo che con la nuova legge italiana le era stato proibito, ben dodici giorni prima, l’accesso al porto di Lampedusa.

Trattandosi di una imbarcazione con meno di cinquanta immigrati avrebbe potuto contattare la Grecia,Malta,la Spagna e la Francia non insistere e sfidare il nostro Governo, ormeggiata nei pressi di Favignana. A comportarsi in questo modo ha certamente contribuito il suo dna tedesco, ma forse l’appoggio indiretto di certi poteri. Ma le considerazioni che sento opportuno fare sono due:

– La Corte di Strasburgo ha respinto il ricorso dell’ong collegata alla Sea Watch, indirettamente giustificando il comportamento  del governo italiano

–  L’Europa ordina: fateli sbarcare. Quale Europa può dare questo ordine all’Italia, la stessa che ha consentito e continua a consentire a diversi paesi di non ospitare nemmeno uno degli immigrati ?

L’aspetto umano per quanto accaduto merita molto rispetto ma poteva benissimo essere trattato diversamente, specie nei confronti dell’Olanda battendo la Sea Watch bandiera olandese. Io avrei  fatto sbarcare prima i migranti e con un volo immediatamente trasferirli a Bruxelles. creando un vero grosso caso che avrebbe potuto determinare  le condizioni per un seria urgente valutazione del problema migrazione. Purtroppo la nostra non è un’ Unione Europea ma la riunione di quattro amici al bar che trattano i diversi problemi giocando a tresette.

Angiolo Alerci

Polizia Postale: avviso ai maturandi: attenti alle fake news. Nessuna traccia su internet

L’unica certezza per i maturandi è che usare lo smartphone durante le prove comporta la bocciatura. Sul resto il rischio fake news è dietro l’angolo. Ogni anno, in occasione dell’Esame di Stato, tra gli studenti si diffondono informazioni errate in merito alle procedure d’esame. Secondo alcuni diventa possibile conoscere le tracce in anticipo attraverso internet, per altri sorge la convinzione di essere controllato dalle Autorità durante lo svolgimento. Se quest’ultima informazione, pur falsa, funge da deterrente contro l’utilizzo di strumenti tecnologici per alterare il risultato dell’esame, la ricerca di fantomatiche anticipazioni sui testi d’esame fa perdere tempo e denaro. Dall’annuale monitoraggio realizzato da Skuola.net, per la Polizia di Stato, su un campione di circa 3.000 studenti del quinto anno risulta che 1 su 6 crede di poter trovare su internet le tracce delle prove d’esame, mentre 1 su 5 è convinto che la Polizia controlli i telefonini degli studenti per scoprire chi sta copiando. L’opinione è naturalmente falsa, perché il controllo della rete non avviene con queste modalità.

Per l’undicesimo anno consecutivo la Polizia Postale e delle Comunicazioni, in collaborazione con il portale degli studenti Skuola.net, si appresta a lanciare la campagna di sensibilizzazione “Maturità al sicuro”, con l’obiettivo di debellare il fenomeno delle fake news, bufale e leggende metropolitane ed evitare che gli studenti, oltre a perdere tempo prezioso, possano anche rimetterci del denaro alla ricerca della “soffiata giusta”.

L’impatto di queste iniziative è dimostrato dai dati. Dal 2014 ad oggi, ad esempio, si può notare una riduzione del fenomeno: prima, infatti 1 su 3 era convinto di poter conoscere le tracce d’esame in anticipo su internet. L’ampio utilizzo dei social media impone, comunque, di non abbassare la guardia. Anche perché ogni anno gli studenti cambiano, per cui è necessario ripetere i messaggi. I primi maturandi nati nel nuovo millennio sembrano globalmente essere più consapevoli di quelli che li hanno preceduti dodici mesi fa.

Purtroppo le false credenze non terminano qui: il 42%, teme di poter essere “perquisito” dai professori di commissione e circa il 19% crede che la scuola sarà “schermata” per impedire ai cellulari di connettersi ad internet. Non meno rilevante il dato di quell’8% dei maturandi che, invece, si aspetta di trovare commissari d’esame dotati di strani dispositivi di rilevamento magnetico per i cellulari.

Gran parte dei ragazzi è cosciente che utilizzare il telefonino equivale all’espulsione dalle prove d’esame (92%), rimangono incertezze per quanto riguarda ciò che è ammesso o vietato durante la maturità. Per il 31% dei ragazzi, infatti, non costituisce reato ricevere le soluzioni delle tracce dall’esterno, mentre la prova è in pieno svolgimento.

L’iniziativa “antibufale” si serve delle forme di comunicazione e degli strumenti preferiti dai giovani per veicolare i messaggi di sensibilizzazione, ed è finalizzata ad aiutare i ragazzi ad affrontare l’esame con maggiore serenità, confidando nei propri mezzi e nella preparazione che hanno ricevuto durante gli anni passati a scuola, senza cercare scorciatoie truffaldine che comporterebbero solo l’esclusione dalla prova d’esame.

A questo scopo è stato realizzato un video in collaborazione con Skuola.net e lo youtuber Nikolais, che verrà diffuso anche su Facebook, Instagram e Youtube. Un contenuto ironico che passa in rassegna le tipologie di studente più diffuse: dall’ansioso al “selfista”, passando per il “tanto non lo chiede” e il credulone. Quest’ultimo sarà preda di una possibile compravendita di tracce in anticipo, prontamente sventata dall’intervento di un rappresentante della Polizia di Stato.

La notte che precede l’esame, tantissimi ragazzi perdono il proprio tempo sulla rete nella speranza di conoscere le tracce con qualche ora di anticipo, ed è proprio per questo che gli operatori del Commissariato di P.S. online sono a disposizione dei maturandi per rispondere a tutti i loro quesiti e dubbi sulle informazioni che circolano in rete nelle ore immediatamente precedenti la prima prova d’esame. Un rappresentante dalle Polizia di Stato sarà anche presente alla tradizionale diretta di Skuola.net nelle ore precedenti l’esame, per rispondere a tutti i dubbi degli studenti.

L’esame di maturità è un appuntamento molto importante per i ragazzi – afferma Cono INCOGNITO, Dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni Sicilia Occidentale – e per questo è necessario che mantengano la serenità necessaria per affrontare gli esami senza problemi confidando nei propri mezzi e nella preparazione che hanno ricevuto durante gli anni passati a scuola, senza cercare scorciatoie truffaldine che comporterebbero solo l’esclusione dalla prova d’esame.  Le false notizie relative alla diffusione anticipata delle tracce d’esame in rete  – conclude Cono INCOGNITO – possono portare invece sterili distrazioni e in un momento come questo, si corre il rischio di perdere la concentrazione necessaria e tempo prezioso.”

La riforma della burocrazia

Assistiamo continuamente alle affermazioni di tutte le parti politiche che riconoscono due motivi per cui sono rallentati , quasi spariti, gli investimenti e le iniziative di gruppi stranieri nel nostro paese:  la burocrazia e la lungaggine dei processi civili. Vorrei dare un contributo per chiarire alcuni aspetti della burocrazia da me personalmente vissuti. Negli anni 1936/40 , era fascista,vennero espropriati a mia madre, Grimaldi Elena, terreni situati nei pressi del Lago di Pergusa per la costruzione dell’omonimo villaggio. Al termine dei lavori il Genio Civile, ente che aveva gestito amministrativamente e tecnicamente la pratica di esproprio, si trovò nella difficoltà di accatastamento delle costruzioni perché erroneamente un fabbricato era stato costruito su terreno non espropriato. Nel 1945 mio padre, avendo constatato che circa mq 5000 di terreno espropriato  non erano stati utilizzati, ne chiese la restituzione a compensazione con quello arbitrariamente occupato.  Da allora nonostante le ripetute sollecitazioni verbali, di diffide, di ingiunzioni giudiziarie nessun riscontro venne mai dato. Con la morte di mio padre ( anno 1962 ) avendo io seguito l’intero iter della pratica periodicamente rinnovavo le richieste estendendole, oltre che al Genio civile anche alla Prefettura, all’ Intendenza di Finanza, all’Ufficio Tecnico erariale, all’Istituto autonomo delle Case popolari ed al Comune di Enna.

Pratica che gestivo più per un motivo di principio che per altri motivi. Soltanto il 5 ottobre 1990 delimitando con una recinzione una parte del terreno di proprietà, un abitante della zona chiese agli operai “ cosa state facendo” ed alla risposta “stiamo effettuando la recinzione richiesta dal padrone”  la controrisposta fu “ perché ci sono ancora padroni ?”, Lo stesso giorno decisi di cambiare strada presentando un nuovo esposto al Prefetto di Enna, all’Ufficio del Genio Civile, all’Intendenza di Finanza, alla Regione Siciliana ( divenuta competente) e alla Procura della Repubblica di Enna. L’intervento della Procura fu quello che nel giro di cinque mesi si crearono le condizioni per la definizione di una pratica che allora si trascinava per oltre cinquant’anni. Caso veramente strano, la Regione Siciliana, con insolita tempestività con suo decreto del 22 marzo 1991 dichiarò che quel terreno inutilizzato per fini di pubblica utilità, doveva essere restituito ai proprietari. Nonostante ciò l’Agenzia delle entrate fece perdere  altro tempo, tanto che l’atto di trasferimento dei terreni venne stipulato presso il Notaio Graziella Fiorenza nel 2005,  quindici anni dopo il decreto adottato dalla Regione.  Una pratica complessivamente definita dopo 65 anni.

Questa è la burocrazia tollerata da tutte le classi politiche che si sono succedute dopo la caduta del fascismo. Un motivo per cui tutto viene bloccato: i burocrati comandano perchè conoscono le magagne  poco pulite di molti politici, magagne che possono essere usate come arma di ricatto. Può darsi che a giorni narrerò un’altra  esperienza ancora non conclusa. iniziata del 2007. Questa volta alla sua conclusione chiederò, cosa non fatta quella volta, i danni.

Angiolo Alerci

 

Ricordi del passato: la legge di stabilità

Passata la sbornia elettorale se fatti traumatici non ne creeranno immediate conseguenze, il governo dovrà metter mano subito alla nuova legge finanziaria che, anche per gli effetti del risultato elettorale, non sarà una cosa facile. Il contratto prevede punti programmatici che alternativamente non sono facilmente  digeribili tra le parti contraenti. La tornata elettorale è stata anche una concausa all’acuirsi del raffreddamento  dei rapporti tra Salvini e Di Maio, perché ha indirettamente  consigliato ai due  di mettere troppa carne sul fuoco, non tenendo conto che il loro programma elettorale doveva essere realizzato nel corso del quinquennio e non nel corso di pochi mesi. Questa strategia ha premiato Salvini e danneggiato pesantemente Di Maio. Alla vigilia  dell’ elaborazione della nuova legge finanziaria ho voluto rivedere due mie note , una del 5 novembre 2013 e la seconda dell’11 settembre 2014, pubblicate su diversi giornali on line e inseriti alle pagine 105/106 e 195 del mio primo volume  di “ Cronaca e riflessioni sulla politica italiana”.  Il 5 novembre 2013 scrivevo: “ Un recente studio fatto elaborare dall’Unione delle province ha confermato che la spesa pubblica del nostro Paese ammonta ad oltre 800/miliardi di euro. Una minima riduzione del 2% generalizzata comporterebbe un risparmio di oltre 15/miliardi di euro e tale riduzione potrebbe regalarci anche un punto di pil (quasi 20/miliardi)- L’11 settembre 2014 in una lettera aperta al Presidente del Consiglio Renzi, spedita anche in modo tradizionale scrivevo: “ Oggi, proprio all’indomani della sua comunicazione della necessità di ridurre del 3% le spese dei Ministeri, da parte dei  due Ministri della Sanità e della difesa vengono avanzate perplessità sulla possibilità di ridurre le spese dei loro ministeri. Mi consenta da vecchio democristiano che ha seguito con particolare attenzione la vita politica di quel periodo, di darle un consiglio. Eviti che nel suo governo possa verificarsi quanto sistematicamente accadeva nelle riunioni dei Consigli dei Ministri di allora. Tutti i Ministri si presentavano, dopo avere  studiato molto bene i bilanci egli altri ministeri. Tutti, nel dichiarare la impossibilità di effettuare tagli ai propri bilanci, erano nelle condizioni di suggerire tagli nei bilanci degli altri ministeri, creando condizioni di stallo. Se si considera solo il fatto consolidato  che i bilanci sono stati sempre predisposti anche per agevolare operazioni poco pulite, la riduzione del 3% non potrà mai compromettere la funzionalità della macchina dello Stato.” Queste mie considerazioni saranno portate a conoscenza del nuovi responsabili per una più seria valutazione di quanto da me rappresentato da oltre sei anni.

Angiolo Alerci

Storia: il 77° anniversario della fondazione della Democrazia Cristiana.

In questa estate ricorrerà il 77° anniversario della fondazione della Democrazia Cristiana. Infatti fu nell’estate del 1942 che Pietro Malvestiti, uno dei massimi esponenti del cosiddetto Movimento Guelfo, movimento clandestino, cattolico, milanese e antifascista, si recò  a Borgo Valsugana per coordinare con Alcide De Gasperi una azione comune per la creazione di un nuovo partito che rispolverasse il Partito Popolare di Sturzo. Nell’ottobre del 1942  a Milano, nell’abitazione della famiglia dell’industriale Falck, nacque la Democrazia Cristiana. Alla riunione, anche per il suo carattere di clandestinità, parteciparono poche persone tra queste Giovanni Gronchi, successivamente eletto Presidente della Repubblica  e Achille Grandi, successivamente rappresentante della componente cattolica all’interno del sindacato unitario C.G.I.L.     come co-segretario Generale  con Di Vittorio, in rappresentanza del P.C.I e Grandi in rappresentanza del P.S.I. . Tra i primi ad aderire al nuovo partito Giuseppe Dossetti, Amintore  Fanfani e Giorgio La Pira. La scelta di Malvestiti di incontrare De Gasperì scaturì dal fatto che De Gasperi era stato l’ultimo segretario del Partito Popolare, sciolto dal fascismo alla vigilia del Natale del 1925. Democrazia Cristiana che per oltre 40 anni, più nel bene che nel male, ha scritto la storia del nostro Paese. Assistendo a quello che accade in questo particolare momento, non nascondo di avere una certa nostalgia del passato prossimo e non del trapassato.

 

Angiolo Alerci

Le vite parallele di Berlusconi e Renzi

Ho evitato di entrare nel merito della campagna elettorale  dal momento che, con una mia nota pubblicata il 27 aprile, avevo espressamente detto che per la prima volta, dopo settan’anni,mi sarei astenuto. Qualcuno ha criticato questa mia decisione che regolarmente manterrò. Come risulta dalle numerose mie note riguardanti la pseudo unione europea, la mia decisione è stata presa perchè, a distanza di oltre 60 anni  , nessuno dei partiti e nessuna delle nazioni dell’unione hanno posto nei loro programmi il problema dell’unione politica. Il disegno dei  Padri fondatori dell’Unione che condivisero il Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, De Gasperi, Monnet, Schuman, Bech, Adenauer e Spaak prevedeva, in un tempo relativamente breve, di realizzare l’Unione Politica Europea. I successori sono riusciti a realizzare soltanto un tavolo di commensali che stabiliscono i menu della settimana, affidandone la gestione a qualificati camerieri ai quali vengono assicurate laute mance.

La qualità dei commensali, purtroppo, si abbassa in occasione di ogni tornata elettorale. Sono stato attento a  molte delle  discussioni che nel corso della campagna elettorale ci sono state propinate da tutti i mass media. La prima impressione quella di vedere uno spettacolo di varietà, dove le  contrapposizioni, le battute  ed il gran trambusto, ben gestiti da quasi tutti i conduttori per aumentare l’audience, annullavano completamente quel poco di buono che dalle discussioni poteva essere estrapolato. Ma su due personaggi ho deciso di soffermarmi: Berlusconi e Renzi.

Berlusconi,
nonostante le sue condizioni di salute, è stato il più presente in quasi tutte le reti, specie le sue. Ha sottolineato la drammaticità del momento, l’incapacità dei nuovi governanti e la conflittualità all’interno della maggioranza proponendo sue ricette. Ha ricordato i risultati dei suoi governi, il “colpo di stato” con il quale venne  stato fatto fuori e le belle prospettive  del suo programma. Nessuno dei suoi interlocutori, specie quelli delle sue reti televisive né i rappresentati degli altri partiti, gli hanno ricordato che i governanti di ieri e di oggi si sono trovati e si trovano in grande difficoltà per dover gestire quel debito pubblico che lui, con i suoi governi, aveva fatto aumentare di oltre 500/milioni di euro, portandolo da 1500/ a 2000/ milioni di euro. Nessuno gli ha ricordato che non fu un colpo di stato a farlo fuori, ma che la sua fu un fuga notturna, dopo avere firmato all’Europa la“cambiale”, sapendo che avrebbero dovuta pagarla altri, a garanzia dell’impegno di aumentare l’IVA, cambiale che a distanza di otto anni non è stata ancora pagata.

Renzi  con la sua arroganza ha bruciato la tradizione e la funzione della sinistra democratica, riuscendo a  bruciare nel giro di pochi anni quello che era stato costruito: un partito con oltre il 40 % dei voti a un partito con meno del 20 %. La sua mania di rottamazione causò la rottamazione del partito ed il nefasto risultato di quel referendum costituzionale, imposto nella forma da lui pretesa non condivisa da molti, ne determinò le sue dimissioni. Da allora preferisce stare dietro le quinte, utilizzando ancora come arma di pressione il gran numero di parlamentari rimasti a lui fedeli. Anche Renzi, dopo tanto finto silenzio, giorni fa ha voluto rilasciare un intervista ad un noto giornale, soltanto per agitare maggiormente quelle acque già molto agitate da una insolita campagna elettorale. Il comportamento di Berlusconi, non più condiviso da Salvini e dalla Meloni e quello di Renzi  contrario alla linea d apertura a sinistra di Zingaretti  potrebbero segnare la nascita del Nazareno n.2.

Angiolo Alerci

 

A proposito di adunate … un consiglio a Salvini

Salvini ha deciso di organizzare una grande manifestazione a Milano per  il 24 maggio, vigilia delle elezioni europee. Per la  buona riuscita della manifestazione ho voluto suggerirgli di tener conto di quella fatta da Mussolini il 24 ottobre del 1922 a Napoli.  Il 24  ottobre i dirigenti fascisti scelgono Napoli per una grande manifestazione di forza con lo scopo di ottenere  la definitiva conquista del potere politico del paese. Quarantotto ore dopo due alti esponenti del partito, De Vecchi e Ciano, fanno sapere al Re Vittorio Emanuele III che i fascisti chiedono le dimissioni del governo, pena il ricorso all’azione armata. Secondo i piani il quadrunvirato costituito da De Bono, Bianchi, Balbo e De Vecchi, avrebbe assunto i pieni poteri nella notte tra il 26 e 27 ottobre e nei due giorni successivi  si sarebbero mobilitati ventottomila soldati pronti a marciare verso Roma. Quando i fascisti entrano nella capitale, il 28 ottobre, era stato già tutto deciso.  Il Re infatti, rifiutandosi di firmare il decreto esecutivo del Presidente del consiglio Facta, che avrebbe sbarrato ai fascisti l’ingresso a Roma, aveva già affidato a Mussolini l’incarico per la formazione del nuovo governo. Il 31 ottobre  1922 il fascismo celebrò la sua vittoria  ringraziando  il Re, il quale si illuse che la violenza fascista potesse essere  riconducibile alla legalità. Matteo non sbagliare vista la grande facilità con la quale Mussolini riuscì nell’impresa. D’altronde è  cosa buona e giusta che ogni popolo venga governato dal governo che si merita.

Angiolo Alerci

Caso Siri – Lettera aperta per l’on.Matteo Salvini Vice Presidente del Consiglio dei Ministri

Caro Presidente

ho seguito con particolare interesse la telenovela relativa al caso Siri e sono rimasto molto perplesso  per il modo come la stessa è stata gestita. Non lei e neanche Di Maio dovevate alimentare quella polemica che non doveva verificarsi , se il Sottosegretario Siri avesse avuto un minimo di  buon senso. Siri non merita quel posto, non per quello di cui è indiziato ,ma per come ha tentato di conservarlo a costo anche di una possibile crisi di governo. Le dichiarazioni di Di Maio “ se in Consiglio dei Ministri si vota noi abbiamo la stragrande maggioranza” e  la sua ben nota arroganza usata nel giustificare il silenzio di Siri,  non hanno reso un buon servizio alle due componenti di  maggioranza che sostengono il governo. Chi le scrive  ha vissuto in prima persona quello che è accaduto a Siri anche se le proporzioni e i fatti sono ben diversi. Premesso che nel 1967  è stato candidato d.c. non eletto  alle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana , in lista con l’On. Giuseppe D’Angelo, più volte Presidente della Regione e con l’on. Giuseppe Sammarco, più volte  Assessore regionale ed in carica al momento delle elezioni . Il risultato elettorale fu in seguente : Sammarco voti 16.682, D’Angelo 15.145, Alerci 13.302. Alla vigilia delle elezioni regionali del 1972, Presidente dell’Ospedale Civile di Enna  da poco tempo riconfermato, essendo ”papabile” per la nuova candidatura sia per il risultato conseguito nel 1967, che per l’assenza dalla competizione dell’on.D’Angelo, con una puntualità svizzera la Procura della Repubblica di Enna mi indiziò del reato di peculato per la distrazione della somma di L.250.000 e, nel contempo, sequestrò oltre un quintale di carte all’ affannosa ma vana ricerca di “ben altro”.

Immediate le mie dimissioni dalla carica di Presidente dell’Ospedale. Per questa contestazione  personalmente rinunciai alla nuova candidatura che determinò l’elezione a deputato regionale di Salvatore Plumari con 8.100 voti di preferenza., 5.000 voti in meno rispetto a quelli da me ottenuti nel 1967 in concorrenza con due grossi personaggi. Questo avviso di reato, prolungato con malevole artificio, si ripercosse per molti anni anche nel mio rapporto di lavoro di bancario. fino alla sentenza ,resa definitiva a distanza di otto anni con la dichiarazione che il “ fatto non costituiva reato”. Anch’io ero a conoscenza di non aver commesso alcun reato, ma la mia sensibilità  per la  esposizione politica di allora, certamente di gran lunga inferiore a quella del Sottosegretario Siri, mi consigliò di rassegnare le dimissioni dall’incarico di Presidente di quell’Ospedale che, durante la mia gestione, ottenne ottimi risultati non solo dal punto di vista della funzionalità, ma con la realizzazione di tre nuovi padiglioni che aumentarono la disponibilità dei posti letto da meno di 200 ad oltre 600, creando nuovo  lavoro per oltre 250 persone.

Con l’augurio di buon lavoro. 
Angiolo Alerci

Il tasto “Guarda l’Imbecille” su Facebook non c’è ma nella vita reale invece esiste

IL PUNTO DI NICOLA LO IACONO

Una delle cose che si è persa nell’attuale società è il senso del pudore, non quello legato alla sfera sessuale, mi  riferisco al senso di  vergogna che si dovrebbe provare per la propria imbecillità e la propria ignoranza.  La constatazione è più che attuale e nasce dalla lettura di alcuni post che appaiono su pagine Facebook locali con cui i temerari della stupidaggine, i laureati in coglionaggine, i mentecatti della notizia, cospargono in una sorta di inseminazione digitale il fertile terreno in cui germoglieranno  notizie false, deduzioni quantomeno azzardate, convincimenti errati che nutriranno a loro volta le menti lobotomizzate di futuri inseminatori.

Sia chiaro capita a tutti di fare e dire fesserie ma qui analizzo il comportamento seriale di alcuni individui,  spesso sorretti da una solida e spessa base di ignoranza la cui consapevolezza  si eleva a metodo solo se accompagnata dalla ragione. Non è questo il caso.

Il dispensatore di convincimenti e notizie false  la spara lì come la pensa. Per lui la cazzata nasce non attraverso un processo deduttivo e dunque verticale ma in maniera orizzontale: appare e si palesa nella sua mente semplice . Poi prende forma comunicativa in poche parole digitate in stato di trance su Facebook. Il “cazzista” perde ogni pudore ma spera in qualche like, niente di più, solo qualcuno che gli dia ragione. Ne basta uno per soddisfare il suo ego, per  sentirsi qualcuno, per sentirsi vivo. Peccato che a lui sia preclusa la possibilità di comprendere, appunto per la mancanza di pudore, quanto imbecille venga considerato da estranei, da alcuni suoi amici(reali)  e perfino da qualche parente.

Un merito va riconosciuto a queste persone : quello di rallegrare i luoghi nei quali fisicamente si trovano. Quando quelle piccole foto dei profili Facebook si trasformano in individui in carne ed ossa ecco che attorno a loro si sprecano gli ammiccamenti , i sorrisini, le battute,  che hanno l’unico scopo di condividere  un  “Guarda l’Imbecille” che vale mille like e centomila condivisioni perché ottenuto nella vita reale.

Alcuni di questi soggetti, forniti di una parvenza di coscienza di sé, tentano di mettere le mani avanti: “sono ignorante, ma parlo lo stesso” come se l’ignoranza, quella profonda,  facesse da scudo all’eventuale imbecillità. Non solo parlano, il che sarebbe già tanto, ma hanno anche il coraggio di scrivere deturpando la nostra meravigliosa lingua italiana. L’ignorante in realtà è spesso “imbecille a prescindere” e lo dimostra il fatto che può essere facilmente manovrato da chi pur imbecille è magari un tantino più furbo, concetto espresso da quest’ultimo aggettivo profondamente diverso dall’intelligenza.

Ci sono altre due domande alle quali rispondere.  La prima è: ma quanti imbecilli ci sono? Per la risposta  ci viene incontro la saggezza popolare che in questo caso individua spesso la realtà: “la madre degli imbecilli è sempre incinta”. Spesso ma non sempre, non per una questione statistica ma perché non mi sento di affibbiare a questi sfortunati soggetti anche l’etichetta di figli di una madre meretrice.

L’altra fondamentale domanda è: ma noi facciamo parte di questa categoria? Qui la risposta ognuno se la dia per proprio conto ma un consiglio.. se siete tra coloro che commentano spesso su Facebook,  date sempre in qualunque luogo vi troviate un’occhiata alla gente che vi circonda. Se tra loro non ci sono imbecilli riconosciuti e negli sguardi, negli ammiccamenti, intravedete l’ombra di uno sfottò… iniziatevi a preoccupare ma soprattutto scrivete meno cazzate nel virtuale se volete collezionare meno “Guarda l’Imbecille” nella vita reale.

Nicola Lo Iacono

 

Gli esempi elencati qui sotto non sono presi da post inseriti da utenti locali ma val la pena ricordare quella signora piazzese che chiedeva in un post di abbattere tutti gli alberi di Piazza Armerina perché portatori i insetti… ma è solo un piccolo esempio di una lista infinita. 

