Comitato Pro Enna: Detenuti Casa Circondariale di Enna consegnano beni di prima necessità alla Caritas

In tempi di Corona Virus la solidarietà si moltiplica. I detenuti della Casa Circondariale di Enna hanno acquistato beni di prima necessità che sono stati consegnati alla Caritas per essere donati alle famiglie bisognose di Enna. Il Comitato Pro Enna ha donato mascherine a tutti i poliziotti penitenziari per esprimere loro vicinanza e solidarietà, riconoscendo l’impegno in un servizio difficile, reso oggi ancora più complicato dalla contingente emergenza sanitaria. Il Comitato Pro Enna ha donato mascherine anche a tutti i detenuti che si sono resi protagonisti di questa pregevole iniziativa a favore delle famiglie ennesi in difficoltà economica.

Eventi esterni di emergenza così straordinari e nefasti come quelli che stiamo vivendo in questi giorni, ci dimostrano come il cuore di un detenuto “non è diverso da quello di altre persone solo perché si trova al di qua di alte mura”. I detenuti hanno infatti organizzato una raccolta alimentare destinando settimanalmente prodotti della loro spesa alle famiglie indigenti della città.

Aidone – L’ex sindaco Enzo Lacchiana al sindaco Chiarenza: “Tolga il disturbo”

Lo scontro politico tutto interno all’amministrazione comunale viene considerato dell’ex sindaco Enzo Lacchiana un chiaro segno di debolezza del sindaco Nuccio Chiarenza. L’ex primo cittadino afferma: “Registriamo la squallida vicenda della revoca del Vicesindaco Schilliro, attesa, prevedibile e scontata. La coalizione del Sindaco Chiarenza vacilla e crolla. Sembrerebbe una semplice rotazione di assessori e di poltrone ma la questione è un’altra ed è di profonda natura politica. La coalizione, allora, si presentò come una squadra di ottimi amministratori, coordinata da Chiarenza che si definì colui il quale doveva solo e semplicemente armonizzarne l’attività. Abbiamo dovuto registrare che la squadra non esiste e che avvicendamenti e rimaneggiamenti non cambieranno il destino di questa Amministrazione, ormai segnato”.

Lacchiana no ha dubbi sui risultati ottenuti dalla compagine che ha amministrato Aidone: “In un anno sono riusciti a smantellare la funzionalità dell’apparato amministrativo, tutto aggravato da scelte non di qualità e mera clientela, denotando totale insufficienza di obiettivi e traguardi. Manca la squadra e manca chi la guida. Caro Sindaco la finisca di volere recitare il ruolo che ha promesso, per il quale è assolutamente incapace ed inadatto, come il percorso di un anno ha chiaramente evidenziato. Tolga il disturbo, risparmiando ai cittadini aidonesi una lenta ed inesorabile agonia”

 

Oasi di Troina: una prima paziente guarita.

Riceviamo oggi la conferma da parte dell’Oasi di Troina della notizia avuta ieri in anteprima dall’assessore regionale Ruggero Razza durante la trasmissione #nochestiamoacasa: guarita una prima paziente. 

Comunicato Oasi di Troina

All’Irccs Oasi Maria SS. di Troina prima paziente guarita dal Covid-19. Si tratta di una delle speciali ospiti dell’Istituto che aveva riscontrato il contagio dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Per lei il secondo tampone di controllo e poi ieri il terzo, per verificarne la reale guarigione e il cui esito è arrivato nel tardo pomeriggio di oggi, ha dato esito negativo. Si attendono adesso nelle prossime ore i risultati di altri tamponi su ulteriori pazienti per attestarne le guarigioni.  La paziente sin dai primi sintomi è stata isolata e trattata secondo specifici protocolli terapeutici all’interno della stessa struttura. Durante la degenza le sue condizioni sono state monitorate costantemente dall’équipe medica, che ha accolto con gioia la notizia. La ragazza adesso sarà trasferita all’interno di un altro reparto dell’Istituto al fine di trascorrere, come suggerito dall’infettivologo, il dott. Pulvirenti, ulteriori 14 giorni di isolamento a titolo precauzionale.  Le strategie terapeutiche e le misure di contenimento messe in atto stanno generando i primi risultati positivi. L’impegno di tutti gli operatori, medici e curanti in generale è assolutamente ammirevole. La notizia del primo guarito è certamente un segnale di speranza da quando è iniziata l’emergenza sanitaria e consente di guardare con ottimismo ai prossimi giorni

