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Piazza Armerina – Gli errori di una campagna elettorale senza senso.

Piazza Armerina – Gli errori di una campagna elettorale senza senso.

Ultimi due giorni di passione

Si concluderà lunedì quella che dovrebbe essere la prima fase delle elezioni amministrative a Piazza Armerina. Il condizionale è d’obbligo visto che, in base alla legge elettorale, se un candidato dovesse raggiungere il 40% dei voti in questo turno elettorale non sarebbe necessario alcun ballottaggio. Una eventualità che negli ultimi comizi del sindaco Cammarata è stata evocata, auspicata e infine richiesta dal ministro Nello Musumeci, il cui intervento ha concluso la campagna elettorale del candidato di Fratelli d’Italia, Nino Cammarata.

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La teorie dele liste

Mi è stato richiesto da molti lettori di StartNews  un  giudizio e una previsione sul risultato. Ovviamente non mi esprimo sul risultato, ma alcune considerazioni generali possiamo farle. La battaglia sarà dura e come al solito a decidere tra la vittoria e la sconfitta sarà, alla fine, un esiguo numero di voti. In questa fase prevedere il risultato non è molto complicato per chi ha una certa esperienza politica e conosce bene le persone. Sono le liste in maggior parte a portare voti attraverso il lavoro dei candidati al consiglio comunale. Ci sono liste che raccoglieranno dai 1200 ai 1400 voti o anche più, ce ne sono altre che non arriveranno ai 200 voti. Tutti nell’ambiente politico armerino sanno, in via generale, come si distribuiranno i voti, salvo, ovviamente, sorprese. Le sorprese potrebbero arrivare dal voto disgiunto, da chi pur votando un parente o un amico si riterrà libero di apporre una “X” sul simbolo del candidato a sindaco preferito.

Comunicare bene è difficile. Errori e distorsioni

Veniamo alla comunicazione. Escludo da questa valutazione il sindaco uscente, Nino Cammarata,  la cui strategia era obbligata : difendersi dagli attacchi e proporre la continuità delle sua idea di sviluppo della città su cui sta già lavorando da cinque anni e che i cittadini conoscono.

I suoi avversari, oltre a evidenziare le presunte  debolezze e le pecche dell’attuale amministrazione, avrebbero dovuto spiegare a noi piazzesi la loro idea di città, di sviluppo o, se volete, in una sola parola, la visione. Da queste pagine mi sono speso affinché si prendesse coscienza che a noi cittadini poco interessava assistere alla distruzione dialettica degli avversari politici ma che avremmo voluto vedere candidati capaci di sostenere una visione della città alternativa  a quella dell’amministrazione Cammarata, per poi poter così decidere con più coscienza.

Così non è stato, è c’è un motivo: è facile impostare una campagna elettorale dal punto di vista comunicativo sullo scontro, difficile impostarla sull’alternativa di pensiero e soprattutto sull’alternativa di azione. La vecchia politica, dalla quale provengono bene o male i candidati alternativi a Cammarata, anagraficamente molto più giovane, basava le campagne elettorale sempre e solo sullo scontro, sulla critica (anche giusta) , sul dileggio, sullo sfottò. Mi chiedo però se il cittadino del 2023 risponde alle stesse logiche e alle stesse sollecitazioni di quello del 1990.

Analisi dei temi. 

I temi elettorali di questa campagna sono stati il dissesto economico del comune (che si è scoperto, confermato anche ieri sera dal Sindaco,  essere in fase conclusiva,) e la critica alla gestione del settore turistico. Nessuno ha parlato di un progetto alternativo per Piazza Armerina, tantomeno di  strategie (sottolineo STRATEGIE)  per far crescere la città. Nessuno tra i cinque candidati alternativi a Cammarata  ha proposto cambiamenti radicali, idee innovative di gestione, progetti di un certo spessore.  Anzi, ha aleggiato perennemente un cupo clima di restaurazione. Si è andati al massimo dai No Close della via Garibaldi a Water Close della mancanza dei servizi igienici.

Abbiamo anche sentito tutta una serie di stupidaggini amministrative sbandierate come soluzioni miracolose. Atti che per potere essere attuati,  sarebbe necessario essere eletti oltre che amministratori  di Piazza Armerina anche  capi del Governo italiano. Fa male sentir prendere in giro la gente che giustamente applaude e si esalta alla prospettiva di un posto di lavoro, fa ancor più male sentire queste proposte formulate  da persone che che conoscono benissimo il Testo Unico che regola gli Enti Locali.

Lunedì pomeriggio vedremo chi avrà avuto ragione, mi auguro in ogni caso che a vincere sia Piazza Armerina e quella parte della comunità così matura da aver saputo fare la scelta giusta, ovvero, vinca il migliore!

Nicola Lo Iacono

 

 

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