 

Porti la barba? Potresti avere più batteri del tuo cane

Uomo barbuto sempre piaciuto? Uno dei must della moda maschile degli ultimi anni ha da poco subìto un duro attacco. Secondo una ricerca svizzeranella barba si annidano più batteri che nel pelo dei cani. Hipster dal barbone ostentatamente trasandato e fanatici della barbetta curata sono avvisati: il fascino del pelo facciale mascolino è a repentaglio.

I batteri nascosti nella barba

Ad annunciare la bizzarra scoperta sono alcuni ricercatori della Clinica Hirslanden di Zurigo. Il campione analizzato: 30 cani di diverse razze e 18 uomini barbuti di età compresa tra i 18 e i 76 anni. A ciascun soggetto è stato prelevato del pelo – canino o umano, a seconda del caso – per analizzarne le eventuali colonie di batteri presenti. Il risultato può essere definito sorprendente o disgustoso. Prima le buone notizie: “solo” 23 dei 30 animali analizzati ospitavano nel loro pelo canino un elevato numero di batteri. Nei rimanenti il numero di batteri si attestava intorno a livelli medi o bassi. Meno confortanti sono i risultati delle analisi condotte sui peli umani: ogni uomo barbuto aveva una quantità di batteri pari o superiore a quella rilevata nei compagni a quattro zampe. Nella barba di sette uomini sono stati addirittura trovati batteri pericolosi per la salute umana.

L’intento della ricerca

Volendo estremizzare la situazione, si potrebbe dire che per una donna sia più sicuro condividere il letto con il suo cane che con la sua dolce metà barbuta. La scoperta porrà le basi di un’impari lotta tra uomo e cane? E pensare che in origine i ricercatori erano animati da ben altri intenti. Lo studio, condotto dal dipartimento di radiologia, intendeva capire se fare una risonanza magnetica a umani e cani con lo stesso macchinario fosse igienico. “Sulla base di questi risultati, i cani possono essere considerati puliti quanto gli uomini con la barba”, ha affermato Andreas Gutzeit. Il responsabile dello studio si è spinto oltre: “I ricercatori hanno trovato una quantità di batteri significativamente più alta nei campioni prelevati dalla barba degli uomini rispetto a quelli provenienti dal pelo dei cani”.

In difesa della barba

La ricerca di Gutzeit non è la prima ad avvisare dei pericoli che si nascondono (letteralmente) nella barba mascolina. I fanatici del pelo facciale hanno già sollevato perplessità sullo studio. Tra questi vi è Keith Flett, talmente appassionato di barba da aver fondato il Beard Liberation Front, gruppo di interesse contro ogni discriminazione a danno dei più barbuti. “Penso che si possa trovare ogni tipo di schifezza se si prelevano dei campioni dai capelli e dalle mani delle persone”, ha dichiarato al Daily Mail. “Non credo che la barba sia di per sé poco igienica”. Flett ha poi puntato sul vittimismo: “Pare ci sia un costante flusso di storie negative sulla barba che sembra più pogonofobia che altro”. Pogonofobia? È la paura di barbe e baffi. O, forse, dei misteriosi esseri che vi si annidano.

Ritrovato puledro preistorico intatto: potrebbe essere clonato

Un ritrovamento eccezionale, avvenuto nel permafrost siberiano, potrebbe portare a nuove consapevolezze su una specie equina che abitava la terra fino a 40mila anni fa. Un puledro perfettamente conservato, con tanto di zoccoli e peli ancora integri, è stato ritrovato immobilizzato nel ghiaccio.

Morto forse per annegamento

Il piccolo puledro si trovava sdraiato nel ghiaccio, con le zampe leggermente contratte verso il busto e il collo piegato verso il basso. Quando è stato estratto è stato immediatamente esaminato dagli scienziati e ricercatori dell’Università federale del nord-est Yakutia, che hanno provveduto a fare tutta una serie di esami preliminari sull’animale.

puledro preistorico ricercatori
Un’immagine del puledro preistorico (Michil Yakovlev/SVFU)

Il puledro a quanto pare aveva circa 2 mesi ed era alto 98 centimetri al garrese. Probabilmente è morto annegato. I ricercatori hanno già provveduto a reperire campioni di liquidi, fluidi biologici, sangue, peli e tutto ciò che era possibile reperire. In seguito verrà eseguita un’autopsia sul puledro al fine di esaminare il contenuto del suo stomaco ed avere indizi su quella che era la loro alimentazione. naturalmente il ritrovamento di sangue e urine è fondamentale e potrebbe aprire la via per sperimentazioni come la clonazione, ancora del tutto ipotetiche.

A quanto pare, il puledro apparteneva alla specie Lenskaya (Equis Ienensis), una specie equina che differisce, geneticamente, dai cavalli che vivono attualmente nel territorio della Iaqutia.

I miracoli del permafrost

Il permafrost siberiano ha più volte permesso questi “miracolosi” ritrovamenti, soprattutto perché con l’innalzamento delle temperature in alcuni punti si sta sciogliendo. L’anno scorso, ad esempio, erano stati ritrovati alcuni esemplari di vermi nematodi, che dopo essere stati “scongelati” sono tornati alla vita ed hanno ricominciato a mangiare. Si è trattato di un risultato eccezionale, considerando che è stata fatta tornare in vita una forma esistente che era in uno stato di criogenizzazione da più di 30mila anni.

 

Nato il primo bambino con la tecnica dei 3 genitori in Europa

Il centro di ricerca Embryotools aveva annunciato a gennaio di aver applicato la tecnica di fecondazione degli embrioni con 3 genitori su una donna greca. L’annuncio era arrivato quando la paziente si trovava alla 27esima settimana di gravidanza. Ora, la notizia: il bambino è nato, sta bene e pesa circa 3 kg. Anche la madre, una donna greca di 32 anni, sta bene. Si tratta del primo bambino nato con la tecnica dei 3 genitori in Europa.

Il bambino e la tecnica dei 3 genitori

Il primo bambino nato con la tecnica dei 3 genitori in Europa sta bene. La tecnica di fecondazione sperimentale che ha permesso al neonato di venire alla luce è stata ideata con l’obiettivo di proteggere i nascituri da alcune mutazioni genetiche dei mitocondri presenti nell’ovulo della madre e potenzialmente dannose per il bambino, perché in grado di provocarne problemi di mobilità, di fargli ereditare malattie genetiche e, nei casi più gravi, anche di causargli la morte. Infatti, il Dna mitocondriale a differenza di quello nucleare è totalmente trasmesso al bambino dalla madre. Per superare questo problema, la tecnica di fecondazione sperimentale prevederebbe di impiantare il genoma nucleare della madre portatrice di queste mutazioni all’interno dell’ovocita di una donatrice, ovocita a cui è stato rimosso proprio il suddetto genoma.

Primo bambino nato con la tecnica dei 3 genitori in Europa
Immagine di repertorio

Il corredo genetico del bambino risulterebbe così misto: avrebbe il corredo genetico dei suoi genitori e circa lo 0,2% di quello della donatrice, percentuale che pare sia sufficiente per evitare problemi di salute al bambino. La tecnica sperimentale di fecondazione è stata finora applicata per evitare che l’embrione erediti le mutazioni potenzialmente dannose presenti nel Dna mitocondriale materno, ma, in questo caso, è stata applicata per superare l’infertilità della paziente. La 32enne greca aveva già affrontato a 4 cicli di fecondazione assistita senza successo, quando ha poi deciso di sottoporsi alla sperimentazione della fecondazione con la tecnica dei 3 genitori. Tra le altre cose, la donna in passato è stata operata due volte perché affetta da endometriosi. La tecnica è stata applicata dai ricercatori della startup iberica Embryotools in collaborazione con l’Institute of Life di Atene, dove è stato effettivamente portata a termine la fecondazione sperimentale. La tecnica prende il nome di Maternal Spindle Transfer (MST).

Le implicazioni etiche

Di chi è realmente figlio questo bambino? Questa domanda forse spiega più di mille altre parole le implicazioni etiche dell’applicazione di questa tecnica di fecondazione sperimentale. Adnkronos ha riportato il commento di Bruno Dallapiccola, genetista e direttore scientifico dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma, che ha dichiarato: “Si tratta di uno dei sistemi che oggi permettono di bypassare le mitocondriopatie, ormai alla portata di tutti i laboratori che fanno trattamenti di fecondazione in vitro. Non è una tecnica complicata e sembra non dia problemi di sicurezza una volta avviata la gravidanza. Ma genera un profondo dibattito bioetico, che potrebbe non avere mai fine, perché bisogna capire a che livello le persone e la società di oggi sono pronte ad accettare che un bambino possa avere tre genitori“.

Primo bambino nato con la tecnica dei 3 genitori in Europa
Immagine di repertorio

Al di là comunque di queste implicazioni, la tecnica dei 3 genitori in Europa ha permesso a una donna di 32 anni di avere un bambino in salute. La tecnica di fecondazione sperimentale è già approvata ufficialmente nel Regno Unito ed è diventata nota ai più nel 2016, quando ha permesso la nascita di Abrahim Hassan, la cui madre è affetta dalla sindrome di Leigh a causa della quale aveva già perso due bambini. Pare che altre 24 donne si sottoporranno a questa fecondazione sperimentale, ma Embryotools e L’Institute for Life di Atene sembra vogliano attendere per assicurarsi che non insorgano problemi di salute nel neonato greco.

Revenge Porn : chi diffonde materiale porno destinato a rimanere privato rischia fino a sei mesi di galera

Una legge che ha fatto discutere nei giorni scorsi, con tanto di bagarre al femminile in Parlamento, e che ora vede finalmente la luce. Il Codice Rosso è legge e al suo interno c’è il reato di Revenge Porn. L’esito del voto è stato accolto a uno scroscio di applausi e dalla soddisfazione di tutti i presenti.

Revenge Porn: multe salate e fino a 6 anni di reclusione

Con un voto all’unanimità alla Camera, ovvero 461 favorevoli, il Codice Rosso, al cui interno è presente l’emendamento sul Revenge Porn, è diventato legge. Con questa legge viene sancito il reato che riguarda la diffusione di immagini o video a sfondo esplicito e sessuale. Stando a quanto stabilito oggi alla Camera, chiunque decida di divulgare immagini o video di natura esplicita o sessuale, destinati a rimanere privati e senza consenso sarà punito con una multa che va da 5000 a 15000 euro e fino a 6 anni di reclusione. La stessa pena sarà prevista per chi, avendo acquisito il suddetto materiale, decida di condividerlo senza il consenso delle persone interessate.

In cosa consiste il reato di Revenge Porn:

Il testo riprende a grandi linee l’emendamento presentato lo scorso giovedì dalla deputata Federica Zanella (e sul quale era scattata una bagarre in aula a seguito della bocciatura del testo). La pena sarà più alta se, a divulgare il materiale, sarà una persona vicina alla vittima (come ad esempio il coniuge, anche se separato o divorziato o una persona ad essa sentimentalmente legata nel presente o nel passato). Se la vittima della porno-vendetta si trova in stato interessante o è soggetta a disabilità fisica o psichica la pena aumenta della metà. La denuncia può essere presentata dai diretti interessati entro un massimo di 6 mesi, mentre la remissione della stessa può essere risolta sono in fase processuale.

Luigi Di Maio

@luigidimaio

Bene l’emendamento unitario sul . Ora approviamolo, ma poi portiamo subito in aula la legge della senatrice del @Mov5Stelle Elvira Evangelista per regolamentare la materia nel suo insieme. Lo dobbiamo alle vittime e alle loro famiglie!

375 utenti ne stanno parlando

Il commento della classe politica

Plaude su Facebook Federica Zanella, che ha ringraziato l’impegno generale al conseguimento di questo risultato: “Colmato un Vulnus normativo su queste due fattispecie fortemente lesive della dignità della persona, che spesso conducono ad atti estremi e comunque lasciano per sempre cicatrici, fisiche e morali. Dedicato a tutte le vittime… perché non debba accadere mai più”.

Anche il vicepremier Luigi Di Maio e Laura Boldrini hanno espresso la sua soddisfazione su quanto deciso, “Combattere questo odioso fenomeno non è una questione di appartenenze politiche ma di civiltà” scrive su Twitter Boldrini.

laura boldrini

@lauraboldrini

Sono molto contenta che e abbiano riconosciuto l’errore della scorsa settimana e oggi hanno votato in Aula l’emendamento per introdurre il reato di

Combattere questo odioso fenomeno non è una questione di appartenenze politiche ma di civiltà.

718 utenti ne stanno parlando
FONTE :https://www.thesocialpost.it/

Dallo spazio alle nostre tavole: il cibo “spaziale” potrebbe cambiare le nostre diete

Una delle polemiche spesso sollevate nei confronti degli investimenti nella ricerca aerospaziale riguarda la credenza secondo cui tale ricerca sia di fatto inutile per gli abitanti del pianeta. Perché pensare ad andare sulla Luna, quando qui abbiamo la crisi economica e le malattie da debellare!

In realtà, non c’è niente di più falso: secondo alcune ricerche, per ogni dollaro investito in ambito aerospaziale, c’era un ritorno di 7-14 dollari nell’economia. A spiegarcelo è Paola Cane, responsabile commerciale di ReadyToLuch perArgotec, azienda torinese. Il progetto ReadyToLunch (amato da Esa Nasa) che mira a creare cibo per gli astronauti della stazione spaziale internazionale e vuole portare le conoscenze e le ricerche in ambito Space Food sulle tavole di tutti noi. La mente di questo progetto è Stefano Polato, chef originario di Monselice (Padova) che dopo anni di ricerca in tema di cibo funzionale è approdato nel mondo dello space food. The Social Post lo ha intervistato per conoscere i segreti della “ristorazione per astronauti” e per scoprire quanto le sue ricerche siano fondamentali anche per i “terrestri”.

Cibo su misura per astronauti…e terrestri

Stefano Polato ha studiato il cibo per anni: in particolare, è da sempre stato interessato a uno studio delle materie prime che, gli permettesse di creare “alimenti che avessero delle spiccate proprietà nutrizionali e potessero dare una mano alle persone che mangiavano questi cibi”. In particolare aveva“intrapreso la strada dei metodi di cottura alternativa, ovvero metodi che non degradassero il cibo di partenza, in particolare modo mi ero spinto verso la cottura sottovuoto a bassa temperatura”. Il suo lavoro in questa direzione qualche anno fa ha interessato Argotec, che gli ha proposto di lavorare all’alimentazione degli astronauti italiani che avrebbero passato mesi e mesi sulla stazione spaziale, e che avevano espresso il desiderio di avere dei pasti godibili, apprezzabili, e che non mettessero a repentaglio il loro equilibrio fisico. Da subito Stefano ha la percezione dell’importanza di un ruolo del genere: “La regola numero uno in campo aerospaziale è: l’errore non è un’opzione, tutto dev’essere perfetto. Ho subito capito il ruolo che andavo a svolgere sarebbe stato di estrema responsabilità”.

Condividere i pasti per sentirsi a casa

La sua non era una missione semplice: consisteva nel “rendere gli alimenti appaganti dal punto di vista organolettico ma che possano essere conservabili nello spazio, perché il trattamento che devono subire prima solitamente intacca molto il gusto finale”. Le regole imposte da Nasa e dalle condizioni della ISS sono severissime: bandite briciole e residui di liquido, che potrebbero volare in giro per la stazione spaziale e intaccare le strutture, creare dei problemi. Niente sale, che può rivelarsi dannosissimo per gli astronauti, soprattutto nel primo periodo in orbita: “Dev’essere arginato per permettere una ridistribuzione dei fluidi corporei. Per non parlare di quello che succede alle nostre cellule in quel contesto: deperimento cellulare accelerato, alto rischio d’infiammazione dei tessuti. Stefano si è ritrovato a dover studiare le materie prime per trovare continui espedienti che non sacrificassero oltremodo la componente gustativa. Anche perché, sulla ISS, la nostra bocca non è la stessa: I gusti sono falsati o comunque deficitario, sia l’olfatto che il gusto, anche solo perché qui sulla terra la gravità fa sì che quando inghiottiamo qualcosa questo qualcosa si appoggi sulla lingua e noi mastichiamo di conseguenza”.

Stefano Polato e Samantha Cristoforetti
Stefano Polato e Samantha Cristoforetti (foto per gentile concessione di Argotec)

Per chi deve passare mesi e mesi all’interno di uno spazio molto limitato, in condizioni di gravità inusuali e lontano da casa, il cibo può diventare un alleato molto potente. Il lavoro di Stefano Polato è un’inversione di marcia rispetto alle “razioni K” che, in precedenza, venivano date agli astronauti: “Quasi tutti ci chiedono i piatti che di solito mangiano e che gli piacciono ed è come se attraverso i sensi ci fosse appagamento fisico e psicologico ed è come se attraverso i sensi si potesse per un attimo tornare sulla terra”. Oggi, anche la stazione spaziale conosce il concetto del “gustare del cibo insieme”: “Far sì che il cibo diventi condivisione e convivialità è fondamentale. Ritorniamo al senso originale della tavola “.

Ricerca per lo spazio, progresso per la terra

La grande novità, però, è che i cibi creati da Stefano Polato sono pensati per essere ottimi anche per i “terrestri”, come amano definirci i professionisti di ReadyToLunch, divisione interna di Argotec che produce il cibo space food. Non solo: Argotec crea eventi al fine di avvicinare le persone alla conoscenza di un cibo concettualmente diverso. Non servito su un piatto, porzionato da una teglia, bensì contenuto in una busta e contenente tutti i principi nutrizionali necessari per un’alimentazione equilibrata. “L’obbiettivo è non solo di migliorare l’alimentazione per gli astronauti ma anche di portare quanti benefici per tutti i terrestri, ecco perché è nata la linea ReadyToLunch, ovvero la linea di prodotti”.

stazione spaziale internazionale
Stazione spaziale internazionale (fonte: NASA/Crew of STS-129)

Torniamo dunque al concetto iniziale: praticamente nulla di quanto creato nella ricerca aerospaziale si è rivelato inutile al progresso dell’umanità che, intanto, ha tenuto i suoi piedi ben piantati sul globo terrestre. È questo, dunque, ciò che muove la crescita di Argotec, azienda giovanissima (anche anagraficamente: l’età media dei suoi dipendenti è di 29 anni) ma già notissima nell’ambiente: “Facciamo ricerca dedicata a sviluppare tecnologie che possano avere un ritorno immediato nella terra: ricerca nello spazio per aiutare noi, sulla Terra. La grande forza è sempre stata quella di reinvestire nella ricerca e per la crescita aziendale”.

(Immagine in alto per gentile concessione di Argotec)

FONTE: https://www.thesocialpost.it

L’energia elettrica generata dal mare è arrivata in Italia

Eni annuncia di aver installato e avviato con successo a Ravenna il primo impianto ibrido al mondo, che genera cioè energia elettrica sia dal moto ondoso che dal calore solare. Il macchinario si chiama Inertial Sea Wave Energy Converter (ISWEC) ed è nato dalla collaborazione tra Eni, impegnata da tempo nella ricerca di energia da fonti rinnovabili e il Politecnico di Torino, in particolare, con la sua spin-off Wave for Energy.

Il potenziale di un sistema innovativo

L’impianto pilota è stato accolto dalle acque italiane, in un luogo famoso per la produzione di energia legata esclusivamente agli idrocarburi. Si tratta dell’offshore di Ravenna, il più importante centro per le attività estrattive del mare Adriatico. Il sistema ISWEC è unico al mondo in quanto ibrido: composto da fotovoltaico e sistema di stoccaggio energetico. La struttura è costituita da un galleggiante al cui interno alloggia il dispositivo di conversione del moto ondoso in elettricità. Di facile manutenzione e a ridotto impatto ambientale, l’impianto, una volta azionato, lavora senza produrre alcun rumore o vibrazione che possa interferire con la flora e la fauna marina. Un’altra caratteristica importante del sistema è la sua capacità di adattarsi alle differenti condizioni marine, così da garantire continuità nella produzione energetica. Determina quindi un’efficace produzione di energia rinnovabile, con emissioni minime. In una nota stampa, Eni dichiara che il dispositivo ha raggiunto un picco di potenza superiore a 51 kW, ovvero il 103% della sua capacità nominale. Inoltre afferma: “Le onde sono la più grande fonte rinnovabile inutilizzata al mondo, con densità energetica estremamente elevata, alta prevedibilità e bassa variabilità, rappresentano, quindi, una fonte di energia molto promettente per il futuro“.

onde marine
immagine di repertorio

La collaborazione col Politecnico di Torino

Le attività di ricerca, informa il sito web del PoliTo, iniziate 14 anni fa e condotte dal gruppo coordinato da Giuliana Mattiazzo ed Ermanno Giorcelli del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino, hanno portato allo sviluppo della tecnologia, industrializzata da Wave for Energy, che ha seguito la realizzazione della prima macchina. Il progetto nasce dalla consapevolezza dell’enorme potenziale energetico del moto ondoso come fonte di energia rinnovabile, grazie alla continuità e alla distribuzione del mare sul globo. “Si tratta di un esempio virtuoso di open innovationche, nata nei laboratori di ricerca del nostro Ateneo, ha attraversato tutti i successivi step verso l’immissione nel mercato, dalla nascita della spin-off Wave for Energy, fino all’adozione da parte di un grande gruppo industriale come Eni”, ha commentato Mattiazzo, docente responsabile della ricerca. Questo progetto rappresenta, infatti, una concreta integrazione tra il mondo accademico e quello dell’impresa. Eni assicura che continuerà “a valorizzare gli accordi di collaborazione in essere con le principali università italiane per accelerare lo sviluppo industriale di tecnologie innovative, potenziando e supportando il tessuto industriale nazionale”.

Fonte: https://www.thesocialpost.it

 

I consigli dello specialista su alterazioni e atteggiamenti posturali

Le alterazioni e gli atteggiamenti posturali potranno essere molto variabili a seconda dei casi esaminati. Basti considerare che nel mondo si contano circa 7,38 miliardi di abitanti e che ogni singola persona presente una postura assolutamente univoca e irripetibile. Sarebbe quindi impossibile determinare la totalità delle posture esistenti, tuttavia si può associare il nostro personale atteggiamento posturale a degli standard di riferimento.

Nelle figure sottostanti si individuano diversi atteggiamenti posturali che si discostano da quello considerato come ideale. Si nota come le diverse posture influenzino la posizione della linea di gravità, spostando il baricentro corporeo, con conseguente sovraccarico in determinate strutture ossee, muscolari e minore equilibrio.

L’origine del cattivo atteggiamento posturale riconosce diverse concause: congenite, abitudini motorie come lo sport agonistico, traumi o incidenti, sedentarietà, fattori evolutivi, fattori psicologici, ecc. Nell’insieme questi elementi determinano la postura dell’individuo. Ciò si ricollega al concetto poc’anzi espresso che ciascuno di noi presenta una postura unica e irripetibile. Per questo mi piace poter definire la postura come “il libro aperto della nostra storia personale, che ogni giorno si arricchisce di una nuova pagina”. Il nostro personalissimo biglietto da visita che ci dice chi siamo e da dove veniamo.

Ciascun atteggiamento posturale ha una sua storia alle spalle e se si vuole scoprire la causa del cattivo atteggiamento va indagata questa storia. Agire sui sintomi offrirà soluzioni temporanee e palliative destinate con il tempo a fallire.

Non tutte le alterazioni posturali si evidenziano o manifestano con uguale gravità. A tal proposito è possibile distinguere tra:

–              Atteggiamenti viziati, da considerare come dei vizi estetici che si manifestano durante l’adolescenza, come conseguenza dei profondi cambiamenti psicosomatici puberali tali per cui il soggetto non ha ancora “riacquisito” una corretta conoscenza e controllo del proprio corpo e che ne alterano la statica e la dinamica. L’intervento posturale su tali turbe risulta essere di fondamentale importanza per scongiurare l’evoluzione in stadi più gravi. Talvolta questi atteggiamenti viziati possono rappresentare l’humus d’insorgenza di deficit della postura a carattere evolutivo nella fase adulta che tenderanno col tempo a peggiorare o stabilizzarsi.

–              Paramorfismi, con questo termine ci si riferisce a quadri di scompensi posturali a carattere reversibile che alterano le forme e dimensioni del corpo ma che ancora non sfociano in quadri patologici riconoscibili tali da determinare un coinvolgimento scheletrico nell’alterazione ma prettamente muscolare. Devono essere trattati attraverso la rieducazione posturale per scongiurare quadri evolutivi patologici.

–              Dismorfismi, sono delle alterazioni che interessano la componente scheletrica. La deformazione può essere a carico delle strutture articolari o ossee e risulta essere a carattere irreversibile, tale da apportare scompensi anche gravi delle funzioni organiche. Il trattamento posturale risulta vano nel cercare di modificare o correggere la deformazione muscolo-scheletrica ma deve mirare invece ad intervenire sulla postura generale, controllo, equilibrio e coordinazione, per far sì di assumere degli atteggiamenti che possano compensare il dismorfismo in modo da scongiurare e prevenire quadri patologici ancora più gravi.

Intervento del

Dott. Fabio Marino
Specialista in Podologia, Posturologia e Chinesiologia
www.podoposturale.it
Tel. 3409847990

 

Svezia: impiantata la prima mano robotica permanente

I chirurghi Richard Brånemark e Paolo Sassu, dello Sahlgrenska University Hospital di Göteborg, in Svezia, hanno portato a termine il primo impianto permanente di mano robotica al mondo. Si è occupato della progettazione dell’arto un team europeo guidato da Christian Cipriani, dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. La paziente, una donna di 45 anni che aveva subito l’amputazione della mano nel 2002, potrà adesso utilizzare la nuova protesi ipertecnologica nella vita di tutti i giorni. L’inserimento di 16 elettrodi nei muscoli dell’avambraccio, infatti, permetterà non solo di avere una maggiore accuratezza nel muovere le varie parti della mano, ma anche di ripristinare il senso del tatto.

Movimenti estremamente precisi

Replicare tutti i movimenti di una mano naturale e, al contempo, consentire al paziente di percepire gli oggetti, non è per niente facile. L’innovazione di questo progetto sta proprio nell’aver superato i limiti delle normali protesi, che permettono pochi movimenti di scarsa precisione, o del trapianto di mano, assai complesso e rischioso. Gli elettrodi impiantati nei muscoli residui sono estremamente importanti, perché fanno da “ponte” tra il sistema nervoso del paziente e i sensori della mano robotica: da un lato trasferiscono la percezione tattile dell’oggetto, evitando di stringerlo con troppa forza, dall’altro permettono di fare movimenti molto precisi, come afferrare un biglietto o una moneta.

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Nel prossimo futuro altri due interventi

Ora la donna sta seguendo la riabilitazione necessaria per controllare nuovamente i muscoli dell’avambraccio e coordinare i movimenti della mano nella vita quotidiana. Si tratta di un grande successo per il progetto DeTOP (Dexterous Transradial Osseointegrated Prosthesis with neural control and sensory feedback), finanziato dalla Commissione Europea. Christian Cipriani a capo del team, ha sottolineato il decorso positivo dell’operazione: “Grazie a questa interfaccia uomo-macchina così accurata – ha dichiarato all’Ansa – e grazie alla destrezza e al grado di sensibilità della mano artificiale, ci aspettiamo che nel giro dei prossimi mesi la paziente riacquisisca funzionalità motorie e percettive molto simili a quelle di una mano naturale”. Intanto si stanno già programmando altri due interventi, che verranno eseguiti in Italia e in Svezia.

