Burocrazia: un problema riscoperto.

Quasi tutti i giornali di ieri in prima pagina, con titoli particolari,  hanno tentato di affrontare il grosso problema della nostra burocrazia che condiziona la vita di noi tutti. Nel corso degli anni ho spesse volte trattato alcuni aspetti dei gravi danni prodotti dalla nostra burocrazia e, con una mia nota pubblicata su diversi giornali on line il 12 giugno 2019 riportata alle pagine 51 e 52 del  quinto mio libro di Cronaca e riflessioni sulla politica italiana, ho esposto un fatto da record accaduto alla mia famiglia e risolto da me.

Nel 1936/1940 per la costruzione del villaggio di Pergusa (Enna) vennero espropriati terreni di proprietà di mia madre Grimaldi Elena. Al termine dei lavori venne accertato che circa 5000 mq di terreno non espropriato erano stati occupati , mentre altri  circa 5000 metri espropriati non erano stati occupati. Venne proposta una soluzione salomonica : espropriare la parte abusivamente occupata e restituire la parte  espropriata e non utilizzata. Non posso elencare quanta carta è stata scritta, ma soltanto la data della sua definizione: anno 2005, dopo 75 anni di un “ottimo” rapporto con la burocrazia dei quattro enti coinvolti.

Il problema è stato recentemente da me .ripreso  il 14,16,17 e 20 aprile  con quattro note, sempre pubblicate su giornali on line, trasmesse anche al Presidente del Consiglio. Non saranno   state certamente le mie note, ma  mi ha fatto grande impressione l’interesse della maggior parte dei giornali di ieri che, con grandi titoli  in prima pagina,si sono accorti che esiste un problema burocrazia.

Angiolo Alerci

Coronavirus ancora truffe online. Falso sito della Birra Heineken sta girando sui social network ed in particolare su Whatsapp.

Non si ferma l’offensiva di hacker e truffatori telematici che sembra si siano scatenati a seguito dell’emergenza “Coronavirus” nell’ottica di approfittare dell’altissimo numero di utenti connessi sui social, così come già segnalato noi dello “Sportello dei Diritti” con numerosi comunicati nei giorni scorsi. Proprio nelle scorse ore la Polizia Postale ha rilanciato una nuova allerta con un post sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia”: “Dopo i falsi buoni spesa sta circolando sempre sui social (WhatsApp in particolare) un messaggio che promette 4 barili di birra Heineken a chiunque completi un sondaggio al riguardo Gli specialisti della Polizia Postale di Venezia, nel corso delle attività di monitoraggio della rete, rinvenivano una massiva campagna di spamming mediante la diffusione di messaggi pubblicitari inerenti un presunto concorso a premi indetto dal noto marchio di birra Heineken. Il concorso, citando lo slogan “Resta a Casa e bevi 4 barili di birra gratis”, riportava i loghi della nota casa produttrice di birra.

Nel messaggio veniva inoltre indicato un link che reindirizzava a un portale contenente un sondaggio caratterizzato da domande a risposta multipla. Alla fine del sondaggio l’utente veniva avvertito di aver vinto 4 barili di birra Heineken. Per completare la vincita doveva cliccare sulla finestra che reindirizzava a una pagina contenente un falso messaggio di errore del sistema operativo con la proposta di download per correggerlo con fantomatici aggiornamenti. Dall’analisi della pagina è emerso che si tratta di un FAKE e che la stessa non è in alcun modo collegata al famoso marchio. Inoltre il download proposto per correggere gli errori di sistema potrebbe inoculare malware e ransomware per sottrarre dati personali o infettare il dispositivo elettronico. Ricordiamo di non fare aggiornamenti o aprire il link, se non attraverso la digitazione dalla barra delle URL del sito ufficiale della società titolare del marchio. Non compilare moduli online con i propri dati personali. RICORDA CHE QUANDO UNA COSA E’ TROPPO BELLA PER ESSERE VERA, FORSE NON LO E’ PERCHE’ NESSUNO REGALA NIENTE Approfondisci su www.commissariatodips.it”. Un’altra allerta che per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, conferma il fervido momento per questi criminali. Come negli scorsi giorni, ripetiamo che il modo migliore per difendersi, è quello di seguire le indicazioni della Polizia Postale e di cestinare questi messaggi. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

A causa del riscaldamento del mare arrivano nuove specie di squali nei nostri mari

