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La riforma della burocrazia

La riforma della burocrazia

Assistiamo continuamente alle affermazioni di tutte le parti politiche che riconoscono due motivi per cui sono rallentati , quasi spariti, gli investimenti e le iniziative di gruppi stranieri nel nostro paese:  la burocrazia e la lungaggine dei processi civili. Vorrei dare un contributo per chiarire alcuni aspetti della burocrazia da me personalmente vissuti. Negli anni 1936/40 , era fascista,vennero espropriati a mia madre, Grimaldi Elena, terreni situati nei pressi del Lago di Pergusa per la costruzione dell’omonimo villaggio. Al termine dei lavori il Genio Civile, ente che aveva gestito amministrativamente e tecnicamente la pratica di esproprio, si trovò nella difficoltà di accatastamento delle costruzioni perché erroneamente un fabbricato era stato costruito su terreno non espropriato. Nel 1945 mio padre, avendo constatato che circa mq 5000 di terreno espropriato  non erano stati utilizzati, ne chiese la restituzione a compensazione con quello arbitrariamente occupato.  Da allora nonostante le ripetute sollecitazioni verbali, di diffide, di ingiunzioni giudiziarie nessun riscontro venne mai dato. Con la morte di mio padre ( anno 1962 ) avendo io seguito l’intero iter della pratica periodicamente rinnovavo le richieste estendendole, oltre che al Genio civile anche alla Prefettura, all’ Intendenza di Finanza, all’Ufficio Tecnico erariale, all’Istituto autonomo delle Case popolari ed al Comune di Enna.

Pratica che gestivo più per un motivo di principio che per altri motivi. Soltanto il 5 ottobre 1990 delimitando con una recinzione una parte del terreno di proprietà, un abitante della zona chiese agli operai “ cosa state facendo” ed alla risposta “stiamo effettuando la recinzione richiesta dal padrone”  la controrisposta fu “ perché ci sono ancora padroni ?”, Lo stesso giorno decisi di cambiare strada presentando un nuovo esposto al Prefetto di Enna, all’Ufficio del Genio Civile, all’Intendenza di Finanza, alla Regione Siciliana ( divenuta competente) e alla Procura della Repubblica di Enna. L’intervento della Procura fu quello che nel giro di cinque mesi si crearono le condizioni per la definizione di una pratica che allora si trascinava per oltre cinquant’anni. Caso veramente strano, la Regione Siciliana, con insolita tempestività con suo decreto del 22 marzo 1991 dichiarò che quel terreno inutilizzato per fini di pubblica utilità, doveva essere restituito ai proprietari. Nonostante ciò l’Agenzia delle entrate fece perdere  altro tempo, tanto che l’atto di trasferimento dei terreni venne stipulato presso il Notaio Graziella Fiorenza nel 2005,  quindici anni dopo il decreto adottato dalla Regione.  Una pratica complessivamente definita dopo 65 anni.

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Questa è la burocrazia tollerata da tutte le classi politiche che si sono succedute dopo la caduta del fascismo. Un motivo per cui tutto viene bloccato: i burocrati comandano perchè conoscono le magagne  poco pulite di molti politici, magagne che possono essere usate come arma di ricatto. Può darsi che a giorni narrerò un’altra  esperienza ancora non conclusa. iniziata del 2007. Questa volta alla sua conclusione chiederò, cosa non fatta quella volta, i danni.

Angiolo Alerci

 

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