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FONTE – https://www.thesocialpost.it

L’Italia deve recuperare l’Ici non versata dalla Chiesa: la sentenza dell’Ue

Una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ribalta quanto stabilito nel 2016 dal Tribunale Ue rispetto al versamento dell’Ici da parte della Chiesa. L’Italia, quindi, è nel pieno diritto di reclamare quei 4-5 miliardi di tasse non pagate tra il 2006 e il 2011 da parte degli enti ecclesiastici non commerciali. L’esenzione, infatti, è stata considerata a tutti gli effetti un aiuto di Stato.

La Chiesa paghi l’Ici arretrata: la sentenza Ue

La Corte di giustizia dell’Unione europea ha accolto il ricorso presentato dalla Scuola Montessori di Roma e sostenuta dai Radicali. Questo si riferiva alla decisione del Tribunale del settembre del 2016, con cui si esentava l’Italia dal recupero dell’Ici non versata dagli enti ecclesiastici in 5 anni. I togati avevano sancito “l’impossibilità di recupero dell’aiuto a causa di difficoltà organizzative nei confronti degli enti non commerciali, come scuole, cliniche e alberghi“. A livello catastale, è stato ritenuto troppo difficoltoso risalire agli enti che avrebbero dovuto versare la tassa. È stato stabilito dalla Corte che questa impossibilità è riconducibile a “difficoltà interne” che l’Italia è tenuta a risolvere.

Una lunga storia

Nel 2006 diversi denuncianti si rivolsero all’Europa contro l’esenzione dall’Ici per scuole, cliniche, alberghi ed enti non commerciali della Chiesa. Inizialmente si è considerata la decisione del governo italiano come un aiuto di Stato che dava un “vantaggio selettivo” agli enti clericali. In seguito, la Commissione ha derubricato la questione come una decisione politicainterna dell’Italia. La difficoltà principale risiedeva nel fatto che era impossibile calcolare esattamente quanto la Chiesa doveva allo Stato di Ici.

Nel 2012, la tassa è stata sostituita dall’Imu dal governo Monti, che ha azzerato il privilegio. Il Tribunale nel 2016 ha deliberato per l’impossibilità di recuperare i crediti non versati tra il 2006 e il 2011, sentenza impugnata dalla Montessori e da altri commercianti. Oggi la Corte di Giustizia europea ha stabilito che l’Italia “avrebbe dovuto esaminare nel dettaglio l’esistenza di modalità alternative volte a consentire il recupero, anche soltanto parziale, delle somme“.

FONTE https://www.thesocialpost.it

L’Etna sta scivolando verso il mare: serio rischio di tsunami disastroso

Il fianco sud-orientale dell’Etna sta pericolosamente e lentamente scivolando verso il mare, un eventuale rapido ed improvviso movimento potrebbe provocare uno tsunami disastroso. Questo è quanto sostengono gli scienziati del GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel che stanno studiando i movimenti dell’Etna con particolare attenzione al fianco subacqueo. Ma cosa significa che l’Etna sta scivolando verso il mare? E quando potrebbe esserci lo tsunami?

L’Etna sta scivolando verso il mare. Gli esperti spiegano di aver monitorato i movimenti subacquei dei fianchi dell’Etna e di aver registrato un abbassamento verso il mare di quattro centimetri in soli otto giorni. Questi dati hanno portato gli esperti a presupporre che un’improvvisa e rapida discesa del pendio verso il mare potrebbe provocare uno tsunami con effetti disastrosi per l’intera regione.

Preoccupazioni per il vulcano e la Sicilia. L’Etna è il vulcano più attivo d’Europa e, anche per questo, è costantemente monitorato dagli scienziati e dalle nostri autorità con misurazioni satellittari che, proprio in questo periodo, hanno messo in luce ciò che sta accadendo al fianco sud-orientale e che quindi sta lentamente scivolando verso il mare. Il resto del vulcano invece è stabile.

Dobbiamo avere paura? Gli esperti non riescono a fare previsioni, spiegano che per ora è del tutto sconosciuto se e come il movimento continuerà sott’acqua, le misurazioni utilizzate non sono in grado di prevederlo. Quel che è chiaro, almeno secondo gli scienziati tedeschi, è che se il fianco dovesse rapidamente e bruscamente scivolare in mare, potremmo trovarci di fronte ad uno tsunami altamente distruttivo: ma ad oggi non si può prevedere se davvero accadrà né quando.

Cosa sta provocando il movimento verso il mare. I risultati ottenuti confermano che responsabile della forza trainante verso il mare sarebbe la gravità e quindi non l’ascesa del magma, come precedentemente ipotizzato. Ulteriori analisi potranno fornirci nuove informazioni.

 

Aumenta l’allarme per le microplastiche: rilevate anche nell’uomo

Non è la prima volta che le organizzazioni internazionali mettono in luce la pericolosità del fenomeno microplastica. Questa volta a lanciare l’allarme è Greenpeace, attraverso una recente ricerca scientifica nata dalla collaborazione con l’Università di Incheon in Corea del Sud. Lo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology, si è concentrato sul sale da cucina di diversa provenienza. Su trentanove campioni di sale analizzati, ben trentasei contenevano pezzi di plastica di dimensione inferiore ai cinque millimetri. Si tratta del tipo di plastica utilizzato comunemente per l’imballaggio dei prodotti. Frazionato in piccolissime parti e poi disperso nell’ambiente, rischia di contaminare molti alimenti di cui ci nutriamo ogni giorno. Alcuni campioni di sale contaminato provengono anche dall’Italia.

La ricerca di Greenpeace

Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace nel nostro Paese, ha precisato: “Numerosi studi hanno già dimostrato la presenza di plastica in pesci e frutti di mare, acqua di rubinetto e adesso anche nel sale da cucina. Questa ricerca conferma la gravità dell’inquinamento da plastica e come per noi sia ormai impossibile sfuggire a tale contaminazione”. Lo studio, inoltre, mette in luce come la situazione più difficile sia sicuramente osservabile in Asia, regione nella quale si è raggiunto il picco di contaminazione di 13mila microplastiche per chilogrammo. Nei campioni di sale italiano la situazione è meno preoccupante, anche se si è rilevato un numero di particelle compreso tra 4 e 30 unità per chilogrammo.

Alcune microplastiche arrivano fino al fegato

La vera domanda è cosa possa accadere a queste particelle una volta finite all’interno del corpo umano. Una possibile risposta proviene da un’altra ricerca, condotta dall’Agenzia dell’Ambiente austriaca. Essa ha preso in esame un piccolo di gruppo di persone da Europa, Giappone e Russia. Nelle feci di tutti i partecipanti sono state trovate microplastiche. È la prima volta che il problema viene riscontrato così chiaramente nell’essere umano. Philipp Schwabl, ricercatore presso l’Università di Medicina di Vienna, ha dichiarato: “Questo è il primo studio nel suo genere e conferma ciò che sospettavamo da tempo,  ovvero che la plastica alla fine raggiunge l’intestino umano. Le particelle microplastiche più piccole sono in grado di entrare nel flusso sanguigno, nel sistema linfatico e possono persino raggiungere il fegato”. Rimane da capire in quali alimenti si annidino in prevalenza le microplastiche, anche se 6 persone sulle quali cui è stata condotta la ricerca hanno dichiarato di mangiare regolarmente pesce.

Possibili soluzioni

Gli autori dello studio hanno sottolineato l’importanza di una riduzione nell’utilizzo della plastica e di un progressivo incremento nella pratica virtuosa del riciclo. In questo senso si è recentementemossa anche la Comunità Europea, che ha bandito la plastica monouso, come quella utilizzata per piatti, bicchieri e forchette. Anche Greenpeace ha fatto la sua parte, lanciando nei mesi scorsi una petizione sottoscritta da quasi due milioni di persone in tutto il mondo. L’obiettivo è quello di spingere le grandi multinazionali a ridurre l’impatto di imballaggi e contenitori sull’ambiente in cui viviamo.

 

Fonte: https://www.thesocialpost.it

Licia Colò e la confessione inaspettata su Bonolis: “Troppo invadente”

Licia Colò e Paolo Bonolis sono due personaggi televisivi che non potrebbero essere più distanti. Garbata, sobria e dedicata alla natura una; sopra le righe, spregiudicato e devoto all’intrattenimento “politicamente scorretto” l’altro. Una differenza che se oggi è estremamente marcata (dovuta anche ai tanti anni di mestiere che hanno forgiato identità e toni di voce assai riconoscibili), anche ieri era piuttosto evidente. A quanto pare, tra Licia Colò e Paolo Bonolis non c’era troppo feeling o compatibilità nemmeno trent’anni fa, ai tempi non sospetti di Bim Bum Bam.

La confessione su Paolo Bonolis

Nel corso del programma radiofonico Un giorno da pecora, Licia Colò è stata intervistata da Geppi Cucciari. L’attrice sarda ha posto alla bionda conduttrice una domanda piuttosto innocente che ha rivelato però una risposta inaspettata. La Cucciari ha chiesto alla Colò di ricordare come fosse Bonolis ai tempi di Bim Bum Bam: “Si capiva già che sarebbe diventato Bonolis?”. Senza pensarci troppo, Licia Colò – che non le ha mai mandate a dire – ha risposto con una dose di sincerità inaspettata: “Bonolis era molto invadente… molto più di me. Infatti me ne sono andata”. Incuriosita e sorpresa, la Cucciari ha quindi chiesto alla conduttrice di Niagara se avesse abbandonato la trasmissione a causa di Bonolis e la Colò ha risposto così: “Non faceva per me. Paolo era molto ambizioso, voleva fare carriera, aveva la parlantina facile. La sua presenza era dominante rispetto alla mia anche se forse non era giusto. Essendo un ragazzo e una ragazza, ognuno avrebbe dovuto portare se stesso sullo schermo”.

Dopo Bim Bum Bam

Licia Colò ha fatto intravedere quanto fosse – a suo dire – prevacaricante il giovane Bonolis. Poco spazio, troppa competizione, un feeling che a quanto pare non c’è mai stato, tutti buoni motivi per migrare altrove. Licia Colò, infatti, è poi andata in Rai: “Da Mediaset sono andata alla Rai, è il percorso inverso rispetto a quello che si faceva all’epoca. Però mi hanno proposto di fare Geo & geo perché mancava un contenitore di quel tipo”. Da lì in poi è decollata la carriera della Colò che oggi è un’icona nell’ambito documentaristico e naturalistico. La conduttrice ha poi voluto precisare di come non ci sia mai stato alcun litigio tra lei e Bonolis. Ma a quanto pare, la convivenza tra due stelle, che sarebbero poi diventate delle punte di diamante, non poteva andare avanti.

FONTE https://www.thesocialpost.it

Maltempo, Italia flagellata: i morti salgono a 12

Le vittime del maltempo che ha colpito l’Italia con venti forti, piogge e mareggiate salgono a 12, ma il bilancio potrebbe aumentare. Interi paesi sono isolati, centinaia di persone sfollate e decine di migliaia senza elettricità. Oggi ci dovrebbe essere una piccola tregua in Veneto, ma da domani le piogge riprenderanno. Lascia conseguenze pesantissime l’ondata di maltempo che ha travolto l’Italia con piogge torrenziali, mareggiate con onde alte sino a 10 metri e venti che hanno raggiunto punte di 180 chilometri orari, trombe d’aria, corsi d’acqua esondati e i grandi fiumi – soprattutto quelli del Triveneto – sotto stretta sorveglianza. In 48 ore i 5.800 vigili del fuoco impegnati nell’emergenza hanno compiuto più di 7mila interventi per allagamenti, smottamenti e rimozione di alberi caduti, soprattutto in Toscana, Lazio, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Liguria. Le ultime vittime sono un artigiano disperso e recuperato senza vita nel Bellunese, una donna morta a Dimaro, in val di Sole, un vigile del fuoco volontario travolto da un albero mentre stava effettuando un intervento a San Martino in Badia, in Alto Adige, e un kite-surfista di 63 anni scagliato sulla scogliera di Cattolica dalle fortissime raffiche di vento. Da ieri mattina gli interventi dei Vigili del Fuoco per allagamenti, smottamenti e rimozione di alberi caduti, sono stati oltre 7mila, soprattutto nelle regioni del Nord.

FONTE: https://www.vvox.it/

Maltempo: il bilancio dei morti sale a 9

L’Italia nella morsa del maltempo da poco più di due giorni sembra non vedere miglioramenti all’orizzonte. Acqua alta a Venezia, che ha sommerso la città per un buon 70% con tanto di chiusura di piazza San Marco, violente grandinatein Sardegna e trombe d’aria che hanno scoperchiato tetti e abbattuto alberi. Aumenta anche il bilancio dei morti; oltre ai due accertati nella provincia di Roma, altre 5 persone hanno perso la vita nelle ultime ore.

Il bilancio si aggrava

Aggiornamento del 30 ottobre – Le vittime salgono a 9: è morta una donna in Val Di Sole. Un surfista è stato sbattuto sugli scogli dal vento forte a Rimini, per lui non c’è stato niente da fare.

Apocalisse a Terracina

Il Lazio continua a tremare, dopo la tragica morte di due giovani sulla Casilina, nei pressi di Castrocielo (frusinate), la cui auto è stata schiacciata da una quercia, a Terracina un violento nubifragio ha raso al suolo l’intero viale centrale, causando due vittime. Un tromba d’aria ha sradicato tutti gli alberi del viale della Vittoria. Uno dei pini marittimi si è abbattuto su un’auto causando la morte delle due persone nel veicolo e numerosi feriti.

L’intera cittadina è sotto shock, anche a Roma è stata sfiorata la tragedia dove, stando a quanto si legge su Adnkronos, un albero si è abbattuto sulla via Flaminia.

Due vittime: una a Napoli e una in Liguria

È nel capoluogo campano che si è registrata un’altra vittima del maltempo. Si tratta di un ragazzo di 21 anni, Davide Natale, che stava camminando a piedi presso via Claudio, zona Fuorigrotta. Il ragazzo è stato schiacciato da un albero caduto a causa del forte vento. Il giovane è stato trasportato d’urgenza presso l’ospedale San Paolo, per lui purtroppo non c’è stato nulla da fare. A Savona una donna è morta colpita da un oggetto trascinato dal vento, probabilmente un cornicione. È successo ad Albissola Superiore. La donna si trovava a piedi nel centro città, in via Garibaldi, quando è stata colpita a morte.

In Liguria il flagello maltempo continua a sferzare senza dar cenni di rallentamento, nello spezzino la forte mareggiata ha fatto saltare gli ormeggi ad una nave cargo.

Veneto in ginocchio

È di poco fa la notizia della settima vittima del maltempo. Una persona è stata travolta da un albero durante un forte temporale a Feltre nella provincia di Belluno. In Veneto i venti continuano a viaggiare a 130 km/h. Il presidente della regione Zaia ha firmato lo stato di crisi, per la regione è allerta rossa. Si prevede un peggioramento delle condizioni.

Milano è crollata parte del soffitto di un’aula del Politecnico, probabilmente a causa delle infiltrazioni, mentre gli studenti si trovavano a lezione. Fortunatamente non ci sono stati feriti.

Boccone amaro per Antonella Clerici: ascolti bassi per il debutto di Portobello

Dopo tanta attesa, fomentata nel corso dei mesi, Portobello ha debutto ieri sera su Rai 1, con al timone Antonella ClericiLe aspettative però hanno subito una pesante delusione.

Gli ascolti del programma non sono stati all’altezza del monopolio, che fino ad ora, ha dettato Tu Si Que Valessui dati Auditel del sabato sera. La bionda conduttrice però non è di certo una che si arrende al primo ostacolo e così lancia un messaggio sui social.
L’eterna sfida ieri ha visto a confronto lo storico campione di ascolti Tu Si Que Vales e la nuova versione di Portobello, condotto da Antonella Clerici. Nonostante un esordio pieno di grazia che lancia lo sguardo malinconico al format ideato da Enzo Tortora, ma che porta con sé il garbo e la simpatia della padrona di casa Antonellina. Ma questo non è bastato a battere la concorrenza, poiché i dati dello share parlano chiaro. La Clerici ha portato a casa il 20,2% degli ascolti, che si traduce in termini spettatori nella cifra di 4.150.000, contro i 5.200.000, ovvero 28,9% di Canale 5.

Antonella non si perde d’animo

Per la Clerici, già scossa dalle recenti polemiche sulla Prova del Cuoco, che ha lasciato in eredità ad Elisa Isoardi, questo è stato probabilmente un boccone molto amaro da mandare giù. Su questo programma la conduttrice ha investito molto e a quanto pare non è affatto intenzionata a mollare.

Ieri notte, infatti, a trasmissione conclusa, Antonella ha incassato il colpo, ma sempre mantenendo la sua positività. Con un tweet si è ripromessa di fare meglio e ha ringraziato i fan che l’hanno seguita. Non resta che attendere l’esito della prossima settimana.

Fonte: https://www.thesocialpost.it

Bimbo di 10 anni ferito da fucile da caccia al volto e al collo

Ancora non si sa molto, ma si sa che un bimbo di 10 anni è stato raggiunto al collo e al visoda piombini di un fucile da caccia. La dinamica del terribile incidente non è chiara al momento, bisognerà attendere qualche ora in più per avere un quadro più chiaro. Il bimbo si trova all’ospedale materno infantile Salesi di Ancona.

Cosa è accaduto al bambino

Intorno alle 17 di ieri, domenica, un bambino di 10 anni è stato colpito al volto e al collo dai piombini di un proiettile di un fucile da caccia. La notizia è stata resa nota dalle fonti locali. Pare che il fatto sia avvenuto a Osimo, mentre ora il bambino è ricoverato ad Ancona nel reparto di Rianimazione Pediatrica del Salesi. Stando a una prima ricostruzione, sembra che il colpo sparato dal fucile sia andato a rimbalzare su un muro di cemento per poi colpire il bambino. Sarebbe stato il padre a portarlo di corsa in ospedale appena accaduto il fatto.

Le sue condizioni di salute

I medici si sono subito occupati di lui e tengono il bambino costantemente sotto monitoraggio. C’è la possibilità che il bambino venga operato nelle prossime ore per tentare di ridurre gli ematomi che ha riportato sul capo, magari quando le sue condizioni saranno più stabili. Secondo quanto riporta l’ANSA il bambino avrebbe delle ferite al viso, ad una spalla, ad un mano e sul collo, mentre due pallini lo avrebbero raggiunto al cranio e sono proprio questi a preoccupare i medici che aspettano la possibilità di intervenire chirurgicamente. La sua prognosi al momento resta riservata e le condizioni del piccolo sono comunque critiche.

(FONTE THESOCIALPOST.IT)

Aereo precipita nelle acque indonesiane con 188 persone a bordo

Un aereo Boeing 737 della compagnia indonesiana Lion Air è precipitato in mare verso le 6.20 di questa mattina ora locale: a bordo si trovavano 188 passeggeri e 7 membri dell’equipaggio. Al momento sono in atto le ricerche per ritrovare i detriti dell’aereo. Sono davvero minime le speranze di trovare dei superstiti: fonti ufficiali parlano già ora di assenza di sopravvissuti.

Anche un italiano a bordo

Aggiornamento delle ore 11.00 – Stando alle notizie dell’ultima ora, a bordo dell’aereo precipitato c’era anche un italiano, spiega SkyTg24. Ancora non sappiamo invece la sua identità.

 

Precipitato dopo pochi minuti di volo

Il boeing 737 Lion Air era appena partito da Giacarta quando, da terra, è stato perso ogni segnale di contatto con il velivolo. L’altitudine raggiunta dal velivolo era piuttosto bassa: solo 5200 piedi (all’incirca 1580 metri= e non si hanno ancora dati certi che possano portare a capire cosa sia successo a bordo. L’aereo sarebbe dovuto arrivare a Pangkal Pinang, nell’Isola di Bangka (Sumatra): è invece stato inghiottito dalle acque di Karachi, finendo a a una profondità di 30-40 metri. Paul Lewis, portavoce della società del Boeing, ha fatto sapere che stanno “monitorando la situazione”.

Informazioni in continuo aggiornamento

Al momento si esclude che l’incidente sia da attribuire all’usura del velivolo: il Boeing era infatti nuovo ed era in attività da soli due mesi. Sutopo Purwo Nugroho, capo delle relazioni pubbliche dell’Ufficio indonesiano per la gestione dei disastri, sta pubblicando di ora in ora informazioni relative all’incidente e al recupero dei resti. Su Twitter, Sutopo scrive: “Detriti dell’aereo Lion Air JT 610 caduto nelle acque di Karachi sono stati trovati che galleggiavano sulla superficie del mare“. Il capo delle pubbliche relazioni ha anche diffuso diversi numeri utili per contattare i soccorsi e avere informazioni sui passeggeri. “Si prega di contattare il centro di crisi al numero 021-80820000 e per le informazioni dei passeggeri sul numero 021.808200002. comunicazioni aziendali strategiche di Lion Air, Danang Mandala Prihantoro +62 8788 0333170”. Il governo australiano, per ora, ha vietato ai suoi dipendenti di utilizzare voli Lion Air fino a contrordine.

Per l’Indonesia, si tratta di un disastro enorme: per fare un bilancio ufficiale è ancora presto ma potrebbe essere peggiore di quello dell’incidente aereo del volo Air Asia che, nel dicembre 2014, cadde in mare facendo 162 vittime .

(FONTE THESOCIALPOST.IT)

A soli 7 anni tira una violenta testata alla maestra. A scuola armato

La paura serpeggia tra i banchi di una classe delle elementari di Firenze. Un bambino di soli 7 anni con il suo comportamento aggressivo, infatti, sta spaventando maestre e compagni da tempo. Il ragazzino ha raggiunto il culmine della sua irruenza quando ha sferrato una forte testata al naso della sua maestra. Soltanto qualche giorno prima aveva seminato il panico girando in mensa con un coltello che aveva portato con sé.
In una classe di seconda elementare a Corveciano, comune di Firenze, un bambino di 7 anni manifesta da tempo atteggiamenti violenti. Nei giorni scorsi, come riporta La Nazione, ha tirato una forte testata alla sua maestra che stava facendo lezione. La donna, impreparata a difendersi, è stata colta all’improvviso dal colpo che le ha provocato la frattura del setto nasale. Subito è stato avvertito il 118 e la maestra è arrivata in ospedale con l’ambulanza. Soltanto qualche giorno prima il bambino, che portava con sé dei coltelli, ne aveva lanciato uno in mensa, rischiando di ferire gravemente gli altri allievi. Il ragazzino ha quindi percorso una scala ascendente di aggressività, rendendo il contesto scolastico pericoloso e tutt’altro che spensierato.

Situazione in classe sempre più complessa

La maestra dopo la testata ha ricevuto una prognosi di 6 giorni. La situazione in questa classe elementare risulta comunque molto complessa. Dato che le difficoltà dello studente non sono certificate, gli insegnanti in classe non hanno alcun tipo di sostegno. Sebbene le manifestazioni di aggressività siano note da vari mesi, nulla è stato fatto per salvaguardare la sicurezza di studenti e corpo docenti. Nella classe la tensione è palpabile: l’ansia di dover affrontare una nuova violenza spazza via la gioia e il divertimento. Il clima non ha nulla di sereno, perché gli atteggiamenti irruenti del bambino hanno ripercussioni negative su tutti gli altri compagni.

La Cisl scuola, dopo questo caso, ha portato all’attenzione il problema degli alunni le cui patologie non vengono certificate per un rifiuto dei genitori di far visitare il figlio o di accettare un problema, con conseguenze che si ripercuotono sui docenti. A La Nazione, Claudio Gaudio di Cisl ha spiegato: “Esistono casi limite in cui l’insegnante, da solo, è costretto fisicamente a ‘placcare’ un ragazzo, finché non gli passa la crisi”.

(FONTE THESOCIALPOST.IT)

Debito pubblico: croce e delizia dei governi italiani

Il problema del nostro debito pubblico è stato da me ripetutamente trattato, dal momento che il suo ammontare ha condizionato e continuerà a condizionare con i programmi dei nostri governanti, la vita del nostro paese. Problema oggi all’attenzione degli organismi europei che hanno criticato le ultime scelte del nostro Governo. La cosiddetta ingerenza dell’Europa negli affari interni di casa nostra avviene perché, con il nostro voto, sono state approvate delle regole, tra queste quelle del “ fiscal control”, che ripetutamente non abbiamo rispettato.

Gli indirizzi di programma presentati che prevedono un immediato peggioramento del nostro debito pubblico, con la prospettiva di un futuro miglioramento,  lasciano perplessi gli organismo europei. Nel 2011 Berlusconi, per ottenere il placet per il suo bilancio, si impegnò ad aumentare  dal 2012  l’IVA di due punti. A distanza di sei anni il formale impegno assunto da Berlusconi non è stato ancora rispettato, costringendo i Governi ad assumersi l’onere di 12,5 miliardi di euro all’anno, per mantenere in vita la famosa clausola di salvaguardia. Tutto questo accade perché del nostro debito pubblico si continua a parlare senza prospettare una seria possibile soluzione. Il grosso debito pubblico non si potrà ridurre raschiando i fondi di un bilancio che ha difficoltà a stare in piedi.

Fin dal maggio 2012, dopo l’ultimo Governo Berlusconi che fece aumentare il debito di circa 500/miliardi di euro, ho voluto richiamare tutti i governanti, che si sono nel tempo alternati, ad una seria valutazione del nostro debito pubblico. Questi i miei articoli pubblicati su diversi giornali on line, inseriti nei miei libri di Cronaca e riflessioni sulla politica italiana: 15 maggio 2012

–  Contenimento della spesa pubblicata

7 settembre 2013 – Debito pubblico: sempre le stesse proposte

4 aprile 2016 – Ancora sul debito pubblico.

19 gennaio 2017 – Il debito pubblico

20 febbraio 2017- Debito pubblico.

Questi gli altri articoli che troveranno ospitalità nel prossimo volume,

in corso di stampa:

29 marzo 2018 – Le clausole di salvaguardia

6 aprile 2018 – Debito pubblico e nuovo Governo

17 maggio 2018 – Il contratto di governo

10 agosto 20\8 – Non c’è rimedio per i sordi

23 settembre 2018 –  Alla vigilia del patto di stabilità.

 

Angiolo Alerci

Previsioni: il premio Nobel per l’economia a Luigi Di Maio e Matteo Salvini

Quella di Di Maio e di Salvini, per loro ammissione, è una manovra economico-finanziaria coraggiosa. Si sa, quando è necessario tirare fuori il coraggio è perché esiste un pericolo concreto. Il problema è che di questo pericolo i due leader populisti non ne parlano. La propaganda mediatica, sia della Lega che del Movimento 5 Stelle, ha in una sorta di negazionismo delle conseguenze un punto di forza con il quale i due partiti di maggioranza riescono a condizionare il 70% dell’elettorato.

