Con l’approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri, in Sicilia arriva una riforma che segna una svolta nella gestione delle manifestazioni pubbliche. Le competenze in materia di polizia amministrativa, finora affidate alle Questure, vengono trasferite direttamente ai Comuni. Si tratta di un adeguamento al modello nazionale, in vigore già dagli anni ’70, che offre agli enti locali strumenti più snelli per organizzare eventi e spettacoli.
Dalla Questura al Suap
Il passaggio più concreto riguarda la procedura di autorizzazione: non sarà più necessario attendere i tempi delle Questure, ma basterà presentare una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) allo Sportello unico per le attività produttive (Suap) del Comune. Una misura che alleggerisce la macchina burocratica e consente agli organizzatori di avere certezze in tempi più rapidi.
Effetti economici e culturali
Il nuovo sistema non comporterà costi aggiuntivi per i municipi, che potranno operare con le risorse già disponibili. La semplificazione, però, è destinata ad avere ricadute concrete sul tessuto sociale ed economico. Eventi culturali, festival estivi, concerti e manifestazioni sportive potranno essere programmati con meno ostacoli, incentivando così turismo, indotto commerciale e vivibilità urbana.
Piazza Armerina e le restrizioni del passato
Un argomento che interessa particolarmente Piazza Armerina, per il gran numero di spettacoli che si svolgono ogni anno nella Città dei Mosaici. Molto spesso, infatti, si sono dovute subire ingiuste restrizioni legate a norme talvolta astruse e, contrariamente a quanto accade nel resto d’Italia, applicate alla lettera se non addirittura in maniera spropositata. La riforma, quindi, rappresenta un passo avanti concreto per chi organizza e vive gli eventi nella Città dei Mosaici, da sempre punto di riferimento culturale e turistico.
Verso una gestione più vicina ai cittadini
Per i sindaci si apre la possibilità di governare direttamente il calendario delle iniziative locali, con maggiore flessibilità e tempestività. Un vantaggio non solo per gli amministratori, ma anche per le comunità, che potranno contare su un’offerta culturale e ricreativa più ricca e ben organizzata. La riforma, oltre ad avvicinare la Sicilia al resto d’Italia, segna quindi un passo importante verso un rapporto più diretto tra istituzioni e cittadini.