 

Il Rotary Club di Caltanissetta dona 500 mascherine alla CRI di Enna

Vogliamo ringraziare il Rotary Club Distretto 2110 nella persona del governatore Valerio Cimino per aver donato 500 mascherine chirurgiche al nostro Comitato CRI di Enna. Il tempo della gentilezza continua a dare i suoi frutti. Da una parte i Volontari che, tutti i giorni si adoperano per portare farmaci e viveri a domicilio alle persone non più giovani, immunodepresse o in quarantena e, dall’altra, tanta gente che apprezza il lavoro gratuito della Croce Rossa. Il Presidente Antonino Insinga conclude ricordando che è sempre attivo il numero verde nazionale 800065510 e quello della nostra sede di Enna per qualsiasi richiesta.

CRI ENNA

Asp Enna – La Sanità ennese messa a dura prova dalla pandemia. Il personale sanitario ha combattuto con onore

COMUNICATO STAMPA ASP ENNA

Dopo fiumi di parole (che dopo un alluvione come l’epidemia di coranavirus è inevitabile portino con sé anche fango e detriti) è venuto il tempo di far parlare i numeri pubblicati nel sito della Regione Siciliana che dicono molto più di mille dichiarazioni costruite sul pregiudizio. E i numeri dicono che la Sanità ennese  – perdonerete se uso la maiuscola –  pur essendo la più piccola fra quelle siciliane, ha dovuto affrontare percentualmente, l’impatto più pesante. E non di poco.

Mediamente in Sicilia i casi positivi sono stati 0,47 ogni 1.000 abitanti. Per Enna quel dato ha pesato per quattro volte tanto. Come dire che un nostro operatore sanitari ha lavorato, lui da solo, quanto quattro suoi colleghi siciliani. E per più di sette volte di un collega siracusano. E per più di dieci volte di un collega ragusano che gestisce un bacino di utenza di quasi il doppio della popolazione della provincia di Enna. Se poi facciamo riferimento ai ricoveri, senza voler prendere a paragone la Provincia di Agrigento, dove non è stato allestito neanche un posto letto, Enna ha totalizzato 1,03 ricoveri ogni mille abitanti, e cioè quasi 8 volte la media delle province siciliane.

E, per fare riferimento alle sole città metropolitane, che pure di norma hanno anche in percentuale molti più operatori sanitari e dunque sono molto più avvantaggiate rispetto alla province più piccole, un medico o un infermiere ennese hanno lavorato per più di dieci volte dei loro colleghi catanesi, per più di venti volte di quelli palermitani e per più di cinque volte di quelli messinesi. Ed è stata questa gran massa di lavoro dei nostri operatori che ha consentito che nessun cittadino della Provincia ennese ha dovuto aspettare anche solo un giorno per essere ricoverato e curato.

Anzi, in molti casi, di questa capacità di lavoro hanno potuto avvantaggiarsi cittadini che nella loro Provincia non hanno potuto ottenere la risposta che qui, ad Enna, hanno avuto. Per questo vogliamo rendere merito agli operatori sanitari che con generosità, dedizione ammirevole, hanno assicurato, pur nella difficoltà del momento, una piena efficacia della risposta di cura in tutti i livelli in cui questa era necessaria. Dalla Rianimazione   – dove in pochi giorni la capacità di posti letto provinciali è stata raddoppiata –  alle Malattie Infettive e gli altri reparti COVID, al reparto predimissioni di Leonforte ed ora anche con l’assistenza domiciliare, la prima ad essere partita in Sicilia.

Quando si racconterà di altre verità, che nessuno vuole nascondere o diminuire, sarebbe onesto partire da questi dati e, almeno, riconoscere che medici, infermieri, assistenti sociali, farmacisti, tecnici, ausiliari, amministrativi della Sanità ennese hanno combattuto con onore in condizioni ben più difficili, in alcuni casi proibitive, che altrove. Ed ottenuto i migliori risultati possibili. E, per loro merito, hanno vinto la battaglia di una sanità veramente capace di servire chi soffre. “A loro  – dichiara la direzione strategica aziendale – la nostra ammirata gratitudine e l’orgoglio di aver potuto condividere con loro una stagione tanto esaltante quanto dolorosa”.  

