televisione

La crisi vista in TV

Pubblicato il 13 Maggio 2020 da

Giornalmente la stampa e le televisioni c’intrattengono anche sugli aspetti di natura economico finanziaria, per uscire da questa particolare crisi. Il coronavirus, purtroppo anche per la mia forma mentis, mi porta a preferire questi programmi  ai tanti altri ritenuti meno utili. La considerazione che ho fatto è che l’opposizione è più unita, specialmente nella forma, di quanto dovrebbe essere la maggioranza, come lo dimostra il fatto delle lunghissime riunioni che è costretto a fare il nostro Presidente del Consiglio, in difficoltà per mediare più posizioni di principio, che proposte concrete.

Tralascio di considerare gli atteggiamenti, i discorsi, le minacce da parte della formica rappresentata nel paese da Italia viva di Renzi, ma elefantiaca nell’attuale Parlamento, per il  modo di rappresentarsi: al Governo con suoi rappresentanti ed all’opposizione nei suoi discorsi. Atteggiamento che non paga dal momento che  ha portato la sua struttura ad essere valutata  intorno al 2%, nelle previsioni di tutti i sondaggisti. Quello che mi colpisce di più, non è tanto la durata delle presenze degli oppositori, sia sulle reti RAI , ma specialmente su quelle mediaset, con largo appoggio della 7, ma i discorsi fatti dai personaggi vicini all’ex Presidente  Berlusoni, che è stato il vero e unico responsabile della situazione attuale della nostra economia.

La malattia viene da lontano e riguarda il disinvolto modo di operare nel corso delle sue presidenze.  Non basta ricordare che annualmente si continua a non potere pagare quella sua cambiale firmata all’Europa nel 2011, passata alla storia come “Clausola di salvaguardia”. Cambiale costretto a firmare, sapendo di non dovendola pagare lui, per ottenere il visto dell’Europa per l’approvazione del suo ultimo bilancio, che presentava un  pesante negativo rapporto debito-pil. M a questa è la  vera storia del nostro debito pubblico: all’inizio del suo primo mandato il debito pubblico era di  1070/miliardi di euro     e alla fine dei suoi mandati era di 1910/miliardi di euro. Tra il suo primo mandato e l’ultimo si sono succeduti anche i Presidenti Dini Prodi, ,D’Alema, Amato, Prodi,  Monti  e, Letta che, nel corso dei loro mandati, complessivamente fecero aumentare il debito pubblico di solo 200/miliardi di Euro.

Quindi il debito pubblico aumentato nel corso delle gestioni Berluscni è stato di circa 650/miliardi di euro, esattamente un quarto dell’intero debito pubblico di oggi. E’ facile constatare che colui il quale affermava, e continua ad affermare,che i suoi governi non avevano mai messo mani nelle tasche degli italiani, aveva creato quelle  condizioni di debito che   hanno reso la vita  sempre più difficile  a noi, ai nostri figli, ai nostri nipoti ed a tutti i governi che si sono succeduti. Valutiamo serenamente la difficile situazione presente, ma  ricordiamo la vera causa che  ha notevolmente contribuito a renderne più difficile la soluzione.

Angiolo Alerci

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