Per capirci bene, siamo molto al di là delle promesse elettorali classiche dei politici, qui siamo in un campo diverso in cui non si promette la risoluzione di un problema, la realizzazione di un sogno, ma la trasformazione di un’utopia in realtà. E’ attraverso questa concezione della politica che bisogna leggere la dichiarazione ufficiale di Di Maio che parla di “sconfitta della povertà”.

Negazionismo da una parte e utopia dall’altra, sono le basi su cui è costruita la sintassi della manovra finanziaria. Ma siamo poi così sicuri che ci troviamo di fronte ad un obiettivo irraggiungibile e ad un percorso economico non praticabile?  Quante volte nella storia dell’umanità essersi posti obiettivi ambiziosi e l’aver percorso strade nuove e inesplorate ha portato ad una crescita della conoscenze?  Potrebbe essere questo il caso?

Certo, il percorso affinché si possa attribuire a Di Maio e Salvini il premio Nobel per l’economia è un po’ aspro e costellato di insidie. Il ministro per il lavoro, ad esempio, ha più volte affermato che il reddito di cittadinanza si trasformerà in dignità e crescita economica. Di investimenti  si sta parlando in queste ore dopo che l’Europa ha in pratica detto no ad una manovra che non preveda una crescita.
Qualcuno dovrebbe spiegare a Di Maio che le politiche economiche di stampo keynesiano, da lui citate, in realtà procedono su binari diversi e sono costituite da investimenti pubblici, tassazione progressiva e protezione sociale. Così Franklin Delano Roosevelt uscì dalla crisi iniziata nel 1929 negli Stati Uniti.

Ma ipotizziamo, anche se l’operazione è assai ardua, che Di Maio sia un genio dell’economia superiore a John Maynard Keynes e che la manovra finanziaria sia stata approvata. Immaginiamo anche che siano stati immessi decine di miliardi nell’economia italiana attraverso forme di assistenzialismo (redditto di cittadinanza).  Quei soldi saranno in grado di produrre come dice Di Maio crescita? Pochi sanno, e tempo che il ministro sia fra questi, che l’Italia è una nazione con un’alta propensione al risparmio. Immettendo liquidità dal “basso” ovvero dalle fasce sociali più deboli si otterrà un grosso aumento di acquisto di prodotti di prima necessità e un aumento dei risparmi. Due flussi economici che non provocheranno grossi mutamenti nell’economia nazionale. In questo caso il risultato finale sarà farà aumentare il deficit, non vi sarà nessuna crescita economica, si rischierà di ritornare in recessione e far vivere ai cittadini tutta una serie di eventi negativi. Uno stato assistenziale di questa natura è destinato a fallire e a far fallire la gente. Anche se le intenzioni sono delle migliori è probabile che il risultato possa essere molto diverso da quello che si ci aspetta.

Ora, per chi ha avuto il tempo e la voglia di  capirci qualcosa e ha letto questo articolo fin qui, basta mettere a confronto la frase di Di Maio, “stiamo facendo una manovra per il popolo per ridargli quello che gli è stato tolto“, con la spiegazione appena accennata sui motivi per cui potrebbe non funzionare, per comprendere che non c’è paragone  sull’efficacia mediatica. Anche un bambino comprende la prima, mentre per rendersi conto del probabile muro contro cui stiamo andando a sbattere serve avere un minimo di preparazione e di competenza.
Non è detto però che andare a sbattere contro il muro sia del tutto negativo. Potrebbe servire per liberarci, per la seconda volta nella storia, del populismo. Chi sarà eventualmente a pagare il conto salato che Di Maio e Salvini stanno preparando per le famiglie italiane? Naturalmente i più deboli. Tutto questo al netto, ovviamente, del Premio Nobel per l’economia.

Nicola Lo Iacono

 

La manovra finanziaria del governo Conte

Nel settembre 2013, Presidente del Consiglio Letta, il prof. Giovanni Pitruzzella  aveva affermato che “ prima di pensare di vendere quote delle società pubbliche, come ENI ed ENEL, sarebbe più opportuno concentrare l’attenzione sulle dismissioni dell’enorme patrimonio immobiliare  pubblico”. Operazione questa che avrebbe potuto diminuire il debito pubblico, allora di eu 2000/miliardi, di circa 500/miliardi di euro e consentire alle finanze pubbliche di potere finanziare tutte le promesse elettorali sistematicamente e disinvoltamente propinate agli elettori.

Subentrato al breve Governo Letta nel settembre  2014 Renzi , Presidente del Consiglio, aveva proposto la riduzione del 3% di tutti i bilanci dello Stato, compresi quelli delle società partecipate. Considerato che tutti i bilanci sono stati sempre predisposti anche per agevolare operazioni poco pulite, la riduzione proposta da Renzi poteva benissimo essere attuata riducendo di importi rilevanti il nostro debito pubblico. Come la proposta Pitruzzella anche quella di Renzi rimase lettera morta ed il nostro debito è continuamente aumentato fino a raggiungere circa 2400/miliardi. Importo che  ha creato annualmente problemi con l’Unione Europea, spesso superati con la furbizia dei nostri governanti.

Anche il decreto varato ieri da questo Governo certamente troverà delle difficoltà nella valutazione da parte degli organismi europei. Continuamente, ma specie in occasione della preparazione del patto di stabilità, si parla del nostro debito pubblico, ma dell’adozione di seri provvedimenti per la sua riduzione non se ne è mai parlato. In compenso spesso la Magistratura interviene per il modo come l’ingente patrimonio immobiliare viene gestito, così come non vengono controllate le numerose società partecipate che non hanno scopi pubblici e che fanno gravare, annualmente, sul  bilancio dello Stato  le grosse perdite.

Nel 2011 Governo Berlusconi, per ottenere il placet europeo per il bilancio presentato,  impegnò  il Governo italiano ad aumentare l’IVA del 2% dal 2012.  Impegno solennemente assunto da Berlusconi il quale sapeva di dover lasciare, con la carica di Presidente del Consiglio, anche questa pesante eredità al suo successore. Clausola introdotta per la prima volta nel luglio 2011 più volte modificata, a garanzia della norma che prevedeva l’aumento automatico dell’IVA nel caso lo Stato non fosse riuscito a reperire le previste risorse pianificate.

Si tratta di uno strumento con il quale un  governo cerca di “ salvaguardare” i vincoli U.E. di bilancio, delle spese previste dalla manovra presentata. Dal momento che i conti non sono stati ancora sistemati,  questo rinnovo ha un costo annuo per lo Stato di circa 12,5 miliardi di euro (circa 90/miliardi ad oggi) che vengono sottratti alle molte più serie necessità . La reazione del mercato finanziario stamane ha influenzato lo spread, direttamente collegato in prima battuta  agli interessi che gravano sul nostro debito pubblico. Ogni punto di aumento del tasso d’interesse viene a costare circa 23/miliardi di euro all’anno.

Oggi abbiamo assistito al balletto dei numeri e delle frazioni di numero nel rapporto deficit-PIL,  da utilizzare per la realizzazione del programma di Governo, senza parlare, ancora una volta, della riduzione del nostro debito pubblico il cui costo continua condizionare scelte di assoluta necessità, mettendo in difficoltà il Governo che vuole realizzare quello che è stato promesso nel corso della passata campagna elettorale. Non è mia intenzione fare una valutazione sui punti programmatici presentati agli elettori, ma non è censurabile il comportamento di chi questo programma, votato dalla maggioranza dei cittadini, intende realizzare. Una cosa è indispensabile valutare da parte di tutti : una impresa privata che spende più di quanto guadagna è costretta ad indebitarsi. Il debito inizialmente è nella norma e può essere accordato dal sistema bancario.

Se non viene onorato nei termini previsti l’impresa è costretta a ricercare i finanziamenti rivolgendosi prima alle finanziarie e successivamente agli usurai , con costi rilevanti che spesso portano al fallimento. Lo Stato è come l’impresa : può indebitarsi fino a un  limite fisiologico, pagando tassi di interessi contenuti. Con il crescere dell’indebitamento cresce anche il costo degli interessi. Il rilevante costo di un indebitamento eccessivo, così come avviene per le imprese, può portare al fallimento. Basti ricordare quello che anni fa è successo all’Argentina. Occhio costante ai conti dello Stato.

Fa tenerezza, però, il comportamento e le dichiarazioni di  Berlusconi che forse pensa che nessuno ricordi che il debito pubblico, durante la sua Presidenza, è aumentato di 500/miliardi di euro e che il costo della clausola di salvaguardia, da lui accettata, è costata fino ad oggi circa 100/miliardi. Altrettanta tenerezza le dichiarazioni Renzi che, nel suo lungo ruolo di Presidente del Consiglio, non ha valutato nessuna iniziativa per la riduzione del debito pubblico. In compenso gli elettori li  hanno premiati entrambi: Berlusconi è passato  dal 40% dei consensi al 7%   e Renzi dal 44% al 17%..

Angiolo Alerci

 

Alla vigilia del patto di stabilita’

Francesco Magris nel suo recente libro “ Libertà totalitaria” ha fatto anche l’analisi dei fenomeni sociali e politici che maggiormente caratterizzano questa epoca.

L’evocazione del bene comune deve essere guardato con sospetto; essa può infatti convertirsi in una mera strategia mediatica volta a giustificare l’attuazione di politiche economiche le quali in realtà cerchino di favorire alcune categorie di individui, nella gerarchia dei soggetti da tutelare.”

Molte di queste considerazioni  riguardano la legge di stabilità che in questi giorni dovrebbe trovare la sua definizione da parte del Governo. Situazione che in concreto si sta verificandosi nel nostro paese, con la contrapposizione di due posizioni espresse dai leader dei due raggruppamenti politici della maggioranza. Entrambi richiamandosi al “contratto” siglato al momento della costituzione del nuovo Governo,  continuano a porre con toni pesanti problemi spesso alternativi, dando la sensazione che la stesura del cosiddetto contratto è stata fatta in modo strumentale, per potere avere una doppia interpretazione:  vista da destra e vista da sinistra, ognuno con un occhio al proprio elettorato. Certamente il lungo programma presentato in occasione del voto di fiducia, dovrebbe essere attuato nell’arco della legislatura. Le contrapposizioni al momento riguardano principalmente l’ordine di approvazione dei relativi provvedimenti, anche se non mancano pesanti frecciate dalle due parti sul merito di alcuni.

Il Governo, in considerazione anche del particolare momento, dovrebbe  svolgere una seria azione di mediazione, azione resa molto più difficile perché i titolari delle contrapposizioni sono i due Vice Presidenti del Consiglio, Di Maio e Salvini, rispettivamente leader dei due movimenti che sostengono il Governo. Quello che sta accadendo oggi non è un fatto puramente nostrano, è un fatto che anche la dottrina economica ha previsto possa accadere e che in effetti spesso si verifica. Speriamo che il buon senso prevalga e che  i toni usati vengano per l’avvenire normalizzati.

 

Angiolo Alerci

Casa in affitto per le vacanze, Palermo è la città meno cara d’Italia

Nel corso degli ultimi anni la regione Sicilia si è affermata come una delle realtà più apprezzate per quello che riguarda le vacanze degli italiani e stranieri. Un’ascesa, nelle scelte dei vacanzieri, dettata da diversi fattori, come la bellezza dei luoghi e del mare, la cultura storica ed enogastronomica del proprio patrimonio, ma dovuta anche alla possibilità di poter compiere delle ferie a costi interessanti.

A porre l’accento su quest’ultimo aspetto è una recente ricerca, effettuata nello specifico per il settore delle case vacanza, che ha analizzato nel dettaglio quelle che sono state le prenotazioni effettuate dagli italiani per questa estate 2018, al fine di scoprire quali sono le destinazioni italiane in cui l’affitto di una casa nel periodo estivo risulta maggiormente economico.

In testa alla classifica troviamo proprio la capitale siciliana Palermo, dove affittare una casa per quattro persone per una settimana, costa in media 390 euro a fronte di una spesa media a livello nazionale di 730 euro. Una convenienza che spinge molti vacanzieri a scegliere l’isola come meta per le vacanze in questi mesi di luglio, agosto e settembre, un fattore che si aggiunge alla qualità dei servizi offerti, al miglioramento delle strutture ricettive dedicate ai vacanzieri e anche alla facilità con cui è oggi possibile raggiungere tale regione d’Italia. Grazie al vasto numero di collegamenti e traghetti Sicilia messi a disposizione da Moby, azienda leader nel trasporto via mare, raggiungere la Sicilia con partenze dai porti di Napoli e Cagliari è diventata un’opzione veloce ed economica, garantendo un viaggio confortevole su navi di ultima generazione e ricche di ogni genere di servizio.

Tornando ai costi per l’affitto di una casa vacanza, dietro a Palermo troviamo la provincia di Teramo, con la costa adriatica di Pineto, dove il prezzo medio per un affitto è pari a 395 euro. Oltre a Palermo ci sono diverse altre località della Sicilia nella classifica top 20 delle località più economiche, dove si registrano dei prezzi medi compresi tra 390 e 510 euro. Questo a sottolineare come la Sicilia stia vivendo una fase di crescita del proprio settore turistico, una spinta importante per l’economia generale della regione e per far conoscere le sue bellezze anche oltre i confini nazionali.

In quarta posizione troviamo Sciacca, dove una casa vacanza costa in media 425 euro, al nono posto Agrigento con 470 euro, seguita da Ispica in decima posizione con 475 euro, tredicesima è Marsala con 490 euro, l’Isola delle Femmine al sedicesimo posto con 500 euro e infine Milazzo, diciassettesima, con 510 euro.

Analizzando nel dettaglio quanto emerso da tale classifica è possibile notare come vi sia un trend interessante che riguarda le piccole località marittime che gravitano intorno ai grossi centri più popolari. Questi posti permettono ai vacanzieri, di avere vicino delle località grosse di villeggiatura dotate di grossi servizi, ma al contempo garantire dei costi per l’affitto di una casa vacanza più contenuti, risparmiando in modo consistente sulle spese generali relative alle proprie ferie.

Champions League 2018/19: l’incognita Real Madrid con Juve, City e PSG alla finestra

La nuova stagione sta riscaldando i motori e vedrà a breve l’avvio dei principali campionati europei e l’inizio dei turni preliminari per l’accesso alla Champions League 2018/19. La massima competizione europea vedrà una stagione importante, in cui il Real Madrid campione in carica avrà qualche incognita in più rispetto agli anni scorsi e con le inseguitrici che tenteranno nuovamente l’assalto alla Merengues.

 

Il Real Madrid è sempre favorito d’obbligo, visto quello che ha saputo fare negli ultimi anni, ma non c’è più Zidane in panchina e i cambiamenti in formazione potrebbero portare maggiori difficoltà per gli iberici nell’esprimersi agli stessi livelli delle precedenti stagioni. Rimane comunque la squadra da battere visto l’organico di campioni, e da qui alla chiusura della finestra di mercato siamo sicuri che se ci sarà qualche clamorosa uscita, sicuramente verrà compensata con entrate dello stesso calibro.

 

Le inseguitrici possono nutrire quindi qualche speranza in più, a partire dalla nostra Juventus, che dal mercato in corso vuole uscirne con un colpo ad effetto e un rafforzamento generale della rosa che possa portare la vecchia signora ad alzare la coppa dalle “grandi orecchie” che ormai sembra essere diventata una maledizione. Cancelo ed Emre Can vanno a rinforzare difesa e centrocampo, ma si pensa che il colpo ad effetto possa riguardare la fase avanzata.

 

Secondo i pronostici realizzati dalla redazione degli esperti di Betnow365, tra le favorite della prossima Champions 2018/19 troviamo altre due formazioni, PSG e Manchester City, che come indicato dalle quote riportate su www.betnow365.it sono altre due formazioni che si stanno rafforzando in maniera intelligente per tentare di portare a casa il massimo trofeo a livello continentale. Il City di Guardiola può mettere in campo altre decine di milioni di euro per completare una rosa già molto forte, mentre il PSG, acquistato Buffon, deve vedere quali saranno gli esiti dell’inchiesta UEFA sul Fair Play finanziario per capire cosa potrà ancora fare sul mercato.

 

Come sempre nella griglia delle favorite per la Champions League non devono mancare Barcellona e Bayern Monaco. Nonostante le due formazioni non abbiano piazzato ancora grossi colpi sul mercato, rimangono, vista la loro rosa, due formazioni molto ostili e che possono giocarsi le loro chance per la vittoria finale del trofeo. Seguono, nell’ordine delle quote, altre formazioni come il Manchester United di Mourinho e il Liverpool, fresco finalista nell’ultimo torneo conclusosi lo scorso maggio.

 

Decisamente più staccate, come quote, le altre tre italiane che sono presenti nella competizione 2018/19, con il Napoli e la Roma che vengono quotate circa a 30, mentre l’Inter, fresca di ritorno in Champions dopo anni in cui aveva mancato l’obiettivo, che viene proposta addirittura a quota 50. Quote che risultano ancora indicative e soggette a cambiamenti sulla base di quanto accadrà nelle ultime fasi del calciomercato, spostamenti e colpi vari potranno definire al rialzo o al ribasso molte delle quote che abbiamo visto oggi, quindi un quadro definitivo potremo averlo solo quando le operazioni legate ai trasferimenti saranno ufficialmente concluse.

 

La sciagura di Genova

Rubrica spunti e appunti di Angiolo Alerci

Il crollo del  ponte di Genova ha segnato una nuova tappa nei disastri che, quasi giornalmente, si verificano nel nostro Paese. Anche questa volta ascolteremo i discorsi di circostanza e le promesse di interventi. In occasione di analoghe sventure mi sono soffernato  per ben due volte ad esprimere una mia valutazione alla Ministra della riforma della p.a. in carica on. Marianna Madia, con due lettere pubblicate su diversi giornali on line il 2 novembre 2016  ed il 19 aprile 2017, riportate alle pagg, 113 e 114  del secondo libro e alle pagg. 45 e 46 del terzo libro  CRONACA E RIFLESSIONI SULLA POLITICA ITALIANA,

La Ministra Madia, anche per altre proposte da me  inoltrate, mi fece pervenire una sua mail nella quale  è scritto : Grazie per il contributo alla riforma della pubblica amministrazione. Idee, proposte e  critiche stanno aiutando il Governo a realizzare una riforma migliore e partecipata.Marianna Madia.

Per quanti non hanno avuto la possibilità di leggere queste  mie due lettere aperte dirette alla Ministra Madia, ho pensato di ripubblicarle in questo particolare momento,

 

7 novembre 2016 – LETTERA APERTA per la Ministra della riforna della p.a. on. Marianna Madia

Egregia Ministra, ho seguito e continuo a seguire con particolare interesse i provvedimenti varati nel corso della sua permanenza al Ministero della Pubblica Amministrazione. Fatti che continuano ad accadere in molte regioni d’Italia, portati continuamente all’attenzione, mi hanno spinto ad indirizzarLe  questa mia nota per farle una proposta che,  se lo riterrà opportuno, potrà inserire in uno die prossimi provvedimenti che sottoporrà all’attenzione del Parlamento. I media in questi giorni hanno portato a conoscenza di tutti il grave fatto accaduto per il crollo del ponte della superstrada Milano.Lecco. Sono in corso delle iniziative per accertare la responsabilità di coloro i quali a conoscenza dell’imminente pericolo non sono intervenuti in tempo, ma non si deve escludere la ricerca di altre responsabilità che possono riguardare l’impresa che ha effettuato i lavori, la direzione dei lavori ed  i collaudatori. In Sicilia, purtroppo, di analoghi eventi ne abbiamo avuto tanti,

 

-Nel maggio del 2009 si è verificata la rottura di un giunto che ha causato il crollo del viadotto GEREMIA 2 della strada statale Caltanissetta-Gela, a distanza di soli tre anni dalla sua inaugurazione.;

–  Nell’estare 2014 si è verificato il crollo del viadotto  PETRELLA della strada statale Ravanusa-Licata;

– IL 30 dicembre 2014 si è verificato il crollo del viadotto SCORCIAVACCHE della strada statale Agrigento-Palermo, inaugurato in pompa magna una settimana prima alla vigilia di Natale, ancora non collaudato:

–  nell’aprile 2015 si è verificato il crollo del viadotto  IMERA dell’autostrada Palermo Catania, a causa di una grossa frana individuata e seguita da oltre dieci anni.

La maggiore responsabilità oggi è riservata ai collaudatori che vengono scelti  tra coloro i quali NON SIANO INTERVENUTI IN NESSUN MODO NELLA PROGETTAZIONE, DIREZIONE ED ESECUZIONE DELL’OPERA, così come previsto dall’art.67 de testo unico per l’edilizia (decreto n.380 del 6 giugno 2001).

I collaudi delle grandi opere vengono effettuati con prelievi a CAMPIONE ed è facile intuire come in molti casi i CAMPIONI vengono scelti, documentando la regolare composizione della malta cementizia, causa prima di tutti i disastri che si sono verificati. Inoltre la stessa norma prevede che la nomina dei collaudatori  spetti al committente che ha l’obbligo di comunicarla al Genio Civile entro sessanta giorni dalla data di ultimazione dei lavori.

Questa norma determina quello che normalmente accade: il collaudo delle opere avviene dopo molti mesi e, spesso, dopo anni dalla loro ultimazione. Il  collaudatore dovrebbe essere nominato contestaualmente al direttore die lavori, dal momento che le diverse funzioni non sono incompatibili, mentre si aasicurerebbe un serio controllo nel corso delle opere e si eviterebbero quei collaudi PILOTATI, causa prima di tutti i disastri verificatisi.

Si tratta di una piccola modifica che individuerebbe immediatamente il responsabile, nel caso di difetti nella realizzazione delle opere,

Conoscendo bene la sua sensibilità, sono certo che questa mia proposta sarà attentanente valutata dagli organismi di competenza, Con l’augurio di Buon lavoro

angiolo alerci

 

 

19 aprile 2017 – LETTERA APERTA per la Ministra della della riforma della  p.a.on. Marianna Madia

Con lettera del 7 febbraio 2016, trasmessa anche per le vie tradizionali, pubblicata su diversi giornali on line ed inserita alle pagg.113 e 114 del secondo volume del mio libro Cronaca e riflessioni sulla politica italiana, avevo rapppresentato fatti collegati ai numerosi crolli verificatisi in Sicilia, Il più eclatante quello verificatosi il 30 dicembre 2014, relativo al viadotto SCORCIAVACCHE sulla strada Agrigento-Palermo inaugurato in pompa magna soltanto una settimana prima, ancora non collaudato. Lettera suggeritami dal grave fatto accaduto dopo il crollo del ponte della superstrada Milano-Lecco. Oggi il crollo  del viadotto della tangenziale Fossano-Cuneo. Appare molto strano come ancora resistono ponti costruiti oltre duecento anni fa, mentre sistematicamente crollano ponti e viadotti costruiti negli ultimi cinquanta anni,. Ogni volta si riparla di verifiche da effettuare per accertare lo stato delle moltissime opere a rischio, ma niente in concreto è stato fatto, mentre assistiamo ai tentativi di scaricare sempre ad altri ogni responsabilità su quanto accade. Ritenevamo che questo problema fosse esclusivo del meridione d’Italia ma, tenuto conto di quanto accaduto in quest’ultimo periodo, dobbiamo convincerci che si tratta di un problema che riguarda l’intero territorio del nostro Paese. Tutte le opere che hanno utilizzato malta cementizia, costruite negli ultimi 50 anni sono a rischio ed non è facile, a distanza di tempo,  individuare cause e responsabilità. Anche un Maresciallo dei Carabinieri di un piccolissimo comune sa che, da almeno dieci lustri, il 90% degli impianti di lavorazione del cemento è nella mani della malavita, la quale impone ai costruttori condizioni particolari per forniture non particolari. Tutti sanno il modo in cui vengono effettuati i controlli in corso d’opera e tutti sanno come vengono fatti, nella maggior parte dei casi i collaudi. Collaudi a campione, ma rimane più di un dubbio  sul come avviene la scelta dei campioni. Con la lettera soporarichiamata suggerivo di modificare la norma che disciplina la nomina dei collaudatori i quali non dovrebbero essere nominati dopo mesi dalla ultimazione delle opere, ma contestualmente all’inizio die lavori, Il collaudatore così sarebbe responsabile, unitamente al direttore dei lavori, della qualità dei prodotti utilizzati in corso d’opera e non l’agnello sacrificale al momento in cui si verificano i danni. Sui ponti, viadotti e costruzione in genere, che utilizzano malte cementizie il collaudo non deve essere effettuato a campione, anche perchè sorge più di un dubbio su chi indica i campioni da controllare.

Cara Ministra, lei che si sta dimostrando molto attiva nel tentativo di migliorare la nostra p.a., cerchi di valutare l’aspetto che con la presente ho voluto nuovamente rappresentarle.

angiolo alerci

Non c’è rimedio con chi non vuol ascoltare

Nel settembre 2013 il prof. Giovanni Pitruzzella, neo Presidente dell’Antitrust, dichiarò che “prima di pensare a vendere quote di società pubbliche, come ENI e ENEL , sarebbe più opportuno concentrare l’attenzione sulle dismissioni dell’enorme patrimonio immobiliare pubblico”. Problema che si trascinava da tempo, sempre promesso dai vari governi succeduti negli ultimi vent’anni, ma mai risolto.

Nonostante l’autorevole intervento del prof. Pitruzzella nulla è stato fatto nei cinque anni successivi. Nel 2013, prendendo spunto dalle dichiarazioni del Presidente Pitruzzella, avevo prospettato la possibilità di conferire in una società l’ammontare del patrimonio mobiliare ed immobiliare, valutato allora circa 500/miliardi di euro, e chiedere agli Istituti di credito ( allora non in crisi),a gruppi assicurativi e finanziari la sottoscrizione del relativo capitale. Operazione che, con una oculata gestione, avrebbe potuto far realizzare delle plus valenze ai sottoscrittori. In quell’occasione non avanzai la possibilità di un intervento, anche parziale, della Cassa Depositi e Prestiti perché pensavo potesse essere considerato dagli organismi europei “intervento di stato “ non  consentito.

Quello che successivamente ha fatto e continua a fare la Cassa Depositi e Prestiti può considerarsi una vera e propria attività di “mutuo soccorso” e ha già pronti 5//miliardi di euro da buttare nel vano tentativo di salvare l’ALITALIA. L’operazione proposta avrebbe ridotto di 500/miliardi il nostro debito pubblico, allora di circa 2000/miliardi, ed oggi molto vicino ai 2400/miliardi, e che avrebbe potuto creare quelle disponibilità per la realizzazione di tutti i programmi che dal 2013 sono stati presentati e mai realizzati.

 

 

 

 

 

 

Tra l’altro non saremmo stati costretti a pagare annualmente, da oltre cinque anni,  12,5 miliardi per evitare l’aumento dell’IVA.

La mia proposta è stata spesso reiterata con note pubblicate su diverse testate on line, trasmesse ai Ministri dell’ Economia in carica, tutti tecnici succeduti all’ultimo Ministro politico Tremonti, al quale si deve, nel corso della sua lunga gestione,  di avere fatto aumentare il debito da 1500/miliardi a 2000/miliardi di euro.