Negli ultimi anni si sono susseguiti sempre con maggior frequenza avvistamenti nel Mediterraneo, l’ultimo a Maiorca, dove il più temibile dei predatori del mare, il gigantesco squalo bianco è stato fotografato lo scorso 28 giugno vicino all’isola abitata di Cabrera, a sud di Maiorca. Ma anche l’Adriatico di recente è stato meta di specie di squali che mai in precedenza o assai raramente si erano viste nuotare nelle acque del bacino ad est della Penisola Italiana. Esperti del Dipartimento di studi marini dell’Università di Spalato in Croazia, ed in particolare Alen Soldo, hanno affermato che a causa del riscaldamento del mare, nel Mar Adriatico si è registrato un crescente numero di specie invasive, altrimenti inusuale per le regioni che si affacciano sullo stesso. Il dato più eclatante e che, in base alle statistiche disponibili, ogni settimana una nuova specie entra dal Mar Rosso nel Mediterraneo. Tra queste specie vi sono gli squali, le cui abitudini e movimenti sono influenzati anche dall’aumento della temperatura. Gli stessi, infatti, eviterebbero le zone che diventano troppo calde, ed essendo in cerca di cibo esplorerebbero nuovi areali. Presumibilmente il temibile squalo tigre, responsabile di numerosi attacchi nel Mar Rosso, è già entrato nel Mediterraneo.

Tuttavia, non è ancora visibile nell’Adriatico, a differenza del grande squalo bianco. Il più mastodontico di questi vertebrati si adatta a diverse gamme di temperatura. E nell’Adriatico è legato alle migrazioni del tonno. Così come i branchi di tonno si spostano, così è possibile che li segua lo squalo bianco – spiega Soldo – e aggiunge che è un abitante occasionale del Mare Adriatico. Il problema è che non si può far nulla. Ci sono troppe variabili che non possiamo influenzare – dice Soldo. Ovviamente le statistiche di attacchi di squali nei nostri mari ci dicono che è più facile essere colpiti da un fulmine che subire un’aggressione da parte di un pescecane, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“, che sottolinea come il fenomeno che si sta studiando del diffondersi di specie di squali non endemiche è qualcosa cui dovremo adattarci senza dover temere di fare un bagno in tutta tranquillità nei nostri luoghi tradizionali di balneazione.

ISTAT, dilaga la povertà in Italia: oltre 5 milioni in povertà assoluta.

Il dato arriva dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) che ha pubblicato oggi il report “La povertà in Italia” relativo al 2017. Se il numero di famiglie in povertà assoluta torna ai livelli del 2013 (quando erano 1 milione 615mila), il numero degli individui registra invece il valore più alto dal 2005: ciò è avvenuto – spiega l’Istituto di statistica – perché la povertà assoluta si è ampliata tra le famiglie con 4 componenti e oltre e tra quelle con almeno un minore. Le famiglie in povertà assoluta sono stimate in 1,778 milioni e vi vivono 5,058 miloni di individui. L’incidenza della povertà assoluta è del 6,9% per le famiglie (era 6,3% nel 2016) e dell’8,4% per gli individui (da 7,9%). Entrambi i valori sono i più alti della serie storica.

I dati odierni hanno scatenato molte polemiche: associazioni di consumatori e per i diritti come lo “Sportello dei Diritti” osserva che il problema della povertà non affligge più solo l’Africa, e tutti gli altri paesi, che insieme a questo, godono di un aggettivo detto “paese del terzo mondo”. Non solo più queste zone sono afflitte da una povertà insaziabile ma anche nel nostro, vi sta sempre di più dilagando. E’ proprio riguardo al nostro paese Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si fa portavoce del grande disagio sociale che colpisce intere famiglie con numeri elevati di figli o anziani che devono far conto solo sulla loro esigua pensione. Infatti, l’Italia è tra i paesi europei che, tra il 2008 e il 2017, hanno registrato i maggiori aumenti del rischio di povertà ed esclusione sociale. I bambini in povertà sono 1 su 8 e che i poveri sono quasi raddoppiati dall’inizio della crisi: erano 2.427.000 nel 2007. “Sono numeri enormi, la politica si muova”.

Bambini e fumo passivo: disturbi uditivi nei più piccoli.

