“L’amore che ho” al cineteatro Garibaldi di Piazza Armerina

“L’amore che ho”, diretto da Paolo Licata, è un film drammatico italiano del 2024 che porta sul grande schermo la vita intensa e travagliata di Rosa Balistreri, icona della canzone popolare siciliana. La pellicola è un sentito omaggio a un’artista dal talento eccezionale e dall’esistenza tragica, una donna che ha saputo trasformare il dolore in canto, diventando simbolo di lotta e resistenza.
La Trama
Il film si snoda attraverso i ricordi di Rosa Balistreri nella sua età avanzata, tormentata dai fantasmi del passato e dalla ricerca di un ricongiungimento con la figlia, con cui il rapporto si è interrotto a causa delle sue scelte di vita e carriera. Attraverso flashback, il pubblico viene trasportato nell’infanzia e adolescenza di Rosa, segnate dalla povertà, dalla fame, dalla violenza e da un matrimonio forzato. In questo contesto di sofferenza, la musica emerge come la sua grande passione e valvola di sfogo, un mezzo per raccontare amori spezzati, abusi e ingiustizie. Rosa, che si definiva “un’attivista che fa comizi con la chitarra”, utilizza la sua voce graffiante e vibrante per denunciare una cultura patriarcale e retrograda, diventando un faro per l’emancipazione femminile e la lotta per i diritti.
Interpretazioni e Regia
Il film vanta un cast solido, con Lucia Sardo che interpreta la Rosa anziana, Donatella Finocchiaro e Anita Pomario che danno volto all’artista nelle diverse fasi della sua vita. Le performance delle attrici sono state molto apprezzate, in particolare quella di Lucia Sardo, definita “magistrale”. Anche Carmen Consoli è coinvolta nel progetto, curando la direzione artistica e musicale.
La regia di Paolo Licata è stata oggetto di diverse discussioni: alcuni critici la trovano un po’ troppo marcata nella messa in scena e nella direzione degli attori, con un’atmosfera a tratti più televisiva che cinematografica. Il montaggio, che si muove tra le diverse fasi della vita di Rosa Balistreri, è stato giudicato da alcuni come sperimentale e a volte poco fluido, mentre altri ne hanno apprezzato l’originalità e la capacità di mantenere vivo il ritmo narrativo. Nonostante queste osservazioni, il film è generalmente riconosciuto per la sua intensità emotiva e per la capacità di trasmettere il profondo dolore e la forza d’animo della protagonista.
Temi e Significato
“L’amore che ho” non è solo un biopic, ma anche un profondo spunto di riflessione sulla violenza contro le donne, un tema purtroppo ancora attuale. Il film mostra come Rosa abbia reagito con forza ai soprusi e alla violenza, diventando un esempio di femminismo ante litteram. La musica è un’altra protagonista centrale, rappresentando non solo la passione di Rosa, ma anche il suo strumento di ribellione e resilienza.
Conclusione
“L’amore che ho” è un’opera che, pur narrando la storia di un’eroina tragica, riesce a commuovere e a non lasciare indifferenti. È un pugno nello stomaco che ti avvolge di emozioni e sentimenti, spingendo lo spettatore a riflettere sull’importanza della memoria storica e del valore della cultura come strumento di liberazione. Se sei interessato a storie di riscatto, alla musica popolare e a personaggi femminili forti che hanno lottato contro le ingiustizie, questo film merita sicuramente di essere visto.
Lucia Sansone per StartNews