Note che sono stare inserite nei miei tre libri di “Cronaca e riflessioni sulla politica Italiana” e trasmesse nel luglio scorso anche al Ministro Tria.

In una nota da me pubblicata  l’11 novembre 2013 su “LE PARTECIPAZIONI STATALI” scrivevo : “ La società ARCUS partecipata al 100% definita carrozzone, inutile cassaforte dei beni culturali” in liquidazione, per il suo ufficio di via Barberini, con dieci impiegati, pagava un canone  di eu.18/mila mensili.

Questa è l’Italia che va cambiata |!

 

angiolo alerci

 

A causa del riscaldamento del mare arrivano nuove specie di squali nei nostri mari

Negli ultimi anni si sono susseguiti sempre con maggior frequenza avvistamenti nel Mediterraneo, l’ultimo a Maiorca, dove il più temibile dei predatori del mare, il gigantesco squalo bianco è stato fotografato lo scorso 28 giugno vicino all’isola abitata di Cabrera, a sud di Maiorca. Ma anche l’Adriatico di recente è stato meta di specie di squali che mai in precedenza o assai raramente si erano viste nuotare nelle acque del bacino ad est della Penisola Italiana. Esperti del Dipartimento di studi marini dell’Università di Spalato in Croazia, ed in particolare Alen Soldo, hanno affermato che a causa del riscaldamento del mare, nel Mar Adriatico si è registrato un crescente numero di specie invasive, altrimenti inusuale per le regioni che si affacciano sullo stesso. Il dato più eclatante e che, in base alle statistiche disponibili, ogni settimana una nuova specie entra dal Mar Rosso nel Mediterraneo. Tra queste specie vi sono gli squali, le cui abitudini e movimenti sono influenzati anche dall’aumento della temperatura. Gli stessi, infatti, eviterebbero le zone che diventano troppo calde, ed essendo in cerca di cibo esplorerebbero nuovi areali. Presumibilmente il temibile squalo tigre, responsabile di numerosi attacchi nel Mar Rosso, è già entrato nel Mediterraneo.

Tuttavia, non è ancora visibile nell’Adriatico, a differenza del grande squalo bianco. Il più mastodontico di questi vertebrati si adatta a diverse gamme di temperatura. E nell’Adriatico è legato alle migrazioni del tonno. Così come i branchi di tonno si spostano, così è possibile che li segua lo squalo bianco – spiega Soldo – e aggiunge che è un abitante occasionale del Mare Adriatico. Il problema è che non si può far nulla. Ci sono troppe variabili che non possiamo influenzare – dice Soldo. Ovviamente le statistiche di attacchi di squali nei nostri mari ci dicono che è più facile essere colpiti da un fulmine che subire un’aggressione da parte di un pescecane, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“, che sottolinea come il fenomeno che si sta studiando del diffondersi di specie di squali non endemiche è qualcosa cui dovremo adattarci senza dover temere di fare un bagno in tutta tranquillità nei nostri luoghi tradizionali di balneazione.

Cresce in Italia il numero di vendite online nel settore food

Il settore food and beverage è sempre sotto la lente di osservazione ed è per questo che non è stato possibile non notare un vero e proprio boom delle vendite online. Il 2017, infatti, si è chiuso in maniera egregia per questo settore, facendo registrare dei dati positivi che, senza dubbio, verranno confermati anche alla fine di questo 2018.

Del resto, acquistare online viene considerata sempre più spesso la soluzione ideale e questo perché sono tanti i vantaggi connessi a questo tipo di commercio! Gli e-shop risultano essere comodi e molto ben forniti. Si risparmia tempo e, soprattutto, denaro e questi sono due aspetti che non possono in alcun modo essere sottovalutati.

A dire il vero, però, sino a un paio di anni fa, gli italiani sembravano ancora molto attaccati all’acquisto negli store fisici. Attenzione, perché dire che le vendite online sono in aumento non significa affermare che ormai i piccoli o grandi negozi fisici sono morti: ci sono dei settori, però, nei quali è impossibile non notare che qualcosa sta cambiando e lo sta facendo anche in maniera rapida.

Come detto, uno di questi settori è proprio quello del cibo. Per chiarire il quadro, è utile portare qualche dato. Nello specifico, i dati che riportiamo sono quelli che sono stati diffusi dall’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano. Stando a quanto è emerso, nel nostro paese il settore dell’e-commerce food and beverage sfiora gli 850 milioni di euro. Si parla, quindi, del 4% del totale del commercio online in Italia. Rispetto a quelli del 2016, i dati appena riportati segnano un grande passo in avanti di questo settore che, come si può notare, è in piena crescita.

Per questo motivo, quindi, nascono sempre più e-shop che vendono cibo e bevande e tutti, o quasi, riescono ad avere successo. C’è chi decide di aprire degli e-commerce con tante tipologie di prodotti e chi, invece, focalizza la propria attenzione su un solo prodotto, così come c’è chi vende quelli locali e tipici e c’è chi vende quelli etnici. Proprio quest’ultima categoria sta andando forte. Vanno molto bene soprattutto gli e-shop che vendono cibo statunitense, abbastanza difficile da reperire nei negozi fisici del nostro paese eppure così ricercato e amato. Un’eccellenza in questo settore è American Food Shop, un negozio nato da poco ma che già raccoglie consensi tra i veri amanti della cucina americana e non solo. Anche i curiosi o coloro i quali vogliono provare i famosi snack statunitensi o le bevande, hanno trovato quello che serviva loro. La caratteristica principale di questo negozio online è che ha il magazzino in Italia e, pertanto, le spedizioni sono veloci e ben organizzate, senza il rischio di dover pagare la dogana come spesso accade per i pacchi provenienti dagli Stati Uniti.

Vanno forte anche gli e-shop di cibo cinese e giapponese e questo è un altro trend molto forte nel nostro paese.

Come detto, anche in questo 2018 ci sono segnali incoraggianti da questo punto di vista e il tutto avviene anche perché il consumatore italiano è sempre più consapevole e si informa in merito alle offerte ma anche alla qualità dei prodotti offerti. Online si trovano dei prodotti di ottima qualità, venduti a dei prezzi concorrenziali e questo è un dato di fatto inconfutabile, nonché la molla che spinge questo settore verso il successo. Vedremo, quindi, una crescita sempre maggiore e soprattutto costante di queste soluzioni, che risultano essere comode, economiche e, soprattutto, danno più possibilità rispetto a quelli che sono i negozi tradizionali fisici. Le due cose continueranno a coesistere!

Cresce il tessile nel primo trimestre 2018, per l’Italia calano importazioni ed esportazioni

Arrivano disponibili i primi dati economici del primo trimestre del 2018, riguardanti il settore della tessitura italiana. Tale periodo ha fatto registrare un incremento tendenziale della produzione del 3,2%, con un picco del 5% per quello che riguarda la tessitura a maglia. La sofferenza maggiore arriva però sul fronte dei mercati esteri, che in questo 2018 hanno visto uno scarso dinamismo. Le vendite di tessuti oltre confine fanno registrare una flessione dello 0,4%, mentre è decisamente più rilevante la flessione nelle importazioni che registra un -8,9%.

Si tratta dei dati ufficiali che sono stati diffusi dall’ISTAT e che sono stati elaborati dal Centro di Studi di Confindustria Moda per l’evento Milano Unica, che interesserà nel dettaglio i settori della tessitura laniera, cotoniera, liniera e serica. In questi primi tre mesi gennaio-marzo 2018, il saldo commerciale del settore della tessitura nel suo complesso supera i 433,4 milioni di euro, con un aumento considerevole di oltre 34,5 milioni rispetto al dato dello stesso periodo del 2017.

I dati sottolineano come questo settore importante per l’economia italiana abbia ancora uno scarso dato relativo alle vendite registrate attraverso internet. La moda, che ha da sempre un appeal a livello internazionale, è ancora troppo legata a fattori di vendita direttamente collegati ai classici canali dei negozi fisici, con le vendite online che arrivano solo all’1% del fatturato complessivo. Un dato su cui le aziende italiane devono lavorare ancora molto, quello di garantirsi uno sbocco puntiforme in ogni parte del mondo è un’opportunità che offre la rete e che non deve essere lasciata al caso.

Diventa quindi importante, per le aziende tessili italiane, pianificare uno sviluppo della propria rete di vendita attraverso il web, mettendo in campo investimenti e uno sviluppo importante delle modalità di vendita basate sulla multicanalità. Per garantire questo è necessario che le stesse aziende possano accedere in modo veloce e pratico a prestiti per aziende, soluzioni che sono in grado di supportare gli imprenditori nei loro piani e desideri di sviluppo attraverso soluzioni personalizzate, sicure, flessibili come quelle che il colosso ING Direct offre agli imprenditori, supportando gli stessi nei loro desideri di crescita.

Secondo i dati ISTAT viene rappresentato un settore della tessitura che annovera performance differenti tra i vari comparti, in quello laniero vengono registrati risultati positivi con una crescita del 2,8%, mentre quello legato al tessuto laniero registra una significativa contrazione del -6,5%. Di contro a quest’ultimo i tessuti lanieri registrano aumenti a doppie cifre, mentre la situazione rimane del tutto stazionaria per il comparto del tessuto a maglia.

Entrando nel dettaglio dei flussi di esportazione, i primi tre mesi del 2018 palesano un trend divergente tra l’export UE e quello extra UE. Il commercio comunitario segna un aumento dello 0,4%, mentre quello non comunitario registra una flessione dell’1,3%. Si rivelano favorevoli mercati come Germania e Francia, mentre segnano una flessione paesi come la Romania e Tunisia. A livello extra europeo calano in modo considerevole gli USA, dell’11,1%, calano anche Cina e Hong Kong.

 

 

Un regalo originale? La rosa stabilizzata

La prima regola per fare un buon regalo è quello di essere originali. Le cose si complicano se abbiamo intenzione non solo di sorprendere ma anche far in modo che l’oggetto regalato esprima un sentimento e soprattutto che duri nel tempo. Ecco perché a volte le date di compleanni e anniversari per alcuni diventano motivo di stress. Scegliere è difficile, per cui alla fine in molti casi si finisce per orientarsi sui regali più classici tra cui i fiori.

Il regalo floreale, come tutti sappiamo, ha il vantaggio di rappresentare e trasmettere i nostri sentimenti ma ha l’inconveniente di consumarsi e deperire troppo in fretta. La rosa rossa, simbolo di passione amorosa per eccellenza, rimane e rimarrà comunque sempre uno dei regali più graditi e poco importa se alla persona amata arriverà un cesto di rose o un singolo fiore.

Anche nel cinema regalare delle rose è un gesto che ha sottolineato le scene d’amore più belle e indimenticabili tra cui quella del film “La bella e la bestia” dove appare una fantasiosa “rosa incantata”: una rosa chiusa in uno scrigno di vetro, in grado di durare nel tempo, che oggi nella realtà viene prodotta e commercializzata. Possiamo dunque acquistare e regalare la rosa de “La bella e la bestia” garantendoci così di fare un regalo originale, che dura nel tempo e che è in grado di comunicare i nostri sentimenti.

In questo caso parliamo di “Rose Stabilizzate”, ovvero di fiori che hanno subito un trattamento che ne conserva la freschezza visiva anche per anni. La rosa incantata de “La Bella e la Bestia” è una rosa stabilizzata rossa premium con una teca di cristallo alta 25cm, che viene spedita direttamente a casa con il vantaggio, che è possibile anche sceglierne il colore a cui, notoriamente, è legato un sentimento o uno stato d’animo. Come tutti sanno la rosa rossa rappresenta l’amore e la passione, la rosa bianca l’innocenza e l’amore puro e spirituale, il colore giallo la gelosia, la rosa blu mistero e saggezza, e così via…

Le rose stabilizzate sono rose coltivate naturalmente che subiscono un processo di liofilizzazione ovvero un processo tecnologico che permette l’eliminazione dell’acqua da una sostanza organica con il minimo deterioramento. Da un punto di vista visivo è praticamente impossibile trovare delle differenze tra un rosa fresca e una che ha subito il processo di liofilizzazione, con il vantaggio che la seconda  degrada in maniera molto lenta tanto da permettere al fiore di “sopravvivere” intatto per diversi anni.

Un regalo, o meglio la sua ricerca, è anche un modo per dimostrare le proprie attenzioni alla persona che amiamo. Regalare una rosa stabilizzata dimostra che non ci siamo fermati alle solite banalità ma abbiamo cercato qualcosa di originale e unico. A regalare fiori non si sbaglia mai ma oggi abbiamo la possibilità di fare in modo che un regalo così delicato e comunicativo duri nel tempo.

Niente più stress quando penserete al prossimo regalo, oggi avete una soluzione che vi consentirà di fare un ottima figura ed essere ricordati: la rosa stabilizzata.

Moda uomo primavera estate 2019, scopriamo le novità e tutte le principali tendenze

Dalle passerelle riguardanti la moda uomo primavera estate 2019 emergono quelle che saranno le novità e le tendenze che gli stilisti hanno pensato per la prossima stagione calda. Pantaloni corti, T-Shirt, indumenti da atleta, saranno i capi maggiormente indossati, quelli che possiamo considerare i must di tale stagione. Ma c’è spazio anche per il classico, tra cui il doppiopetto che propone il ritorno di un certo minimalismo.

A farla da padrone in passerella sono stati i completi da atleta, i dettagli sportivi e le forme rilassate, che diventeranno parte integrante dell’abbigliamento maschile. Si tratta di quello che prende il nome di sportswear e streetwear, che vede l’ampia presenza di stampe, pantaloni maxi, T-Shirt, portando rilassatezza anche nei completi formali.

Dopo aver visto negli ultimi anni una vena iper decorativa da parte degli stilisti, questi ultimi tornano a proporre uno stile semplice, che vede l’assenza di decori, una sorta di neo minimalismo.

Il secondo filone di questa moda uomo primavera estate 2019 è il ritorno del doppiopetto, un capo classico che permette a tutti di essere eleganti. Anche le camicie tornano in voga coloratissime, a tinte forti e in alcuni casi anche psichedeliche, che possono essere indossate da sole o anche sotto le giacche classiche, un capo dell’abbigliamento uomo che non tramonta mai, grazie anche alla continua ricerca ed evoluzioni che aziende del settore come Boggi Milano mettono in campo ogni giorno, garantendo un menswear in grado di fornire stile ed eleganza per ogni genere di evento ed occasione.

Oltre alle giacche eleganti, da biker, in pelle o denim, i capispalla rappresentano per la prossima bella stagione un vero salva-look, elementi su cui puntare, il pezzo chiave in grado di fornire un tocco di stile unico ad ogni genere di outfit. Sulle passerelle sono state presentate dei modelli con linee asciutte e che vedono la presenza di elementi decorativi come le spille, oatch, ricami e bande verticali.

Un altro capo che nella prossima estate sarà immancabile sono gli shorts corti, realizzati in denim, tessuti tradizionali ma anche con soluzioni stravaganti come il vinile. Si presentano con misure ristrette, diventeranno una vera ossessione nell’estate 2019, un vero capo di tendenza che viene “osato” sia nelle occasioni più rilassate che per uscite più formali e impegnative.

Tra le new entry della stagione c’è anche il gilet, che viene indossato in una maniera completamente inedita. Versioni in maglia o pelle, abbinati a bluse girocollo, andando a riscrivere il concetto di eleganza maschile.

Per le scarpe, sia che si tratto di mocassini, sneakers o sandali, le calzature diventano tutte high tech, realizzate con suole in gomma e materiali ampiamente ricercati.

Infine, le passerelle della moda uomo primavera estate 2019 hanno visto scendere in campo una vasta scelta di accessori. Le Borse e gli zaini continuano sono una presenza costante, ma la novità di stagione è rappresentata dalla mini tracolla che viene portata a spalla o cross body. Immancabile anche l’occhiale da sole, magari con logo o con lenti colorate, ma trovano ampio spazio anche cappelli e cinture.

Come risparmiare su occhiali da sole e da vista

La crescita del commercio on line è un trend che giorno dopo giorno viene confermato da numerose statistiche. Acquistare in Rete permette ai consumatori di confrontare le varie offerte in tempo reale e conseguentemente di scegliere quella che consente di ottenere il maggior risparmio.

Gli occhiali, sia da vista che da sole, non si sottraggono a questa tendenza. L’acquisto via internet consente notevoli risparmi e la regolare consultazione della rete assicura la possibilità di tenersi sempre aggiornati sulle ultime novità, le tendenze e le mode. Un particolare non da poco per chi cura con attenzione la propria immagine o la propria salute. Sia che l’occhiale lo si consideri come un accessorio di moda che lo si valuti come strumento di correzione visiva non esiste modo migliore se non quello di consultare Internet se si desidera essere informati in tempo reale sulle varie opportunità offerte dal mercato.

Nel settore degli occhiali da sole oggi è possibile risparmiare sull’acquisto di montature e lenti non solo per le offerte disponibili sul mercato ma anche grazie ad alcune innovazioni tecnologiche che consentono di produrre occhiali con lenti intercambiabili. Vuoi cambiare look? cambia le lenti non l’intero occhiale. Attraverso questa semplice soluzione una montatura lineare ed essenziale acquisisce una propria personalità cambiando solo le lenti. Si ottiene così una vasta gamma di personalizzazioni senza dove spendere una fortuna. Le lenti di ricambio su questo sito web dimostrano come questa tipologia di occhiale rappresenti una gran comodità per chi vuol crearsi in un istante delle alternative legate al proprio look o alle proprie esigenze visive. Colori e modelli disponibili permettono un alto grado di personalizzazione e se si è abituati a curare anche i dettagli della propria immagine ben presto non si potrà fare a meno di possedere un accessorio di moda adattabile in pochi istanti all’abbigliamento, al trend della stagione o più semplicemente al proprio umore

Il risparmio nel settore degli occhiali vale anche per chi li utilizza per correggere difetti visivi. In questo caso sono sempre in aumento i consumatori che in base alla complessità delle problematiche personali preferiscono gli occhiali da vista di tipo progressivo per evitare l’inconveniente di dover cambiare occhiale ad ogni variazione di situazione visiva. Anche in questo settore l’innovazione tecnologica ha permesso di migliorare i prodotti a disposizione dei consumatori; se qualche anno fa le lenti progressive non sempre rappresentavano una soluzione ottimale oggi la tecnologia ha permesso di creare occhiali progressivi digitali con prestazioni notevolmente superiori rispetto al passato. Le Free Form, con questo nome vengono individuate le nuove lenti digitali disponibili sul mercato, consentono un alto grado di personalizzazione. Si ottengono così campi di visione più ampi e allo stesso tempo si minimizza al massimo l’aberrazione, ovvero la differenza tra il reale e ciò si imprime sulla nostra retina. Anche in questo caso su Internet il confronto di prezzo di occhiali progressivi permette, a parità di qualità e garanzie, di trovare soluzioni con notevoli risparmi rispetto al mercato tradizione.

Sia dunque che si voglia innovare il proprio look o che si desideri trovare una soluzione adatta ai propri problemi visivi conviene consultare internet e scegliere tra innumerevoli offerte quella più adeguata alle proprie esigenze.

 

 

Tecnologia in viaggio: tra gadget e app

Visitare nuove città e nuovi paesi è sempre emozionante ed oltre a essere divertente, aggiunge anche quella componente di incognita tipica delle avventure. Tuttavia, va anche detto che c’è chi non ama trovarsi a combattere contro gli imprevisti, soprattutto se si vuole godere una vacanza in modo spensierato e in totale relax. Fortunatamente, le nuove tecnologie ci vengono incontro in mille modi diversi e non solo ci aiutano ad organizzare il nostro viaggio, ma ci supportano quando ci troviamo in una nuova città. Rimanere sempre connessi, infatti, è indubbiamente uno dei migliori privilegi delle generazioni di oggi. Al punto che il 73% dei viaggiatori usa l’hi-tech quando va in vacanza.

Quali sono i gadget must have da avere in vacanza

Per chi viaggia senza però voler rinunciare alle proprie letture preferite, il Kindle è un must irrinunciabile. Un dispositivo come l’e-reader, infatti, è in grado di contenere decine se non centinaia di libri in formato digitale. Grazie a questo device, non mancano mai le occasioni di relax sotto l’ombrellone o presso la propria camera d’albergo.

Non solo Kindle, comunque: se si parla di gadget hi-tech e di vacanza, non potremmo non citare il tablet. Un dispositivo molto più comodo rispetto ad un portatile, che è anche possibile connettere con costi ridotti alla rete grazie a provider come Vodafone, che propongono delle SIM solo Internet specifiche per tablet.

Si chiude questo trittico di device must have con il caricabatterie portatile. Grazie al powerbank chiunque può ricaricare i propri dispositivi elettronici senza temere il default della batteria in vacanza. Per un tocco green inoltre è ora disponibile sul mercato il caricabatterie portatile a pannelli solari per essere sempre sicuri della carica.

La lista delle app must have per un viaggio estivo

Oltre ai tablet e agli altri device hi-tech, anche le app sanno come alleggerire lo stress vacanziero e rendere un viaggio più confortevole o interessante. Dunque, si parte proprio da TripAdvisor: un’app utile non solo per le prenotazioni degli hotel, ma anche per trovare i punti di maggior interesse nelle vicinanze. Ad esempio, un ristorante particolare o un’attrazione turistica. Una seconda applicazione da citare obbligatoriamente nella nostra lista, è Momondo Places: in questo caso si parla di un’app davvero originale in quanto consente di impostare l’umore del viaggiatore e di ottenere un itinerario in una città pianificato esattamente in base a questo elemento con mete disponibili per questa particolare funzione sono in costante aumento. Infine, si chiude con PlayTrip: un’app che permette di scaricare dalla piattaforma l’itinerario vissuto da altre persone così da ottenere un’esperienza molto diversa dai canonici percorsi.

Il conto deposito: un’opzione per far dormire tranquilli gli italiani

Anche se la crisi sembra ormai passata, il difficile periodo vissuto dagli italiani ha lasciato in dote una lezione quanto mai preziosa: imparare a mettere da parte quei risparmi frutto dei sacrifici fatti per il lavoro. Non a caso si tratta di un argomento spesso discusso dai cittadini: secondo le indagini di settore, circa 6 milioni di italiani parlano di risparmio ogni giorno quando si trovano a sostenere una conversazione. Va però detto che, all’interno delle famiglie, spesso questo tema è anche fonte di dibattiti infatti non sempre ci si trova d’accordo sulle spese da tagliare. E sono gli uomini coloro che tendono ad opporsi alle proposte di risparmio delle donne.

Dove si possono mettere i propri risparmi?

Al di là delle naturali discussioni relative a quali spese tagliare e a quali lasciare immutate, c’è un altro argomento caldo in questo senso: dove si possono mettere i propri risparmi? Una delle opzioni più validi è rappresentata dai conti di deposito. I vantaggi di questa soluzione sono davvero numerosi, così come le opportunità offerte dal mercato di oggi. Nello specifico, si tratta di un sistema particolarmente sicuro, soprattutto quando ci si rivolge ad una banca nota e che offre delle alternative digitali come ad esempio l’istituto di credito CheBanca! che permette di aprire un conto deposito online. Altre soluzioni alternative a questi conti sono gli investimenti nel mattone (mercato immobiliare) e i buoni fruttiferi postali.

Quali sono i vantaggi dei conti di deposito?

In primo luogo il conto di deposito non è un semplice strumento di risparmio: consente di depositare i propri soldi, come un comune conto corrente, ma anche di ottenere un rendimento fino al 2%. Oltre a risparmiare, quindi, si può investire il proprio denaro e ottenere un piccolo tornaconto anche immediato. Un altro grande vantaggio dei conti di deposito è il fatto che si tratta di un prodotto finanziario facile da usare e trasparente, dunque non nasconde clausole particolari a discapito del correntista. In un mondo dove gli investimenti risultano essere sempre più complessi da studiare, questa opzione garantisce un’accessibilità da parte di tutti. Fra le altre cose, è possibile scegliere fra diverse offerte: sul mercato si trovano infatti numerose proposte in tal senso. Un altro elemento da tenere obbligatoriamente in considerazione è questo: per le famiglie che temono il rischio, la soluzione dei conti di deposito è perfetta. I depositi vengono infatti tutelati dal FITD.

ISTAT, dilaga la povertà in Italia: oltre 5 milioni in povertà assoluta.

Il dato arriva dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) che ha pubblicato oggi il report “La povertà in Italia” relativo al 2017. Se il numero di famiglie in povertà assoluta torna ai livelli del 2013 (quando erano 1 milione 615mila), il numero degli individui registra invece il valore più alto dal 2005: ciò è avvenuto – spiega l’Istituto di statistica – perché la povertà assoluta si è ampliata tra le famiglie con 4 componenti e oltre e tra quelle con almeno un minore. Le famiglie in povertà assoluta sono stimate in 1,778 milioni e vi vivono 5,058 miloni di individui. L’incidenza della povertà assoluta è del 6,9% per le famiglie (era 6,3% nel 2016) e dell’8,4% per gli individui (da 7,9%). Entrambi i valori sono i più alti della serie storica.

I dati odierni hanno scatenato molte polemiche: associazioni di consumatori e per i diritti come lo “Sportello dei Diritti” osserva che il problema della povertà non affligge più solo l’Africa, e tutti gli altri paesi, che insieme a questo, godono di un aggettivo detto “paese del terzo mondo”. Non solo più queste zone sono afflitte da una povertà insaziabile ma anche nel nostro, vi sta sempre di più dilagando. E’ proprio riguardo al nostro paese Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si fa portavoce del grande disagio sociale che colpisce intere famiglie con numeri elevati di figli o anziani che devono far conto solo sulla loro esigua pensione. Infatti, l’Italia è tra i paesi europei che, tra il 2008 e il 2017, hanno registrato i maggiori aumenti del rischio di povertà ed esclusione sociale. I bambini in povertà sono 1 su 8 e che i poveri sono quasi raddoppiati dall’inizio della crisi: erano 2.427.000 nel 2007. “Sono numeri enormi, la politica si muova”.

Bambini e fumo passivo: disturbi uditivi nei più piccoli.

Che il fumo attivo o passivo facesse male, questo è un fatto risaputo, ma i dati che emergono dallo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Kyoto, in Giappone, e pubblicato nella rivista scientifica Paediatric and Perinatal Epidemiology., confermano inequivocabilmente che il fumo passivo può nuocere gravemente alla salute, soprattutto dei più piccoli. Secondo gli scienziati, fumare prima e dopo la nascita del neonato può difatti compromettere, oltre alla sua salute generale futura, le sue primarie funzioni uditive. La ricerca ha analizzato i dati relativi ad oltre 50mila bambini di 3 anni, nati tra il 2004 e il 2010: circa il 4% di essi furono esposti al fumo durante la gravidanza, il 15% solo al «passato da fumatrice» della madre, e il 4% al fumo «di seconda mano», di altre persone.