Che il fumo attivo o passivo facesse male, questo è un fatto risaputo, ma i dati che emergono dallo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Kyoto, in Giappone, e pubblicato nella rivista scientifica Paediatric and Perinatal Epidemiology., confermano inequivocabilmente che il fumo passivo può nuocere gravemente alla salute, soprattutto dei più piccoli. Secondo gli scienziati, fumare prima e dopo la nascita del neonato può difatti compromettere, oltre alla sua salute generale futura, le sue primarie funzioni uditive. La ricerca ha analizzato i dati relativi ad oltre 50mila bambini di 3 anni, nati tra il 2004 e il 2010: circa il 4% di essi furono esposti al fumo durante la gravidanza, il 15% solo al «passato da fumatrice» della madre, e il 4% al fumo «di seconda mano», di altre persone.

Comparando i dati dei bambini esposti a quelli dei bambini non esposti all’azione del fumo, i ricercatori hanno osservato un incremento del 26% delle possibilità di sviluppare un problema di udito nei piccoli le cui madri avevano fumato in passato, e del 30% per i piccoli esposti al fumo passivo di seconda mano durante la gravidanza.Per i bimbi esposti al fumo passivo diretto, invece, la percentuale del rischio saliva fino ad un sorprendente 68%.

«Anche se le linee guida pubbliche già sconsigliano di fumare durante la gravidanza e di fronte ai bambini, alcune donne ancora lo fanno, sia durante i nove mesi che in presenza dei loro figli», ha dichiarato il leader dello studio Koji Kawakami.«Questo studio dimostra che prevenire l’esposizione al fumo durante la gravidanza e dopo la nascita del bambino, può ridurre il rischio del piccolo di sviluppare un disturbo dell’udito. Questi risultati ci ricordano che dobbiamo rafforzare gli interventi per la prevenzione dell’esposizione al fumo sia prima che dopo la gravidanza, così come l’esposizione al fumo di seconda mano». La ricerca quindi rappresenta secondo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” un duro monito ed un richiamo alla responsabilità di tutti i genitori verso i propri figli.

Falsi sondaggi online e la truffa corre sulla rete. L’allerta della Polizia Postale

Un’altra truffa che corre sulla rete è quella dei falsi sondaggi che compaiono come innocui messaggi, ma che se cliccati diventano una trappola per illecite intrusioni e sottrazione di dati. Come andiamo ripetendo da tempo noi dello “Sportello dei Diritti”, solo innalzando la soglia della nostra attenzione possiamo evitare di subire conseguenze da questi tentativi di frode. Anche la Polizia Postale tramite un post sulla sua pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” ha pubblicato lo screenshot di uno dei “tipici” falsi sondaggi che compaiono sui nostri dispositivi e che c’invitano a cliccare sulle risposte che poi conducono su link che non sono altro che strumenti per introdursi nei nostri dispositivi e sottrarre dati di varia natura. Come sottolinea la Polizia Postale nel suo post “Tanto è facile la domanda quanto probabile che vi ritroviate truffati. Fate attenzione a questi sondaggi”. È questo l’ennesimo esempio di come sia facile oggigiorno truffare gli utenti della rete, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, perché si è tempestati quotidianamente da messaggi del genere. Bisogna, quindi, solo prestare più attenzione e evitare di dar seguito a questo tipo di richieste. Nel caso siate comunque incappati in frodi analoghe potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

Camminare velocemente riduce il rischio di ospedalizzazione nei pazienti con problemi cardiaci

