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Festeggiato al carcere di Piazza Armerina il 201°anno della nascita del corpo di Polizia Penitenziaria

Festeggiato al carcere di Piazza Armerina il 201°anno della nascita del corpo di Polizia Penitenziaria

Si è svolta questa mattina all’interno del carcere circondariale di Piazza Armerina , alla presenza di numerose autorità civili e militari, la manifestazione di commemorazione del  201°  anno della nascita del corpo di Polizia Penitenziaria e del diciottesimo anno dall’entrata in funzione dell’istituto di pena piazzese, che avvenne nel gennaio del 2000 . Nel suo intervento la direttrice del carcere, dottoressa Gabriella Di Franco, ha voluto anche ricordare   l’importante ricorrenza della morte del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e dei tre agenti di scorta.
I lavori di ristrutturazione del carcere che hanno consentito il pieno recupero del primo piano detentivo dell’edificio sono stati al centro dell’intervento delle dottoressa Di Franco che ha sottolineato come “la possibilità di poter sfruttare i nuovi locali consentirà agli operatori di lavorare meglio e agli ospiti dell’istituto di avere una detenzione più dignitosa”. “Va precisato – ha continuato la Di Franco – che i lavori sono stati realizzati dagli stessi detenuti e dal personale della casa circondariale”.

La direttrice ha anche toccato il tema del collegamento del carcere e della sua opera di recupero svolto con la collaborazione della città, delle istituzioni e delle associazioni di volontariato presnti sul territorio e ha affermato: “Il carcere deve essere parte integrante e viva della comunità nella quale si colloca e deve essere palestra del cambiamento per il detenuto e non luogo solo dove scontare una pena”. In conclusione la direttrice ha ringraziato il personale operante all’interno della struttura per la sua grande competenza tecnica. “Un personale di cui sono grandemente orgogliosa” ha concluso la Di Farnco.

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Nel suo intervento  il Comandante del carcere, Commissario Capo Salvatore Puglisi  ha ricordato come “combattere la criminalità non significa solo punire coloro che hanno commesso un crimine ma anche convincerli, dove è possibile, a redimersi attraverso un processo rieducativo che li porti ad una scelta di legalità e di recupero dei valori civili. Per questo una caratteristica principale della forze di polizia penitenziaria deve essere quella di saper conoscere e comprendere le persone detenute”.

Nel corso della manifestazione la direttrice Gabriella Di Franco ha consegnato una medaglia di riconoscimento  all’ispettore Puma Vincenzo che da poco ha abbandonato il servizio attivo per raggiunti limiti d’età.

 

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