Il Centro Studi e Ricerche Idos ha diffuso dati che fotografano una realtà in rapido mutamento: nelle scuole italiane gli studenti con cittadinanza straniera hanno superato quota **931mila** nell’anno scolastico 2023/2024, pari all’11,6% della popolazione studentesca complessiva. Si tratta di una crescita del 16% rispetto a dieci anni fa, mentre nello stesso periodo gli alunni italiani sono diminuiti del 12,5%. Colpisce un altro dato: quasi due terzi degli studenti stranieri (il 65,2%) sono nati in Italia – oltre 607mila ragazzi che, di fatto, vivono una doppia appartenenza.
Le principali comunità presenti
La distribuzione per cittadinanza mostra una concentrazione significativa: il 50% degli iscritti stranieri proviene da cinque Paesi – Romania, Albania, Marocco, Cina ed Egitto. A livello continentale, il 42,9% possiede cittadinanza europea, il 27,8% africana, il 20,7% asiatica e l’8,5% americana, soprattutto latina. Una composizione variegata che rende le classi italiane sempre più multiculturali, arricchendo i percorsi educativi ma anche ponendo sfide di integrazione.
Scelte scolastiche e differenze
I dati Idos evidenziano come le scelte degli studenti stranieri dopo la scuola media si orientino prevalentemente verso istituti tecnici (39,3%) e professionali (27,9%), mentre soltanto il 32,9% sceglie i licei. Ne consegue che l’incidenza degli stranieri negli istituti tecnici e professionali (14,7%) è tre volte superiore rispetto a quella nei licei (5,4%). Una tendenza che riflette differenze socio-economiche e, in parte, orientamenti scolastici condizionati dal contesto familiare.
Il nodo del ritardo scolastico
Resta preoccupante il dato sul ritardo formativo: nel 2022/2023 il 26,4% degli studenti stranieri era in ritardo rispetto al percorso previsto, con punte del 48% nelle scuole superiori – tre volte il dato degli italiani, fermi al 7,9% (16% alle superiori). Una frattura che rischia di allargarsi se non affrontata con misure mirate. Il prossimo 4 novembre il **Dossier Statistico Immigrazione 2025** offrirà ulteriori approfondimenti su questa trasformazione, mentre le nuove indicazioni nazionali per il 2026/2027 mirano a formare i “nuovi italiani” in un’ottica di identità condivisa – una sfida culturale oltre che educativa.