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Piazza Armerina – La morte di Tigro, cane di città amico di tutti. Una statua per ricordarlo

Piazza Armerina – La morte di Tigro, cane di città amico di tutti. Una statua per ricordarlo

La morte del cane di città, Tigro, è stata accolta con grande dispiacere da molti piazzesi che conoscevano bene la qualità di un cane che resterà impresso nella memoria di tutti. Come tanti altri cani che si aggirano per le strade di Piazza Armerina anche Tigro, alcuni anni fa, si è trovato a girovagare per le strade e vicoli della città ma a differenza di altri, non sappiamo se per istinto o per intelligenza, ha compreso che con l’uomo bisognava costruire un certo tipo di rapporto e deve anche aver compreso che proprio dove la gente si riunisce, la presenza discreta ed educata di un cane poteva essere veramente apprezzata. In pratica, nonostante il suo aspetto imponente e i colori non ben definiti che caratterizzavano il suo pelo, è riuscito ad arruffianarsi  l’intera città.  Da quel momento non c’è stata manifestazione, processione o evento al quale non fosse presente e, quando intercettava un gruppo turistico si posizionava alla sua testa, quasi a fargli da guida. Era mite e nessuno gli negava un buon boccone di cibo e una carezza. Tigro non era solo, spesso lo abbiamo visto i compagnia dei suoi simili che, a ripensarci, sembrava fossero stati da lui istruiti su come comportarsi in pubblico.

Amava, forse più di qualche piazzese,  la gente e la città di cui conosceva ogni angolo, sapeva dove trovare cibo e dove dormire.  Aveva rispetto di tutti e sembrava che intuisse quando la sua presenza non era gradita; in questi casi la sua reazione era sempre la stessa:  si guardava attorno, si incamminava verso una strada o un vicolo, ma ancor prima di sparire dietro l’angolo, fermandosi,  volgeva un’ultima volta lo sguardo verso chi non aveva apprezzato la sua presenza, con il tipico  atteggiamento di  chi fa una concessione. In quelle occasioni il suo era uno sguardo fiero, lo sguardo di un cane libero e senza padroni, ma lui sì che era  padrone del territorio. Quello è lo sguardo di Tigro che voglio ricordare e che speriamo venga immortalato dalla statua che verrà collocata dove ora riposa in pace.

CASTELlaccio ani2

Nicola Lo Iacono

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