Comparando i dati dei bambini esposti a quelli dei bambini non esposti all’azione del fumo, i ricercatori hanno osservato un incremento del 26% delle possibilità di sviluppare un problema di udito nei piccoli le cui madri avevano fumato in passato, e del 30% per i piccoli esposti al fumo passivo di seconda mano durante la gravidanza.Per i bimbi esposti al fumo passivo diretto, invece, la percentuale del rischio saliva fino ad un sorprendente 68%.

«Anche se le linee guida pubbliche già sconsigliano di fumare durante la gravidanza e di fronte ai bambini, alcune donne ancora lo fanno, sia durante i nove mesi che in presenza dei loro figli», ha dichiarato il leader dello studio Koji Kawakami.«Questo studio dimostra che prevenire l’esposizione al fumo durante la gravidanza e dopo la nascita del bambino, può ridurre il rischio del piccolo di sviluppare un disturbo dell’udito. Questi risultati ci ricordano che dobbiamo rafforzare gli interventi per la prevenzione dell’esposizione al fumo sia prima che dopo la gravidanza, così come l’esposizione al fumo di seconda mano». La ricerca quindi rappresenta secondo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” un duro monito ed un richiamo alla responsabilità di tutti i genitori verso i propri figli.

Falsi sondaggi online e la truffa corre sulla rete. L’allerta della Polizia Postale

Un’altra truffa che corre sulla rete è quella dei falsi sondaggi che compaiono come innocui messaggi, ma che se cliccati diventano una trappola per illecite intrusioni e sottrazione di dati. Come andiamo ripetendo da tempo noi dello “Sportello dei Diritti”, solo innalzando la soglia della nostra attenzione possiamo evitare di subire conseguenze da questi tentativi di frode. Anche la Polizia Postale tramite un post sulla sua pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” ha pubblicato lo screenshot di uno dei “tipici” falsi sondaggi che compaiono sui nostri dispositivi e che c’invitano a cliccare sulle risposte che poi conducono su link che non sono altro che strumenti per introdursi nei nostri dispositivi e sottrarre dati di varia natura. Come sottolinea la Polizia Postale nel suo post “Tanto è facile la domanda quanto probabile che vi ritroviate truffati. Fate attenzione a questi sondaggi”. È questo l’ennesimo esempio di come sia facile oggigiorno truffare gli utenti della rete, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, perché si è tempestati quotidianamente da messaggi del genere. Bisogna, quindi, solo prestare più attenzione e evitare di dar seguito a questo tipo di richieste. Nel caso siate comunque incappati in frodi analoghe potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Privacy – Anche il sito web va adeguato al GDPR, vediamo come

Il Regolamento generale sulla protezione dei dati, ormai riconosciuto a livello internazionale con la sigla GDPR, rappresenta dal punto di vista legislativo una delle novità di maggior rilievo per il settore business negli ultimi anni. Lo scopo dell’Unione Europea è quello di fare in modo che la legislazione relativa al trattamento dei dati personali dei cittadini sia armonizzata: i regolamenti in proposito, quindi, sono diventati più dettagliati e più stringenti. Per i siti web, questo vuol dire soprattutto indicare le modalità con cui i dati degli utenti vengono raccolti e conservati, per quanto tempo vengono tenuti in archivio e per quale motivo lo si fa.

Ringraziamo Roberto Marletta di Emmè Pubblicità, web agency di Catania, per averci aiutato a chiarirci le idee su questo tema permettendoci di scrivere il presente articolo.

Il sito web conforme al GDPR

Per essere certi che un sito Internet sia conforme rispetto alle norme che vengono imposte dal GDPR, sono tre i principi fondamentali a cui si deve fare riferimento: il primo è rappresentato dal consenso dell’utente, il secondo riguarda la criptazione dei dati e il terzo ha a che fare con l’accesso ai dati personali degli utenti. Il consenso, in particolare, può essere considerato uno dei punti più importanti della legislazione che entrerà in vigore  tra poche ore: esso, come è facile intuire, è indispensabile sia per la conservazione che per l’impiego dei dati personali. Chi vuole trattare i dati degli utenti, a prescindere dalla ragione per cui lo fa, deve chiedere e ottenere un permesso ad hoc.

Come cambiano i siti web con il nuovo regolamento 

Con l’attuazione del GDPR, chiunque visita un sito web ha il diritto a essere informato nel modo più dettagliato possibile a proposito delle modalità di raccolta e di trattamento dei dati. Inoltre, devono essere specificate le ragioni per le quali i dati vengono raccolti. Il consenso può essere prestato solo spuntando una dicitura apposita in un form di conferma, in modo tale che sia palese la spontanea volontà degli utenti. Il gestore di un sito web deve essere sempre aggiornato per ciò che riguarda le informative. Ma non è tutto: le note relative alla privacy degli utenti devono basarsi su un linguaggio chiaro e comprensibile, devono risultare facili da leggere e poter essere interpretate senza difficoltà. Stesso discorso per le comunicazioni che riguardano l’impiego dei cookie.

L’accesso ai dati

Come si è detto, l’accesso ai dati costituisce un altro componente fondamentale del GDPR: agli utenti deve essere fatto sapere chi è in grado di accedere ai loro dati personali, in che modo tali dati sono registrati e come viene effettuata la loro conservazione, eventualmente tramite CRM o CMS. Come ci si deve adeguare a queste imposizioni? Il modo più facile consiste nel ricorrere a un form apposito in cui agli utenti viene chiesto di poter trattare i dati personali.

Cosa succede se il consenso viene rifiutato

Ovviamente, deve essere prevista una procedura che impedisca la registrazione e la conservazione dei dati in caso di risposta negativa, fermo restando che anche quando viene data una risposta positiva gli utenti devono comunque poter cambiare idea e revocare i permessi concessi in ogni momento. Un altro dei compiti dei titolari delle aziende è quello di accertarsi del fatto che le agenzie di terze parti a cui è stato concesso il diritto di accedere ai dati relativi agli utenti dispongano di procedure in linea con le prescrizioni contenute nei nuovi regolamenti e, in sostanza, si siano adeguate alle imposizioni del GDPR.

La crittografia

Infine, l’ultimo principio alla base del GDPR va individuato nella crittografia: questo significa che tutti i dati degli utenti che vengono inviati a un sito web e conservati dallo stesso non possono che essere criptati. Questa soluzione ha lo scopo di contrastare e di prevenire il furto di informazioni sensibili, come potrebbe accadere se – per esempio – si verificasse un attacco informatico. Tutti i progetti web, per poter essere conformi alla GDPR, sono tenuti a implementare un sistema consistente nel ricorso a certificati di sicurezza SSL/TLS per le tramissioni di dati sensibili.

 

I dubbi sul curriculum di Conte: grosso guaio per Di Maio

Il movimento 5 stelle non è la prima volta che incappa in certi errori, tanto che viene da pensare che corrisponda ad una vera e propria strategia “politica” ovvero la bugia sistematica utilizzata per conquistare posizioni, potere e soprattutto consensi. La notizia sulle presunte irregolarità del curriculum di Conte, che secondo alcune fonti avrebbe taroccato il proprio curriculum, in realtà non  mi sorprende più di tanto anzi, mi aspetto molto di più  dalla capacità creativa dei pentastellati e dal loro programma di governo con il quale, contrariamente a quanto affermano quasi tutti gli economisti più accreditati, sostengono di poter aumentare la spesa pubblica aumentando…la spesa pubblica. Insomma sostengono di poter cambiare il vino in acqua, di risvegliare Lazzaro e di saper camminare sulle acque,  sostenuti in queste farneticazioni da flotte di italiani che a dir loro “protestano” contro la “vecchia” politica. Vorrei vedere la loro faccia quando capiranno che la loro protesta, tanto per iniziare, gli costerà qualche centinaio di euro in più di interessi sui loro mutui o sulle loro scoperture bancarie visto che l'”effetto 5stelle” sta per abbattersi sull’economia italiana con uno tsunami di castronerie. Ci sono in giro economisti, anche molto noti,  che li difendono ma questo non vuol dire nulla: anche Jack lo squartatore ha fatto proseliti e ha i suoi fan.

Il curriculum di Conte? Grosso guaio per Di Maio  che ora potrebbe addirittura essere chiamato a guidare il governo in prima persona e prendersi tutte le responsabilità del caso.  Certo non avrà il curriculum del suo prescelto per la guida del governo visto che dopo il liceo, Gigino, ha frequentato per alcuni mesi la facoltà di Ingegneria informatica, passando poi a Giurisprudenza dove non si è mai laureato. Non ha studi “forti” alle spalle, non ha approfondito i temi dell’economia e della finanza se non da “praticone” parlamentare ma gli italiani, alcuni italiani, lo hanno voluto premiare in base alla teoria tutta pentastellata che chiunque può guidare una nazione esattamente come chiunque può guidare una Ferrari di formula uno. Insomma, allacciatevi le cintura che guida Di Maio. Se non vi doveste fidare del conducente per la sua inesperienza niente panico! Alla prossima fermata (prossime elezioni) evitate di protestare e votate con la testa, prendendo coscienza del fatto che altre parti del corpo hanno funzioni molto meno nobili.

Nicola Lo Iacono

Gli sviluppi della crisi

Ancora un po’ di tempo è stato richiesto da Di Maio al Presidente della Repubblica, per definire tutti gli  aspetti programmatici e la indicazione del nome proposto per la Presidenza del Consiglio. A parole domenica sera, data ultima consentita dal Presidente della Repubblica per una definitiva comunicazione del risultato delle consultazioni tra Di Maio e Salvini, i due comunicarono che i problemi allo studio erano risolti e si dichiararono pronti all’incontro con il Presidente Mattarella, fissato per il giorno successivo.

Proprio alla fine dei due incontri con il Presidente della Repubblica apparve chiaro che non solo i problemi posti non erano stati definiti,ma altri problemi erano stati rappresentati, specie da Salvini,in un modo molto difficile per essere accettati dalla controparte. In una mia nota pubblicata il 9 maggio su diverse testate on line scrivevo: “Al di là e al di fuori di ogni altra considerazione il comportamento dilettantesco dei due ha notevolmente contribuito a complicare la possibile sollecita soluzione della crisi”.

A radicalizzare la posizione di Salvini avrà certamente contribuito la decisione del Tribunale di Milano sulla candidabilità di Berlusconi. Fatto che avevo bene considerasto, come risulta dalla seguente nota da me pubblicata su Facebbok, nella immediatezza della sua comunicazione-

“”LA MAGISTRATURA PUNTUALE COME UN OROLOGIO SVIZZERO

Il Tribunale di Milano, dopo tanti anni di studio, ha annullato il provvedimento di incandidabilità di Berlusconi nel momento in cui le trattative per la formazione del nuovo governo sono nella fase più delicata. Provvedimento che, per la nuova condizione di Berlusconi, avrebbe potuto e potrebbe condizionare i tempi della soluzione della crisi. Provvedimento tenuto nel cassetto e tirato fuori nel momento meno opportuno.

E’ lo stesso Tribunale di Milano che il 21 novembre 1994 fece notificare a Berlusconi a Napoli,Presidente del Consiglio mentre presiedeva i lavori di una Conferenza Internazionale, un avviso di reato per fatti successivamente dichiarati inesistenti.

Il provvedimento odierno poteva benissimo essere reso pubblico tra qualche giorno, così come il provvedimento  adottato nel 1994 poteva essere notificato il giorno successivo a Roma..

Ma certi Magistrati studiano beni i tempi che possono dar loro una maggiore notorietà, anche se in senso negativo.””

Se, come è probabile, l’accoppiata Di Maio-Salvini dovesse fallire, penso che il Presidente della Repubblica non potrà fare a meno di incaricare, per la formazione del nuovo Governo, il Presidente del Tribunale di Milano.

Angiolo Alerci

Viaggiare senza stress: la comodità del noleggio

È quasi tempo di vacanze: il bel tempo è arrivato e le temperature suggeriscono di concedersi qualche strappo alla regola già da adesso, magari regalandosi una giornata di sole al mare o in montagna o, perché no, una gita fuori porta con gli amici. Sono anche i periodi in cui alcune Associazioni o stesse aziende organizzano visite e gite. Come fare in queste occasioni quando si tratta di organizzare piccoli viaggi di gruppo?

Una delle prime problematiche sulle quali si discute è il mezzo di trasporto con cui spostarsi: scegliere la propria auto è il primo pensiero, quindi si può pensare di optare per spostarsi in più macchine. Ciò però comporta il viaggiare separati dal resto del gruppo, con conseguenti distaccamenti gli uni dagli altri e possibili arrivi nel luogo di destinazione ad orari diversi e dunque inutili perdite di tempo.

E poi si sa…i viaggi migliori sono quelli in compagnia con la propria comitiva! Per poter viaggiare insieme, risparmiare tempo e denaro esiste una soluzione: si chiama noleggio furgoni a 9 posti. In che cosa consiste questo servizio? Esistono aziende specializzate in noleggio furgoni e veicoli che mettono a disposizione minibus a 6 o a 9 posti per coloro che hanno la necessità di affittare per un determinato periodo di tempo un mezzo. I vantaggi nell’adottare questa soluzione sono molteplici:

 

  • si può scegliere il veicolo che si preferisce, in base ai chilometri da percorrere e al numero di persone da trasportare;
  • si viaggia in un furgoncino che consente di avere più spazio per trasportare diversi bagagli e anche eventuali attrezzature;
  • si risparmia sul costo del trasporto, perché si dividono le spese fra tutti i partecipanti;
  • se ci si rivolge ad aziende affidabili, le quali offrono questo servizio, si ha a propria disposizione un minibus che, prima di essere preso a noleggio, viene collaudato e verificato, così da garantire ai clienti il massimo della sicurezza.

 

Tra le molteplici imprese specializzate nell’autonoleggio, Gimax si è ormai affermata da anni nel settore. Si tratta di un’azienda che offre l’autonoleggio e si rivolge anche a chi necessita di furgoni a noleggio, proponendo diverse tipologie di veicoli, furgoni e minibus. Sul loro sito è possibile avere un preventivo delle spese da affrontare e, recandosi presso le sue sedi, si ha a disposizione un team di esperti che consigliano la scelta più opportuna in base alle diverse esigenze del cliente.

Il settore del noleggio furgoni è un ambito che ormai vede una crescente domanda, quindi perché non sfruttare le sue potenzialità e concedersi un viaggio senza stress?

Matteo Salvini & Luigi Di Maio: neopatentati alla guida di una Ferrari.

Che Matteo Salvini e Luigi Di Maio si sarebbero trovati in grande difficoltà nel dover trasformare in fatti  le idee populiste contenute nei loro programmi elettorali si sapeva da tempo. La farsa dei veti incrociati alla quale stiamo assistendo in queste ore non è altro che la presa di coscienza che reddito di cittadinanza, abolizione della Fornero e flat tax al 15% non erano altro che specchietti per le allodole e anche se domani si dovesse alla fine arrivare ad un governo, vista la conflittualità,  i due leader avranno messo le basi per trovare una scusa che gli consenta di scaricare sull’avversario /alleato la colpa della mancata realizzazione dei punti salienti del proprio programma.

Gli elettori italiani hanno in pratica consegnato le chiavi della Ferrari a due piloti freschi di patente che hanno promesso di poter vincere non solo un Gran Premio ma anche l’intero campionato di Formula Uno. Questo è quello che è accaduto il 4 marzo. Qualcuno ha votato convintamente il Movimento 5 Stelle o La Lega di Salvini altri lo hanno fatto per protesta ma il risultato non cambia e, visto che siamo in un Paese dove tutti sfuggono alle proprie responsabilità, credo che una volta ogni tanto sarebbe bene ammettere di aver fatto un grosso errore, tenendo conto che se l’accoppiata Salvini/Di Maio ha di questi problemi per fare un governo figuriamoci cosa potrebbe accadere se dovessero mettersi d’accordo. Per riprendere la metafora automobilistica i due perderebbero subito il controllo della Ferrari, mettendo giù un bel po’ di italiani e finirebbero per distruggere l’auto. D’ora in poi spero che la gente abbia capito cosa vuol dire il termine “populista”, ovvero “prendo in giro il popolo per arrivare al potere”. Non siate populisti.

La prossima volta, davanti alla scheda elettorale, evitate di premiare  le forze politiche che sono poco credibili e fidatevi più di chi vi dice che abbasare le tasse si può ma ci vuole tempo, anziché dare credito a questi imbonitori che tanto assomigliano a Giorgio Mastrota per il modo in cui vendono il loro “materassi” ma che, a differenza del presentatore televisivo,  rischiano in realtà di far passare tante notti insonni agli italiani. Se proprio volete protestare mettete un bel nastrino rosso sul vostro maglioncino o una corona di fiori in testa salutando gli amici con un sincero “peace and love” o entrate nudi in campo durante una partita di basket: farete meno danni e la vostra protesta sarà chiara e condivisibile.

 

Nicola Lo Iacono

La crisi in pillole

Seguendo con una certa attenzione lo svolgersi delle trattative per la soluzione della crisi , dopo le dichiarazioni del Presidente Mattarella ho voluto fare alcune considerazioni:

1- Di Maio e Salvini, due vincitori della tornata elettorale con una non indifferente differenza: il primo con i suoi 32% di voti, il secondo con una coalizione formata da quattro componenti, con il 37% di voti, di cui solo il 17% attribuito a Salvini.

I due vincitori che si ritenevano entrambi “titolari” del diritto di essere designati dal Presidente della Repubblica  per la formazione del nuovo Governo, nel giro di pochi giorni riuscirono di comune accordo  a definire gli assetti delle due Camere, con la elezione dei Presidenti e degli  altri organismi.

In questa occasione Di Maio accettò per la Presidenza del Senato, seconda carica dello Stato, il nome della Senatrice Casellati, persona vicinissima a Berlusconi.

Trattando il secondo punto: la maggioranza per la formazione del Governo, Di Maio pose la pregiudiziale della esclusione di Forza Italia il cui capo, non parlamentare, era un condannato.

Personalmente non vedo alcuna grossa differenza tra la nomina della seconda carica dello Stato e l’eventuale nomina di un ministro o di un sottosegretario di Forza Italia.

Di Maio ha compreso che questa sua scelta non è stata condivisa dalla maggioranza del popolo 5 Stelle, fatto che ha notevolmente contribuito a creare l difficoltà nella creazione di una maggioranza governativa.

Inoltre è inspiegabile la decisione di Di Maio, forse nel tentativo di correggere l’errore commesso, di minacciare subito elezioni anticipate, soltanto dopo pochi giorni che Grillo, a domanda di un giornalista “ si va verso elezioni anticipate? ”  ha risposto “ questa è una barzelletta che fa ridere più delle mie”.

2- Salvini,  con il 37% dei voti attribuiti alla sua coalizione, ha subito la netta posizione assunta da Berlusconi perché, mancando i voti di Forza Italia, personalmente si trovava molto al disotto del 32% di Di Maio, quindi nella condizione di non potere pretendere una sua designazione per la formazione del nuovo Governo.

 

 

Per questo motivo e per non consentire al suo “rivale” di poter guidare il Governo ha preferito non mollare Berlusconi.

Al di là e al di fuori di ogni altra considerazione il comportamento dilettantesco dei due ha notevolmente contribuito a complicare la possibile sollecita soluzione della crisi.

Speriamo che la porta lasciata aperta dal Presidente Mattarella, per ancora poco tempo,  possa convincere Salvini , al di là della posizione di Berlusconi, a contribuire a consentire nell’interesse supremo del paese, al Movimento 5 Stelle di poter formare il nuovo Governo 5 Stelle – Lega.

Un Governo politico è indispensabile, in questo momento particolare, per il nostro Paese.

 

angiolo alerci

 

La crisi al suo punto massimo

Assistiamo con  molto distacco a tutte le discussioni propinateci giornalmente dalla stampa e dai mass media, che continuano a gestire le trasmissioni per aggravare e rendere ridicolo quello che dovrebbe essere un operoso travaglio, destinato a risolvere la crisi che ormai si trascina da  due mesi. Certamente molti duellanti fanno del loro meglio per contribuire a trasformare, quelle che dovrebbero essere  serie trasmissioni di informazione in un pezzo di avanspettacolo, con comportamenti di pessimo gusto.

Molte le battute che si sono sentite nel corso di questa crisi meritano una particolare attenzione, dal momento che questa crisi presenta  aspetti di non facile soluzione. Il Centro destra ha registrato le difficoltà di dialogo dal momento che  Salvini, responsabile formale della coalizione, non poteva accettare i veti posti dal Movimento Cinque Stelle  nei confronti di Berlusconi, dopo che il Movimento 5 Stelle  con i suoi voti aveva contribuito ad eleggere  Presidente del Senato, seconda Carica dello Stato, la persona più vicina a Berlusconi.

IL Movimento Cinque Stelle  ha trovato difficoltà nella trattativa con i responsabili del P.D., sia per la pesante situazione creata dal risultato elettorale, che per i  rapporti intercorsi nella passata legislatura. Sia il Centro Destra che il Movimento Cinque Stelle avrebbero dovuto tener conto, nel confronto con il P.D., che il primo punto dei loro programmi elettorali conteneva “ l’abrogazione di tutte le leggi varate nel quinquennio, dalla maggioranza di centro sinistra, guidata da Renzi.” La cosiddetta  coalizione del Centro destra si è dimostrata una coalizione esclusivamente elettorale; molte dichiarazioni fatte da Salvini sono state sempre smentite nel giro di poche ore da Berlusconi il quale, in verità, non avrebbe accettato di buon grado una Presidenza del Consiglio Salvini.

La reazione di Salvini agli atteggiamenti di Berlusconi è stata molto tiepida perché una rottura con Berlusconi avrebbe compromesso la continua affermazione di “ maggioranza” della coalizione e conseguentemente la sua aspirazione ad essere Presidente del Consiglio. Il P.D., al momento solo formalmente nelle mani di una minoranza , non potrà dimenticare facilmente, e lo ha fatto ricordare  Renzi, il comportamento tenuto dal Movimento Cinque Stelle nei confronti dei  Governi di Centro sinistra. Berlusconi e Renzi in questa fase, da posizioni diverse, stanno svolgendo identiche strategie. Renzi, uscito dal finto letargo, nel corso di una intervista televisiva ha anticipato quello che sarebbe stato deciso dalla direzione del suo partito, rendendo inutile quella riunione   che, con una decisione formalmente presa all’unanimità, ha confermato che le scelte del P.D. continueranno ad essere prese solo da Renzi.

Era impossibile credere ad un Governo, sia con il centro destra che con i Grillini, sostenuto da Renzi, o con Renzi dentro, Governo che  avrebbe dovuto  realizzare anche il primo punto  dei loro programmi elettorali sopra ricordati: l’abolizione di tutte le leggi fatte dal  Governo Renzi. Tutto fa intravedere che non sarà facile trovare una maggioranza che possa gestire, anche per poco tempo, le sorti del nostro Paese nonostante Peppe Grillo, rivolgendosi a chi parta di elezioni anticipate ha risposto “ Tornare alle urne ? Una battuta che fa ridere più delle mie.” L’amore tra Di Maio e Salvini, sviluppatosi al momento della nomina dei Presidenti della Camera e del Senato, è finito al momento in cui i due erano diventati alternativi per una   possibile indicazione per la Presidenza del Consiglio. L’immediato futuro  è nella mani del Presidente Mattarella.

Angiolo Alerci

Una nuova legge elettorale

L’esame e la valutazione delle leggi elettorali che sono state e sono in vigore dalla nascita della Repubblica,   hanno sempre determinato in me un interesse particolare  più volte dimostrato. In occasione di una  conviviale  del Lions Club di Enna , nell’ottobre del 1988,   ho svolto una relazione dal titolo” Le Leggi elettorali” con riferimento alla prima legge elettorale approvata dal Parlamento e delle modifiche ad essa  successivamente apportate. Relazione che venne integralmente pubblicata  dalla rivista ufficiale del Lions  Italia. Nel 1993 la stessa rivista pubblicò, sullo stesso argomento, un mio articolo che venne dalla redazione  così titolato: “Le intuizioni di un Lion cinque anni dopo”.

Nel febbraio del 2012, sempre al Lions Club di Enna, trattai il tema “ La evoluzione delle leggi elettorali in Italia”. Il contenuto delle mie conversazioni è stato anche portato all’attenzione dei maggiori responsabili politici, come risulta  confermato dalla lettera  del 12 marzo 2012, pervenutami dall’allora Presidente della Camera dei Deputati on. Gianfranco Fini, che così recitava:

Il Presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, ha ricevuto la sua lettera del 5 marzo scorso e ha preso visione di quanto in essa rappresentato. Al riguardo desidero comunicarLe che il Presidente ha disposto che copia della sua lettera sia trasmessa alla Commissione parlamentare competente, affinchè i Deputati che ne fanno parte,
possano prenderne visione ed assumere le iniziative  che ritengano opportune. Le invio i cordiali saluti del Presidente,cui unisco i miei personali. Il Capo della Segreteria del Presidente dr.Alberto Solia”

Questa premessa ho voluto fare perché in vista di una nuova legge elettorale, dal momento che tutti hanno definito quella attuale peggio del cosiddetto “Porcellum, ne ho ipotizzata una completamente nuova.

Il 27 aprile del 2012, quando il Senato decise di mettere mano alla sua riforma, con una mia mail diretta al Presidente del Consiglio Renzi, trasmisi una mia “ Proposta modifica del Senato: Composizione n.100 membri” in rappresentanza delle Regioni, dei Comuni, dei Sindacati, dei Datori di lavoro e di nomina del Presidente della Repubblica”.

La mia proposta venne integralmente copiata dalla prevista Commissione Affari Costituzionali  del Senato il 21 giugno 2012, due mesi dopo, apportando quelle modifiche ( introduzione dell’immunità, elezione diretta, abolizione delle rappresentanze sociali ) che contribuirono ad affossarla in occasione del referendum.

Anche questa proposta ottene un riscontro da parte dell’allora Presidente del Consiglio Renzi,  al quale facevo  pervenire  tutte le mie note pubblicate sui giornali on line che riguardavano la sua persona, con una sua mail che conteneva questa espressione : La ringrazio per le sue mail, per le sue proposte e per le sue critiche”

Ho fatto queste premesse perché, tenuto conto del vento che spira, sia che sarà varato un Governo o che si andrebbe a nuove elezioni, come auspicato da tutti, dovrà essere varata una nuova legge elettorale.

Tenuto conto sia della mia lunga esperienza maturata in politica, che dell’interesse avuto nello studio delle diverse leggi elettorali, tutte incostituzionali, come da me rappresentato e documentato direttamente anche ai vertici della Corte costituzionale,  ho elaborato questa proposta  che farò pervenire tutti i capi Gruppo parlamentari.

