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Policlinico universitario di Enna: si farà o no?

Policlinico universitario di Enna: si farà o no?

Il Policlinico Universitario ad Enna si farà o no? Per adesso la questione rimane in sospeso, poiché i tre principali attori della vicenda, ovvero il Presidente della Kore, professore Cataldo Salerno, il dottore Francesco Iudica Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale e il senatore Vladimiro Crisafulli, amministratore della Facoltà di Medicina rumena Dunarea de Jos, non si sbilanciano più di tanto. Ma un dato è certo. Forse ad Enna si sta cominciando a smettere di litigare. In effetti il dato positivo, nell’assise di ieri, organizzata dal Partito Democratico, è stato quello di vedere seduti attorno ad un tavolo, in perfetta simbiosi e comunione di intenti, Cataldo Salerno e Francesco Iudica. Il quadro di riferimento dove i due si sono confrontati è stato un incontro, organizzato, come anzidetto, dal Partito Democratico. A moderare i lavori il capogruppo al Consiglio Comunale Maria Stefania Marino.

Interessante l’introduzione del segretario provinciale, Vittorio Di Gangi, che ha sottolineato come il territorio della provincia di Enna sia stato, nel passato e lo sia anche nel presente, mortificato, da scelte sciagurate che hanno contribuito a determinarne il decremento demografico e come sia inderogabile ed urgente, ora più che mai, un’inversione di tendenza a questo trend negativo. Si rendono perciò indispensabili alcune opere che darebbero propulsione allo sviluppo del territorio, in termini di occupazione, quindi economici, come ad esempio il completamento della “Nord – Sud” e l’inserimento di Enna nelle “aree interne”.

E dulcis in fundo, ha concluso Di Gangi, il diritto ad avere il Policlinico Universitario. Ovviamente, per tale questione, il fuoco cova sotto la cenere e, senz’altro, questioni di campanilismo, porteranno a ribellarsi i “cugini” viciniori di Caltanissetta, che hanno già sollevato un vespaio di polemiche per la concessione del servizio di Emodinamica all’ospedale di Enna e non mancheranno di pretendere l’istituzione del Policlinico nel loro territorio. Ma Salerno, Iudica e Crisafulli non sono tipi che si lasciano certamente intimorire e sicuramente tenteranno tutte le operazioni politiche lecite affinché l’importante istituzione possa sorgere ad Enna. Ma ci riesce difficile capire perché questo Centro Sicilia debba essere sacrificato continuamente in funzione delle realtà metropolitane facendo si che città come Enna e Caltanissetta siano costrette a scontrarsi. Essendo due realtà a sé stanti, difatti, potrebbero avere, ciascuna le proprie realtà trainanti con i rispettivi indotti; la si dovrebbe smettere, dunque con questa politica di mortificazione dell’una nei confronti dell’altra. Si potrebbe obiettare: le leggi distribuiscono i Policlinici in maniera limitata.

Ma le leggi possono o no essere cambiate? Tornando al territorio, Iudica, nel suo intervento ha dichiarato: “La vera sfida non sono gli ospedali di comunità, ma è la realizzazione del Policlinico ad Enna, una delle sole quattro città italiane con ben due facoltà di medicina”. Per Cataldo Salerno, “il percorso per attuare la clinicizzazione dell’Umberto I deve essere attuato attraverso un’intensa collaborazione con l’Asp di enna e tutti gli enti tra cui la Regione”. Iudica ha anche parlato di potenziamento del territorio, quindi degli ospedali di Leonforte, Nicosia e Piazza Armerina, sottolineando come sia importante che ogni ospedale si distingua per determinate specialità, poiché non è più possibile che in un nosocomio si concentrino tutti i reparti.

Ovviamente, aggiungiamo noi, la proposta e il progetto di Iudica sono accettabili, ma diviene fondamentale il processo di modernizzazione delle vie di comunicazione, poiché è non assolutamente accettabile che da Piazza Armerina a Nicosia vi sia un’ora e mezza di strada perlopiù accidentata; per non parlare di Troina, assolutamente irraggiungibile in tempi razionali. Da indiscrezioni, apprendiamo, intanto che la Regione condivida il processo di clinicizzazione dell’ospedale di Enna. Speriamo soltanto che non vada a finire come l’ex Ciss, la cui utilizzazione imminente, tanto sbandierata in tempo di elezioni amministrative, rimane ancora un’incognita in merito alla quale i cittadini attendono ancora risposta.

Mario Antonio Pagaria

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