“No alla morte dei territori interni”: sindaci, sindacati e Kore si mobilitano contro il Piano Strategico Nazionale

“No alla morte dei territori interni”: sindaci, sindacati e Kore si mobilitano contro il Piano Strategico Nazionale

Questa mattina, nella sala riunioni dell’ex Provincia di Enna, si è tenuto un confronto urgente sul futuro delle aree interne, minacciate dal Piano Strategico Nazionale che, secondo uno studio del Cesil e del CNEL, considera “non recuperabili” – in termini demografici e sociali – interi territori montani. Presente un fronte compatto: i sindaci del territorio, i segretari generali di CGIL, CISL e UIL, il presidente dell’Università Kore e quello del GAL Rocca di Cerere.

Una condanna che non convince

Secondo il Piano, l’obiettivo 4 individua come “zone ad abbandono irreversibile” vaste aree della provincia di Enna; una visione che – se attuata – porterebbe al taglio delle risorse e degli investimenti pubblici. Una sentenza che suona come una condanna. Ma dai rappresentanti istituzionali si è levata una voce chiara e determinata: «Non ci stiamo – ha affermato Piero Capizzi – e non ci staremo ad assecondare queste logiche acritiche e ragionieristiche. I nostri territori stanno investendo sul futuro, e non meritano questo abbandono».

Kore, Policlinico e infrastrutture: segnali di rinascita

Durante il tavolo, Capizzi ha ricordato alcuni elementi di controtendenza che parlano chiaro: la crescita qualitativa dell’Università Kore, il progetto per il Policlinico universitario, e numerosi investimenti infrastrutturali – già avviati – che stanno modificando il volto dell’ennese. «Questo territorio sta scegliendo di guardare avanti – ha ribadito – nonostante una tendenza allo spopolamento che riguarda tutta Italia, non solo noi».

Serve una controproposta concreta

Sindaci e sindacati hanno chiesto con forza l’avvio immediato di una conferenza programmatica. L’obiettivo: definire una strategia territoriale alternativa, elaborare azioni concrete e unire le risorse disponibili per contrastare il piano nazionale e proporre un modello di sviluppo sostenibile, inclusivo e centrato sulle potenzialità locali.

Verso un nuovo fronte di confronto

Il presidente della Kore, Cataldo Salerno, ha proposto un’analisi puntuale dei dati per costruire «un racconto diverso» – fatto di resilienza e possibilità – che possa smontare la narrazione “funeraria” del Piano. «Di una cosa siamo certi – hanno sottolineato i partecipanti – non ci rassegneremo a questa logica cinica che parla di morte e non di sviluppo».
Capizzi ha annunciato che nei prossimi giorni incontrerà anche le associazioni datoriali e del terzo settore – per ampliare il perimetro del confronto e coinvolgere l’intera società civile in questa battaglia.

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