Asp di Enna, più di 20 lavoratori temono per il rinnovo del contratto: l’appello dei sindacati
Disperato appello di oltre una ventina di lavoratori dell’Asp di Enna che, il prossimo 11 luglio, vedranno scadere i loro contratto dopo anni di impegno senza alcuna garanzia sulla possibilità di una prosecuzione.
Tutto è contenuto in una lettera inviata alle segreterie provinciali di Enna di Cisl Fp, Fp Cgil, Fials Confsal, Fsi Usae, Nursing Up, Nursind e Ugl.
Nel documento gli operatori spiegano che “nonostante le diverse attività e i servizi erogati alla collettività” che vanno dai progetti Psn, al funzionamento del Cup, alla gestione delle prenotazioni di visite specialistiche, agende, attività e flussi Covid al Dasoe, gestione delle quarantene Covid, approvvigionamenti, eccetera, oggi nessuno ha fornito loro risposte sull’ipotesi di una prosecuzione del contratto.
“Qualunque sia la forma di reclutamento, rinnovo, proroga, stabilizzazione, incarico o qualunque altra forma occorra – dice la lettera – si chiede la prosecuzione del rapporto lavorativo che dia garanzia occupazionale e che renda la giusta dignità a chi da anni con grande impegno, professionalità, disponibilità, comprensione, e soprattutto elevata capacità professionale acquisita, possa garantire lo stesso livello qualitativo alla collettività ed agli utenti dell’Asp di Enna”.
“Riteniamo – dicono i sindacati – specie in un periodo storico cosi grave come quello in cui ci troviamo, con una pandemia che ancora oggi affligge il nostro paese, molto grave che nulla sia stato fatto affinché si proceda alla prosecuzione del rapporto lavorativo, quando in tutta Italia, invece, si assiste al continuo reclutamento di moltissime analoghe figure, mortificando chi da troppi anni ancora attende invano un sacrosanto diritto che è il lavoro. Per tale motivo invochiamo ogni utile confronto e sensibilità affinché si possa intervenire celermente e senza soluzione di continuità per garantire il sacrosanto diritto alla stabilità lavorativa ad ogni singolo operatore – concludono – e non sminuire l’elevato grado qualitativo raggiunto delle prestazioni e servizi erogati in favore della collettività”.