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CNA: “Le Istituzioni si facciano carico delle imprese escluse da decreto Liquidità”

CNA: “Le Istituzioni si facciano carico delle imprese escluse da decreto Liquidità”

“Un grido di allarme a favore di centinaia di imprese escluse dal decreto liquidità e condannate a morte certa”. Con parole dure e allarmanti il Presidente di CNA Enna Filippo Scivoli e il Segretario Stefano Rizzo pongono l’attenzione sulle imprese escluse dal decreto liquidità- Il decreto infatti non consente l’accesso ai benefici previsti per le imprese, che alla data del decreto avevano segnalate delle sofferenze con il sistema bancario.”

“Queste sofferenze” spiegano il dirigenti CNA “possono capitare nella gestione delle imprese, molto più comunemente di quanto si pensi. E’ sufficiente un cliente importante che entra in crisi, come ad esempio è recentemente accaduto con CMC nel settore delle costruzioni, o con un assegno che è rimasto scoperto a causa del blocco della liquidità tra il 10 marzo e 10 aprile. Si tratta anche di importanti imprese del tessuto ennese, che si trovano in questa condizione , che hanno dipendenti, un buon fatturato e rischiano di azzerare tutto.”

“Queste imprese non possono chiedere liquidità, se non si modifica il decreto o non intervengono provvedimenti ad Hoc saranno abbandonate a se stesse. – Per questo concludono Scivoli e Rizzo – Per questo ci appelliamo alle Istituzioni, affinché possano prevedere interventi specifici che possano tutelare queste imprese e compensare questo deficit, sopratutto se dovesse prorogarsi la condizione di chiusura o di accessi contingentati.”

Attualmente c’è molto fermento rispetto alla misura di finanziamento dei 25 mila euro. I principali istituti hanno attivato la misura, in particolare per chi è già correntista, ma anche in questo caso avvertono da CNA “bisogna fare attenzione perchè questa misura non può essere usata come palliativo per chi ha esigenze di liquidità superiori. E’ necessario fare un uso corretto delle linee di credito e attivare immediatamente anche le altre possibilità previste dal decreto, per evitare che alcune imprese si pregiudichino la possibilità del giusto finanziamento.”

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