 

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Riforma della burocrazia, parte IV: le Province e le Regioni

Con questa nota , dopo quelle relative al Senato, alle Società partecipate e alle municipalizzate già pubblicate considero chiuse, almeno per il momento, le mie considerazioni sulla riforma della burocrazia. Un capitolo difficile questo, dal momento che riguarda le due più importanti strutture del nostro Stato. Argomento che ho voluto trattare  assieme perchè molti problemi ,che hanno reso e rendono più pesante molti aspetti, si intrecciano o sono comuni.

Il titolo del primo articolo pubblicato il 20 agosto 2011 su diversi giornali on line, inserito alle pagine 7/9 del mio primo volume di Cronaca e riflessioni sulla politica italiana, era infatti “La soppressione delle province” che ricordava l’impegno assunto dal nostro Parlamento al momento della discussione della   legge sulla creazione delle regioni.

Dal testo stenografico della seduta della Camera del 14 gennaio 1970 risulta che  il deputato Mammì del PRI, molto vicino all’on. La Malfa fautore della legge, così si espresse:  “ che le province siano enti artificiosi, che siano enti senza razionalità lo possiamo dire confortati dal parere di illustri studiosi di diritto amministrativo” ,inoltre “ L’unico paese delle nostre dimensioni, con quattro livelli elettivi, sarebbe appunto l’Italia. Altri paesi non ve ne sono.”.

L’on. Ugo La Malfa a quanti si preoccupavano che l’economia italiana  non era  nelle condizioni di sopportare il relativo onere, rispondeva che “con l’approvazione della legge si poneva fine alla sovrastruttura della provincia ed i comuni avrebbero avuto come interlocutore solo la regione”. Allora le province italiane erano 94 ed oggi sono più di 110 ed anche i  livelli elettivi sono aumentati con la creazione dei consigli di quartiere.       Purtroppo è  quello che normalmente accade nel nostro paese che, per ottenere un risultato non condiviso, bisogna fare alla controparte tante promesse pur sapendo di non doverle rispettare.

Questa situazione tollerata per cinquant’anni dall’intera classe politica, oggi si è  molto aggravata con nuove proposte per dare alle regioni, la cui presenza viene dai più ricordata per avere creato costosi carrozzini e negative gestioni, maggiore autonomia, mentre non è stato realizzato quello snellimento  promesso di una nuova organizzazione politico-amministrativa, con l’abolizione delle province.

Su questi problemi mi sono soffermato molte volte con articoli, sempre pubblicati su diversi giornali on line e riversati nei miei libri, trattando alcuni aspetti di un altro grosso problema: la riduzione del debito pubblico..

Il 16 febbraio 2019 con la nota “Nuovi problemi: le  regioni” scrivevo:

“ E’ all’esame del governo la richiesta sostenuta da Salvini di maggiore autonomia per le regioni del nord. Richiesta che comincia a interessare altre regioni, come risulta da quella analoga fatta dal Presidente della Regione Campania.” (pagina 27/28 del V volume). Nella stessa nota, richiamando altro articolo del 18 aprile 2014,( di cui proprio oggi voglio festeggiare il sesto compleanno, pagine 172/173 del I° volume), scrivevo: “ Le regioni si sono dimostrate la causa prima del disastro finanziario del Paese, luoghi di malcostume e di connivenza con gli ambienti della malavita organizzata la quale è riuscita ad esportare in tutta l’Italia i sistemi tradizionalmente usati dalla mafia, dalla ndrangheta, dalla camorra e dalla corona unita. Al momento in cui il Parlamento sarà chiamato a modificare il titolo V della Costituzione, sarebbe opportuno valutare seriamente la possibilità di riconsiderare l’intero problema, mantenere in vita  l’Ente provincia ancora non abolito, e abolire la fallita organizzazione regionale dello Stato.” 

Mentre più volte mi sono soffermato sull’opportunità dell’abrogazione dello Statuto mal gestito, riconosciuto alla Regione Siciliana in un momento particolare da molto tempo superato, oggi non si può accettare che la situazione delle regioni del nord sia diversa, come  conferma il fatto che oltre un centinaio di Consiglieri regionali, di Assessori e di Governatori sono stati coinvolti in gravi fatti collegati  a rapporti con ambienti della criminalità organizzata.

Con queste mie quattro note penso di avere dato un piccolo contributo alla conoscenza di molte situazioni che continuano giornalmente ad aggravare quel peso negativo, con il quale la burocrazia condiziona la vita di tutti.

Angiolo Alerci

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