 

Proposta nuova  legge elettorale  

Uguale sia per  la Camera che per il Senato

 

Camera – Componenti .  n.630

 

Al partito o alla coalizione che ottiene il maggior numero di voti

il 55% dei seggi      n.346

Al secondo partito  o coalizione    il                 40%    dei seggi      n.252

Agli altri partiti o coalizioni che hanno superato la soglia del 3%  n   32   suddividere il numero dei seggi in proporzione ai voti ottenuti

 

Senato -Componenti n. 315

 

Al partito o alla coalizione che ottiene i maggior numero dei voti

il 55% dei seggi    n. 173

Al secondo partito o coalizioni                            il 40%                    n 126

agli altri partiti o coalizioni che hanno superato la soglia del 3%      n  .16

da suddividere come sopra

 

Sistema proporzionale, con premio di maggioranza,  che garantisce  anche la rappresentanza dei partiti minori non coalizzati.

Uniformare i collegi elettorali  sia per la Camera che il il Senato, introducendo il voto di preferenza . Tutti i collegi dovrebbero avere un numero limitato di candidati: per la camera non superiore a 6, e per il senato a 3, a meno che per il Senato non si scelga il sistema uninominale.

La ridotta dimensione dei collegi comporterebbe una notevole riduzione dei costi  per i candidati e rappresenterebbe il migliore sistema per riportare le presenze degli eletti nel proprio territorio.

Un sistema così concepito contribuirebbe anche  a modificare la tendenza dell’astensionismo

Sarebbe utile, ma sarà impossibile,  prima ancora di approvare la nuova legge elettorale, valutare la opportunità di ridurre il numero dei parlamentari di almeno il 33 %, nonchè  la modifica delle funzioni “paritarie” del Senato.

Un ostacolo alla approvazione di una simile legge sarebbe, nelle attuali condizioni culturali della nostra politica, la scelta tra premio da assegnare al  partito o alla coalizione che, per le recenti esperienze, può apparire non tanto semplice.

Un lato positivo: la stessa sera delle elezioni si conoscerebbe sia chi ha vinto e chi è stato eletto.

angiolo alerci

 

Berlusconi euforico per le elezioni in Molise

Abbiano assistito  in questi giorni alla grande euforia dimostrata dai responsabili di Forza Italia, in prima fila Berlusconi e la Bernini, per il brillante risultato ottenuto nelle recenti elezioni del Molise. Risultati che per Forza Italia hanno rappresentato “un cambio di tendenza” rispetto ai dati delle ultime elezioni politiche. Ho voluto verificare in concreto il motivo di tanta euforica soddisfazione ed ho riscontrato quanto segue:

Forza Italia ha ottenuto 13.627 voti,  la Lega di  Salvini 11.956, per cui la soddisfazione sarà stata quella di avere superato  l’ amico Salvini.

Il candidato del Centro destra è stato eletto da una coalizione  formata da dieci liste, con il contributo di Popolari per l’Italia e Unione di Centro che hanno ottenuto 17.750  voti.

Con questa analisi ho voluto soltanto sottolineare il grande valore attribuito da Berlusconi che, con i suoi 13.627 voti pari al 9,4%, ha parlato di cambio di rotta , forse nei confronti di Salvini  che di voti ne ha ottenuto 11.956, come sopra è stato evidenziato..

Ma il discorso di Berlusconi riguardava, invece, un cambio di marcia  rispetto ai voti conquistati nell’ultima tornata elettorale.

Avere voluto tentare di attribuire al risultato elettorale del Molise, un campione di circa 100.000 votanti, il significato di “ cambio tendenza” rispetto al risultato delle politiche, che avevano registrato oltre 30/milioni di votanti , a parte il significato e l’importanza delle diverse elezioni è stato quanto di più ridicolo è stato detto nel corso di questo particolare momento politico.

Oggi assistiamo alla nuova posizione assunta da Salvini che ha dichiarato che porterà milioni di elettori a Roma nel caso non fosse prescelto lui nel  tentativo di costruire una maggioranza parlamentare. Dichiarazioni che trovano riscontro nelle nuove proposte continuamente fatte da Berlusconi  di  affidare al Centro destra l’incarico,  perchè lui è convinto di poter procurare, con i suoi metodi, i voti  mancanti necessari..

Ma la sua sottile strategia è ben diversa. Se non si riesce a creare una maggioranza la probabilità di andare a nuove elezioni è notevole. Nel caso di incarico per la formazione di un governo battuto alla Camera, lo stesso Governo resterebbe in carica per gestire le nuove elezioni, nel caso contrario che il Presidente della Repubblica decidesse di scioglier Parlamento, non riscontrando la possibilità di alcuna maggioranza, le nuove elezioni sarebbero gestite dall’attuale Governo Gentiloni. Questa considerazione va tenuta in grande evidenza per valutare quelle che saranno le prossime mosse di Renzi, il quale certamente darà la sua disponibilità al Movimento Cinque Stelle ponendo, però,  come condizione la rinunzia di Di Maio e la scelta di altro nominativo. Ora, intanto, ci toccherà di assistere a nuove sceneggiate, non appena di conoscerà l’esito delle votazioni del Friuli.

Angiolo Alerci

Camminare velocemente riduce il rischio di ospedalizzazione nei pazienti con problemi cardiaci

Camminare velocemente riduce il rischio di ospedalizzazione nei pazienti con problemi cardiaci, secondo una ricerca presentata oggi a EuroPrevent 2018, un congresso della Società Europea di Cardiologia, e pubblicata sull’European Journal of Preventive Cardiology. Lo studio durato tre anni è stato condotto su 1.078 pazienti ipertesi, di cui l’85% era affetto anche da malattie coronariche e il 15% aveva anche una malattia valvolare. Ai pazienti è stato quindi chiesto di camminare per 1 km su un tapis roulant con un’intensità moderata. I pazienti sono stati classificati come lenti (2,6 km / ora), intermedi (3,9 km / ora) e veloci (5,1 km / ora medi). Un totale di 359 pazienti erano camminatori lenti, 362 erano intermedi e 357 erano camminatori veloci. I ricercatori hanno registrato il numero di ospedalizzazioni per tutte le cause e la durata del ricovero nei successivi tre anni. I partecipanti sono stati segnalati dal Registro Sanitario Regionale della Regione Emilia-Romagna, che raccoglie dati sul ricovero per tutte le cause. L’autrice dello studio, dottoressa Carlotta Merlo, ricercatrice presso l’Università di Ferrara, ha dichiarato: “Non abbiamo escluso cause di morte perché la velocità del cammino ha conseguenze significative per la pubblica salute. E’ un precursore della disabilità, della malattia e della perdita di autonomia”.Durante il triennio, 182 dei “lenti” (51%) hanno avuto almeno un ricovero in ospedale, rispetto a 160 (44%) dei camminatori intermedi e 110 (31%) dei camminatori veloci. I gruppi a movimento lento, intermedio e veloce hanno trascorso rispettivamente un totale di 4.186, 2.240 e 990 giorni in ospedale nel corso del triennio. La durata media della degenza ospedaliera per ciascun paziente era rispettivamente di 23, 14 e 9 giorni per i camminatori lenti, intermedi e veloci. Ogni  km / orario di aumento della velocità di deambulazione ha comportato una riduzione del 19% della probabilità di essere ospedalizzati durante il triennio. Rispetto ai pedoni lenti, i camminatori veloci avevano una probabilità di ospedalizzazione inferiore del 37% in tre anni. La dottoressa Merlo ha affermato: “Più è veloce la velocità di camminata, minore è il rischio di ospedalizzazione e più breve è la durata della degenza ospedaliera, poiché la ridotta velocità di marcia è un indicatore di mobilità limitata, che è stata collegata alla diminuzione dell’attività fisica. Ed ha proseguito: “Camminare è il tipo di esercizio più popolare negli adulti: è gratuito, non richiede un addestramento speciale e può essere svolto praticamente ovunque. Pur brevi, ma regolari, le passeggiate hanno notevoli benefici per la salute. Il nostro studio dimostra che i benefici sono ancora più grandi quando aumenta il ritmo del camminare “. Insomma, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” un consiglio da prendere alla lettera che richiede solo un pò di buona volontà.

18 aprile 2018 – Settanta anni fa la Democrazia Cristiana conquistava il 50% dei voti

Sono trascorsi settant’anni da quel  fatidico  giorno in cui il popolo italiano, con circa il 50% dei voti ,assegnò alla Democrazia Cristiana il compito di  gestire la fase più difficile  della ricostruzione, dopo la grave sconfitta  subita nella seconda guerra mondiale.

I risultati ottenuti  per la Camera furono i seguenti:

Democrazia Cristiana                 48,50% con 305 deputati eletti

Fronte democratico popolare      30.98% con 183 deputati eletti

(Partito Comunista, Partito Socialista e Partito d’Azione)

Altri 8 partiti                                20,52% con 86 deputati eletti

(Unione socialisti, Blocco nazionale, Partito nazionale monarchico,Partito repubblicano, Movimento sociale, Sud Tirolo, Partito dei contadini e Partito sardo d’azione).

Questi i risultati ottenuti per il Senato:

Democrazia Cristiana                          48,11% con 131 Senatori eletti

Fronte Democratico popolare              30,76% con 72 Senatori eletti

Altri                                                      21,13% cpn 34 Senatori eletti

La Democrazia Cristiana, allora guidata con saggezza e lungimiranza   da Alcide De Gasperi, non pensò di utilizzare la maggioranza assoluta ottenuta per dar vita ad un governo monocolore, ma chiamò a farne parte anche rappresentanti del Partito Liberale e del Partito Repubblicano. Maggioranza successivamente ampliata con l’ingresso del Partito socialdemocratico, nato dalla scissione del Partito socialista.

Periodo d’oro che completò nel giro di un decennio la ricostruzione, rilanciò la nostra economia e raggiungere il cosiddetto “boom economico”negli anni ‘60.

La politica monetaria era allora gestita dal Governatore della Banca d’Italia Donato Menichella al quale, nel 1960, venne assegnato dal Financial Times l’Oscar “ per  avere realizzato, in quasi tredici anni di Governatorato, una forte stabilità monetaria, coniugata con un saggio elevato e costante di sviluppo economico”.

Questo è stato il frutto della collaborazione tra forze diverse voluta da Alcide  De Gasperi.

Il 18 aprile 2018 , con l’incarico esplorativo dato dal Presidente della Repubblica alla Presidente del Senato Sen.Alberti Casellati  si cercherà, nella grande difficoltà del momento politico, figlia sia di una dissennata legge elettorale, che dalle contrapposizioni più personali che politiche  esistenti tra i vari gruppi, di trovare una buona intesa per la nascita del nuovo governo. Siamo pessimisti ,ma speriamo che il meglio possa realizzarsi.

Angiolo Alerci

Patente a punti: nessuna sanzione se il proprietario del veicolo non sa chi è alla guida

L’importante decisione che si riporta per la validità del procedimento logico argomentativo seguito, costituisce un prezioso precedente per quanti vorranno ricorrere a questo tipo di sanzioni amministrative che in effetti non denotano una particolare trasparenza nella loro emissione. L’automobilista proprietario del veicolo che sia stato sanzionato se comunica, ancorché in termini negativi, di non sapere chi fosse alla guida, non è soggetto a  nessuna sanzione 126-bis codice strada. Deve reputarsi che, resta in ogni caso sanzionabile la condotta di chi semplicemente non ottemperi alla richiesta di comunicazione dei dati personali e della patente del conducente. Resta, comunque, devoluta alla valutazione del giudice di merito la verifica circa l’idoneità delle giustificazioni fornite dall’interessato ad escludere la presunzione di responsabilità che la norma pone a carico del dichiarante. Lo ha stabilito la Cassazione Civile con l’ordinanza n. 9555 del 18-04-2018 che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” riporta. Nel caso di specie il Tribunale di Bari, esercitando appunto tale discrezionale potere di apprezzamento in fatto, ha ritenuto di escludere la responsabilità della opponente valorizzando da un lato il decorso del tempo tra la data dell’infrazione contestata e quella della richiesta di informazioni, oltre tre mesi, e, dall’altro, la riferita presenza nel nucleo familiare anche di altri soggetti ordinariamente fruitori dell’autovettura, reputando in tal modo giustificata la mancata indicazione del nominativo del conducente. Tant’è che nel merito sottolineando la legge applicabile afferma che: “Ai fini dell’applicazione dell’art. 126-bis del codice della strada occorre distinguere il comportamento di chi si disinteressi della richiesta di comunicare i dati personali e della patente del conducente, non ottemperando, così, in alcun modo all’invito rivoltogli, contegno per ciò solo meritevole di sanzione, e la condotta di chi abbia fornito una dichiarazione di contenuto negativo, sulla base di giustificazioni, la idoneità delle quali ad escludere la presunzione relativa di responsabilità a carico del dichiarante deve essere vagliata dal giudice comune, di volta in volta, anche alla luce delle caratteristiche delle singole fattispecie concrete sottoposte al suo giudizio, con apprezzamento in fatto non sindacabile in sede di legittimità“.

Vincite milionarie e il ricordo di una truffa sventata.

La supervincita all’enalotto di circa 130 milioni di euro, fatta da un giocatore di Caltanissetta in questa settimana, mi ha fatto ritornare alle mente un fatto accaduto intorno al 1980.  Nel corso della mia permanenza alla Direzione della Filiale della Cassa di Risparmio V.E. si verificarono diversi episodi degni di ricordare. Raggiunsi Caltanissetta dopo qualche mese che si era verificato un importante furto: lo scasso di numerose cassette di sicurezza.

Il giorno del mio arrivo uno dei maggiori imprenditori edili di Caltanissetta, dopo avere tentato di sistemare bene le sue carte, si era reso inadempiente nei confronti di fornitori e di diversi istituti di credito operanti in città per importi rilevanti. Ma un evento di particolare rilievo si manifestò agli inizi degli anni ‘80. La Cassa tra gli altri servizi svolgeva quello di tramite, tra i vincitori del lotto e gli uffici dell’Intendenza di Finanza, per il pagamento delle vincite. L’ufficio incaricato notò,  con una certa frequenza, che un gruppo di giocatori presentava schedine vincenti di ambi e terni con giocate di modesto importo. Gli interessati commentavano che i sistemi da loro adottati consentivano frequenti vincite. Un giorno l’impiegata addetta mi comunicò che il gruppo aveva presentato per l’incasso una schedina vincente la cinquina. Trattandosi di una  vincita di un importo intorno a quaranta milioni di vecchie lire, consigliai la dipendente di non servizi della spedizione ordinaria, ma di recarsi all’Intendenza di Finanza per recapitare direttamente la fortunata schedina. Dopo meno di un’ora la dipendente, molto agitata, entrò nel mio ufficio e mi comunicò che l’impiegato, il quale aveva ricevuto la schedina, era uno dei soci del gruppo dei giocatori.

Informai del caso il mio Direttore Generale il quale, pur rimanendo molto perplesso, tenuto conto della particolare composizione della commissione prevista  mi consigliò di non tenerne conto e, nel contempo, di comunicare in occasione di altre vincite che la Cassa non svolgeva più questo servizio. Ma nel pomeriggio dello stesso giorno un altro componente del gruppo presentò in banca  una seconda schedina vincente  altra cinquina con gli stessi numeri. Comunicai immediatamente il mio Direttore Generale l’evento e, senza attendere le sue valutazioni , lo informai che l’indomani sarei andato dal Procuratore  della Repubblica per informarlo dell’accaduto.  Fatti che rappresentai personalmente all’allora Procuratore Patanè il quale in prima battuta mi disse: lei lo sa di chi è formata la commissione prevista. Lei potrebbe anche correre il rischio di essere incriminato per calunnia.

Al Procuratore feci presente che i calcoli di possibilità di vincere una cinquina erano limitatissimi, se poi le cinquine erano due la cosa diventava molto strana; io sono venuto  per prospettare un caso che ritengo possa essere oggetto di una  valutazione del suo ufficio. Il Procuratore chiamò subito il Colonnello della Finanza di Caltanissetta il quale si presentò nel giro di pochi minuti ed al quale rappresentai la situazione. Anche da parte del Colonnello venne richiamata la composizione della Commissione e rivolgendosi a me disse: secondo lei come è possibile commettere qualcosa di rilevante penalmente ? Io che avevo molto meditato sulle varie ipotesi risposi: secondo me tra i membri del gruppo ci sarà il titolare di un botteghino il quale, nel consegnare le  matrici delle bollette, lascia uno o più fogli in bianco.

La settimana successiva quando vengono riportate le nuove matrici l’impiegato addetto, mentre la commissione  prendeva il solito caffè, entrando nella stanza particolare , segnava nei biglietti lasciati in bianco i numeri già es tratti la settimana prima, determinando le vincite. Il Colonnello telefonicamente ordinò l’immediato controllo, da parte della  Guardia di Finanza, del caveau che custodiva le matrici e rilevò che in effetti  due matrici erano state lasciate in bianco. I Giornali del giorno successivo, su pagina intera, davano la notizia:

IMPORTANTE SCOPERTA DELLA GUARDIA DI FINANZA DI CALTANISSETTA.

Il processo a carico dei responsabili si concluse con una severa condanna.

 

Angiolo Alerci

Berlusconi non cambia

In otto anni di collaborazione, con note pubblicate da diverse testate on line, mi sono intrattenuto su molti disinvolti comportamenti dell’on. Silvio Berlusconi. A distanza di otto anni non mi sarei aspettato un suo  comportamento da avanspettacolo, fatto in occasione di una delle più importanti, significative ed ufficiali cerimonie: la partecipazione alle consultazioni per risolvere la crisi del governo.

Presentare Salvini come leader della coalizione, commentare con gesti teatrali le indicazioni che Salvini con assoluta serietà prospettava, avere allontanato dal microfono al termine delle comunicazioni di Salvini l’intera rappresentanza della coalizione, per afferrarlo e fare una manicomiale comunicazione, penso abbiamo superato ogni limite di decenza. Ma il nostro, nel corso della sua vita politica, di gaffe ne ha registrato molte. Il 28 dicembre 2012 , in una mia nota dal titolo “Berlusconi a Caltagirone” già scrivevo: Nei giorni scorsi Berlusconi è stato visto in giro a Caltagirone, patria dI Don Luigi Sturzo fondatore del Partito Popolare Italiano. Da più parti si è pensato ad una visita che avrebbe potuto attenuare il negativo giudizio espresso nei suoi confronti dai responsabili del Partito Popolare Europeo .La verità era ben diversa .La presenza di Berlusconi non era la visita alla città di Don Sturzo, ma la faticosa ricerca di un ottimo ceramista, al quale affidare lo restyling della sua faccia, per comparire in televisione, nella imminente campagna elettorale, con una faccia nuova”.

Nella stessa nota scrivevo:

lui che ha tentato di fare ridere il mondo con le sue barzellette, di fare le corna sulla testa di un Capo di Stato in occasione di un summit, che è stato richiamato dalla Regina Elisabetta “ ma chi è quello che grida?” e , tralasciando altri numerosi episodi, non potrà mai cancellarsi il malizioso sorriso intercorso tra il Presidente francese Sarkozy e la Cancelliera tedesca Merkel, annullando la credibilità internazionale del nostro Paese”.

Aveva ragione la moglie quando con una lettera pubblicata chiedeva agli amici di suo marito di “ farlo curare perché si tratta di un grave caso patologico”. Questo avveniva nel dicembre 2012; sono passati oltre sei anni e la situazione si presenta molto più grave.

 

Angiolo Alerci.

Arterosclerosi e fumo. La causa non sarebbe la cannabis ma il tabacco

È vero che i fumatori di cannabis sono esposti a rischio di infarto cardiaco a causa dell’aterosclerosi, la nota patologia vascolare cronica, ma la formazione delle placche nei vasi sanguigni non sarebbe dovuta alla canapa, ma al tabacco. A dimostrarlo sarebbe stato uno studio dell’Università di Berna che per la prima volta ha voluto studiare questo fenomeno. “Il nostro studio conferma l’elevato e solido nesso tra il consumo di tabacco e la formazione di placche”, afferma Reto Auer, dell’Istituto di medicina di base, citato in un comunicato diramato mercoledì dall’ateneo bernese. La ricerca ha utilizzato dati dello studio pluriennale CARDIA che, dal 1985, indaga l’insorgenza e i fattori di rischio delle placche nelle arterie tra gli adulti. Nell’ambito di CARDIA sono stati seguiti migliaia consumatori di canapa e tabacco negli Stati Uniti. Dopo 25 anni, sull’89% dei 3.498 partecipanti è stata valutata, tramite tomografia computerizzata, la presenza delle placche nelle arterie coronariche e celiache. La sclerosi ha riguardato il 60% del campione. Insomma, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ancora una volta è il fumo da tabacco a dimostrare tutte le sue conseguenze negative anche più delle droghe cosiddette leggere. Un motivo in più per continuare a combattere contro il tabagismo.

Debito pubblico e nuovo governo

Stiamo assistendo e continueremo ad assistere, ancora per molto tempo. alle sceneggiate collegate alla soluzione della crisi che dovrebbe darci un nuovo Governo. Le continue sceneggiate che si svolgono in tutti i salotti televisivi servono soltanto a “fare spettacolo” e trascurano quello che è  il vero problema.

Si cercano punti di convergenza tra posizioni diverse, senza tener conto che i programmi presentati da tutti partici, almeno nel titolo, si possono considerare scritti dalla stessa mano:  riduzione delle imposte, revisione della legge Fornero, riduzione dei contributi disoccupazione. Titoli uguali ma certamente da realizzare con punti di vista molto differenti. Senza voler entrare nel merito di coloro i quali hanno quantificato in circa 100/miliardi di euro il costo per la realizzazione del programma presentato agli elettori, non posso non sottolineare la assoluta impossibilità di reperire i fondi necessari, dal momento che non ci è più consentito di aumentare il già pesante nostro debito pubblico.

E su questo problema, da me ripetutamente trattato con note pubblicate su questa stessa testata e riportate nei miei libri “ Cronaca e riflessioni sulla politica italiana”, desidero nuovamente intervenire all’indomani della decisione assunta dal Governo di autorizzare la Cassa Depositi e prestiti di acquisire il 5% delle azioni telecom, per creare “una grande alleanza contro Vivendi”. Il 7 settembre 2013 riferendomi ad una proposta fatta dal prof. Petruzzelli, Presidente dell’antitrust così scrivevo:

“Una proposta vorrei fare al prof. Petruzzelli: conferire in un fondo sia l’importo delle valutazioni  correnti delle partecipazioni azionarie e del valore del patrimonio immobiliare, concordare con gli Istituti di credito, le grosse finanziarie ed i grandi gruppi assicurativi la sottoscrizione del relativo capitale il cui ammontare, secondo le indiscrezioni giornalistiche di circa 500/miliardi di euro, potrebbe ridurre in modo considerevole il nostro debito pubblico, allora di 2000/miliardi, del

25%.

C’è da tenere in considerazione che in quel momento non era ancora scattato l’inizio della crisi che ha stravolto il nostro sistema bancario. Questa mia proposta non venne minimamente considerata fino all’aprile 2017 quando il Ministro Padoan, come risulta dalla mia nota pubblicata sempre sulle stesse testate on line il 10 aprile 2017 con il titolo “ Forse qualcosa si muove”, formulava una sua proposta con la quale prospettava una possibile operazione, simile a quella da me suggerita fin dal 2013, con partner la Cassa Depositi Prestiti. E’ trascorso esattamente un anno da quella dichiarazione del Ministro Padoan e niente è stato fatto, mentre i nostro debito pubblico continua ad aumentare. Nel contempo la Cassa Depositi e Prestiti di prepara ad acquisire con una certa urgenza, per motivi “ strategici”, il 5% di Telecom.

Questo fatto mi ha incuriosito tanto da scoprire un certo altare: tutte le partecipazioni della  Cassa Depositi e Prestiti, non solo in società quotate in borsa ma anche in società non quotate, forse di “ amici”.

Queste sono tutte le partecipazioni ad oggi della Cassa Depositi e Prestiti:

 

SOCIETA’ QUOTATE IN BORSA

 

ENI 25,76%,  POSTE 35%,  TERNA 29,85%, ,SNAM 30,10 %,

ITALGAS 26,04%, FINANTIERI 71,64%, SAIPEM 12,55%,

B.F.S. 19,38%, TREVI 16,86%.

 

SOCIETA’ NON QUOTATE IN BORSA

 

CDP EQUALITY  97,1%, SACE 100%, FINTECNA 100%,

CDP RETI 59,70%, CDP IMMOBILIARE 100%,

CDP INVESTIMENTI 43%, QUATTRO SGR 40%

FONDO ITALIA INFRASTRUTTURE 14,01,

CREDITO SPORTIVO 2,21%, ENCICLOPEDIA ITALIANA 7,42%

ELITE 15%, FSISGR 39%, EUROPROGETTI 31,%, GALAXI 40%.

 

Così sono utilizzate le enormi giacenze della nostra Cassa Depositi e Prestiti,  mentre una operazione come quella da me suggerita e, in un certo senso copiata da Padoan e non effettuata, continua a mantenere alto il nostro debito pubblico e rende impossibile la realizzazione del programma presentato in occasione delle recenti elezioni.

 

angiolo alerci

Istituto Superiore di Sanità: gli spinaci ricchi di ferro e altre bufale

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’autorevole organo del Servizio sanitario nazionale che si occupa di ricerca, controllo, documentazione e altri aspetti legati alla salute pubblica, ha messo a punto un elenco di “bufale e falsi miti” che circolano sul web legati a questo delicatissimo settore.

7 chili in 7 giorni: una dieta rapida, efficace e sicura

Le diete drastiche e non equilibrate provocano una riduzione troppo rapida del numero di calorie assunte: questo rallenta il metabolismo ed i chili in eccesso vengono ripresi rapidamente. L’organismo crede infatti di essere a ‘digiuno’ e invece di consumare le riserve di grasso brucia la massa magra (muscolatura); inoltre quando si torna a mangiare normalmente è più facile ingrassare.

Mangiare cibi senza glutine è più salutare
In assenza di patologie che giustifichino l’eliminazione dalla dieta di cibi contenenti glutine, è consigliabile consumare tali cibi per non privarsi dei nutrienti in essi contenuti. Rimuovere dalla propria dieta i cereali contenenti glutine e tutti i preziosi nutrienti a essi correlati (come sali minerali, vitamine, fibre e altro ancora) senza soffrire di celiachia non è sicuramente un comportamento salutare. Inoltre i cibi senza glutine sono più calorici di quelli normali.

Obesità infantile? Inutile preoccuparsi, passa con lo sviluppo
Un bambino obeso ha un altissimo rischio di diventare un adulto obeso: tale rischio aumenta con l’età ed è direttamente proporzionale all’entità dell’eccesso di peso.

Tutto il pesce è pieno di mercurio
Il rischio di riscontrare livelli di mercurio tali da costituire un pericolo per l’organismo esiste solo per alcune specie di pesce – quelli grandi come pesce spada e tonno – e per alcune categorie di consumatori. Tra esse bambini e donne in gravidanza. In Italia l’importazione ed il commercio di prodotti di origine animale sono sottoposti a rigidi controlli.

La pasta fa sempre ingrassare, l’ananas invece fa dimagrire
Non esistono alimenti buoni né cattivi: tutti gli alimenti vanno inseriti, nelle giuste proporzioni, nell’ambito di una dieta sana e varia. Non esistono alimenti che fanno dimagrire mentre la pasta e il pane, nelle giuste dosi, sono fondamentali come fonte di energia per il nostro organismo. Inoltre proteggono l’intestino dal tumore al colon, in particolar modo se integrali.