Camminare velocemente riduce il rischio di ospedalizzazione nei pazienti con problemi cardiaci, secondo una ricerca presentata oggi a EuroPrevent 2018, un congresso della Società Europea di Cardiologia, e pubblicata sull’European Journal of Preventive Cardiology. Lo studio durato tre anni è stato condotto su 1.078 pazienti ipertesi, di cui l’85% era affetto anche da malattie coronariche e il 15% aveva anche una malattia valvolare. Ai pazienti è stato quindi chiesto di camminare per 1 km su un tapis roulant con un’intensità moderata. I pazienti sono stati classificati come lenti (2,6 km / ora), intermedi (3,9 km / ora) e veloci (5,1 km / ora medi). Un totale di 359 pazienti erano camminatori lenti, 362 erano intermedi e 357 erano camminatori veloci. I ricercatori hanno registrato il numero di ospedalizzazioni per tutte le cause e la durata del ricovero nei successivi tre anni. I partecipanti sono stati segnalati dal Registro Sanitario Regionale della Regione Emilia-Romagna, che raccoglie dati sul ricovero per tutte le cause. L’autrice dello studio, dottoressa Carlotta Merlo, ricercatrice presso l’Università di Ferrara, ha dichiarato: “Non abbiamo escluso cause di morte perché la velocità del cammino ha conseguenze significative per la pubblica salute. E’ un precursore della disabilità, della malattia e della perdita di autonomia”.Durante il triennio, 182 dei “lenti” (51%) hanno avuto almeno un ricovero in ospedale, rispetto a 160 (44%) dei camminatori intermedi e 110 (31%) dei camminatori veloci. I gruppi a movimento lento, intermedio e veloce hanno trascorso rispettivamente un totale di 4.186, 2.240 e 990 giorni in ospedale nel corso del triennio. La durata media della degenza ospedaliera per ciascun paziente era rispettivamente di 23, 14 e 9 giorni per i camminatori lenti, intermedi e veloci. Ogni  km / orario di aumento della velocità di deambulazione ha comportato una riduzione del 19% della probabilità di essere ospedalizzati durante il triennio. Rispetto ai pedoni lenti, i camminatori veloci avevano una probabilità di ospedalizzazione inferiore del 37% in tre anni. La dottoressa Merlo ha affermato: “Più è veloce la velocità di camminata, minore è il rischio di ospedalizzazione e più breve è la durata della degenza ospedaliera, poiché la ridotta velocità di marcia è un indicatore di mobilità limitata, che è stata collegata alla diminuzione dell’attività fisica. Ed ha proseguito: “Camminare è il tipo di esercizio più popolare negli adulti: è gratuito, non richiede un addestramento speciale e può essere svolto praticamente ovunque. Pur brevi, ma regolari, le passeggiate hanno notevoli benefici per la salute. Il nostro studio dimostra che i benefici sono ancora più grandi quando aumenta il ritmo del camminare “. Insomma, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” un consiglio da prendere alla lettera che richiede solo un pò di buona volontà.

Patente a punti: nessuna sanzione se il proprietario del veicolo non sa chi è alla guida

L’importante decisione che si riporta per la validità del procedimento logico argomentativo seguito, costituisce un prezioso precedente per quanti vorranno ricorrere a questo tipo di sanzioni amministrative che in effetti non denotano una particolare trasparenza nella loro emissione. L’automobilista proprietario del veicolo che sia stato sanzionato se comunica, ancorché in termini negativi, di non sapere chi fosse alla guida, non è soggetto a  nessuna sanzione 126-bis codice strada. Deve reputarsi che, resta in ogni caso sanzionabile la condotta di chi semplicemente non ottemperi alla richiesta di comunicazione dei dati personali e della patente del conducente. Resta, comunque, devoluta alla valutazione del giudice di merito la verifica circa l’idoneità delle giustificazioni fornite dall’interessato ad escludere la presunzione di responsabilità che la norma pone a carico del dichiarante. Lo ha stabilito la Cassazione Civile con l’ordinanza n. 9555 del 18-04-2018 che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” riporta. Nel caso di specie il Tribunale di Bari, esercitando appunto tale discrezionale potere di apprezzamento in fatto, ha ritenuto di escludere la responsabilità della opponente valorizzando da un lato il decorso del tempo tra la data dell’infrazione contestata e quella della richiesta di informazioni, oltre tre mesi, e, dall’altro, la riferita presenza nel nucleo familiare anche di altri soggetti ordinariamente fruitori dell’autovettura, reputando in tal modo giustificata la mancata indicazione del nominativo del conducente. Tant’è che nel merito sottolineando la legge applicabile afferma che: “Ai fini dell’applicazione dell’art. 126-bis del codice della strada occorre distinguere il comportamento di chi si disinteressi della richiesta di comunicare i dati personali e della patente del conducente, non ottemperando, così, in alcun modo all’invito rivoltogli, contegno per ciò solo meritevole di sanzione, e la condotta di chi abbia fornito una dichiarazione di contenuto negativo, sulla base di giustificazioni, la idoneità delle quali ad escludere la presunzione relativa di responsabilità a carico del dichiarante deve essere vagliata dal giudice comune, di volta in volta, anche alla luce delle caratteristiche delle singole fattispecie concrete sottoposte al suo giudizio, con apprezzamento in fatto non sindacabile in sede di legittimità“.

