Il Pd solleva il caso degli emolumenti al coordinatore Vullo. “Solo un errore amministrativo causato da una giusta necessità”. Nessun danno per il comune. “.

IL COMMENTO DI NICOLA LO IACONO
Il chiacchiericcio sorto su Facebook intorno a questa vicenda difficilmente può appassionare l’opinione pubblica. Verte infatti su cavilli burocratici e procedure amministrative che le opposizioni, a prescindere dal colore politico, tendono a strumentalizzare per gettare discredito sugli avversari quando sono a corto di argomenti validi.
Avendo seguito la politica locale per decenni, posso affermare che gli interventi dell’opposizione a muso duro, motivati da qualcosa che non fosse mera propaganda sono stati rarissimi. Il ruolo di chi si oppone è cruciale: vigilare sugli atti amministrativi e denunciare ogni irregolarità. Tuttavia, quando questo potere di controllo viene piegato alla lotta politica, sfruttando la complessità di normative spesso contraddittorie, si ottiene un duplice risultato: da un lato si dimostra la propria povertà di idee e la mancanza di un progetto alternativo, dall’altro si finisce per confermare la validità dell’operato della maggioranza.
Non sono mancati, in passato, esempi virtuosi di opposizione, capaci di bloccare iniziative dannose per la città. Si pensi alla “tassa sui defunti” dell’amministrazione Miroddi, finalizzata alla privatizzazione dei servizi cimiteriali: un’iniziativa che fu fermata proprio grazie alla sollevazione delle minoranze (oltre al nostro intervento e a quello della gente che scese in piazza).
Il caso in discussione è ben diverso: si tratta di una questione di qualche centinaio di euro che non ha prodotto alcun danno per l’ente e che non genererà alcun risparmio per le casse comunali.
Polemiche e chiarimenti a Piazza Armerina attorno alla figura di Dino Vullo, coordinatore del Palio dei Normanni e consigliere comunale, accusato, da i consiglieri del PD, di aver percepito indebitamente compensi per il proprio ruolo nell’organizzazione dell’evento. In base alle normative vigenti, chi riveste una carica politica non può ricevere emolumenti per incarichi conferiti dallo stesso ente pubblico. Tuttavia – e qui la vicenda si complica – Vullo afferma di non aver mai intascato denaro per sé, ma di essersi limitato a fare da tramite per due collaboratori sprovvisti di conto corrente. Circostanza confermata dall’intero gruppo dei coordinatori del Palio dei Normanni e ampiamente conosciuta dagli uffici preposti, anche già portata a conoscenza dei consiglieri comunali dallo stesso Vullo. Inoltre gli interessati a ricevere le somme avevano anche firmato un documento con il quale accettavano la procedura stabilita. Tutto dunque è avvenuto alla luce del sole.
Una soluzione tecnica, non un arricchimento personale
La modalità contestata è quella della ritenuta d’acconto, formalmente riconducibile a una “prestazione d’opera occasionale”. Come tale, prevede il rilascio di un CUD e un’imposizione fiscale, incompatibili con lo status di consigliere comunale. Ma secondo Vullo, tutto è stato fatto «su indicazione degli uffici», in particolare, del settore Turismo che ha predisposto i mandati di pagamento. Gli altri coordinatori – spiega – avevano rifiutato di fare da tramite per paura di incorrere in aggravi fiscali, così Vullo ha accettato di ricevere la somma per poi trasferirla immediatamente ai diretti interessati.
Versamenti tracciati e tasse pagate: “Non ho preso un centesimo”
«Io non ho messo un euro in tasca» – ribadisce Vullo – «i soldi li ho ricevuti con bonifico e immediatamente girati ai ragazzi, che hanno firmato le ricevute». L’operazione, però, gli ha comunque comportato il pagamento delle tasse, perché il compenso risulta fiscalmente attribuito a lui. «È una beffa – aggiunge – ho dovuto pure pagare le imposte per soldi che non ho mai trattenuto». I revisori dei conti hanno richiesto l’attivazione di una procedura di compensazione per sanare formalmente l’irregolarità: la somma verrà dunque restituita attraverso la rinuncia ai gettoni di presenza.
Una “procedura sanabile”, non un reato
La vicenda, quindi, non presenta al momento profili penali, ma si configura come una violazione di natura amministrativa. Un errore – come detto dallo stesso Vullo – che si può sanare con gli strumenti previsti dalla normativa. L’intento dichiarato era solo quello di garantire la retribuzione a due figure chiave dell’organizzazione del Palio, «due tra quelli che lavorano tutto l’anno, non solo ad agosto». Il caso resta aperto sul piano amministrativo, ma appare chiaro che – almeno secondo la ricostruzione fornita – l’azione di Vullo non ha avuto finalità personali o illecite.
La reazione dei partiti che appoggiano il sindaco Cammarata
Sull’argomento sono intervenuti i partiti che appoggiano l’amministrazione comunale (Fratelli d’Italia – Grande Sud – UDC ) che in una nota accusano il PD di volere agitare il “venticello caldo della calunnia” nel tentativo di gettare ombre sulla manifestazione e confermano la propria vicinanza al Coordinatore del Palio, Dino Vullo, offeso e denigrato, in merito ad una doverosa restituzione di somme, per come già concordato con gli uffici, percepite per finalità collegate ai coordinatori del palio e come ampiamente comunicato dal coordinatore Vullo, in occasione di un consiglio comunale.
I Collaboratori del coordinamento del Palio dei Normanni
Anche i collaboratori del coordinamento del Palio dei Normanni fanno sentire la propria voce e sottolineano la piena solidarietà al coordinatore generale del Palio dei Normanni confermando quanto già dichiarato dallo stesso in merito alla vicenda delle somme percepite a titolo di “compenso” nel 2023.
«Confermiamo che le somme sono state percepite a titolo transitorio dal coordinatore generale, previo accordo con gli uffici preposti, e di cui noi eravamo a conoscenza per permettere a due coordinatori, non titolari di C/C, di percepire il compenso per l’attività svolta».