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Piazza Armerina – L’assessore Colajanni: “Basta frammentazione, la Sicilia avrà un gestore idrico unico e pubblico

Pubblicato il 3 Ottobre 2025 da

Un messaggio chiaro, fondato su due pilastri: la necessità di una riforma strutturale della governance dell’acqua e la potenza degli investimenti come unico, vero motore del cambiamento. Francesco Colajanni, assessore regionale all’Energia e ai Servizi di Pubblica Utilità, ha chiuso i lavori della conferenza dedicata al connubio tra distribuzione idrica e energie rinnovabili organizzata dall’ATI Enna presieduta da Nino Cammarata, delineando una rotta precisa per il futuro del servizio idrico in Sicilia, un settore che ha definito “un sistema zoppo” e frammentato, bisognoso di un intervento legislativo radicale.

“Un gestore unico e pubblico per l’acqua”

Il cuore della proposta dell’assessore è il superamento dell’attuale suddivisione in Ambiti Territoriali Idrici (ATI). “Ritengo che una vecchia classe dirigente abbia commesso un errore 20 anni fa”, ha affermato Colajanni, criticando la scelta di non aver mantenuto un indirizzo pubblico più forte nella gestione. Ha descritto un panorama attuale insostenibile, con modelli di governance disomogenei e spesso inefficienti: dal 100% privato di Agrigento, al 100% pubblico di Caltanissetta “dove i comuni non pagano”, fino al caso di Trapani “dove l’acqua non si paga proprio”. La soluzione, per l’assessore, è una riforma che porti all’istituzione di un unico soggetto gestore a livello regionale, a guida interamente pubblica. Un modello ispirato alla legge regionale 9 sulla gestione dei rifiuti, che prevede una pianificazione centralizzata e un’attuazione demandata ai singoli ambiti. “Proporrò in giunta una riforma che vada verso un unico gestore pubblico”, ha dichiarato, sottolineando la volontà di portare il nuovo testo legislativo all’approvazione dell’Assemblea Regionale Siciliana.

Gli investimenti come leva del cambiamento

“Non conosco ricette o bacchette magiche, conosco gli investimenti”, ha esordito l’assessore, mettendo subito in chiaro quale sia il suo approccio. Ha elencato le ingenti risorse economiche che il suo assessorato sta sbloccando, definendole un “booster per l’economia regionale”. Tra queste, i 159 milioni di euro sulla misura 2.5.1 per l’efficientamento idrico, le reti fognarie e la depurazione, un capitolo di spesa che, ha assicurato, è destinato a crescere. Ha inoltre menzionato i 25 milioni di euro di opere previste sull’acquedotto Gela-Aragona, fondamentali per la qualità del servizio, e un nuovo capitolo da 80 milioni di euro destinato proprio all’ottimizzazione energetica degli impianti idrici, come i dissalatori, attraverso un mix di fondi FESR e FSC. “Sono le risorse economiche messe in campo che cambiano un’azione”, ha ribadito, evidenziando come la Sicilia disponga oggi di uno dei migliori bilanci d’Italia, con una capacità di spesa di 11 miliardi di euro.

La Sicilia guida la transizione energetica

Infine, l’assessore Colajanni ha rivendicato con orgoglio il ruolo della sua regione come leader nazionale nella transizione energetica. “La Regione Siciliana è il primo assessorato in Italia e in Europa per impianti autorizzati e attualizzati” nel campo delle rinnovabili. Pur riconoscendo la necessità di una pianificazione che eviti l’eccessiva invasione del fotovoltaico a terra, ha confermato l’impegno a promuovere soluzioni come l’agrivoltaico e a sbloccare settori mai sfruttati nell’isola, come il geotermico. Un impegno che si tradurrà anche in benefici diretti per i cittadini, attraverso una battaglia per l’applicazione della tariffa ARERA, che consentirebbe di tagliare i costi energetici del 30% per famiglie e imprese, sfruttando l’ampia produzione di energia pulita dell’isola.

 

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