Arterosclerosi e fumo. La causa non sarebbe la cannabis ma il tabacco

È vero che i fumatori di cannabis sono esposti a rischio di infarto cardiaco a causa dell’aterosclerosi, la nota patologia vascolare cronica, ma la formazione delle placche nei vasi sanguigni non sarebbe dovuta alla canapa, ma al tabacco. A dimostrarlo sarebbe stato uno studio dell’Università di Berna che per la prima volta ha voluto studiare questo fenomeno. “Il nostro studio conferma l’elevato e solido nesso tra il consumo di tabacco e la formazione di placche”, afferma Reto Auer, dell’Istituto di medicina di base, citato in un comunicato diramato mercoledì dall’ateneo bernese. La ricerca ha utilizzato dati dello studio pluriennale CARDIA che, dal 1985, indaga l’insorgenza e i fattori di rischio delle placche nelle arterie tra gli adulti. Nell’ambito di CARDIA sono stati seguiti migliaia consumatori di canapa e tabacco negli Stati Uniti. Dopo 25 anni, sull’89% dei 3.498 partecipanti è stata valutata, tramite tomografia computerizzata, la presenza delle placche nelle arterie coronariche e celiache. La sclerosi ha riguardato il 60% del campione. Insomma, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ancora una volta è il fumo da tabacco a dimostrare tutte le sue conseguenze negative anche più delle droghe cosiddette leggere. Un motivo in più per continuare a combattere contro il tabagismo.

Lotta all’influenza. Giappone: approvato un farmaco superpotente

Le autorità sanitarie giapponesi hanno approvato un farmaco che, secondo l’azienda farmaceutica farmaco che lo produce, ucciderebbe il virus dell’influenza in sole 24 ore. Il che potrebbe significare un grande cambiamento nel modo in cui viene trattata questa malattia. Il ministro della salute giapponese ha accelerato le procedure in modo che il medicinale, chiamato Xofluza, possa essere venduto al più presto, anche se la definitiva messa in commercio potrebbe slittare anche fino a maggio, dal momento che è necessario fissare i prezzi e terminare la chiusura di alcune procedure. In uno dei più recenti studi clinici, Xofluza si è rivelato molto più efficace contro il virus dell’influenza rispetto agli altri trattamenti disponibili, incluso Tamiflu, uno dei più noti. Inoltre, Xofluza ha bisogno solo di una dose, mentre Tamiflu richiede più dosi per cinque giorni. Xofluza è più efficace perché funziona in un modo diverso. Proviamo ad immaginare i virus come se fossero degli squatter che, una volta entrati in casa, usano i nostri mobili per riprodursi. L’infezione influenzale inizia quando il virus entra nei polmoni e da lì, ogni virus s’insinua in ognuna delle nostre cellule e utilizza il materiale genetico e proteine per fare molte più copie di se stesso.

Per fare ciò, utilizza l’enzima endonucleasi per rubare le estremità del nostro RNA messaggero e lo usa per riprodurre il proprio materiale genetico. Dopo aver fatto molte copie di se stesso, i virus risultanti utilizzano un altro enzima chiamato neuraminidasi per separare le varie parti della cellula dove stavano e continuano a diffondersi attraverso il resto del corpo. Mentre il Tamiflu e farmaci simili sono inibitori della neuraminidasi, cioè agiscono per impedire il diffondersi del virus, lo Xofluza è un inibitore della endonucleasi, cioè, agisce in una fase precedente, impedendo la replicazione del virus. La notizia arriva nel bel mezzo dell’attuale campagna influenzale, che come abbiamo già evidenziato anche noi dello “Sportello dei Diritti” è la peggiore a livello mondiale dal 2009.

L’influenza è una malattia che, sebbene nella maggior parte dei casi non sia fatale, può causare gravi conseguenze e portare anche alla morte se il ceppo è particolarmente virulento e se i pazienti hanno altri precedenti problemi di salute, come problemi immunitari o debolezza respiratoria. È anche una malattia particolarmente difficile da trattare. I trattamenti finora non erano molto efficaci contro l’influenza comune, che doveva essere trattata con antipiretici e l’assunzione di molti liquidi. Nel frattempo, i vaccini, che vengono somministrati ogni anno soprattutto per i gruppi a rischio, come gli anziani, i bambini, le persone con altre malattie ed il personale sanitario non possono sempre adattarsi al ceppo di ogni anno, in modo non sempre efficacie. Quindi, se questo nuovo farmaco non dovesse disattendere le premesse, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” potrebbe rappresentare una nuova speranza nella cura tempestiva e sin dai primi sintomi ed un ulteriore sistema per interrompere la rapida diffusione di queste infezioni che si dimostrano, anno dopo anno, sempre più virulente.

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