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La crisi in pillole

La crisi in pillole

Seguendo con una certa attenzione lo svolgersi delle trattative per la soluzione della crisi , dopo le dichiarazioni del Presidente Mattarella ho voluto fare alcune considerazioni:

1- Di Maio e Salvini, due vincitori della tornata elettorale con una non indifferente differenza: il primo con i suoi 32% di voti, il secondo con una coalizione formata da quattro componenti, con il 37% di voti, di cui solo il 17% attribuito a Salvini.

I due vincitori che si ritenevano entrambi “titolari” del diritto di essere designati dal Presidente della Repubblica  per la formazione del nuovo Governo, nel giro di pochi giorni riuscirono di comune accordo  a definire gli assetti delle due Camere, con la elezione dei Presidenti e degli  altri organismi.

In questa occasione Di Maio accettò per la Presidenza del Senato, seconda carica dello Stato, il nome della Senatrice Casellati, persona vicinissima a Berlusconi.

Trattando il secondo punto: la maggioranza per la formazione del Governo, Di Maio pose la pregiudiziale della esclusione di Forza Italia il cui capo, non parlamentare, era un condannato.

Personalmente non vedo alcuna grossa differenza tra la nomina della seconda carica dello Stato e l’eventuale nomina di un ministro o di un sottosegretario di Forza Italia.

Di Maio ha compreso che questa sua scelta non è stata condivisa dalla maggioranza del popolo 5 Stelle, fatto che ha notevolmente contribuito a creare l difficoltà nella creazione di una maggioranza governativa.

Inoltre è inspiegabile la decisione di Di Maio, forse nel tentativo di correggere l’errore commesso, di minacciare subito elezioni anticipate, soltanto dopo pochi giorni che Grillo, a domanda di un giornalista “ si va verso elezioni anticipate? ”  ha risposto “ questa è una barzelletta che fa ridere più delle mie”.

2- Salvini,  con il 37% dei voti attribuiti alla sua coalizione, ha subito la netta posizione assunta da Berlusconi perché, mancando i voti di Forza Italia, personalmente si trovava molto al disotto del 32% di Di Maio, quindi nella condizione di non potere pretendere una sua designazione per la formazione del nuovo Governo.

 

 

Per questo motivo e per non consentire al suo “rivale” di poter guidare il Governo ha preferito non mollare Berlusconi.

Al di là e al di fuori di ogni altra considerazione il comportamento dilettantesco dei due ha notevolmente contribuito a complicare la possibile sollecita soluzione della crisi.

Speriamo che la porta lasciata aperta dal Presidente Mattarella, per ancora poco tempo,  possa convincere Salvini , al di là della posizione di Berlusconi, a contribuire a consentire nell’interesse supremo del paese, al Movimento 5 Stelle di poter formare il nuovo Governo 5 Stelle – Lega.

Un Governo politico è indispensabile, in questo momento particolare, per il nostro Paese.

 

angiolo alerci

 

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