Fiscalità di vantaggio in Sicilia: un cambio di passo strutturale

Con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della norma di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto della Regione Siciliana, prende forma un cambiamento atteso da decenni: una svolta che ridefinisce il rapporto tra lo Stato centrale e l’autonomia speciale dell’Isola. Grazie a questo passaggio, la Regione potrà finalmente intervenire sulle aliquote dei tributi regionali, arrivando – ove opportuno – persino ad azzerarle. L’obiettivo non è solo attrarre nuovi investimenti, ma rafforzare il tessuto imprenditoriale esistente e favorire il rientro o la permanenza dei siciliani, soprattutto nelle zone interne.
Il plauso dell’esperto: “Svolta storica e coerente”
«Una svolta storica, coerente con l’impianto costituzionale e attesa da decenni» – così Angelo Todaro, esperto di fiscalità e promotore del progetto “Fuga d’Argento”, definisce la misura. Secondo Todaro, la fiscalità di vantaggio può finalmente aprire le porte a politiche territoriali differenziate, non ispirate a una sterile competizione tra territori, ma a un riequilibrio strutturale di lungo periodo – a vantaggio dell’intera collettività.
Agevolazioni per attrarre residenti e pensionati
La nuova norma offre alla Regione uno strumento potente: quello di attrarre nuove imprese e, al tempo stesso, categorie strategiche come i pensionati non residenti. L’ipotesi è quella di favorire il trasferimento stabile in Sicilia con agevolazioni, ad esempio sull’acquisto della prima casa; un modello simile a quello sperimentato in Portogallo con risultati sorprendenti. Effetti? Incremento della domanda immobiliare nei piccoli comuni; maggiore richiesta di servizi locali; ripopolamento dei centri minori.
La “Fuga d’Argento”: la terza età come risorsa
All’interno di questo quadro, il progetto “FUGA D’ARGENTO” ideato da Todaro, mira a trasformare la cosiddetta emigrazione dei pensionati in una leva di sviluppo territoriale. «Con l’adozione della fiscalità di vantaggio – afferma – si pongono le basi per politiche integrate che contrastino lo spopolamento, valorizzino il patrimonio abitativo e generino nuova economia grazie alla presenza stabile della terza età». La cosiddetta *silver economy* – cioè l’economia generata dai bisogni e consumi della popolazione anziana – può diventare una delle colonne portanti del rilancio del Mezzogiorno.
Un modello per altre regioni a Statuto Speciale
La Sicilia si candida così a diventare un laboratorio normativo per l’Italia delle autonomie: in un momento in cui si discute di regionalismo differenziato e fiscalità territoriale, la norma appena approvata potrebbe fare scuola. Ora la palla passa al governo regionale: sarà suo compito trasformare questa possibilità in misure concrete – selettive, coerenti e sostenibili – capaci di moltiplicare gli effetti positivi in termini di occupazione, investimenti e coesione sociale. E – va detto – il tempo stringe: ogni ritardo rischia di vanificare un’opportunità attesa da generazioni.