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Il trend di interesse per il Palio dei Normanni: il minimo storico nel 2015. Manifestazione in ripresa

Il trend di interesse per il Palio dei Normanni: il minimo storico nel 2015. Manifestazione in ripresa

Quando nel maggio del 2015 in piena amministrazione Miroddi, lanciavamo un grido d’allarme per il Palio dei Normanni, costretto a sfilare tra le maschere del carnevale di Acireale, erano pochi a credere che la manifestazione più importante per la nostra città era in profonda agonia. Se ne sarebbe accorto di là a qualche mese l’assessorato regionale al turismo che lo avrebbe poi escluso dai grandi eventi della Regione siciliana.

Oggi i numeri ci danno ragione e il grafico che pubblichiamo (facile da ottenere su google trend a questo indirizzo, scrivendo nella ricerca “Palio dei Normanni”) dimostra senza alcun equivoco che scelte sbagliate, mancanza di capacità innovativa e improvvisazione non possono che portare danni alla città. I dati in possesso di Google misurano una sorta di “grado di interesse” per la manifestazione.  L’amministrazione Miroddi, che ritengo sia stata la peggiore dal dopoguerra, era riuscita anche a distruggere l’economia generata da questo evento così come stava compromettendo l’intera economia della città. Buona la ripresa di quest’anno ma occorre ancora lavorare per migliorare l’intera manifestazione e soprattutto snellire la quintana del saraceno che dal prossimo anno ci auguriamo sia anche più trasparente in relazione ai punteggi assegnati ai cavalieri. Indispensabile l’introduzione del tabellone elettronico, della VAR e di un arbitro in grado di spiegare al pubblico le motivazioni delle penalità che nel contempo dovranno essere riviste.

SKIMICANDO

Nel maggio del 2015 scrivevo: “Mentre i consiglieri comunali e l’amministrazione si affannano a stilare una serie di articoli su aspetti marginali della manifestazione si ci dimentica che il Palio dovrebbe essere visto come una attrazione turistica che non solo dovrebbe saper ricostruire da un punto di vista storico il periodo della presenza del Conte Ruggero d’Alta Villa in Sicilia ma dovrebbe anche sapere coinvolgere il pubblico offrendo nel contempo un’immagine che lo differenzi in maniera netta dalle tante ricostruzioni storiche che in questi anni sono nate in Sicilia. Occorrerebbe un rivisitazione profonda di tutta la manifestazione tenendo anche conto di un progetto complessivo che preveda azioni di promozione turistica e che nel contempo riveda la parte teatrale e culturale. Un lavoro complesso che necessità di una struttura organizzativa stabile e soprattutto indipendente dalla politica, in grado di attingere a risorse economiche diverse rispetto a quelle utilizzate fino ad oggi.” [TROVI QUI L’ARTICOLO COMPLETO]

Nicola Lo Iacono

 

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