A Gela bisca clandestina che truffava i giocatori. Tre presunti truffatori arrestati, indagati anche tre ennesi.
Questa mattina i carabinieri di Gela hanno eseguito alcune misure cautelari nei confronti di una presunta associazione per delinquere la cui attività, secondo gli inquirenti, consisteva nel gestire una bisca clandestina nella quale si sarebbe perpetuata una truffa attraverso un meccanismo elettronico chiamato “Pina”. Oggetto delle misure restrittive messe dal Gip del tribunale di Gela LAURIA Vincenzo detto “Massimo”, gelese 47enne, LO PORTO Calogero, gelese di 33 anni detto “Carlo” e ROMANO Rosario Enea, gelese di 37 anni. Secondo gli inquirenti sarebbero coinvolti anche M.A, ennese di 44 anni, C.A, ennese di 45 anni, C.V, ennese di 47 anni e B. M., gelese di 42 anni che per il momento risultano soltanto indagati
La “Pina” è all’apparenza un normale porta fiches, nasconde al proprio interno una telecamera a infrarossi, la quale, dopo aver decodificato il codice a barre impresso in maniera impercettibile sul dorso di ogni singola carta da gioco, calcola attraverso un complesso software a quale giocatore verrà data la combinazione vincente, trasmettendo poi l’informazione a una micro-auricolare e a un cellulare collegati con sistema bluetooth.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri nelle loro indagini LAURIA, utilizzando micro-auricolare e cellulare, individuava dapprima il giocatore vincente poi, toccando le fiches di colore rosso, segnale convenzionale deciso in precedenza, avvisava i propri complici allo scopo di pilotare il risultato delle singole mani di gioco. L’attività investigativa avrebbe anche consentito di appurare che LAURIA era solito introdurre e cedere dosi di cocaina all’interno della bisca, allo scopo di intrattenere più a lungo le vittime del raggiro, e, quindi, potergli spillare più denaro mediante l’uso della “Pina