In Italia nessuno controlla la sicurezza degli alimenti che arrivano sulle nostre tavole
I controlli alimentari, in Italia, sono efficaci e lo confermano anche i rapporti della Commissione Europea. Tali controlli sono rigorosi e applicati in ogni fase della produzione, lavorazione, importazione e distribuzione di alimenti.

I prodotti del contadino sono più sicuri e genuini degli altri
I controlli che vengono effettuati lungo tutta la filiera alimentare, dai campi alla tavola, garantiscono che i prodotti commercializzati negli esercizi autorizzati alla vendita siano sicuri per la salute. Il rigoroso sistema di controllo garantisce, per i prodotti che vengono acquistati nei supermercati, nei negozi alimentari e nei mercati specializzati, un elevato livello di qualità e di sicurezza per il consumatore.

Hai bisogno di ferro? Mangia tanti spinaci!
Gli spinaci non sono una buona fonte di ferro per l’organismo. Infatti, gran parte del ferro in essi contenuto è inutilizzabile come nutriente perché presente insieme a sostanze che ne inibiscono l’assorbimento nell’intestino. Il ferro è più facilmente assimilabile quando è presente nella carne e nel pesce, meno nei vegetali e nelle uova.

La frutta non contiene zuccheri ma fruttosio, quindi anche se hai il diabete la puoi mangiare in quantità
I pazienti affetti da diabete, esattamente come chiunque voglia seguire una corretta alimentazione, possono e devono mangiare frutta, ma per il suo contenuto di zuccheri deve essere correttamente dosata e, soprattutto, inserita in un regime alimentare equilibrato (consumo ben distribuito nella giornata).

Fonte fanpage.it

LE CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA

Terminata la campagna elettorale i politici continuano a frequentare tutti i salotti delle TV, cercando di interpretare in modo totalmente diverso tutte le promesse che sono state fatte.Si cercano, con molta difficoltà, specie da parte dei grillini e del centro destra, punti programmatici  di convergenza, difficoltà che nel centro destra si manifestano di maggiore peso per la “sottile” differenza tra la Lega e Forza Italia.Ad aggravare le discussioni molti conduttori televisivi spesso  alimentano le rituali contrapposizioni, per creare una maggiore audience, invece di un serio approfondimento nel merito.

Oggi in una delle tante televisioni Laura Ravetto, in rappresentanza di Forza Italia, ha affermato “ vedi dove è arrivato il debito pubblico che Berlusconi lasciò a 2000/miliardi di euro ? Conduttrice e rappresentanti di altri movimenti politici, compreso quello del P.D., hanno lasciato senza risposta quella domanda facendo credere ai normali telespettatori che la Ravetto avesse ragione.Invece aveva torto, perché al momento dell’inizio dell’era Berlusconi i debito pubblico era di 1500/miliardi di euro e Berlusconi lo lasciò a 2000/miliardi di euro.

Oggi il debito pubblico, dopo sette anni è aumentato di  284/miliardi di euro, lievitato principalmente per effetto di una crisi che , speriamo alla fine, si è trascinata da un decennio.Berlusconi non solo fece aumentare il nostro debito pubblico di 500/miliardi di euro ma, da grande imprenditore, firmò all’Europa delle cambiali con scadenza a “babbo morto”.

Le cambiali firmate nel 2011 da Berlusconi sono le cosiddette “Clausole di salvaguardia”, che sono impegni del governo italiano nei confronti della Commissione europea sul rispetto di dati target fiscali.Al fine di vincolarsi al loro raggiungimento vengono approvate norme, che in assenza di tagli alla spesa o di aumenti delle entrate entro una determinata scadenza, fanno scattare rialzi di tasse, nel nostro caso aumento delle aliquote  IVA.Si tratta di una spada di Damocle che pende sui contribuenti italiani, e  la legge di bilancio predisposta ha già destinato circa 15/miliardi di euro, nel tentativo di  procrastinare ancora una volta il rispetto degli impegni assunti.

Ogni anno, in sede di approvazione dello strumento di previsione si parla, dal 2012 in poi, di interventi per sterilizzare il nostro impegno che, da una parte riduce le possibilità di utilizzare bene delle somme, dall’altra crea una  costante preoccupazione di vedere ulteriormente aumentata la già cospicua aliquota IVA. Purtroppo, con queste premesse, non sarà facile attuare anche in minima parte i programmi elettorali presentati da quasi tutti i movimenti politici.

Gli elettori, ancora una volta, resteranno delusi.

Angiolo Alerci

Bacio traditore Di Maio – Salvini: scomparso il reddito di cittadinanza, evaporata la Flat Tax

Per chi ha votato il Movimento 5 Stelle, pensando in primo luogo di protestare e testimoniare tutto il suo disappunto contro la gestione della politica da parte dei partiti tradizionali, sono in arrivo le prime delusioni. Delusioni in arrivo anche per chi ha voltato il Movimento pensando di starsene a casa in attesa ogni mese del suo reddito di cittadinanza, magari da prelevare attraverso il bancomat.

Per quanto riguarda la politica è evidente che gli accordi tra partiti diversi, che i Grillini chiamavano con tono dispregiativo “Inciuci”, sono indispensabili se si vuole governare. Se tra voi c’è qualcuno che ha sperato che non ci fossero “inciuci” tra i partiti gli consiglio una rilettura della Costituzione Italiana per comprendere che la mediazione e la ricerca di un accordo sono connaturati con la natura stessa della democrazia, soprattutto quando si è responsabili nei confronti delle istituzioni e dei cittadini. Il Movimento 5 Stelle aveva promesso “niente inciuci”, offendendo durante la campagna elettorale non solo la costituzione ma soprattutto l’intelligenza di chi, tenendo conto dell’attuale legge elettorale, aveva ben chiaro che le parole di Di Maio erano una vera e propria presa in giro, finalizzata a raccogliere il consenso elettorale dei meno informati e di chi ha votato contro qualcuno e non a favore di un progetto.

I 5 Stelle non hanno infatti un progetto politico ma solo un programma generico con alcune parti addirittura copiate da Wikipedia. Però in campagna elettorale ci hanno deliziato con la grande bufala del “reddito di cittadinanza” a cui molti sprovveduti hanno creduto. Non mi sorprende al cosa. Ogni giorno ricevo decine di messaggi da parte di persone che mi chiedono di girare alla mia lista di contatti notizie palesemente false e alle quali evidentemente credono.  Di gente credulona sono pieni i social network e le aziende che hanno curato la campagna del Movimento 5 Stelle ne erano ben consapevoli quando dettavano a Di Maio gli slogan da utilizzare in campagna elettorale.

Il reddito di cittadinanza? Scomparso dalle parole di Luigi Di Maio così come la Flat Tax al 15% di Matteo Salvini si è trasformata in una generica “riduzione delle tasse”. Sia la misura universale prevista dai Cinque Stelle sia quella della Lega erano irrealizzabili, banalmente proprio perché per il momento non ci sono i soldi. Eppure molti ci hanno creduto.

Il bacio tra Di Maio e Salvini è dunque in realtà la prova di un tradimento compiuto a danno dei propri elettori. Adesso però lasciamoli governare. Che dimostrino almeno di essere “più bravi” di quelli del PD e di Forza Italia. A proposito… chissà che manovra immaginano di fare per recuperare i 30 miliardi che ci servono per mantenere a posto i nostri conti ed evitare che aumenti l’Iva e una serie di sanzioni da parte della Comunità Europea. Vedremo se verranno a raccontarci un’altra barzelletta del tipo “abbiamo trovato una situazione disastrosa”….

Nicola Lo Iacono

I PAPPONI DI STATO

Roberto Poletti, noto giornalista eletto deputato nel 2006 con la lista dei Verdi, all’indomani della sua elezione iniziò a pubblicare su LIBERO una serie di articoli con il titolo “PAPPONI DI STATO”,in  collaborazione con Andrea Scaglia.

Conservo l’intera produzione che  oggi è di grande attualità, dal momento che da parte del Movimento 5 Stelle si vuole mettere un po’ d’ordine nella gestione delle esose spese da parte dello Stato, nonchè degli enormi benefici riservati ai parlamentari.

Non so se l’amico in facebook Roberto mi consentirebbe la pubblicazione dell’intera “opera”, ma in questa sede preferisco soltanto annotare i titoli degli argomenti trattati:

L’incontro con il Segretario, La campagna elettorale, L’ingresso a Montecitorio, Primo voto in commissione, Le tessere dei miracoli, Il deputato paga meno,  “Seguirà buffet”, Deputati latitanti, Evviva i portaborse, Servizio agenda, Sedute di commissione, “Diamoci del lei”, Cultura e calciopoli, Sul divanetto con Romano, L’immagine prima di tutto, Miracoli del calcio, In coda al guardaroba, Ci troviamo alla camera, Cattiverie alle spalle, La lobby della nutella, Viva le bocce, Degustazione? si grazie, Ma quali notte romane, Latin lover a pagamento, Incontro con Paolo Schioppa, Passatempo tra un voto e l’altro, Andata e ritorno, Io vado con Mussi, La legge-mancia ,Il rapporto con i giornalisti, Interrogazioni a comando, Occhio alle intercettazioni, Pantomima contro i privilegi,  Tutti in posa c’è la Tivu, Quanto è comoda la sala vip, Genova verde, Promesse al vento, Mi fai un’interrogazione ?, Una pensione al giorno e Lettera di ringraziamento.

Oggi da parte del Movimento 5 Stelle si parla dei vitalizi, ma sarebbe opportuno ripartire da zero da un compenso omnicomprensivo per i parlamentari,  alla revisione degli stipendi dall’ultimo commesso al più alto dirigente.

Non è tollerabile che persone dello stesso livello di responsabilità nelle pubbliche amministrazioni, abbiamo un trattamento di gran lunga inferiore a quelle del nostro parlamento. Un grosso errore venne fatto nell’immediato dopo guerra, nel concedere ai magistrati la cosiddetta ” indennità per l’indipendenza della magistratura”. In quel momento si argomentava che  “l’indipendenza” era a pagamento e coloro ai quale non era stata  riconosciuta  potevano anche comportarsi in modo diverso. Recentemente siamo venuti a conoscenza che anche magistrati che dovevano essere “indipendenti”, si sono comportati come coloro i quali firmavano le presenze in mutande. Speriamo in un buono inizio della nuova legislatura, anche se alla vigilia molte nuvole nere si vedono all’orizzonte.

 

angiolo alerci

Lotta all’influenza. Giappone: approvato un farmaco superpotente

Le autorità sanitarie giapponesi hanno approvato un farmaco che, secondo l’azienda farmaceutica farmaco che lo produce, ucciderebbe il virus dell’influenza in sole 24 ore. Il che potrebbe significare un grande cambiamento nel modo in cui viene trattata questa malattia. Il ministro della salute giapponese ha accelerato le procedure in modo che il medicinale, chiamato Xofluza, possa essere venduto al più presto, anche se la definitiva messa in commercio potrebbe slittare anche fino a maggio, dal momento che è necessario fissare i prezzi e terminare la chiusura di alcune procedure. In uno dei più recenti studi clinici, Xofluza si è rivelato molto più efficace contro il virus dell’influenza rispetto agli altri trattamenti disponibili, incluso Tamiflu, uno dei più noti. Inoltre, Xofluza ha bisogno solo di una dose, mentre Tamiflu richiede più dosi per cinque giorni. Xofluza è più efficace perché funziona in un modo diverso. Proviamo ad immaginare i virus come se fossero degli squatter che, una volta entrati in casa, usano i nostri mobili per riprodursi. L’infezione influenzale inizia quando il virus entra nei polmoni e da lì, ogni virus s’insinua in ognuna delle nostre cellule e utilizza il materiale genetico e proteine per fare molte più copie di se stesso.

Per fare ciò, utilizza l’enzima endonucleasi per rubare le estremità del nostro RNA messaggero e lo usa per riprodurre il proprio materiale genetico. Dopo aver fatto molte copie di se stesso, i virus risultanti utilizzano un altro enzima chiamato neuraminidasi per separare le varie parti della cellula dove stavano e continuano a diffondersi attraverso il resto del corpo. Mentre il Tamiflu e farmaci simili sono inibitori della neuraminidasi, cioè agiscono per impedire il diffondersi del virus, lo Xofluza è un inibitore della endonucleasi, cioè, agisce in una fase precedente, impedendo la replicazione del virus. La notizia arriva nel bel mezzo dell’attuale campagna influenzale, che come abbiamo già evidenziato anche noi dello “Sportello dei Diritti” è la peggiore a livello mondiale dal 2009.

L’influenza è una malattia che, sebbene nella maggior parte dei casi non sia fatale, può causare gravi conseguenze e portare anche alla morte se il ceppo è particolarmente virulento e se i pazienti hanno altri precedenti problemi di salute, come problemi immunitari o debolezza respiratoria. È anche una malattia particolarmente difficile da trattare. I trattamenti finora non erano molto efficaci contro l’influenza comune, che doveva essere trattata con antipiretici e l’assunzione di molti liquidi. Nel frattempo, i vaccini, che vengono somministrati ogni anno soprattutto per i gruppi a rischio, come gli anziani, i bambini, le persone con altre malattie ed il personale sanitario non possono sempre adattarsi al ceppo di ogni anno, in modo non sempre efficacie. Quindi, se questo nuovo farmaco non dovesse disattendere le premesse, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” potrebbe rappresentare una nuova speranza nella cura tempestiva e sin dai primi sintomi ed un ulteriore sistema per interrompere la rapida diffusione di queste infezioni che si dimostrano, anno dopo anno, sempre più virulente.

I redditi dei politici: quanto guadagnano Grillo, Di Maio, Renzi e tutti i ministri

Valeria Fedeli è la ministra con il reddito più alto nel 2017, Beatrice Lorenzin la sua collega che guadagna meno. Beppe Grillo guadagna sei volte più del 2016, Niccolò Ghedini, Renzo Piano e Giulio Tremonti sono tra i parlamentari più ricchi. Sono questi i dati riguardanti i redditi di ministri, parlamentari e leader di partito pubblicati sul sito del Parlamento. Dati che riguardano la dichiarazione dei redditi del 2017 e che saranno consultabili anche in forma cartacea a partire da lunedì 19 marzo.

La classifica dei ministri
Come detto spetta a Valeria Fedeli il ruolo di ministro con il reddito più alto, così come avvenuto già nel 2016. La titolare del ministero dell’Istruzione dichiara 182.016 euro, seguita dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda (166.264), poi la ministra per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro (151.672) e il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini (145.044). Continuando a scorrere nella graduatoria troviamo: il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan con 122.457, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni con 107.401, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti con 104.435, il ministro dei Trasporti Graziano Delrio con 102.890 euro, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti con 101.006 euro.

Sotto i 100mila euro di reddito ci sono: la ministra della Pubblica amministrazione Marianna Madia con 99.519 euro, il ministro degli Esteri Angelino Alfano, con 98.478 euro, il ministro dello Sport, Luca Lotti, con 98.471 euro, il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina con 98.441. E ancora: Claudio De Vincenti (Coesione Territoriale) con 97.607 euro, Roberta Pinotti (Difesa) con 96.548 euro,
Andrea Orlando (Giustizia) con 94.709, Marco Minniti (Interno) con 92.260, Beatrice Lorenzin, ministra della Salute, con 91.888 euro. Invece la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi dichiara 95.971 euro.

I redditi dei leader politici
Beppe Grillo, fondatore del MoVimento 5 Stelle, è tra i leader politici quello che guadagna di più con 420.807 euro di redditi dichiarati nel 2017, ben sei volte di più rispetto al 2016, quando dichiarava circa 72mila euro. Rimanendo nel MoVimento 5 Stelle troviamo Alessandro Di Battista a 113.471 euro e il capo politico Luigi Di Maio a 98.471, la stessa cifra da tre anni. Il segretario del Pd Matteo Renzi ed ex presidente del Consiglio dichiara invece 107.100 euro. La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni arriva a 98.421 euro.

Ci sono poi gli ex presidenti delle Camere: Pietro Grasso dichiara 321.195 euro (è anche un magistrato in pensione), Laura Boldrini 137.337 euro. Rimanendo dentro Liberi e Uguali, Pier Luigi Bersani dichiara 148mila euro. Dimezza il suo reddito, invece, l’ex presidente del Consiglio Mario Monti passando a 421mila euro. Il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano guadagna 121mila euro. Ci sono poi i tre ‘paperoni’ del Parlamento: Niccolò Ghedini (1.623.533 euro), Giulio Tremonti (2.111.533 euro) e Renzo Piano (2.990.294 euro, di cui gran parte dichiarata in Francia).

Fonte Fanpage.it

I nani dell’Europa

Altiero Spinelli e Ernesto Rossi nel 1941 vennero confinati dal fascismo sull’isola Ventotene, perchè considerati non graditi al regime mussoliniano. Durante il loro esilio scrissero un importante documento “Per un’Europa libera ed unita. Progetto di un manifesto” (altro…)

WhatsApp: esteso a più di un’ora il tempo per cancellare i messaggi spediti per errore.

La funzionalità evidentemente è piaciuta e per questo gli sviluppatori di WhatsApp hanno deciso di estendere ad oltre un’ora il tempo per cancellare i messaggi spediti per errore. Com’è noto, dopo un lungo periodo di test, WhatsApp ha introdotto – nello scorso autunno – una funzione richiesta da molti utenti, ovvero il “Recall”, inteso come la possibilità di richiamare, e quindi cancellare, un messaggio inviato per errore, ma non ancora letto dal destinatario. Nelle scorse ore, un aggiornamento stabile rilasciato per la variante iOS dell’app di messaggistica usata da 1 miliardo e mezzo di persone al mondo, è andato a toccare proprio la feature in questione. La funzione “Recall”, capace di intervenire su messaggi testuali, foto, video, documenti inviati, magari spediti in una chat sbagliata, o in quella giusta con troppi errori, sino a poche ore fa, consentiva di poter agire solo entro 7 minuti dall’inoltro da parte del mittente. Il passato è d’obbligo perché il team di Jan Koum, ideatore dell’app ora sotto il controllo di Facebook, ha rilasciato un nuovo aggiornamento destinato agli iPhone, che porta il messenger all’edizione 2.18.31, con diverse novità al seguito.

Non mancano i miglioramenti prestazionali e le ovvie correzioni di bug, ed il changelog ufficiale fa riferimento anche a innovazioni funzionali, come la possibilità di sfruttare la schermata delle info di gruppo per cercare un particolare partecipante tra i tanti, e la facoltà di equipaggiare una foto in via di condivisione con stickers inerenti la posizione e l’orario, come da tempo possibile su molte altre app rivali. L’elemento di maggior spicco, però, nella nuova versione di WhatsApp per iOS è latente, ed è stato scovato dai leaker di WABetaInfo: si tratta dell’estensione del timing entro cui è possibile cancellare i messaggi inviati alla controparte che, ora, è stato allungato a 68 minuti e 16 secondi, ovvero 4096 secondi, un valore particolare scelto per pure esigenze di programmazione. Per poter fruire della nuova funzionalità, segnalata qualche giorno fa anche nella beta 2.18.30 per Windows Phone, e nella beta 2.18.69 (e successive) per Android,basta recarsi nel relativo app store, e procedere al download dell’app in questione.

MERCATO MOTO IN CRESCITA: NEL 2017 IN AUMENTO DEL 5,4%

Stando a quanto emerge dai dati diffusi da Confindustria Ancma, il 2017 è stato un anno ottimo per il settore moto. A dimostrazione di quanto detto si possono guardare quelli che sono i numeri e le percentuali relative alle vendite.

Dopo un lungo periodo di crisi, quello che si è appena concluso è stato un anno che ha cambiato le carte in tavola per quel che concerne questo specifico mercato. Pertanto, le notizie che arrivano dallo stesso sono ottime e parlano, come detto, di un sostanziale aumento delle vendite di moto. Si parla del +5,4% su base annua e, quindi, rispetto allo stesso periodo del 2016.
A spingere il settore, sempre in base ai dati che sono stati resi noti, sono sia le moto di grossa cilindrata che i classici cinquantini: una crescita a tutto tondo, quindi, che non può non essere notata e apprezzata.

Dati Confindustria Ancma: i dettagli
A dimostrazione della crescita di cui si sta parlando si possono portare i dati raccolti e resi noti da Confindustria Ancma, che parlano di oltre 204.000 immatricolazioni che, in percentuale, sono il 5,1% in più rispetto al 2016. Il dato è complessivo e prende in considerazione tanto le moto, quanto gli scooter. Tuttavia, se si vuole fare una distinzione, si deve sottolineare che per quel che concerne gli scooter, questi occupano ancora gran parte del mercato (60%) e il numero di pezzi venduti è aumentato, solo nell’ultimo anno, del 3,4%. Cresce anche la percentuale delle moto cresciute, che aumenta dell’8,5%. Delle cifre importanti, quindi, che fanno ben presagire per i prossimi anni.
Si considera che, nel giro di un triennio, il settore in questione potrebbe ritornare a quelle che erano le cifre registrate prima dell’inizio della crisi.

Non solo vendite in aumento: cresce anche il numero delle polizze
Se crescono le vendite delle moto e degli scooter non possono non aumentare le percentuali registrate nel settore assicurazioni. I due aspetti in questione, del resto, vanno di pari passo e non possono essere scissi l’uno dall’altro.
Tuttavia, alla luce di quelli che sono i dati resi noti, non si può non notare che è sì aumentato il numero di polizze assicurative ma, allo stesso tempo, sono lievitate anche le cifre delle stesse.
Il prezzo medio di una assicurazione ciclomotore? Si parla di circa 345 euro. Il costo è cresciuto del 7,8% rispetto al primo trimestre del 2017 ed è per questo motivo che si potrebbe avere qualche problema legato proprio a questo brusco aumento delle tariffe.
Ciò non significa, però, che non ci siano dei modi per risparmiare. Ad esempio, le offerte di UnipolSai sono pensate per permettere di avere delle polizze moto accessibili e modellate in base a quelle che sono le esigenze del consumatore che ne deve usufruire. In questo modo, si avrà la certezza di scegliere la migliore offerta sul mercato, ottimizzata per dare il massimo in termini di qualità del servizio e di risparmio.

I modelli più scelti nel 2017
I modelli più amati nel 2017 che si è appena concluso? Di sicuro, tra le moto di grossa cilindrata, c’è la BMW R 1200 GS, di cui sono state vendute ben 4000 unità nel corso dell’anno. Per quel che concerne, invece, gli scooter, la Honda SH è stata molto amata: 30.000 unità vendute se si prendono in considerazione le tre differenti cilindrate in cui è disponibile.
I numeri e i dati appena riportati parlano, quindi, di un settore in crescita, che non si è lasciato sopraffare dalla crisi e che, pian piano, si sta riprendendo per arrivare a far registrare quelli che erano i vecchi numeri.

I SEGGI MANCANTI AL MOVIMENTO 5 STELLE

Da un po’ di giorni si è sviluppata la polemica riguardante la mancata attribuzione  di alcuni seggi al Movimento Cinque Stelle, specie in Sicilia, per avere ottenuto un maggior numero di voti rispetto al numero dei candidati presentati.

Non si tratta di un fatto imprevisto o imprevedibile.
Solo trent’anni fa avevo rappresentato questo problema, nel corso di una una mia conferenza tenuta al Lions Club di Enna nell’aprile del 1988 sulle Leggi elettorali, pubblicata  sulla rivista THE LION del novembre 1988 e riportata integralmente dalla pagina  90 alla pagina 97 de mio libro “ Il Lions International compie cento anni. Contributi e considerazioni di un charter member dopo cinquantaquattro anni di appartenenza”.
In questa sede desidero soltanto stralciare dalla mia relazione la parte che riguarda la elezione del Senato, in quanto si collega bene con la situazione determinatasi oggi.
Questo il problema: la normativa approvata dalla Assemblea Costituente prevedeva la suddivisione del territorio in 218 collegi elettorali per la elezione di n.218 Senatori .Con la legge costituzionale del 27/12/1953 il numero dei Senatori da eleggere venne aumentato da 218 a 315 senza aumentare, nel contempo, il numero dei seggi rimasti 218. Questo è stato il primo colpo al sistema che prevedeva la elezione di un senatore per ogni collegio. Il principio uninominale venne manipolato fino a non garantire la elezione di un candidato in ogni collegio, di consentire la elezione di più candidati nello stesso collegio e di svuotare, nella sostanza, lo stesso principio voluto per diversificare il sistema di elezione delle rappresentanze.

In Sicilia in 22 collegi dovevano essere eletti 26 Senatori  determinando, anche per  una modifica al sistema elettorale, una condizione più favorevole dei 26  Senatori uscenti i quali potevano concorrere con i candidati di 22 collegi.
Inoltre era stato considerato un caso allora “in astratto”, oggi di grande attualità per quanto accaduto al Movimento Cinque Stelle che riporto integralmente:
“Inoltre, se per ipotesi in occasione di una competizione elettorale, per motivi imprevedibili, un partito politico dovesse ottenere tanti voti per la elezione di un numero di Senatori  maggiore rispetto al numero  dei collegi cosa accadrebbe ?
Non c’è dubbio che un partito politico che avesse avuto “tanta grazia” si vedrebbe penalizzato, non potendo avere una rappresentanza maggiore rispetto al numero dei candidati presentati. E questa possibilità, seppur remota, esiste dal momento che il legislatore, anche se in modo non perfettamente ortodosso, ne ha disciplinato la materia. L’art.19 della citata legge 6/2/48, infatti, stabilisce che se ad un gruppo spettano più posti di quanti sono i suoi candidati, i posti esuberanti sono distribuiti secondo l’ordine di graduatoria dei quozienti. Cioè se non è possibile dichiarare, per effetto del risultato elettorale un senatore democristiano, il seggio non assegnato alla D.C. verrebbe assegnato automaticamente al PCI, con tanto rispetto per la volontà di quegli elettori che, pur avendo espresso una precisa volontà politica, vedrebbero rappresentate le proprie idee ed i propri interessi da un rappresentante eletto con i loro voti, che tale idee e tali interessi non solo non condivide ma che abitualmente contrasta.”

Quello che io avevo ipotizzato, e che allora venne considerato una “ipotesi” da discutere tanto per passare la serata; a distanza di trent’anni viene dimostrato che non si trattava di una situazione non impossibile a verificarsi, tenuto conto  il famoso 61 a 0 di Berlusconi che  ne fu vicino,  che oggi si è concretamente verificato a danno del Movimento Cinque Stelle.
Purtroppo dobbiamo continuare ad assistere a certi programmi televisivi fatti esclusivamente per ” farci passare le serate”

Angiolo Alerci

RIFLESSIONI: LA MIA AMICA BASTARDA

Mi ha accompagnato sin dalla giovinezza per un lungo periodo della mia avita, mi è stata vicina nei momenti che considero più importanti, in quelli più drammatici come in quelli più felici. (altro…)

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